sabato 31 ottobre 2015

                       MAFIA CAPITALE   IL SINDACO MARINO  E LA CODA ALLA  VACCINARA
                                                                                      ECHI DAL PARLAMENTO

On. Straccio: caro collega…
On. Cencio: dimmi.
On. Straccio: passano secoli e millenni e a Roma la Storia, ancora una volta, si ripete.
On. Cencio: cosa vuoi dire?
On. Straccio: dicono gli storici che Giulio Cesare ricevette 23 pugnalate. Per il Sindaco di Roma Ignazio Marino, è lui stesso a dirlo,  invece sono state addirittura 26 più quella del Presidente Renzi.
On. Cencio: perché Renzi e il Partito Democratico hanno agito così?
On. Straccio: pensano di far dimenticare il pesante  coinvolgimento del Partito Democratico nella vicenda  “MAFIA CAPITALE”.
On. Cencio: Renzi, in effetti, ha cercato in tutti i modi di oscurare il pesante coinvolgimento del suo partito nella vicenda  “Mafia Capitale”, dando in pasto all’opinione pubblica  con la complicità della stampa amica, gli scontrini di Marino che aveva consumato 4 piatti di “CODA ALLA VACCINARA” .

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giovedì 29 ottobre 2015

                                   LA CRISI  AL  COMUNE  DI   ROMA  SI  ALLUNGA
                                                   ECHI DAL PARLAMENTO
On. Straccio: Marino ci ripensa e ritira le dimissioni.
On. Cencio: assistiamo allo psicodramma finale di Roma Capitale, del Partito Democratico e del Presidente Renzi.

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martedì 20 ottobre 2015

                RENZI/ALFANO: OVVERO L’ACCOPPIATA “GRATTA E VINCI”
                                           ECHI DAL PARLAMENTO

On. Straccio: sembra che siano sul punto di rottura, sul punto di separarsi; eppure alla fine riescono sempre a ricucire, a trovare un’intesa.
On. Cencio: di chi parli?
On. Straccio: del Presidente del Consiglio Renzi e del Ministro Alfano.
On. Cencio: in effetti si tratta di un’accoppiata così perfetta da costituire le due facce di una stessa medaglia.
On. Straccio: a me invece sembrano la copia perfetta del  “Gratta  e  Vinci” a ruoli alternati. Due  ruoli che interpretano sempre e comunque di comune accordo.
On. Cencio: cioè?
On. Straccio: quando Renzi gratta vince Alfano  e quando gratta Alfano vince Renzi.

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sabato 17 ottobre 2015

E SE PER  IL  PARTITO  DEMOCRATICO  VOTARE NON FOSSE PIU’ NECESSARIAMENTE DEMOCRATICO?
                                                SIAMO  GIA’  A  TRE!
Giacomo:  amici…
Romano: dì pure.
Giacomo: e se il Partito Democratico avesse una vera e propria idiosincrasia verso le urne?
Rodolfo: permettimi che ti chieda, data la gravità della tua affermazione, da dove tu possa dedurre  questa tua dichiarazione.
Giacomo: una cosa è certa: con la proposta del Senatore del Partito Democratico Luigi Zanda siamo già a tre.
Rodolfo: non ho ancora capito. Spiegaci meglio. Se, come tu dici, siamo a tre, ci sarà stato  un primo e un secondo caso che precedono il terzo. Sii più chiaro.
Giacomo: vengo incontro alla richiesta dell’amico Rodolfo.

CASO N°. 1: con la riforma delle Province il risultato più evidente, al di là della propaganda governativa,  è che il cittadino è stato privato del diritto elettorale attivo:  la Provincia, anche se con  nome diverso  (Ente di area vasta o Città Metropolitana, continua ad esserci : ha solo cambiato nome ma c’è e continuerà ad esserci ancora. L’Assemblea però non è più eletta da noi cittadini, ma da Sindaci e Consiglieri comunali.  E’ la casta politica che, considerando pericolose interferenze il voto dei cittadini, adesso si autoelegge.  Vorrei, ancora, che riflettessimo, oltre all’aspetto istituzionale, anche a quello finanziario/tributario: in questi giorni sarà arrivato anche voi, come è già arrivato a me, l’avviso di pagamento al Comune della Tassa rifiuti relativa all’anno 2015. Ebbene, avrete osservato una voce rilevante che contribuisce a determinare l’importo complessivo è così denominata:  “Tributo provinciale”.  L’Ente non c’è più, ma continua a mungere i contribuenti. Non faccio nessun altro commento  sembrandomi superfluo .
CASO N°. 2:  con la riforma costituzionale, così tenacemente voluta da Renzi, anche il Senato non viene affatto soppresso. E’ un tema sul quale, amici miei, è necessario essere  chiari! Ci saranno, anche dopo la riforma renziana,  cento persone che chiameremo con il titolo di Senatore della Repubblica. Ma l’elezione  di questi Senatori (esclusi i Senatori a vita)  non avverrà più nei seggi elettorali comunali  come avveniva finora, ma nelle aule dei Consigli regionali!   
L’elezione del nuovo Senato voluto da Renzi, amici miei, giuridicamente, a differenza di quanto avveniva finora,  non sarà più di I° grado ma  di II° grado. Elezione non più diretta ma indiretta.

CASO N°. 3: sappiamo tutti com’è andata a finire l’Amministrazione della nostra Capitale! Il Sindaco Marino si è dimesso e, legge alla mano, una volta nominato il Commissario, alla prossima primavera anche i cittadini romani  dovrebbero essere chiamati a rinnovare la loro Amministrazione eleggendo un nuovo Sindaco e un nuovo Consiglio Comunale.  Invece, ecco che il Partito Democratico riesce a mescolare, ancora una volta, sacro e profano.
Rodolfo: in che senso? Cosa vuoi dire?
Giacomo: il Senatore del Partito Democratico Luigi Zanda,  ora divenuto un fedelissimo di Renzi, fedelissimo a tal punto da ricoprire la carica di capogruppo dei Senatori del Partito Democratico ha avanzato l’idea di rinviare le elezioni romane. Un’idea che al momento sembra comunque essere stata accantonata per le immediate reazioni degli altri Partiti.
Rodolfo: cosa ha detto il Sen. Zanda?
Giacomo: mescolando politica e religione ha detto che “sarebbe molto importante far svolgere le elezioni nella Capitale dopo la fine del Giubileo. Tenere la campagna elettorale per qualche mese in contemporanea al pellegrinaggio di milioni di visitatori esporrebbe Roma a pericoli molto seri”.

Ennio: amici…. lasciatemelo dire: un capolavoro di ipocrisia! E se finito il Giubileo il Papa si dimettesse, forse dovremmo rinviare ulteriormente le elezioni romane in attesa dell’esito del nuovo Conclave?
Giacomo: condivido l’affermazione dell’amico Ennio. Prof. Vezio….vedo che vuole intervenire, a lei la parola.
Vezio: il bello è che  tutta questa vicenda  vede come protagonista un Partito che si autodefinisce  “Democratico”.  Vedete….l’esperienza ci insegna che oggi non c’è nessuno che non si dichiari democratico, indipendentemente dalle sue opinioni politiche; siano esse di centro, di destra o di sinistra.  Addirittura Regimi politici di ogni genere e lontani mille miglia dalla vera democrazia, sia  nell’Europa orientale che in America latina, si autodefiniscono “Democrazie”. E tuttavia ciò che ognuno di questi Regimi dice e fa, non sempre risponde  ai canoni di una vera “Democrazia”.
La democrazia è diventata una di quelle parole omnibus usata in ogni latitudine del globo terrestre perché   sembra donare un’aura di legittimità alla vita politica moderna: costituzioni, governi,  leggi, politiche e decisioni di ogni genere  sembrano le più sagge,  le più appropriate e le più illuminate quando sono  vengono definite “Democratiche”.
Giacomo: personalmente non posso non condividere il pensiero del Prof. Vezio.
Vezio: amici, la serietà ci impone di essere chiari: se non necessariamente dove si tengono elezioni c’è democrazia, tuttavia senza elezioni senz’altro non c’è democrazia. Se pensiamo che persino i regimi totalitari fanno spesso ricorso alle elezioni per conseguire una qualche legittimazione e per poter dimostrare di avere sostegno pubblico, diventa difficile comprendere quale sia lo spirito che anima la strategia finora seguita da Renzi con i tre casi così puntualmente e dettagliatamente sopposti alla nostra attenzione dall’amico Giacomo. Trattasi di tre casi che mi inducono a concludere, per non annoiarvi,  sostenendo che:
-la riforma del Senato, per quanto riguarda il sistema per l’elezione dei suoi componenti, costituisce senz’altro un restringimento del concetto di democrazia.
-l’aggettivo “democratico”, di cui oggi si fregia il Partito di cui Renzi è il Segretario, oggi risulta essere senza dubbio alcuno il meno appropriato, a meno che oggi, a differenza che nel passato,  votare  non sia più necessariamente democratico.
-talvolta ci sono storie più grandi di noi  - e la Democrazia è una di queste – che bisogna studiare e saper leggere per conoscerle bene, così da poterle maneggiare con la necessaria accuratezza. Un insegnamento che non dobbiamo giammai ignorare.
(dai dialoghi svolti al Circolo della Concordia)
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giovedì 8 ottobre 2015

      MARINO,  IL  PARTITO  DEMOCRATICO  E LE COOPERATIVE
                                         ECHI DAL PARLAMENTO 
                 
On. Straccio: collega Cencio come mai il Sindaco Marino…
On. Cencio: cosa vuoi dire?
On. Straccio: come mai, stavo dicendo, il Sindaco Marino è stato abbandonato o scaricato – scegli tu il verbo più approprriato – dal  Partito Democratico che è il suo stesso partito.
On. Cencio: caro collega…. Marino non è un vero politico e quindi non aveva capito.
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio che non doveva toccare le Cooperative senza nel contempo trovare una sponda nello stesso Partito Democratico.
On. Straccio: e perché?
On. Cencio: toccare le Cooperative è come toccare il filo alta tensione!

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mercoledì 7 ottobre 2015

SUA SANTITA’ PAPA FRANCESCO: DOPO IL SINDACO MARINO…… ANCHE IL PARLAMENTO ITALIANO.
                                          ECHI DAL PARLAMENTO
On. Straccio: caro collega….siamo ridotti proprio male!
On. Cencio: Perché? Cosa ti è successo?
On. Straccio: niente di propriamente personale….
On. Cencio: e allora?
On. Straccio: solo tu non hai sentito cosa ha detto Papa Francesco del Parlamento Italiano?
On. Cencio: cosa ha detto?
On. Straccio: dando il via ai lavori sinodali ha affermato che “il Sinodo non è un Parlamento”.  Lasciamelo dire…
On. Cencio: che cosa?
On. Straccio: non è che poi il Sommo Pontefice abbia torto! Siamo caduti proprio in basso!
On. Cencio: in effetti anche nelle Aule parlamentari si riscontra molto spesso poca dimestichezza con la buona educazione.
On. Straccio: quanto successo al Senato l’altro ieri, in effetti, sta a confermarlo e il Papa con questa affermazione l’ha certificato.
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martedì 6 ottobre 2015

       ALTO LIVELLO DI VOLGARE INCIVILTA’ NEL NOSTRO PARLAMENTO
                                      Dopo i gesti sessisti nel Senato della Repubblica
                                                   gli elettori chiedono ai Senatori:
                                      “avete nuove occasioni di riflessione  da PORCI?”
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sabato 3 ottobre 2015

                                           AUMENTO DEL  P. I. L.  -  L’ITALIA  RIPARTE.   SARA’  VERO?
                                                            Echi dal  Parlamento

On. Straccio: hai sentito il Presidente del Consiglio Renzi?
On. Cencio: questa volta ha detto qualcosa di interessante?
On. Straccio: è, a dir poco, euforico per il significativo aumento del P. I. L. nazionale. Dice, infatti,  che quest’aumento, anche se dello 0, .., gli darà possibilità di manovra presso la Commissione Europea, così da poter chiedere un allentamento dei vincoli di bilancio 2016.
On. Cencio: non poteva essere diversamente!
On. Straccio: in che senso?
On. Cencio: da quando è stato stabilito che anche l’aumento del traffico della malavita ( traffico di droga, prostituzione, commercio illegale, mafia capitale…) deve essere tenuto nella dovuta considerazione per determinare il P. I. L. nazionale, è evidente che quest’ultimo non  poteva che aumentare.
On. Straccio: quindi vuoi dire….
On. Cencio: voglio dire che  “più aumentano  malavita e malaffare, più aumenta il P. I. L. nazionale”.
On. Straccio: come quasi sempre avviene in Italia, ancora una volta è il retroscena a battere la scena.

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giovedì 1 ottobre 2015

                                 STORIA DI UN MANCATO INVITO
                             PAPA FRANCESCO-SINDACO MARINO

Si potrebbe andare in U.S.A. a far visita al Papa.
Vengo anch’io. No, tu no.
Per vedere se in America poi amano il Papa
e gridare viva, viva Papa Francesco,
e vedere di nascosto l’effetto che fa.

Vengo anch’io. No, tu no.
Vengo anch’io. No , tu no.
Vengo anch’io. No, tu no.
Ma perché? Perché no.

Si potrebbe  andare in U.S.A.  ora che è autunno.
Vengo anch’io. No, tu no.
C’è Gabrielli che risolve i problemi di Roma
e scoprire che alla metro crolla anche il soffitto
e vedere di nascosto Esposito che fa.

Crollo anch’io. No, io no.
Crollo anch’io. No, io no.
Crollo anch’io, no, io no.
Ma perché? Perché  no.

Si potrebbe poi sperare in un nuovo Giubileo.
Spero anch’io. Si, io si.
Che decreti  di prorogare  i Sindaci in carica.
Una proroga che duri fino al duemila e ventotto
e  vedere di nascosto il nostro Renzi che fa.

Spero anch’io. Si, io si.
Spero anch’io. Si, io si.
Spero anch’io. Si, io si.
Ma perché? Perché  si!

Si potrebbe poi sperare nella caduta di Renzi.
Spero anch’io. Si, io si.
Per vedere se Bersani poi piange davvero.
E capire se per D’Alema è un nuovo genetliaco
e vedere di nascosto la Boschi che fa.

Vengo anch’io. No, tu no.
Piango anch’io. No, tu no.
Spero anch’io. No, tu no.
Ma perché? Perché no.

(Dai dialoghi svolti al Circolo della Concordia)

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