E SE PER IL PARTITO
DEMOCRATICO VOTARE NON FOSSE PIU’
NECESSARIAMENTE DEMOCRATICO?
SIAMO
GIA’ A TRE!
Giacomo: amici…
Romano: dì pure.
Giacomo: e se il Partito
Democratico avesse una vera e propria idiosincrasia verso le urne?
Rodolfo: permettimi che ti
chieda, data la gravità della tua affermazione, da dove tu possa dedurre questa tua dichiarazione.
Giacomo: una cosa è certa: con
la proposta del Senatore del Partito Democratico Luigi Zanda siamo già a tre.
Rodolfo: non ho ancora capito.
Spiegaci meglio. Se, come tu dici, siamo a tre, ci sarà stato un primo e un secondo caso che precedono il
terzo. Sii più chiaro.
Giacomo: vengo incontro alla
richiesta dell’amico Rodolfo.
CASO N°. 1: con la riforma
delle Province il risultato più evidente, al di là della propaganda
governativa, è che il cittadino è stato privato del diritto
elettorale attivo: la Provincia,
anche se con nome diverso (Ente di area vasta o Città Metropolitana,
continua ad esserci : ha solo cambiato nome ma c’è e continuerà ad esserci
ancora. L’Assemblea però non è più eletta da noi cittadini, ma da Sindaci e
Consiglieri comunali. E’ la casta
politica che, considerando pericolose interferenze il
voto dei cittadini, adesso si autoelegge. Vorrei, ancora, che riflettessimo, oltre
all’aspetto istituzionale, anche a quello finanziario/tributario: in questi
giorni sarà arrivato anche voi, come è già arrivato a me, l’avviso di pagamento
al Comune della Tassa rifiuti relativa all’anno 2015. Ebbene, avrete osservato
una voce rilevante che contribuisce a determinare l’importo complessivo è così
denominata: “Tributo provinciale”. L’Ente non c’è più, ma continua a mungere i
contribuenti. Non faccio nessun altro commento
sembrandomi superfluo .
CASO N°. 2: con la riforma costituzionale, così
tenacemente voluta da Renzi, anche il Senato non viene affatto soppresso. E’ un
tema sul quale, amici miei, è necessario essere chiari! Ci saranno, anche dopo la riforma
renziana, cento persone che chiameremo
con il titolo di Senatore della Repubblica. Ma l’elezione di questi Senatori (esclusi i Senatori a vita)
non avverrà più nei seggi elettorali
comunali come avveniva finora, ma nelle
aule dei Consigli regionali!
L’elezione del nuovo Senato
voluto da Renzi, amici miei, giuridicamente, a differenza di quanto avveniva
finora, non sarà più di I° grado ma di II° grado. Elezione non più diretta ma
indiretta.
CASO N°. 3: sappiamo tutti
com’è andata a finire l’Amministrazione della nostra Capitale! Il Sindaco Marino
si è dimesso e, legge alla mano, una volta nominato il Commissario, alla prossima
primavera anche i cittadini romani
dovrebbero essere chiamati a rinnovare la loro Amministrazione eleggendo
un nuovo Sindaco e un nuovo Consiglio Comunale. Invece, ecco che il Partito Democratico riesce
a mescolare, ancora una volta, sacro e profano.
Rodolfo: in che senso? Cosa
vuoi dire?
Giacomo: il Senatore del
Partito Democratico Luigi Zanda, ora
divenuto un fedelissimo di Renzi, fedelissimo a tal punto da ricoprire la carica
di capogruppo dei Senatori del Partito Democratico ha avanzato l’idea di
rinviare le elezioni romane. Un’idea che al momento sembra comunque essere
stata accantonata per le immediate reazioni degli altri Partiti.
Rodolfo: cosa ha detto il Sen.
Zanda?
Giacomo: mescolando politica e
religione ha detto che “sarebbe molto importante far svolgere le
elezioni nella Capitale dopo la fine del Giubileo. Tenere la campagna
elettorale per qualche mese in contemporanea al pellegrinaggio di milioni di
visitatori esporrebbe Roma a pericoli molto seri”.
Ennio: amici…. lasciatemelo
dire: un capolavoro di ipocrisia! E se finito il Giubileo il Papa si
dimettesse, forse dovremmo rinviare ulteriormente le elezioni romane in attesa
dell’esito del nuovo Conclave?
Giacomo: condivido
l’affermazione dell’amico Ennio. Prof. Vezio….vedo che vuole intervenire, a lei
la parola.
Vezio: il bello è che tutta questa vicenda vede come protagonista un Partito che si
autodefinisce “Democratico”. Vedete….l’esperienza ci insegna che oggi non
c’è nessuno che non si dichiari democratico, indipendentemente dalle sue
opinioni politiche; siano esse di centro, di destra o di sinistra. Addirittura Regimi politici di ogni genere e
lontani mille miglia dalla vera democrazia, sia nell’Europa orientale che in America latina,
si autodefiniscono “Democrazie”. E tuttavia ciò che ognuno di questi Regimi
dice e fa, non sempre risponde ai canoni
di una vera “Democrazia”.
La democrazia è diventata una
di quelle parole omnibus usata in ogni latitudine del globo terrestre
perché sembra donare un’aura di legittimità alla vita
politica moderna: costituzioni, governi,
leggi, politiche e decisioni di ogni genere sembrano le più sagge, le più appropriate e le più illuminate quando
sono vengono definite “Democratiche”.
Giacomo: personalmente non
posso non condividere il pensiero del Prof. Vezio.
Vezio: amici, la serietà ci
impone di essere chiari: se non necessariamente dove si tengono elezioni c’è
democrazia, tuttavia senza elezioni senz’altro non c’è
democrazia. Se pensiamo che persino i regimi totalitari fanno
spesso ricorso alle elezioni per conseguire una qualche legittimazione e per
poter dimostrare di avere sostegno pubblico, diventa difficile comprendere
quale sia lo spirito che anima la strategia finora seguita da Renzi con i tre
casi così puntualmente e dettagliatamente sopposti alla nostra attenzione
dall’amico Giacomo. Trattasi di tre casi che mi inducono a concludere, per non
annoiarvi, sostenendo che:
-la riforma del Senato, per
quanto riguarda il sistema per l’elezione dei suoi componenti, costituisce senz’altro
un restringimento del concetto di democrazia.
-l’aggettivo “democratico”,
di cui oggi si fregia il Partito di cui Renzi è il Segretario, oggi
risulta essere senza dubbio alcuno il meno appropriato, a meno che oggi, a
differenza che nel passato, votare non sia più necessariamente democratico.
-talvolta ci sono storie più
grandi di noi - e la Democrazia è una di
queste – che bisogna studiare e saper leggere per conoscerle bene, così da
poterle maneggiare con la necessaria accuratezza. Un insegnamento che non
dobbiamo giammai ignorare.
(dai dialoghi svolti al
Circolo della Concordia)
gcastronovo.blogspot.it