Nave Sea Watch
E SE LA O. N. G. SEA WATCH 3 FOSSE LA METAFORA DEL
PAESE ITALIA?
Nenè: amici…. ora che l’Odissea dei 47 migranti che la Nave Sea Watch 3 è andata a prendere
nel mare libico sembra avviarsi ad una soluzione, con lo sbarco nel porto di Catania, non possiamo non riflettere su
questa vicenda che da più di 15 giorni tiene impegnati Governo, Autorità
giudiziaria, Forze dell’ordine, opinione pubblica e non solo in un dibattito
sovente sterile e non sempre utile per l’interesse del nostro Paese.
Franco: una vicenda che ha
acquisito anche una indiscutibile rilevanza mediatica quando alcuni esponenti
dei Radicali Italiani hanno iniziato
lo sciopero della fame fino – come dicevano loro – alla “liberazione” dei 47 migranti.
Giacomo: amici miei… è un caso che ci sta rivelando quella che è l’Italia:
il fallimento della politica in tema di immigrazione; di tutta la politica europea
e conseguentemente, a causa della sua posizione geografica, della politica italiana.
La Sea Watch mi sembra sia diventata un palcoscenico dove in alcuni
momenti è stata raggiunta la perfezione dell’arte teatrale. La nave è diventata
un serio campanello di allarme capace di
dirci quanto la politica italiana abbia perso in autorevolezza a tal
punto da diventare – così come lo è
diventata questa volta – una teatralità di elevata e pura perfezione. Una perfezione che è stata raggiunta quando
con la processione dei politici in visita alla nave tutti noi siamo stati indotti a credere che la
politica e la stessa presenza dei 47
migranti non fosse altro che una pura scena teatrale.
Enzo: dopo il dotto intervento
dell’amico Giacomo vorrei sentire l’opinione del Prof. Vezio.
Vezio: è una vicenda che qualcuno vorrebbe
archiviare e dimenticare quanto prima. Io dico invece che trattasi di una
vicenda sulla quale dovremmo riflettere ancora a lungo per evitare che simili vicende,
così come efficacemente ci sono state
riferite dall’amico Giacomo, tornino a
ripetersi con troppa frequenza. Vedete…
Ermanno: che cosa?
Tutta questa processione di
politici sulla Nave Sea Watch è stato un
messaggio sbagliato che abbiamo trasmesso all’estero: un invito a tanti altri
diseredati a mettersi in moto verso l’Italia senza nessuna programmazione e
senza nessuna certezza di un futuro migliore.
La nave Sea Watch oramai è diventata una metafora del Paese Italia. Un
caso, forse meglio dire un caos che
mi ricorda il nostro poeta Dante che
già parecchi secoli addietro così si esprimeva, nel VI° canto del Purgatorio, a
proposito della nostra beneamata Italia:
“Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave senza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province ma bordello”
(Dai dialoghi svolti al
Circolo della Concordia)