venerdì 29 maggio 2015

CAMPANIA: SE ELEZIONI ANDASSERO RIPETUTE CHI RISARCIRA’ LO STATO PER LE SPESE SOSTENUTE?

Saverio: e poi dicono di non avere le risorse necessarie per risarcire i pensionati!
Marco: a che proposito questo tuo sfogo?
Saverio: ma come fa il nostro Presidente Renzi a candidare per la presidenza della Regione Campania De Luca se, ai sensi della Legge Severino, non è candidabile?  E’ pazzesco!
Giacomo: amici ritengo che l’amico Saverio non è che poi non abbia ragione.  I Partiti si danno delle regole – come la legge Severino appunto – per allontanare dalla gestione della cosa pubblica chi è stato condannato e poi, incredibile al solo pensarlo, sono i primi a non rispettarle.
Saverio: amici …consentitemi di esprimere compiutamente il mio pensiero. Renzi quale Segretario del partito Democratico ha candidato De Luca che, aldilà di quel che dice la Commissione Antimafia e il suo Presidente Rosy Bindi, è incandidabile perché così dispone la legge Severino. Ora, se De Luca venisse eletto
bisognerebbe riornare alle elezioni.
 Giacomo: ritengo che l’amico Saverio abbia ragione.
Saverio: consentitemi di svolgere compiutamente il mio pensiero: lo svolgimento delle elezioni in una grande Regione come la Campania quanto costano? Chi paga? Sicuramente anche noi pensionati ai quali  il Governo Renzi, disattendendo la recente sentenza della Corte costituzionale in materia di pensioni, ci ha ritolto quanto ci aveva già tolto il Governo Monti e il suo Ministro Fornero.
Vorrei sentire l’opinione del nostro amico Prof. Vezio.
Vezio: è un triste momento per la nostra democrazia. Se a questa vicenda dell’incandidabile De Luca
aggiungiamo la vicenda degli impresentabili, c’è da dubitare seriamente del livello di maturità raggiunto dal sistema politico italiano. Amici…. non si può giocare con le Istituzioni così come stanno giocando Renzi e De Luca. Vorrei, rispondendo all’invito rivoltomi dall’amico Saverio,  che chi viola le norme sia chiamato a risarcire lo Stato per le spese necessarie per la ripetizione della competizione elettorale. Ci auguriamo che gli Organi cui compete la verifica del rispetto della legge da parte di tutti i protagonisti della “vicenda De Luca” vigilino e applichino anche la norma secondo cui chi sbaglia paghi.
(dai dibattiti svolti al Circolo della Concordia)
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giovedì 28 maggio 2015

                                  VOCI DAL TRANSATLANTICO.
 QUESTIONE E MORALE, CANDIDATI IMPRESENTABILI E CASO  DE LUCA

On. Straccio: collega….
On. Cencio: dimmi.
On. Straccio: che ne dici dell’iniziativa della Presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi che ha creato la categoria dei “Candidati impresentabili”?
On. Cencio: poteva svegliarsi prima e non a 3 giorni  dalle elezioni.
On. Straccio: e del caso De Luca?

On. Cencio: la Legge Severino e i suoi principi si sono fermati a Salerno.

domenica 24 maggio 2015

             RICORDANDO LA PRIMA GUERRA MONDIALE E I SUOI EROI

                                          Il Piave mormorava
                                          calmo e placido, al passaggio
                                          dei primi fanti, il ventiquattro maggio;
                                           l’esercito marciava
                                           per raggiunge la frontiera
                                           per far contro il nemico una barriera…

                                          Muti passaron quella notte i fanti:
                                          tacere bisognava, e andare avanti!

                                         S’udiva intanto dalle amate sponde,
                                        sommerso e lieve il tripudiar dell’onde.
                                        Era un presagio dolce e lusinghiero,

                                                     il Piave mormorò:
                                              “Non passa lo straniero!”
                                        E. A. Mario

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sabato 16 maggio 2015

UN NUOVO SPETTRO S’AGGIRA NEI PALAZZI DEL POTERE POLITICO: LO SPETTRO DELL’EGEMONIA GRAMSCIANA.
Franco:  amici…. ancora una volta possiamo dire che il lupo perde il pelo ma non il vizio!
Marco: cosa succede di così grave da giustificare questo tuo pessimismo?
Franco: solo tu, sebbene tutti ti riconoscano un’acuta capacità di riflessione politica, non comprendi – o quanto meno fingi, questa volta,  di non comprendere – quanto sia gravido di sviluppi negativi per la nostra fragile democrazia quello che è successo in questi giorni.
Marco: cos’è successo di così drammatico?
Franco: è successo che il Partito Democratico è stato il primo ad organizzare, presso la sua  Segreteria in Via del Nazareno, un incontro con i Sindacati dopo lo sciopero generale che si è svolto contro  la proposta governativa di riforma della Scuola; mentre, per affrontare lo stesso tema,  il Governo, solamente una settimana dopo  ha convocato le stesse rappresentanze sindacali a Palazzo Chigi.
Giacomo: a dire il vero anch’io sono rimasto alquanto perplesso per la spregiudicatezza dell’operazione renziana.
Ludovico: siate meno ermetici e più comprensibili.
Giacomo: Visto che a proporre la riforma della scuola è stato il  Governo, e il suo Presidente in particolare,
mi aspettavo che fosse lo stesso Governo a trattare e a illustrarla alle forze sindacali. Invece  il Partito Democratico -  che è anche il partito di cui Renzi è il Segretario -   volendo essere protagonista assoluto dell’intera operazione ha avuto la precedenza anche rispetto al Governo.
Alessio: è senz’altro questione di metodo democratico!
Giacomo:  non solo di metodo amici miei. C’è di più.
Alessio: in che senso?
Giacomo: Renzi, con la convocazione dei Sindacati nella sede del Partito Democratico, riprende e fa proprio il metodo gramsciano di fare politica. Del resto non possiamo dimenticare che quello Comunista, di cui il Partito Democratico è l’erede, è un Partito, al di là delle sigle con le quali dopo l’abbattimento del muro di Berlino si è presentato agli elettori, la cui azione politica  si è sempre ispirata al principio di “egemonia”. E sembra che ancor oggi, nonostante abbia abbandonato la vecchia denominazione e lo storico simbolo della falce e martello, continui a ispirarsi alla teoria gramsciana di “egemonia”. Termine, questo, con il quale il suo fondatore  pensatore Gramsci indicava il dominio totalizzante di un gruppo su altri gruppi, fino a quando le loro prospettive socio/culturali non fossero evolute fino al punto da favorirne la conduzione da parte del gruppo dominante che, in quanto tale,   viene detto “egemone” . Il Prof. Vezio avrà sicuramente perdonato la mia spregiudicatezza  nell’essermi avventurato su un tema sul quale lui è un maestro indiscusso. Pertanto do la parola al Prof. Vezio.
Vezio: consentitemi una premessa. Renzi, che è riuscito ad annichilire il Parlamento, cioè assoggettarlo, prima costringendolo ad approvare il jobs act e poi la riforma della legge elettorale, pensava adesso di fare la stessa operazione nei confronti dei Sindacati con la riforma della Scuola.
Non è un caso che il Ministro della Pubblica Istruzione Giannini, che recentemente ha abbandonato il suo Partito di origine (Scelta Civica/Monti), per passare al partito Democratico, abbia qualificato lo sciopero con l’aggettivo “politico”. E tutti noi sappiamo come attribuire la qualifica di  “politico” ad un’azione sindacale sia stata da sempre un appellativo spregiativo.
Luigi: prof. ma questa volta contro la riforma  della Scuola voluta da Renzi hanno manifestato non solo i suoi avversari. La stragrande maggioranza, ci hanno detto giornali e televisione, è tendenzialmente elettore del Partito di Renzi, voglio dire del Partito Democratico.
Vezio: caro Luigi… sta proprio qui il problema.
Giacomo in che senso?
Vezio: contro il “Governo Renzi” hanno scioperato molti operatori della Scuola che sono anche suoi elettori;  e Renzi questo non se l’aspettava. Con l’organizzazione dell’incontro presso la sede del Partito di cui è il Segretario indiscusso,  Renzi vuole ricorrere ai ripari proprio come Segretario del Partito Democratico  prima che come Presidente del Consiglio. 
Ludovico: prof. ci spieghi meglio il suo pensiero.
Vezio: l’istituzione scolastica, la stampa, la magistratura, la Chiesa, le associazioni di vario genere istituite per operare nel territorio, gli stessi Sindacati rappresentano  per Gramsci i mezzi più efficaci per consentire a chi detiene il potere di organizzare il consenso così da mantenere il potere  il più a lungo possibile. Parlo, amici miei, di consenso e non di potere. E sapete il perché? Fu lo stesso Gramsci  ad affermare che il potere si regge sul consenso e spiegò anche il perché. Si era reso conto che il potere per non essere precario deve essere esercitato non con la forza, ma con la persuasione e l’influenza cui bisogna far quotidianamente ricorso sfruttando ogni occasione utile. Un’operazione che se eseguita da persone all’altezza della missione (intellettuali organici) riuscirà a modificare  il pensiero e lo stesso modo di ragionare delle persone che si vogliono  attrarre alla causa del partito. Questa è l’egemonia per Gramsci.
Renzo: prof. nella teoria gramsciana la definitiva presa del potere doveva essere preceduta da quella che  lo stesso Gramsci definiva “guerra di posizione”. Le chiedo se e in che misura Renzi abbia seguito nella sua ascesa a Palazzo Chigi questa teoria.
Vezio: è una domanda per rispondere alla quale dobbiamo prima esaminare prima il concetto di “guerra di posizione” che unitamente a quello di “egemonia” è uno dei concetti chiave del pensiero politico di Gramsci. Ebbene, l’articolazione della società civile comporta un articolato decentramento del potere: sono centri di potere della società l’informazione (editori, giornalisti), i Sindacati, i Partiti politici, la Scuola, la Chiesa. Ebbene, per Gramsci un punto è chiaro: la conquista del potere politico deve essere necessariamente preceduta dalla conquista di  queste aree con una meticolosa “guerra di posizionamento”, cioè “di trincea”. Conquistate queste aree si passa alla conquista del potere.
Renzo: grazie, molto chiaro.
Vezio:  permettetemi che adesso sia io a rivolgervi una domanda. Chi è tra di voi che non vede nella “rottamazione” della storica classe dirigente del P.C.I. una stretta analogia con la “guerra di posizione”? La prima preoccupazione di Renzi è stata, infatti,  quella di conquistare il Partito sostituendo l’egemonia culturale che da decenni esercitavano all’interno del P.C.I. i vari D’Alema, Veltroni, Bersani… con quella di giovani trentenni da lui portati al Governo (Boschi, Madia, Mogherini, l’economista Taddei…..).
Tornando al modo in cui Renzi ha gestito il rapporto con i Sindacati in occasione dello sciopero contro la riforma scolastica possiamo senz’altro affermare che  è stato del tutto in linea con l’insegnamento gramsciano. Sapendo, infatti,  che il personale scolastico, occupando una posizione di elevata influenza sulla società, è in grado di organizzare il consenso a favore del suo Partito o il dissenso se del caso, è corso ai ripari ma come Partito e non come Governo, organizzando l’incontro con i Sindacati non a Palazzo Chigi ma in Via del Nazareno.
Si è trattato di un’operazione che rivaluta l’insegnamento di Gramsci attualizzandolo al III° Millennio.
(dai dialoghi svolti al Circolo della Concordia)

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domenica 10 maggio 2015

                                             PENSIONATI   D’ITALIA

Pensionati d’Italia
La Corte ha ragione;
Renzi è d’accordo
e l’INPS pagherà.

Da Trento a Messina
Ci son pensionati;
ognuno di questi
è nostro elettor.

E’ gente che pone
La scheda nell’urna
Tradita non sarà
Se fiducia in noi avrà.

Siamo tutti fratelli,
Siam pronti a pagare,
così ha deciso
il vostro Matteo.

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi

L’altro giorno il personale di Palazzo Chigi ha sentito canticchiare al Presidente del Consiglio Renzi, sulla melodia del  nostro Inno Nazionale, la canzone che riservatamente ci ha trascritto. La pubblichiamo per tranquillizzare tutti i pensionati d’Italia.





sabato 2 maggio 2015

                                                 E  X  P  O      2015
                                    B E  N V E N U T I     A     M I L A N O
                                    Con    G I O V A N N I        D’ A N Z I

                                           O mia bela Madunina che te brillet de lontan
                                                tuta d’ora e piscinina, ti te dominet Milan
                                          sota a ti se viv la vita, se sta mai coi man in man
                                                 cantem tucc “lontan de Napoli se moeur”
                                                         ma po’ i vegnen chi a Milan.

                                         Si vegni  senza paura, num ve songaremm la man
                                             tucc el mond a l’è paes e semm d’accord
                                                     ma Milan, l’è on gran Milan!

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venerdì 1 maggio 2015

                                                E  X  P  O       2015

                               B  E  N  V  E N  U  T  I      A        M  I  L  A  N  O

                                     Con      M  E  M  O      R  E M  I  G  I


                                                             Le parole sono parole
                                         e tu puoi anche non credermi.
                                           Non fa niente, non fa niente,
                                                che vuoi che m’importi
                                         un tuo dubbio se resti con me.
  
                                                       Io ti darò di più
                                                       Io ti darò di più
                                                     di tutto quello che
                                                           avrò da te.
                                                              ………
                                                  Io ti darò di più, di più,
                                                           molto di più

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