lunedì 30 aprile 2012

FRASE DELLA SETTIMANA

L'On. Di Pietro incontrando in Transatlantico l'On. Scilipoti gli chede come va. Questi risponde:
 "Male. Tasse, tasse, tasse; ci sono tante tasse che non vedo più la casa.

FRASE DELLA SETTIMANA

L'On. Di Pietro incontrando in Transatlantico l'On. Scilipoti lo saluta cordialmente chiedendogli come va; lOn. Scilipoti risponde: "male; tasse, tasse, tasse. Ci sono tante tasse che non vedo  più la mia casa!"

domenica 29 aprile 2012

LETTERA APERTA AL SIG. GRILLO GIUSEPPE

Sig. Grillo, il politologo Giovanni Sartori nell’editoriale pubblicato sul Corriere della Sera del 25 aprile 2012 afferma che “Grillo non ha nessuna ricetta né comprensione sensata della politica verticale che….deve gestire una immensa organizzazione gerarchica: appunto lo Stato”.
Il Sartori prosegue affermando che “Grillo, spesso efficace nel criticare, è incapace di progettare. Quando propone le cose che sarebbero da fare, il più delle volte propone assurdità o sciocchezze”.
Lo stesso giorno il Presidente della Repubblica parlando a Pesaro,  pur senza fare nomi, ha detto di “non dare fiato a demagoghi di turno”.
Stamattina 30 aprile, il Direttore del settimanale Tempi  Amicone, intervenendo al dibattito su La 7 Omnibus,  ha parlato di Lei dicendo “è uno che sfascia anziché costruire”.
Giudizi pesantemente negativi e senza appello!

Sig. Grillo, poiché il Sartori la definisce ignorante, in particolare,  in tema di “organizzazione dello Stato”, mi permetta formulare alcune proposte, che ritengo essere né assurde né sciocche, né demagogiche, relative all’organizzazione dello Stato e degli Enti locali.
Auspico che il suo movimento possa farle proprie per evitare che queste critiche a Lei rivolte possano concorrere a  lasciare tutto  così com’é ; passo ad una prima serie di  queste proposte:

1)  COMUNI:  
oggi in Italia abbiamo 8.101 Comuni; di questi:
4.600 non superano i 3.000 abitanti;
5.756                    i 5.000     

E’ un’organizzazione che, risalendo agli Stati preunitari quando non c’erano luce, telefono,  tecnologie informatiche, strade asfaltate, automobili…., oggi risulta del tutto anacronistica.Che senso ha oggi chiamare Comune (affidandogli gli stessi compiti del Comune di Milano) una collettività di 33 abitanti come Morterone (Lecco), o di 34 abitanti come Pedesina (Sondrio)?
Bisogna procedere all’accorpamento di questi piccoli Comuni che il grande giurista Massimo Severo Giannini chiamava “Comuni polvere”.
E’ un’operazione da effettuare con la massima urgenza perché l’attuale presenza di migliaia di piccoli Comuni è incostituzionale perché viola, tra gli altri, l’art. 97 della Costituzione: l’attività di questi Comuni è antieconomica, inefficiente e inefficace.
Eppure nonostante ciò l’operazione di accorpamento è quasi impossibile. Ci dice, in proposito il costituzionalista  Ettore Rotelli che le ragioni per i quali i partiti non vogliono accorpare i Comuni vanno individuate nelle “esigenze dei partiti intesi come organizzazioni, alle modalità di acquisizione del consenso”. E’ una situazione, aggiungiamo noi, dovuta al fatto che i partiti da tempo, da troppo lungo tempo, sono unanimemente concordi nel considerare i Comuni centri di spesa e facile mezzo di acquisizione del consenso politico.  In una situazione del genere a prevalere é purtroppo la diffusa mentalità dei partiti ad anteporre i loro particolare  interessi a quelli del Paese. L’accorpamento comporta meno Sindaci, meno Assessori, meno appalti e meno tante altre cose; e tutto ciò non è in linea con i programmi della politica che praticano i nostri partiti. E poiché i partiti prima di scegliere ciò che ritengono giusto e utile per il Paese, molto spesso prendono ciò che risulta utile alla loro causa, diventa impossibile anche accorpare un Comune di 33 abitanti. Lei Sig. Grillo deve sapere che la legge n. 142/1990 prevedeva l’accorpamento dei Comuni polvere, ma quando l’attuale Presidente Napolitano divenne  Ministro dell’Interno accantonò la prospettiva dell’accorpamento dei piccoli Comuni  favorendo il moltiplicarsi di nuovi Enti locali (Unioni di Comuni ex art. 32 T. U. n. 267/2000) da affiancare i Comuni.
Ed è stato così che aumentando i soggetti pubblici con relative cariche da ricoprire è aumentata a dismisura anche la spesa pubblica. 
Cosa Le chiedo?  Il suo movimento diventi paladino dell’antica  proposta di procedere all’accorpamento dei piccoli Comuni.


REGIONI:

Oggi in Italia abbiamo  20  regioni: 15 a statuto ordinario e  5 a statuto speciale.
Il sociologo Ricolfi ha scritto di recente che gli sprechi e le inefficienze delle Amministrazioni regionali dono determinate “dallo statuto ordinario o speciale delle Regioni, con le Regioni autonome che tendono a spendere di più di quelle ordinarie…per questo la Sicilia è la maglia nera del mezzogiorno e la Valle d’Aosta è la maglia nera del nord……Il fatto di essere a statuto speciale aumenta la spesa di 3/4 punti rispetto ad una Regione a statuto ordinario…..Il fatto di essere piccola (sotto il milione di abitanti)  aumenta la spesa di almeno un altro punto”.
Le Regioni a statuto speciale nascono in un momento storico (immediato dopoguerra) oramai superato e non c’è più alcun motivo perché continuino ad usufruire  di tali privilegi.

Effetti distortivi e scandalosi  dell’autonomia speciale:

Hanno scritto i giornali, non molto tempo fa, che nella Provincia di Bolzano:
-         il Presidente           guadagna   25.600 euro al mese;
-         il Vice Presidente    guadagna   24.300            

Cosa Le chiedo?  Il suo movimento faccia  due proposte:

1) Ridisegnare l’assetto regionale del nostro Paese: non è più  possibile avere Regioni più piccole del più piccolo quartiere di Roma. Non possiamo più permetterci il lusso di mantenere Regioni come la Basilicata, l’Abruzzo, il Molise, l’Umbria;

2)  assoggettare tutte le Regioni, risultanti a seguito di questo generale riassetto, ad un’unica disciplina, eliminando la distinzione tra Regioni a statuto speciale e Regioni a statuto ordinario.

PARLAMENTO:

Il numero dei deputati    è  630,  12 dei quali eletti all’estero.
                  senatori    è   315    6                             .
A questi vanno aggiunti   i senatori a vita  (ex Presidenti della Repubblica  più i senatori a vita nominati dai Presidenti della Repubblica).

La invito a proporre:
1)      di ridurre a 400 il numero dei deputati;
2)      di ridurre a 200 il numero dei senatori;
3)       di eliminare i senatori a vita: Per evitare che il prof. Sartori la bocci per mancata motivazione della proposta, gli dica che 8/10 senatori a vita su 200 possono cambiare i rapporti di forza, tra le forze politiche, così come usciti dalle urne. Non vogliamo vedere più al Senato, poi, scene da pronto soccorso: senatori portati in barella per salvare il  Governo dalla sfiducia! Si godano la vecchiaia in santa pace!
4)      Di eliminare i deputati e i senatori eletti all’estero. Costano molto e non servono! Per curare i nostri interessi all’estero ci sono già: il Ministero degli steri, Ambasciate, Consolati.
Lo abbiamo visto con la vicenda indiana dei Marò: chi si è smosso per sbrogliare la matassa? Non certamente parlamentari eletti in India, ma il Ministero, il Consolato e l’Ambasciata.


COMPENSAZIONE E SUICIDI IMPRENDITORI

Sig. Grillo deve portare avanti un’altra battaglia di civiltà: non c’è civiltà quando lo Stato (lo scrivo ancora con la S maiuscola)  e tutti gli altri Enti pubblici  (Comuni, Province, Regioni, A.S.L….) non pagano  per anni i loro creditori i quali nel contempo si vedono pignorare, sequestrare da Equitalia i propri beni di produzione se, a loro volta debitori verso la Pubblica Amministrazione. Quando la Pubblica Amministrazione non paga per anni i propri fornitori crea tutte le condizioni dove si annida la pianta del malaffare (corruzione e concussione).
Bisogna stabilire per legge che la Pubblica Amministrazione deve pagare entro 60 giorni; se ciò non avviene risponde in prima persona chi ha ordinato la forniture.
Ma più importante ancora: bisogna introdurre per legge l’automatica applicazione dell’istituto della compensazione nei rapporti tra il cittadino e la Pubblica Amministrazione. Se un cittadino deve 60 allo Stato e questo a sua volta deve  80 al cittadino,  lo Stato  anziché attivare Equitalia  paghie 20 al cittadino così da non consegnarlo in mano agli strozzini!.
Alcuni dei recenti  suicidi  di imprenditori sono riconducibili, purtroppo al caso sopra descritto!.
Basta con lo Stato che da una parte non paga i suoi creditori e dall’altra affida a Equitalia il compito di carnefice.
L’attivazione di Equitalia in casi del genere sta a dimostrare l’incapacità della politica ad effettuare anche un’attenta analisi degli effetti economici della legge.
Purtroppo la politica finora s’è dimostrata incapace di capire le reali esigenze della Società.  Sig. Grillo intervenga Lei portando avanti questa battaglia di civiltà: compensazione …..compensazione ….compensazione.

RIMBORSI ELETTORALI AI PARTITI

Si chiedono Di Primo Di Nicola e Stefano Livadioti su L’Espresso del 16 febbraio 2012  com’è possibile che il Sen. Luigi Lusi abbia ….fatto scomparire  dalla casse della margherita  13 milioni di euro…ai quali bisogna aggiungere il mistero sui 26 milioni “scomparsi” dai conti della Fondazione alleanza nazionale al centro di un feroce scontro tra finiani e colonnelli.
Nel caso dei contributi qualcuno si  é dimostrato più bravo degli altri: E’ il caso del P.D., che nel 2008 ha riscosso 180 milioni tondi di euro a fronte di una spesa effettiva di soli 18 milioni e spiccioli”.
Se i giornalisti dicono il vero – e non c’è da dubitare – o la legge sui rimborsi è incostituzionale e allora la Corte la deve annullare o l’aggettivo con il quale qualificare quelli del P. D. non è certamente bravo ma…. Bravo è un eufemismo che non rende giustizia a quello che è realmente accaduto.
La legge sui rimborsi è incostituzionale per palese irrazionalità a causa della palese divaricazione tra il titolo (che parla di rimborsi) e i risultati effettivi (cioè i soldi che i partiti portano a casa).
Lo sappiamo bene cos’è successo: poiché il Parlamento si vergognava a fare una legge identica a quella abrogata dal referendum ha chiamato rimborsi  cifre che sono addirittura superiori a quelle previste dalla legge abrogata dal referendum.
Un evidente imbroglio alle spalle della sovranità popolare. I partiti abbiano il coraggio di modificare l’articolo I della Costituzione secondo cui “la sovranità appartiene al popolo”. Ma fino a quando non lo fanno sono tenuti ad attenersi alla volontà sovrana del popolo e non fare più leggi che sostanzialmente sono identiche – se non peggiori – di quelle abrogate dal referendum.
In questo caso i partiti hanno  voluto perseguire un risultato che è contrario anche allo stesso titolo della legge.
Sig. Grillo si attivi per mettere la Corte Costituzionale nelle condizioni di dichiarare incostituzionale la legge sui rimborsi elettorali: ci sono tutte le condizioni.

P.S.   Prof. Sartori poiché in Lei ho sempre apprezzato la lucidità delle sue tesi, La invito ad aiutare il Sig. Grillo che oggi sta svolgendo la funzione del termometro. Poiché sarebbe da sciocchi distruggere il termometro che evidenzia uno stato febbrile, altrettanto da sciocchi sarebbe demonizzare in modo acritico il Sig. Grillo che evidenzia la grave crisi che attraversa la politica italiana. Del resto affermare che tutto va bene – come ha detto Zagrebelsky su Repubblica del 18 aprile 2012 – “questa sì sarebbe una pretesa antipolitica”.
 Lei, Prof. Sartori, ha tutti gli strumenti per dimostrare l’incostituzionalità della legge sui rimborsi:
se il referendum abrogativo fosse dotato di  forza legislativa, il risultato favorevole all’abrogazione di una legge sarebbe suscettibile di essere sostituito dal legislatore con una nuova legge.  Poiché il referendum è, invece, dotato di sola forza abrogativa, il raggiungimento del quorum favorevole all’abrogazione di una legge non potrà mai essere  aggirato dal legislatore con l’approvazione di  una nuova legge sostanzialmente identica a quella abrogata per via referendaria. E questo, purtroppo è quanto avvenuto con la legge n. 157/1999.
Grazie professore .

Sig. Grillo nel ringraziarla per l’attenzione che vorrà riservare alla presente La ringrazio cordialmente .
Giuseppe Castronovo

domenica 22 aprile 2012

CRONACHE DALL'OLIMPO - L'ON. SCILIPOTI ILLUSTRA I PUNTI CRITICI DELLA NUOVA TASSA SULLA CASA (I.M.U.) AGLI DEI DELL'OLIMPO. IL CONCLAVE DEGLI DEI DICHIARA INCOSTITUZIONALE LA LEGGE SUI RIMBORSI ELETTORALI

ZEUS:  Divinità tutte che abitate l’Olimpo, siamo qui riunite d’urgenza  per esaminare e votare la proposta della Dea Vesta, protettrice della casa e della famiglia, tendente a far dichiarare incostituzionale la legge del Parlamento Italico n. 157/1999 “Nuove norme in materia di rimborso delle spese elettorali”.  La Dea Vesta ha facoltà di illustrare la sua proposta.

VESTA: Grazie mio sommo Zeus.Vedo che anche a te è arrivato il grido di dolore delle Italiche Genti. In una settimana la mia richiesta è stata da te, unitamente all’Ufficio di Presidenza, esaminata e portata alla discussione di quest’Alma Assemblea.
Come avevo in precedenza avvertito, data la tecnicità del tema in esame, ho portato con me, perché possano meglio illustrarlo, il grande giurista Cicerone e il costituzionalista Solone.
Io, da parte mia, ritengo doveroso illustrare in via preliminare le motivazioni alla base della mia richiesta. Divinità tutte che abitate l’Olimpo sapete come purtroppo l’Italico Paese dei grandi Cicerone, Empedocle, Archimede, Gorgia da Leontini, per citarne solamente alcuni, sia attraversato da una grave  crisi economica senza precedenti. Una crisi    che colpisce in particolar modo le famiglie che adesso devono pagare anche una tassa sulla loro casa dove abitano ( I. M. U. ).
Ho deciso di presentare, unitamente ad alcune Divinità particolarmente venerate nelle terre di Girgenti, Calascibetta, Lampedusa…ed altre località, la proposta che sto illustrando  spinta, a tal fine, dall’On Scilipoti il quale abitando nelle terre della Trinacria è particolarmente sensibile ai temi che riguardano la famiglia. Egli infatti, essendo  un medico,  vive quotidianamente a contatto con le famiglie e partecipa alle loro sofferenze.
Ebbene, l’On. Scilipoti mi ha illustrato una situazione che presenta segni di palese poca avvedutezza della classe politica dell’Italico Paese nella gestione  della cosa pubblica: l’On Scilipoti conosce migliaia di famiglie che, pur essendo proprietarie della casa dove abitano, non hanno le risorse necessarie per dar da mangiare ai propri figli, ma dovranno comunque pagare 3 rate di I.M.U. e se non pagano corrono il rischio che il Sig. Befera, sul cui operato abbiamo a lungo discusso qualche giorno fa in quest’Aula, si approprierà delle case di queste sventurate famiglie.
Per non parlare poi di milioni di cittadini che spinti dall’indigenza hanno lasciato la Magna Grecia per emigrare in cerca di lavoro verso le terre della Padania, quelle bagnate dal fiume Eridanio. Ebbene, anche costoro pagheranno per il loro focolare lasciato nelle terre natie e al quale sono legati da motivi affettivi una  I. M. U. pari a tre volte perché considerato seconda casa. 
Sempre l’On Scilipoti  mi ha riferito che alcuni suoi pazienti anziani, necessitando di assistenza  per non essere in grado di compiere gli atti quotidiani, erano stati ricoverati nella pensione Belsito situata in una panoramica valle dell’Etna. Ebbene, queste persone anziane vogliono, mi diceva l’On. Scilipoti,  tornare a casa perché la loro unica abitazione é considerata seconda casa e loro sono diventati benestanti, cosicché devono pagare una tassa  I. M. U. pari al triplo. Somme di cui ovviamente non dispongono.
Mi raccontava la settimana scorsa sempre l’On Scilipoti che il Senato Italico   ha approvato una legge con la quale esonera le banche dal pagare  l’ I. M. U. perché, secondo il Governo Monti, svolgono una funzione sociale.
Avete sentito bene! Le banche, a detta del Governo Monti, svolgono una funzione sociale! Ritengo che la prima funzione sociale sia quella svolta dalla famiglia; per cui se c’è qualche soggetto da esonerare questo non può che essere la famiglia. Invece, cosa decide il Governo?
ZEUS: Cosa  divina Vesta?
VESTA:  dà facoltà ai Comuni di applicare una seconda  I. M. U. comunale  e di aumentare la tassa sui rifiuti. L’On. Scilipoti ha così commentato queste ultime due decisioni: “Tasse, tasse, tasse, ci sono tante tasse che non si vede più la casa”.
L’On. Scilipoti di cui porto a tutti Voi i più deferenti saluti augura a tutti Noi un sereno dibattito nel supremo ed esclusivo interesse delle Italiche Famiglie.
Nostri emissari, incaricati di verificare l’attendibilità di quanto riferitoci dall’On. Scilipoti, hanno confermato il grido di dolore di giovani madri italiche che non hanno il necessario per sfamare i loro pargoli.
La situazione sociale nell’Italico Paese è drammatica e richiede l’adozione di misure concrete e sensate. Ecco perché, Sommo Zeus, con il Vostro preventivo assenso mi sono avvalsa della consulenza di due grandi giuristi ( Cicerone e Solone ) che illustreranno a tutti noi i motivi che legittimano la nostra richiesta.

Riteniamo che in una sì drammatica situazione sociale sia possibile esonerare dal pagamento della tassa  I. M. U. le famiglie proprietarie almeno della casa dove abitano, almeno per le abitazioni fino a 150 mq.. Per mantenere in pareggio il bilancio si riducano drasticamente i rimborsi elettorali ai Partiti di cui abbiamo parlato la settimana scorsa.
La legge sui rimborsi elettorali (n. 157/1999) è del resto, come ci spiegherà il costituzionalista Solone, incostituzionale.

ZEUS: Grazie Vesta, procediamo alle relazioni dei giuristi. Vedo che vuol parlare per primo Cicerone, ne ha la facoltà.

CICERONE: grazie Sommo Zeus e Divinità tutte per l’avermi concesso l’onore di parlare in questa solenne Assemblea. Della relazione consegnata all’On. Vesta, sottoscritta congiuntamente da me e dal costituzionalista Solone, io parlerò a Voi per illustrarvi la prima parte, quella relativa all’organizzazione democratica dell’Italico Paese. Solone, invece, Vi illustrerà la seconda parte dove  analizza  come le forze politiche di quel Paese hanno di fatto espropriato il popolo della loro sovranità costituzionalmente garantita.
Come sapete, Voi Divinità tutte che abitate il Sommo Olimpo, la prima democrazia del mondo nacque ad Atene nel  V secolo avanti Cristo. Si trattava di una “Democrazia diretta”, in quanto i cittadini di Atene erano pochi e potevano riunirsi nell’agorà per discutere ed esprimere direttamente la propria volontà votando le leggi.
Nell’Italico Paese  ciò è impraticabile perché vi abitano 60 milioni di cittadini, dei quali 37 milioni hanno diritto di partecipare alle pubbliche Assemblee. E Voi tutti comprendete bene come sia impossibile che tutte queste persone si riuniscano contemporaneamente in Assemblea.. La Democrazia diretta  è quindi possibile solo in Stati molto piccoli.
Quella italica è invece una  “Democrazia rappresentativa”. Ciò significa che i cittadini dell’Italico Paese scelgono, attraverso elezioni  libere e segrete, i propri  “rappresentanti” che durano in carica  5 anni e sono chiamati Onorevoli e Senatori. Questi hanno il compito di riunirsi in due separate Assemblee e prendono le decisioni ( si chiamano leggi) che interessano le Genti Italiche.
C’è però anche nell’Italico Paese un caso in cui la Democrazia è diretta: ciò avviene quando si svolge il referendum per abrogare una legge votata dai rappresentanti del Popolo Italico. Vorrei continuare, ma sarei scorretto nei confronti di Solone, per cui la mia relazione termina qui. Sommo Zeus grazie per l’attenzione prestata; spero di essere stato chiaro e non aver deluso le vostre aspettative.

ZEUS: grazie per la lucidità dell’esposizione.  Adesso è chiamato a parlare   Solone.

SOLONE:  Sommo Zeus dopo il dotto intervento di Cicerone spero di essere anch’io all’altezza delle vostre aspettative. Incomincio dicendo che oggi alle genti che abitano le Italiche Regioni è garantito – ma, invero, solo  formalmente - un regime democratico nel quale il potere spetta al popolo formato da cittadini liberi e fra loro uguali.
Tutto ciò è solennemente garantito dall’articolo 1 della Costituzione ( la Legge suprema)  in vigore nell’Italico Paese, dove leggiamo che “la sovranità appartiene al popolo”. Ciò significa che il potere definitivo di ultima istanza appartiene sempre al popolo. Ecco perché la Costituzione usa  il verbo “appartiene”. E’ un verbo non usato a caso. Dovete sapere che i saggi che scrissero la Costituzione all’inizio avevano scritto che “la sovranità emana dal popolo” che ha un significato del tutto diverso: la sovranità che emana si trasferisce dal popolo ad altri; quella che invece  appartiene, deve  rimanere alla fine  sempre in capo al popolo cui spetta la parola definitiva.  Fu su mio consiglio che sostituirono il verbo emana con appartiene.
Se la Costituzione dice che la “sovranità appartiene al popolo” vuol dire che a questo deve  spettare l’ultima parola. Non è casuale il fatto che mentre la funzione legislativa del Parlamento è trattata negli artico 70-72, il referendum abrogativo è trattato in chiusura, all’articolo 75..
Diciamo,  volendo semplificare,  che l’attività legislativa del Parlamento è attività di primo grado, mentre l’attività svolta dal popolo con il referendum è attività di secondo grado, come un appello cui spetta confermare o annullare l’operato del Parlamento. Altrimenti non si spiegherebbe il ricorso al verbo  “appartiene”.   Fin qui la Costituzione.
Che questa da me a Voi esposta, Divinità tutte, sia la tesi più giusta è dimostrato dal fatto che il ragionamento diverso implicherebbe che dopo l’abrogazione referendaria il Parlamento potrebbe riapprovare un nuova legge sostanzialmente identica a quella abrogata. E che il popolo sovrano a sua volta potrebbe i pronunciarsi  nuovamente su questa seconda legge abrogandola. E poi?  Di nuovo il Parlamento?  E poi?  Di nuovo il popolo sovrano?  Un gioco che non finisce mai!    Potete dunque capire come la mia attribuzione al popolo sovrano della parola finale sia quella giusta. Niente di differente rispetto alla giurisdizione dove abbiamo un I° grado, un II° grado (alias:appello) eventuale e la Cassazione solo per garantire l’esatta osservanza della legge.  Così nella funzione legislativa: il Parlamento che approva la legge, il popolo sovrano che può eventualmente abrogarla e la Corte Costituzionale che vigila e si pronuncia  sull’operato di entrambi per garantire la piena osservanza della Costituzione e delle leggi.
Il fatto critico è che nell’Italico Paese il Parlamento si è arrogato – senza che la Costituzione lo preveda – il potere di pronunciarsi sul pronunciamento referendario approvando una nuova legge sostanzialmente identica a quella abrogata in precedenza dal popolo sovrano. E così facendo i Partiti hanno di fatto espropriato il Popolo della sua sovranità costituzionalmente garantita.
Se la sovranità appartiene al popolo, il pronunciamento referendario che annulla una legge deve essere inappellabile. Una volta che la Corte Costituzionale garantisce la regolarità delle procedure, l’esito del referendum abrogativo non può essere appellato con una nuova legge!.
Quindi la legge n. 157/1999 è incostituzionale perché successiva al pronunciamento referendario del popolo sovrano che aveva abrogato il finanziamento ai Partiti. Se il Parlamento Italico  vuole ridare la sovranità al popolo la deve annullare e tutti i soldi che i Partiti hanno finora incassato vanno consegnati allo Stato (stiamo parlando di annullamento e non revoca). Nel Senato Italico c’é la Rosy Bindi che queste cose le sa molto bene essendo stata allieva del Prof. Bachelet. Propongo, a tal fine, che copia del verbale di questa Solenne assemblea venga fatto recapitare all’Ufficio di presidenza del Senato Italico composto, tra gli altri, proprio dalla Rosy Bindi che, da esperta in materia, potrà ravvedersi delle dichiarazioni rilasciate in questi ultimi giorni. Non mi dilungo ulteriormente. Grazie per la pazienza e l’attenzione con la quale mi avete ascoltato.

ZEUS:  Molto lucida e convincente la relazione di Solone che ringrazio a nome di tutta l’Assemblea. Il Parlamento Italico vorrà seguire sì lucidi insegnamenti che ridanno vigore alla vera autentica democrazia? Non ci resta che sperare!.
L’Ufficio di Presidenza predisponga tanti plichi  contenenti i verbali dei lavori di questa Assemblea quanti sono i Senatori e gli Onorevoli Italici. Ciò al fine di far comprendere loro quanto ci stiano a cuore le sorti dell’Italico paese.
Conferisco ad Apollo l’incarico di latore dei plichi ai Senatori  e agli Onorevoli dell’Italico Parlamento.
APOLLO: Accetto volentieri l’incarico conferitomi.

ZEUS: metto ai voti la proposta della Dea Vesta, le relazioni di Cicerone e Solone e le disposizioni da me impartite.  Attesto che l’Assemblea del Sommo Olimpo approva all’unanimità.
Non avendo chiesto nessun’altro la parola sciolgo la seduta.
    

lunedì 16 aprile 2012

IL CONCLAVE DEGLI DEI DISCUTE IL TEMA DEI RIMBORSI ELETTORALI AI PARTITI DELLE TERRE ITALICHE

IL CONCLAVE DEGLI DEI DISCUTE IL TEMA DEI RIMBORSI


 ELETTORALI AI PARTITI DELLE TERRE ITALICHE




ZEUS:  O Platone, a nome di tutti gli Dei che abitano l’Olimpo e oggi qui riuniti in solenne conclave, ti chiedo scusa se, convocandoti qui all’Assemblea degli Dei, ti ho distratto dagli studi sempre così utili per il progresso della convivenza civile degli uomini.

PLATONE:  Mio sommo Zeus tu e tutti gli Dei vogliate scusare il ritardo con cui sono arrivato; ero in giro tra le italiche genti che da mesi sono in fermento per la grave crisi economica che attanaglia quel Paese. Se sapessi in proposito…

ZEUS: Che cosa nostro buon Platone.

PLATONE: Padre Zeus, sappiate voi Dei  tutti che abitate il sommo Olimpo che nella  Padanica regione – quella bagnata dal fiume Eridanio - e nelle terre italiche da gennaio ad oggi si sono suicidati 23 imprenditori  perché letteralmente strangolati da un Signore di nome Befera, al quale le autorità dell’italico Paese hanno conferito l’incarico assoluto di privare dei loro beni – anche quelli destinati alla produzione degli alimenti necessari alla vita  dell’uomo quale, ad esempio, il pane  - coloro (chiamati imprenditori) che momentaneamente non riescono a pagare i loro debiti allo Stato. Ma la cosa priva di ogni ragionevolezza è il fatto che ad alcuni di questi imprenditori lo Stato deve, per i beni e i servizi ricevuti,  somme di denaro a volte rilevanti; la legge italica vieta purtroppo all’imprenditore di compensare.

ZEUS: Caro Platone cos’è la compensazione?

PLATONE: E’ un’operazione molto semplice, dovuta allo studio del caro amico Pitagora. Se, ad esempio, un imprenditore deve allo Stato 100 euro  e lo Stato a sua volta deve 80 euro all’imprenditore, quest’ultimo dovrebbe pagare allo Stato solamente la differenza, cioè 20 e non più cento. Come vedi poca burocrazia e facilità nei commerci. Ma lo Stato italico  invece complica la vita delle italiche genti  all’estremo e non applica al governo della cosa pubblica il frutto dell’impegno di persone come Pitagora che dedicano il loro tempo a studiare come rendere più felici gli uomini. Siamo molto dispiaciuti per i 23 suicidi di cui ti parlavo dianzi.

ZEUS: Caro Platone se la situazione ha raggiunto tali livelli di tirannide perché lo Stato italico non diminuisce le proprie spese non sempre, invero, utili e così pagare nei tempi stabiliti dalla ragionevolezza i suoi fornitori?
Noi Dei dell’Olimpo sappiamo anche che alcuni anni fa i partiti italici erano divisi in correnti e costavano tanto al contribuente italico. Ora, forse per pudore, hanno cambiato nome e chiamano fondazioni le vecchie correnti. Ma il risultato è sempre lo stesso! Anzi il  Sen Sposetti che è anche tesoriere  di un partito che, ispirandosi ai tuoi studi, si chiama Partito Democratico, alcuni mesi fa ha chiesto al conclave dei Senatori italici di finanziare anche le fondazioni. E quando siamo stati informati dell’iniziativa ci siamo molto rammaricati.
Vedo che vuol prendere la parola Atena, la dea della Giustizia e della ragionevolezza, ha facoltà di parlare.

ATENA: Grazie Padre degli Dei; mi sia consentito rivolgermi a Platone chiedendogli di spiegare a tutti noi,  per tuo volere qui riuniti, cosa sta avvenendo nelle terre italiche. A noi abitanti dell’Olimpo sembra che la democrazia nelle terre italiche abbia costi così elevati da non essere assolutamente giustificabile.  Sono dei costi che mettono in crisi lo stesso concetto di democrazia. Tu, o Platone, che hai scritto quel sommo trattato intitolato, se ben ricordo, “LA REPUBBLICA”, ci insegni che la democrazia deve mettere al primo posto la persona che è la pietra angolare di ogni istituzione. Se una istituzione, ben congegnata per quanto sia, non mette al primo posto il benessere e la dignità della persona,  non è affatto democratica e non rispetta i tuoi insegnamenti.  Governare significa curarsi degli interessi della gente e attivarsi per la crescita morale e civile di tutte le persone. Purtroppo noi che abitiamo l’Olimpo abbiamo l’impressione, dalle cose che ci hai illustrato, che chi governa le Italiche Genti segua poco i tuoi insegnamenti.

ZEUS:  Grazie Atena, i tuoi argomenti, meritando ulteriori approfondimenti, verranno trattati in un apposito conclave con all’ordine del giorno il tema “Rapporti Stato/Partiti/                                         Cittadini”. Chiede la parola Temi, la dea del diritto e dell’ordine, ha facoltà di parlare.

TEMI: Caro Platone da alcuni mesi nell’italico Paese  la gente è esasperata (vedi i 23 suicidi di cui ci parlavi pocanzi)  per le troppe tasse che è costretta a pagare e ciò turba non poco la proverbiale nostra calma. I politici, invece, con i soldi che ricevono come “rimborso elettorale” vengono a trascorrere le loro vacanze qui nelle isole greche. Come è possibile? Spiegaci bene.

PLATONE: nel 1993 dopo Cristo la gente italica, seguendo i miei insegnamenti sul concetto di democrazia, votò e approvò con grande maggioranza che i Partiti non dovessero essere più finanziati con la tassazione generale.

ZEUS: Caro Platone scusa se interrompo il tuo intervento. Interpretando i sentimenti che animano tutti noi ti chiedo  di dirci se questo pronunciamento del popolo italico era pienamente legittimo.

PLATONE:  Sommo Zeus e Divinità tutte sappiate che il pronunciamento era legittimo. La Costituzione (la Legge delle leggi) dell’italico Paese all’articolo 75 riconosce al pronunciamento popolare il potere di abrogare una legge. Non solo….

ZEUS: Cosa, caro Platone?

Platone: Sempre la Costituzione, all’articolo 1, dispone che “la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.

ZEUS: E questi limi e queste forme sono state rispettate?

PLATONE: Si sommo Zeus, l’operazione  referendaria è stata certificata favorevolmente dalla Corte Costituzionale e dalla Corte di Cassazione i cui componenti sono uomini saggi, dediti allo studio delle leggi.

ZEUS: Caro Platone scusami ma c’è qualcosa che non capisco; se il popolo sovrano s’è pronunciato a stragrande maggioranza per l’abrogazione del finanziamento ai Partiti, perché questi continuano a prendere ancora – e più di prima – altri finanziamenti pubblici?
C’è di più: l’altra sera  (giovedì 12 aprile) dopo aver cenato abbiamo visto in televisione la Senatrice Rosy Bindi che non ha avuto alcun imbarazzo a parlare chiaro e a scanso di equivoci ha detto: il suo partito i soldi previsti li vuole tutti e subito perché non può chiudere bottega e non faceva nessuno sconto neanche dinnanzi alle difficoltà economiche del Paese italico. Devo confessarti che tutti gli Dei presenti nella sala della televisione sono rimasti amareggiati per il poco rispetto e la poca considerazione dimostrata per la crisi che attraversa il Paese. Com’è possibile un simile atteggiamento?

PLATONE: Sommo Zeus: ah la Bindi! La conoscono bene il mio Maestro Socrate e lo scrittore Plutarco (l’Autore del Volume “Consigli ai Politici”). Sappiate che per imparare i rudimenti del diritto era discepola di un grande uomo dedito allo studio di nome Bachelet che fu prematuramente inviato nell’Ade da un gruppo di terroristi che lo uccisero nelle aule del suo Ateneo dove si era recato per infondere sapienza ai suoi allievi. Lei –la Bindi- è rimasta purtroppo priva dell’insegnamento del suo Maestro e le conseguenze tutti noi le vediamo ancora oggi a distanza di tanti anni. Il Maestro Bachelet, purtroppo, non ha fatto in tempo a trasmettere alla Bindi la sapienza, la saggezza e la prudenza  necessarie a chi ricopre compiti rilevanti nelle Istituzioni pubbliche: la Sen. Bindi oltre ad essere Presidente del Partito Democratico è anche Vice Presidente del Collegio senatoriale. 

ZEUS: Caro Platone, ma perché i partiti devono incassare molto di più di quello che spendono? Non è giusto che i politici vengano a trascorre le ferie in Grecia mentre i cittadini soffrono. Per parlare, poi, dei Politici che per andare in vacanza superano le colonne D’Ercole . Cosa vale il pronunciamento referendario di cui ci parlavi pocanzi?

PLATONE: Con la tua giusta osservazione, sommo Zeus, mi metti nelle condizioni di parlare della furbizia dei Partiti che esprimono la classe politica dell’italico Paese.

Zeus: Parla con franchezza, caro Platone, in nome delle verità eterne che insegnavi ai tuoi discepoli.

Platone: Sommo Zeus, Voi conoscete bene il poeta latino Virgilio il quale nelle Bucoliche (9,51) fa dire al pastore Meride “omnia fert aetas”, cioè che il tempo conduce all’oblio, porta via e fa dimenticare tutto.
Ebbene, i Partiti 6 anni dopo il referendum, e cioè nel 1999 dopo Cristo quando già le genti italiche avevano dimenticato la legittima euforia per la vittoria referendaria, hanno approvato una nuova legge  (n. 157) avente come titolo “Nuove norme in materia di rimborso delle spese elettorali”. Parlando di rimborsi e non più di contributi pensavano di poter superare il precedente pronunciamento referendario.

Zeus: Chiede la parola Atena che ha facoltà di parlare.

Atena:  Padre degli Dei e caro Platone, i Partiti così facendo hanno agito con inganno e ciò va severamente punito. La legge n. 157 è palesemente incostituzionale e la Corte Costituzionale la deve annullare. Perché non l’ha ancora fatto?

Zeus: Atena spiega meglio i motivi di incostituzionalità della legge n. 157.

Atena: Grazie sommo Zeus per la possibilità che mi dai di illustrare meglio le arguzie dei Partiti dell’Italico Paese. Nella legge n. 157 c’è una evidente contraddizione tra il titolo e il vero obiettivo che i Partiti Italici intendevano perseguire. Vedi: un’altra Corte – questa volta quella che controlla i conti pubblici – ci dice che nelle elezioni politiche del 2008 il Partito della Rosy Bindi ha speso 18 milioni di euro e ne ha ricevuti 180 milioni. Voi tutti o Dei capite l’evidente inganno perpetrato alle spalle del caro Popolo Italico che ci sta tanto a cuore. E il guaio è che la Sen. Rosy Bindi non vuole rinunciare affatto a questa cifra.
Che i Politici Italici abbiano superato la furbizia di Ulisse, l’espugnatore di Troia non ho alcun dubbio; ma non devono superare la soglia del buon senso che, se elevato al rango giuridico, viene denominato ragionevolezza.
Un esempio chiarirà meglio il mio pensiero: immaginate un romano che si reca alla stazione ferroviaria Termini e acquista un biglietto per recarsi a Napoli. Con quel biglietto invece sale sul treno che lo porta a Reggio Calabria per ammirare i bronzi di Riace. Il controllore non potrà non sanzionare il comportamento illecito di quel viaggiatore perché c’è un’evidente contraddizione tra l’autorizzazione insita nel biglietto che lo autorizza a aggiungere Napoli e quello che sta invece facendo recandosi a Reggio Calabria.
Così è per la legge n. 157: c’è una contraddizione tra il titolo che autorizza i Partiti a chiedere solamente i rimborsi elettorali e niente più, mentre oggi incassano molto di più di quanto speso. E come il comportamento del viaggiatore va sanzionato, così la legge n. 157 va annullata per evidente contraddizione tra il suo titolo e il risultato normativo reale dalla stessa prodotto. Questo è – ci diceva qualche giorno fa Cicerone da noi interpellato – un classico caso di illegittimità costituzionale  di una legge per difetto di razionalità rispetto allo scopo. Sempre Cicerone ci diceva che la Corte Costituzionale è tenuta a porre la sua   attenzione all’intitolazione della legge al fine di ricavarne da fatti endogeni la reale volontà del Parlamento italico.

Zeus: Cosa proponi in concreto Atena?

Atena : Che la corte Costituzionale annulli, per irragionevolezza, la legge n. 157/1999.

Zeus:  Platone illustraci il tuo pensiero sulla proposta di Atena.

Platone: Vedo, sommo Zeus, che Atena ha approfondito l’argomento; ma la Corte Costituzionale non può agire di sua iniziativa, ma su richiesta di qualcuno.

Zeus: Atena chiede nuovamente la parola.

Atena: scusate se intervengo ancora; caro Platone nell’Italica Regione c’è un grande vecchio che digiuna sempre contro le ingiustizie. Mi sembra si chiami Pannella e da qualche anno s’è ornato di una coda equina. Perché non si attiva lui? Non puoi interloquire con lui per convincerlo a qualche iniziativa utile alla causa?

Zeus: Saggi e opportuni i consigli di Atena: Cosa puoi fare caro Platone?

Platone: O Padre degli Dei con il vostro patrocinio
mi attiverò insieme a Socrate, Archimede, Plutarco e Cicerone a fare visita a Pannella per convincerlo all’azione.

Zeus: Tutti noi Dei dell’Olimpo benediciamo la tua iniziativa con  l’auspicio di trovare ancora tra i politici italici delle persone disposte alla moderazione nel desiderio del denaro.  

venerdì 13 aprile 2012

Pitagora illustra a Zeus il concetto italico di "tangente"

Zeus: O Pitagora da alcune settimane gli Dei dell'Olimpo avvertono in te uno stato di agitazione a te, invero, inconsueta. Ha forse ripreso a studiare la "tavola" e la geometria, perché? Prepari forse qualche rivoluzionaria scoperta ignota a noi dell'Olimpo e ai comuni mortali? Che tu sia uomo dedito allo studio non c'é nulla da eccepire; se spaessi, in proposito, quanto e come oggi studiano gli alunni della Magna Grecia e della Padania! Mi hanno riferito cose non degne dei grandi maestri..Empedocke, Cierone ed Archimede.
Pitagora: Mio caro Zeus, la matematica non perde mai la sua attualità; essa non é fatta solo di tabelline e teoremi geometrici che i discepoli devono imparare a memoria per l'interrogazione. Almeno io la penso così.
Zeus: Mio buon Pitagora e che cos'é, alora, per te la matematica?
Pitagora: Oltre a quanto ti dicevo prima, essa é un modo di essere dell'uomo; un modo di intendere la vita e il governo delle Città.
Zeus: Tu pensi, dunque, che la conoscenza della matematica possa influire sul comportamento degli uomini e dei politici? Per noi che abitiamo l'Olimpo la realtà matematica é immutabile: il numero 1 ha pari dignità di 100. Infatti se al 100 manca 1 non é più tale bensì 99.
La geometri, poi, dovrebbe indicare l'ordine che governa l'universo e insegnare agli uomini come realizzare le piazze e le strade applicando i tuoi teoremi.
Forse che oggi le italiche e le padaniche genti la intendono diversamente?
Pitagora: Purtroppo si , sommo Zeus; la matematica non é più come la intendevo io quando la insegnavo ai miei discepoli o come la intendete voi nell'Olimpo.
Zeus: Che trasformazione ha subito?
Pitagoa: sono molto deluso dall'ultimo viaggio effettuato nella Magna Grecia, nella Padania, dove si trova la città di Milano che una volta era la capitale morale dell'italico paese, e nelle terre Insubriche. Sono deluso e non avrei voglia di parlare, ma un esempio te lovoglio fare con riferimento alla geometria..
Zeus: Parla e confida a me le tue angosce.
Pitagora: Vedi, ai miei discepoli insegnavo che si dice "tangente" ad una circoferenza quella retta che, comunque prolungata, non ha con la circonferenza medesima che un sol punto in comune.
Zeus: Sempre luci e sommi i tuoi insegnamenti! Ma come la intendono oggi nell'italico Paese?
Pitagora: Da qualche tempo a questa parte nel paese di Empedocle, Cicerone e Archimede la tangente ha acquistato un altro significatoche ha poca familiarità con la geometria e con il mio insegnamento, ma tanta con la classe politico-amministrativa di quel Paese. 
Zeus: non capisco mio buon Pitagora; sii più chiaro in nome della verità eterna che insegnavi ai tuoi discepoli.
Pitagora: Oggi nell'Italico Paese la democrazia non é più intesa come la si pensava una volta nell'Agorà, ossia come governo del popolo per il popolo, ma come comitati di affari che utilizzano fraudolentemente il nome della democrazia per perseguire i loro affari. Per cui il plitico che farà costruire la strada che collegherà due città chiederà all'impresa appaltatrice un contributo per il partito. Il politico che rilascia la licenza per costruire la casa chiederà anche lui un contriibuto per il partito.
Ci sono politici che chiedono in nome del partito, ma che poi versano nelle proprie tasche il fatturato.
Questo contributo é appunto la tangente. E' la corruzione che sta minando le basi della dmocrazia.
Sommo Zeus la tangente é il "viale del tramonto" della democrazia nell'italico Paese.
Zeus: Cosa pensi di fare, o Pitagora, per ridare alla geometria e alla tangente la funzione di pedagoga delle giovani menti?
Pitagoa: O padre degli dei con in vostro patrocinio vorrei aprire a Crotone, Siracua, Milano e in altre cittò delle Scuole dove insegnare la moderazione nei desideri del denaro e la morale applicata alla politica.
Zeus: Salgo nel sommo Olimpo a riunire il conclav degli Dei per benedire la tua iniziativa, con l'auspicio di trovare ancora discepoli disposti a seguire i tuoi iinsegnamenti.

Cronache parlamentari

Qualche giorno fa l'On Cencio  e l'On Straccio hanno cenato allo stesso tavolo del  risorante di Montecitorio; tra una portata e l'altra l'On Cencio chiede all'On Straccio un opinione sul triunvirato Casini, Fini, Rutelli.
Poiché l'On Straccio non rispondeva, riprende la parola l'On Cencio affermando: "quando son troppi galli a cantare non si fa mai giorno". L'on Straccio, che nel frattempo aveva bevuto un buon bicchiere di vino, prende a sua volta la parola e dice: " tre tordi su un cardello prima o poi si dan di becco".

giovedì 12 aprile 2012

Cronache parlamentari

Oggi l'On Cencio incrociando in Transatlantico l'On Straccio l'ha salutato dicendo "Poveraccio"!!