SERVONO ANCORA A QUALCOSA IL
NOSTRO PARLAMENTO E LA SOVRANITA’ DEL POPOLO?
UNA RIFLESSIONE SULL’OPINIONE DI
STALIN
Giacomo: prof. Vezio…. abbiamo
notato che da alcuni giorni trascorre
ore intere in quel silenzioso luogo di studio qual’è la biblioteca del nostro Circolo della
Concordia. Ho notato….
Vezio: dimmi pure.
Giacomo: ho notato che legge con
molta attenzione, sottolinea, prende appunti ….Cosa sta leggendo di così
interessante?
Vezio: gli scritti di Stalin che
cercavo da tempo e che con un pizzico di
fortuna ho trovato nella Civica Biblioteca. Ho preso in prestito il X° volume dove
sono raccolti gli scritti e i discorsi del 1927.
Marco: di Stalin? Come mai?
Vezio: sono stato spinto dalle
recenti dichiarazioni di Beppe Grillo sul
ruolo effettivamente oggi svolto dal nostro Parlamento.
Giacomo: il nostro Beppe di
analisi ne fa una al giorno. Cosa ha
detto in particolare da attirare la sua attenzione?
Vezio: in effetti il Beppe questa
volta è stato impietoso più del solito, anche se non a torto, nell’analizzare l’attuale funzionamento del
nostro Parlamento quando dice che “il
Parlamento potrebbe chiudere domani, nessuno se ne accorgerebbe. E’ un
simulacro…o lo seppelliamo o lo rifondiamo…La scatola di tonno è vuota. Dobbiamo
chiederci se abbia ancora un senso. Va riformato, abolito?. Una cosa è certa:
oggi non serve praticamente a nulla”.
Giacomo: amici, permettete che
esprima il mio pensiero. Beppe Grillo non ha parlato affatto a vanvera come
qualcuno potrebbe essere indotto a pensare.. Basta osservare l’andamento dei
lavori parlamentari per la riforma costituzionale: Parlamentari che discutono
una riforma così importante, quale quella costituzionale, non possono essere
ricattati con lo spauracchio della non
ricandidatura – ricordiamoci che Renzi ricopre il duplice incarico di
Presidente del Consiglio e di Segretario del Partito Democratico - se non
votano la “proposta di riforma costituzionale nei termini così tenacemente imposti da Renzi” . Per non parlare di quei Parlamentari sparsi in
tutti i Partiti, e sono tanti, che temono di non maturare il diritto alla
pensione (i Parlamentari lo chiamano vitalizio) se Renzi di fronte ad un’eventuale
bocciatura parlamentare della sua “proposta” Renzi scegliesse di interrompere la legislatura per andare al
voto anticipato. Scusi prof. per l’interruzione. Riprenda la parola.
Vezio: vi invito, amici miei, a
riflettere su quest’ulteriore e forse più
interessante analisi fatta sempre da Beppe Grillo : “il Parlamento , luogo centrale
della nostra democrazia, è stato spossessato dal suo ruolo di voce dei
cittadini…Il Parlamento può sfiduciare il Governo che è l’unico titolato a
farlo (art. 94 Costituzione) Ma anche questo potere gli è stato sottratto
con l’avvento di Monti eletto senza alcun voto di sfiducia a Berlusconi.
Dobbiamo riflettere, ancora, sul fatto
che anche Renzi “è salito” a Palazzo Chigi senza alcun voto di sfiducia verso
il Governo Letta. Ritornando all’avvento di Monti sulla scena politica italiana
Beppe Grillo prosegue la sua analisi affermando che “vuolsi così colà dove si puote”.
Giacomo: sono parole che
dovrebbero farci riflettere nel momento in cui il Parlamento si accinge a
discutere di revisione della Costituzione!
Scusi prof. se torno alla domanda iniziale chiedendole di spiegarci cosa
c’entri tutto ciò con gli scritti di Stalin.
Vezio: un po’ di pazienza e
vedrete che c’entra. Eccome!
Ennio: prof. ho seguito in
religioso silenzio quanto finora ci ha detto e devo confessarle che mi
incuriosisce sempre più! Sviluppi il suo argomentare
Vezio: amici miei…questa volta quella di Grillo è un’analisi, se volete,
alquanto impietosa, ma non è che poi
sia tanto originale!
Giacomo: prof. cosa vuol dire? Il discorso si fa sempre più interessante.
Vezio: l’analisi sul ruolo del Parlamento svolta da Grillo, era già stata sviluppata
da Stalin fin dal 1927.
Giacomo: devo confessare, prof.
Vezio e amici tutti, che non ho mai avuto occasione di leggere nulla
sull’argomento!
Vezio: eppure un po’ di pazienza
ancora e capirai, caro Giacomo, quanto quella di Stalin sia una analisi molto
istruttiva ai fini del nostro discorso!
Una analisi capace di farci comprendere la caduta (meglio dire la cacciata)
di Berlusconi da Palazzo Chigi e l’avvento
del Governo Monti sotto l’attenta regia della finanza internazionale e del
Presidente della Repubblica Napolitano che già nell’estate del 2011 preparava
nelle ovattate stanze del Quirinale
l’avvento di Monti a Palazzo Chigi e poi, con qualche giorno di anticipo, aveva provveduto a
nominarlo Senatore a vita.
Giacomo: prof. ha questo scritto
di Stalin a portata di mano?
Vezio: ho trascorso, come vi
stavo dicendo, alcuni giorni nella nostra Civica Biblioteca proprio per questo e con un po’ di
fortuna ho trovato ciò che cercavo. Trattasi
del X volume (1927) delle Opere complete
di Stalin, in Italia pubblicate da Rinascita nel 1953.
Giacomo: qual’é l’opinione di
Stalin sull’istituzione parlamentare?
Vezio: nel settembre del 1927 il
nostro Stalin, intervistato in occasione di un incontro con una delegazione
operaia U. S. A., dice che “nei
paesi capitalistici ….nonostante l’esistenza di parlamenti democratici, i
governi sono controllati dalle grandi banche. I Parlamenti dichiarano che sono
loro a controllare i governi. In realtà invece avviene che la composizione dei
Governi è fissata in precedenza dai maggiori consorzi finanziari, i quali
controllano anche l’operato dei Governi. Tutti sanno che in nessuna potenza
capitalistica può essere formato un gabinetto contro la volontà dei maggiori
magnati della finanza. E’ sufficiente una piccola pressione finanziaria perché
i ministri volino via dai loro posti come fuscelli….” Hai capito caro Giacomo? Avete capito amici
miei?
Amici…consentitemi richiamare
un’altra vicenda che avvalorerà, ancor di più, la previsione di Stalin. Come
abbiamo ricordato nei giorni scorsi il prossimo 27 settembre si svolgerà in
Catalogna un referendum popolare che
dovrebbe aprire, in caso di esito positivo, le porte alla dichiarazione di
piena indipendenza della Catalogna nei confronti della Spagna. Senonché due
grandi associazioni del settore bancario
spagnolo hanno minacciato di ritirarsi dalla Catalogna se la stessa diventerà
indipendente motivando tale decisione con il fatto che “il voto favorevole
all’indipendenza pone seri problemi legali a tutte le banche operanti in
Catalogna”.
Come vedete la previsione di
Stalin fu profetica; ma è sempre più
attuale in Italia come in Spagna.
Ennio: fa impressione vedere come la “caduta”,
meglio dire con Lei la “cacciata” dell’ultimo Governo Berlusconi nei frenetici
giorni del novembre 2011, abbia ricalcato
alla lettera la prassi teorizzata dal grande capo del Comunismo
Sovietico!
Giacomo: la vicenda catalana ci dimostra
come la finanza impatti addirittura, prima che sulla politica, direttamente
sulla sovranità elettorale. La messa in fuori gioco della sovranità popolare è
il segno più evidente di come in definitiva sia sempre la finanza a tirare le
fila nelle vicende che interessano la vita degli Stati..
Vezio: non a torto Grillo afferma che “vuolsi così colà dove si puote”. Tornando
all’Italia non posiamo non evidenziare come con l’avvento del Governo Monti
abbiamo infatti assistito alla finanziarizzazione della politica italiana, costretta ad
eseguire le decisioni prese al di fuori dei confini italiani. Il Governo Monti, ricordatevelo, ha fatto del
nostro Parlamento un organo chiamato a registrare decisioni prese altrove senza
tener minimamente conto della specifica situazione del nostro Paese.
Emblematica in tal senso la triste vicenda che ha come protagonisti più di 400.000 persone
- definite esodati – che in una notte si sono ritrovati, con una decisione con
valore retroattivo, senza stipendio e
senza una pensione. E tutto ciò, amici miei, alla faccia della certezza del
diritto.
Giacomo: prof. mi permetta una
domanda: in che termini è cambiata la situazione per il nostro Parlamento con
l’avvento del Governo Renzi? Penso che le cose non siano migliorate, poi, così
tanto!
Vezio: condivido il tuo pessimismo. Ma il problema, amici miei,
è che con l’avvento di Renzi al Governo lo svuotamento del ruolo del nostro
Parlamento lungi dal subire la tanto auspicata frenata si è invece ulteriormente
aggravato ed ha raggiunto il culmine quando è stata posta la questione di
fiducia sulla legge elettorale e, decisone ancora più grave, con le
inammissibili pressioni sui Parlamentari, lesive della loro autonomia
decisionale, come ha bene ricordato l’amico
Giacomo, perché approvassero la legge di riforma costituzionale nei
termini imposti da Renzi. Ricordatevi, amici miei, che il termine Parlamento
ha la stessa radice del verbo parlare: vuol dire che il
Parlamento dovrebbe essere la sede dove si parla, si confrontano idee, si discute sulla
possibile soluzione da adottare. Quando invece il Governo pone la questione di
fiducia su una proposta di legge presentata proprio dal Governo, vuol dire che
il Parlamento non discute. Vuol dire che la legge solo formalmente risulterà
approvata al Parlamento che di fatto non fa altro che ratificare un testo
presentatogli dal Governo senza possibilità di apportarvi alcuna modifica. E
in questo Grillo ha pienamene ragione quando parla di “spossessamento del ruolo
del Parlamento”.
Giacomo: aldilà del linguaggio al
quale oramai Grillo ci ha abituati, il suo pensiero richiama – e in ciò ha pienamente ragione
- quello del grande capo sovietico!.
Vezio: per non parlare del
famigerato spread, messo lì da Monti a pendere giorno e notte sulla testa degli
italiani e dei Parlamentari tutti come
la famosa “spada di Damocle”.
(Dai dialoghi svolti al Circolo
della Concordia)
gcastronovo.blogspot.it