lunedì 31 dicembre 2018



                                      RIFLESSIONI  DI  FINE  ANNO
Franco: amici…ancora una volta siamo alla fine di un anno solare; e come sempre per ognuno di noi è tempo di riflessione e di bilanci.  Ed è proprio nei momenti di passaggio da un anno all’altro che risulta spontaneo chiedersi  che cosa sia il tempo. Cos’è dunque il tempo?
Giacomo: prof. Vezio risponde Lei?
Vezio: filosofi  e scienziati hanno cercato di dare una qualche risposta a questo che è senz’altro uno degli interrogativi irrisolti dell’umanità. Per dirvi della complessità dell’argomento vi invito a riflettere sulle  parole che  Sant’Agostino riserva a questo tema:

“Che cosa è dunque il tempo? Se nessuno me lo domanda, lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo domanda non lo so.  Tuttavia con sicurezza affermo di sapere che, se nulla passasse, non ci sarebbe il passato, se nulla avvenisse, non ci sarebbe il futuro; se nulla fosse non ci sarebbe il presente.
Ora questi due  tempi, il passato e il futuro,  come esistono se il passato già non è più e il futuro non ancora è? Se poi il presente fosse sempre presente  e non trascorresse nel passato, non sarebbe più tempo, ma eternità.
Se, pertanto, il presente in tanto è tempo, in quanto trascorre nel passato, come possiamo dire che è se la causa del suo essere è il cessare di essere…?”
Tanto leggiamo al capo XIV del libro XI de “Le Confessioni”.
Amici… al momento non so  dirvi altro.  Avremo, lo speriamo, un anno di tempo per riflettere e approfondire.
(Dai Dialoghi svolti al Circolo della Concordia)

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venerdì 28 dicembre 2018



                                 IL POETA FEDRO E IL SENATORE A VITA MARIO MONTI
        

Alfio: amici… la discussione al Senato sulla manovra finanziaria del 2019, nonostante i tempi troppo ristretti, ha offerto qualche punto di riflessione davvero interessante.
Nenè: i tempi sono stati così pesantemente  contingentati che la minoranza ha avuto legittimi motivi  di critica sulle modalità di svolgimento dei lavori in Aula.
Alfio: tra gli interventi in Aula è da segnalare quello del Senatore a vita ed ex Presidente del Consiglio Mario Monti il quale, parlando della manovra finanziaria predisposta dal Governo Conte per il 2019, ha detto che “si tratta di una manovra dettata da Bruxelles; mai vista una cosa simile”.
Giacomo: proprio Mario Monti! Non possiamo dimenticare che è l’uomo chiamato a sostituire nel 2011 Berlusconi per realizzare le politiche economiche volute da Bruxelles ed elencate nell’ormai famosa lettera del 5 agosto 2011  con la quale la Banca Centrale Europea ne chiedeva al Governo Berlusconi l’approvazione in tempi brevi. Chi non ricorda, tra queste,  la sciagura della “Legge Fornero” che in una notte lasciò decine di migliaia di persone senza pensione e senza un lavoro! La figura dell’esodato, finte lacrime di coccodrillo a parte della Fornero, è uno dei simboli in grado di testimoniare come la dignità delle persone sia stata calpestata,  tenuta in così scarsa considerazione e sacrificata al volere dell’Europa.
Ebbene…, se questi sono i precedenti,  cosa posso dire del giudizio che Il Sen. Monti ha espresso verso la manovra finanziaria 2019?  Direi che è “il bue che dà del cornuto all’asino”.
Nenè: bravo l’amico Giacomo nella sua analisi! E Lei Prof. Vezio che dice?
Vezio: anch’io sentivo ripetere dai miei nonni il detto ricordatoci dall’amico Giacomo. Non dobbiamo dimenticare, Giacomo ne ha fatto cenno, che se sono frutto del volere dell’Europa le leggi del Governo Monti, ancor di più lo è stato (basta leggere il libro di Alan Friedman, “Ammazziamo il Gattopardo”, ne abbiamo una copia nella nostra biblioteca)  il suo insediamento a Palazzo Chigi quale espressione dei poteri economico/finanziari così influentemente presenti nelle stanze del potere europeo. Ma se Giacomo ci ha parlato di buoi e asini io vorrei ricordarvi quanto scriveva lo scrittore latino Fedro (vissuto tra il 20 a.C. e il 50 d.C. circa) nella favola “I vizi degli uomini” ma più comunemente conosciuta con il titolo “Le bisacce”.
Ebbene, scriveva Fedro:
“Giove ci ha messo addosso due bisacce:
quella piena dei nostri vizi
ce l’ha posta dietro la schiena;
quella piena dei vizi altrui
ce l’ha posta davanti al petto.
Per questo motivo non possiamo vedere i nostri difetti, ma appena sbagliano gli altri diventiamo censori”.
Amici… questo scriveva Fedro duemila anni fa. Da notare il gusto  e la leggerezza con le quali sapeva trasmetter le sue indicazioni etiche alla coscienza dei lettori.
Il nostro Sen. a vita Mario Monti, quando parla di “manovra dettata da Bruxelles”, credete che abbia saputo far tesoro dell’insegnamento di Fedro?.
(Dai Dialoghi svolti al Circolo della Concordia)

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domenica 23 dicembre 2018


                                              RIFLESSIONE  DI  FINE  ANNO
                                                         Coloro che impiegano male il loro tempo
                                                                    sono poi i primi a lamentarsi
                                                                        che passi troppo in fretta.
                                            (Jaen de la Bruyère)

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sabato 22 dicembre 2018



                                           AMORE   AUTENTICO
                                       Un autentico e sincero amore richiede non tanto
                                                che due persone si guardino l’un l’altro,
                                          ma che guardino insieme nella stesa direzione.

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domenica 16 dicembre 2018



COMMISSIONE EUROPEA: MOSCOVICI, OVVERO CHI SI DA’ L’ARIA DA PADRETERNO
Totò: amici… che ne dite del ruolo che il Commissario francese Moscovici sta svolgendo nei confronti del nostro Governo e della nostra manovra finanziaria?
Giacomo: di certo non possiamo dire che stia lavorando per facilitare la ricerca di una soluzione. Dirò di più: mi stupisce non poco il fatto che, la concomitanza di disordini così gravi che da settimane sconvolgono la Francia, non inducano Moscovici e la Commissione europea a considerare, nell’esaminare il nostro bilancio, il valore della pace sociale di un Paese;  un valore che di certo vale molto di più di un misero decimale di deficit. Invece il Commissario Moscovici sembra si diverta a creare, in seno alla Commissione, un clima di palese ostilità  nei confronti dell’Italia, anche al fine di irritare l’interlocutore italiano.
Salvo: la rivolta francese sta a testimoniare la fragilità politica di buona parte della Classe Dirigente di quel Paese, dimostratasi incapace di comprendere i segnali di disagio sociale se non quando arrivano alle proporzioni di una vera e propria rivolta armata.
Nenè:  pur condividendo l’analisi degli amici  Giacomo e Salvo inviterei anche il Prof. Vezio ad esprimere la sua opinione.
Vezio: grazie. Amici… se mi si presentasse l’occasione di un confronto  con il Commissario francese  Moscovici gli direi:  Signor Moscovici una cosa certa è che Dio, come scriveva Guareschi in un racconto pubblicato sulla rivista Il Borghese nel 1965, “è e rimane l’unico a potersi dare arie da padreterno”
(Dai Dialoghi svolti al Circolo della Concordia).
(Dai Dialoghi svolti al Circolo della Concordia)
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Giuseppe Castronovo

martedì 11 dicembre 2018



DICHIARAZIONE UNIVESALE DEI DIRITTI UMANI A 70 ANNI DALLA LORO PROMULGAZIONE
Esattamente 70 anni orsono  - il 10 dicembre 1948  - 3 anni dopo la fine della II^ guerra mondiale, veniva promulgata la DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL’UOMO che era stata approvata dalle Nazioni unite il 5 dicembre dello stesso anno.
Negli articoli 1 e 2 troviamo affermati i concetti fondamentali di dignità, eguaglianza, libertà e fratellanza che costituiscono i principi fondanti dell’intero documento.

Art. 1  (Uguaglianza di dignità e di diritti)
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti. Essi sono dotato di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

Segue…
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sabato 8 dicembre 2018



                                    I  MESI  DELL’ANNO  IN  FILASTROCCA
                                                                        (Dicembre) 

                                             Dicembre imbacuccato, grano assicurato.

                                         Da Natale (25 Dicembre) in là il freddo se ne va. 

                                              Dicembre brilla con il Natale, il presepe,
                                                        l’albero e l’allegria che sale. 

                                                  Dicembre nevoso, anno fruttuoso.  

                                        Seminare decembrino vale meno di un quattrino.

                                  A Santa Lucia (13 Dicembre) il giorno più corto che ci sia.  

                                    Per San Silvestro (31 Dicembre) ogni oliva nel canestro. 

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sabato 1 dicembre 2018



DOCUMENTO ECONOMICO FINANZIARIO (D.E.F.):  VERE MOTIVAZIONI ALLA BASE DELLO SCONTRO TRA LA COMMISSIONE EUROPEA E IL GOVERNO ITALIANO.

Nenè: amici… tanto tuonò che alla fine  è arrivata anche la pioggia. Una pioggia, ma così tanta,  che non è esagerato definire  uragano.
Totò: di cosa parliamo? Cosa vuoi dire?
Nené: dopo tanto parlare non sempre, invero, con documenti in mano, l’Unione Europea ha bocciato la manovra economica dell’Italia per il 2019.
Salvo: per essere il primo Documento economico finanziario del Governo  pentastellato non c’è di che stare allegri! Ne va di mezzo la credibilità di tutto il Paese!
Giacomo: una bocciatura che dimostra, se ce n’era ancora bisogno,  come non pochi Paesi membri dell’Unione Europea tifino perché  l’Italia vada in default e venga commissariata. E qui in Italia, così come in Europa, non  sono pochi coloro che auspicano un’operazione simile a quella del 2011 e cioè la “caduta” dell’attuale Governo a guida Conte per sostituirlo con un governo alla Monti: un governo gradito ai grandi potentati  economico-finanziari europei che faccia un’altra riforma sulle pensioni “tipo Fornero” e gravi gli italiani con una ”patrimoniale sulla casa”. Prof. Vezio chiediamo il suo aiuto per esaminare ed approfondire insieme a lei il problema evidenziato dall’amico  Nenè.

Vezio: amici… la mia riflessione, partendo dall’affermazione dell’amico Giacomo secondo cui “ non pochi Paesi membri dell’Unione Europea tifano perché l’Italia vada in default e venga commissariata..”, si soffermerà su tre punti:
-innanzi tutto prenderemo in esame i motivi che hanno indotto l’Unione  Europea a bocciare il nostro bilancio;
- cercheremo poi di andare alla ricerca di questi Paesi che si sono distinti più degli altri nel proporre questa bocciatura;
- e infine, come terzo punto, cercheremo di individuare le reali motivazioni che stanno alla base di questo atteggiamento di palese ostilità verso l’Italia.

Primo punto:
 la  Commissione Europea ha bocciato la bozza della legge di bilancio per il   2019 dell’Italia perché, semplificando, abbiamo un debito molto elevato. La bocciatura trova giustificazione, così come  leggiamo nel documento della Commissione Europea, nel fatto che  “….l’Italia non ha rispettato il parametro di riduzione del debito nel 2016 e nel 2017 …. Inoltre in base ai piani governativi e alle previsioni dell’autunno 2018 l’Italia non dovrebbe rispettare il parametro di riduzione del debito nel 2018 e nel 2019”
Un continuo richiamo al mancato rispetto della regola del debito che non dovrebbe superare il 60% del P.I.L. Ma lasciatemi osservare come da quando esiste l’euro l’Italia non sia mai riuscita a rispettare questo rapporto  che da anni supera ampiamente il 100%. Purtroppo è un dato di fatto la poca sintonia tra l’attuale gruppo di comando  a Bruxelles e il nostro Governo guidato dal Prof. Conte uscito dalle urne elettorali il 4 marzo 2018.





Secondo punto:
Dopo due mesi di aspri contrasti tra la Commissione Europea  e il Governo Italiano, contrassegnati da momenti di alta tensione e confronti non sempre cordiali, individuiamo quei Paesi europei che si sono distinti più degli altri nel proporre questa bocciatura.
Ebbene, oramai risulta chiaro come Germania, unitamente all’Olanda, alla Danimarca, alla Finlandia, alla Svezia formino un gruppo  caratterizzato da un comune atteggiamento di freddezza, per non dire di  aperta ostilità, verso i Paesi con un elevato debito sovrano come la Grecia, l’Italia, la Spagna, il Portogallo. Un discorso a parte meriterebbe la Francia ma non mi sembra questo il momento per una simile analisi che faremo un’altra volta.
Sono Paesi tra i quali si sta diffondendo sempre più un pericoloso atteggiamento di diffidenza  e progressiva chiusura nei confronti delle richieste di aiuto da parte dei Paesi mediterranei con elevati debiti sovrani che per loro risulta sempre più difficile onorare. E’ stato così anni addietro con la Grecia; è così adesso con l’Italia.

Terzo punto:
Amici miei… oggi nell’Europa di Schengen  finalmente quasi  senza frontiere, e dove si tende a   mandare in soffitta una volta per tutte le ultime frontiere ancora esistenti,  purtroppo sta venendo su   una nuova frontiera molto più pericolosa di quelle che eravamo abituati a vedere.
Nenè: prof….a che tipo di frontiere si riferisce?
Vezio: si tratta di frontiere che poggiano le loro fondamenta non sul cemento ma su profondi sentimenti etico religiosi. Frontiere che poggiano su fattori, direi,  più spirituali che materiali, ovvero psicologici più che monetari.
Salvo: ci può spiegare meglio?
Vezio: i giornali, finora, ci hanno abituato ad affrontare il tema del confronto tra Paesi mediterranei e Paesi nordici prevalentemente, se non esclusivamente, in termini finanziari. Non sarà sfuggito a nessuno di voi come i termini più ricorrenti nel dibattito siano P.I.L., spread, debito, fiscal compact, rapporto debito/P.I.L  e via dicendo.
Giacomo: è vero.
 Vezio: è un’impostazione, questa fin qui seguita, alquanto limitativa  che ci impedisce di comprendere appieno la vera essenza del problema. Innanzi tutto, come fin qui è stato ben evidenziato, ai Paesi mediterranei si oppone la Germania e con essa una serie di Stati nordici accomunati dal fattore religioso: il Protestantesimo.
Il fenomeno religioso si sta, in effetti,  sempre più affermando quale elemento più di divisione che di coesione all’interno della Comunità Europea creando di fatto due blocchi nei quali la Germania è di fatto simbolo e guida dei Paesi nordici, mentre la Grecia e l’Italia  a causa della grave crisi che stanno attraversando sono  diventati il simbolo dei Paesi mediterranei. Questi ultimi costituiscono una realtà economico/sociale caratterizzata dal fatto di avere tutti quanti un elevato debito pubblico, mentre i primi hanno un debito pubblico molto più contenuto. Non solo! Sottopongo alla vostra attenzione quest’ulteriore riflessione: quelli mediterranei sono Paesi a religione prevalentemente cattolica, mentre quelli nordici sono Paesi a religione prevalentemente protestante.
Totò: non posso non constatare come molto raramente l’analisi sia stata  svolta in questi termini. Mi scusi prof. per l’interruzione.
Giacomo: prof. prosegua pure.
Vezio: per comprendere appieno il problema dei rapporti tra i Paesi del Nord e quelli del Sud Europa, al fenomeno religioso va necessariamente associato anche quello linguistico. Dovete sapere, a tal proposito,  che nella lingua tedesca troviamo il termine “schuld”. E’ un termine molto comune e viene correntemente tradotto con il termine “debito”.
Ma il problema è alquanto più complicato di quanto si possa pensare.  Dovete infatti sapere ….
Giacomo: che cosa?
Vezio: la lingua tedesca include nel termine schuld,  oltre al già ricordato “debito”, anche altri termini di uso abbastanza  comune  tra noi italiani. Tra questi ricordiamo  colpa, misfatto, delitto, obbligo morale.
Non si tratta, amici miei, di semplice differenze semantiche, ma di termini che stanno a testimoniare le profonde differenze etico/culturali che intercorrono tra Cattolici e Protestanti.
E poiché in lingua tedesca le parole “debito” e “colpa” sono sinonimi, chi non riesce a onorare un debito è un “colpevole”, ossia una “persona moralmente obbligata” verso il creditore. Secondo questa chiave di  lettura quello che lega creditore e debitore, da rapporto squisitamente monetario diventa anche rapporto etico/morale.
A sostegno della tesi della sinonimia tra “debito” e “colpa” possiamo richiamare  la preghiera del  Padre nostro nella versione ufficiale della Chiesa Cattolica che viene recitato anche nelle funzioni religiose.  Ebbene, trattasi del testo dell’Apostolo Matteo che dice così: “ Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome….dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi  i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori….”
Sinonimia ancor più evidente nel testo del Vangelo di San Luca dove leggiamo: ”Padre, sia santificato il tuo nome, …..perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore….”
Non vi sarà sfuggito come per San Luca il “debito” è di per sé un peccato e viceversa il peccato è un debito. Anche per la lingua tedesca c’è piena simmetria tra i due termini “debito”  e  “colpa” nel senso che poiché il debito è associato alla colpa, anche la colpa va associata al debito. Altrimenti detto, per la lingua tedesca, il debito è di per sé una colpa e viceversa.
Ora se il debito è l’amaro frutto avvelenato di un peccato, diventa più comprensibile la diffidenza dei Paesi del nord Europa verso i Paesi mediterranei che si saranno macchiati di un peccato che sta alla base del loro debito. Un debito che, per essere così elevato, da fisiologico è diventato patologico.
Concetti, questi, che fan parte del DNA della Cancelliera tedesca Merkel,  figlia di un Pastore luterano.
Se questo è il quadro di riferimento, sarebbe auspicabile che al tavolo delle trattative che si svolgono in sede europea, accanto all’economista e al giurista sedessero anche lo storico, il sociologo, il filosofo e l’esegeta di testi biblici, ognuno con l’apporto della sua specifica competenza. Solo così potremo avere la migliore soluzione del problema e garantire un futuro più sereno alla nostra Europa.
(dai dibattiti svolti al Circolo della Concordia)
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Giuseppe Castronovo