giovedì 31 marzo 2022

 

GUERRA RUSSO/UCRAINA: DOV’E’ LA DIPLOMAZIA ITALIANA?

Totò: amici… devo confessarvi che questa guerra, la tragica guerra che si sta combattendo in Ucraina incomincia a preoccuparmi non poco.

Nenè: sono in troppi a parlarne comodamente seduti negli studi televisivi come se commentassero una partita di calcio, mentre migliaia di persone da entrambi le parti perdono la vita.

Santo: sarebbe il caso che abbassassero i toni, politici e commentatori,  un po' tutti quanti: prima o dopo i contendenti dovranno sedersi attorno a un tavolo e i continui vicendevoli attacchi non sono un buon viatico perché allontanano sempre più la prospettiva di una pacifica soluzione tra le parti. .

Ambrogio: da quello che ci fan vedere in televisione questa non è più una guerra! E’ la distruzione totale dell’Ucraina e quindi mi chiedo per quanto tempo ancora il popolo ucraino possa resistere.

Totò: E’ da qualche giorno invero  che incomincio a chiedermi fin dove coloro, che aderendo alle pressanti richieste di fornitura di armi da parte del Presidente ucraino Zelensky, vogliano portare le sofferenze del popolo ucraino. Ebbene sono arrivato a questa conclusione: ritengo che coloro che inviano armi all’Ucraina dovrebbero ben riflettere dinnanzi alle disumane sofferenze patite dalle inermi popolazioni ucraine costrette ad una storica diaspora. Del resto poi, se la Russia ha dichiarato di considerare cobelligeranti coloro che aiutano militarmente l’Ucraina, bisogna fare di tutto per non ampliare il perimetro del conflitto pena il rischio di fare dell’Europa un enorme campo di battaglia così come avvenne nel secondo conflitto mondiale.

Santo: pur condividendo la tesi dell’amico Totò mi chiedo quale possa essere la via d’uscita più praticabile per bloccare questa tragedia che attualmente ci parla di 40.000 civili uccisi e di oltre  quattro milioni  di profughi.

Nenè:  Prof. Vezio come rispondiamo alle osservazioni degli amici Santo e Totò?

Vezio: grazie. Amici… poiché la guerra si svolge di fatto in Europa, parliamo dell’Europa. Ebbene, devo purtroppo constatare come la nostra Europa abbia cominciato da subito, a mio avviso sbagliando, a parlare di invio di armi all’Ucraina   e rinunciato di fatto a ritagliarsi un ruolo attivo per la costruzione di alternative soluzioni pacifiche tra i due belligeranti. La guerra, è bene ricordarlo, è un affare troppo serio e pericoloso per lasciarlo in mano ai soli nostri strateghi militari: anche questi ultimi non possono ignorare che si potrà anche vincere una battaglia ma che le guerre non le vince mai nessuno perché alla fine sono sempre e comunque una tragedia per le popolazioni: il numero delle vittime e dei profughi ricordatici dall’amico Santo ne sono una triste testimonianza.  L’invio di armi, così come se si trattasse di confetti, a uno dei belligeranti non solo non risolve il problema ma l’acuisce. 

Santo: prof. visto che la guerra con il suo carico di vittime civili, militari e di drammi è qui vicino a noi in tutta la drammaticità, la domanda diventa imperiosa: come uscirne?   

Vezio: si potrebbe uscirne ricorrendo al cosiddetto   “lancio della spugna” cui talvolta si ricorre durante gli incontri di pugilato. .  

Quando infatti  durante un combattimento l’allenatore di uno dei due pugili  “lancia l’asciugamano sul ring” chiede di fatto all’arbitro di dichiarare chiuso il combattimento perché ritiene che  il suo pugile non sia più nelle condizioni psicofisiche per  continuare l’incontro.  

Il lancio della spugna è il segno della resa di un pugile quando i suoi assistenti all’angolo capiscono che per il loro pugile continuare significherebbe solamente prendere colpi inutilmente dall’avversario, mentre con il lancio della spugna prudenzialmente prevengono l’eventualità di un drammatico epilogo del match per il loro assistito.  Il mestiere di chi sta all’angolo consiste primariamente quindi nel garantire l’incolumità al suo pugile qualora durante l’incontro venisse a trovarsi  in evidente difficoltà.

Gli addetti ai lavori e gli psicologi infatti ci dicono come sia difficile trovare un pugile in grado di rendersi conto durante l’incontro che le difficoltà risultano superiori alle sue forze e che, riconoscendo la sua inferiorità, si arrenda.  Proprio a questo servono le persone al suo angolo: gettare la spugna sul ring per salvaguardare l’integrità fisica del loro assistito e consentirgli dopo l’incontro di andare a casa e non all’ospedale.

Santo: alquanto suggestiva la sua metafora! Confesso però che se ho individuato nei due pugili sul ring i due eserciti, quello russo e quello ucraino, forse non ho saputo individuare coloro che sono rappresentati dagli assistenti d’angolo.

Vezio: gli assistenti d’angolo? Sicuramente gli U. S. A. e l’Europa sono i soggetti che dovrebbero svolgere tale ruolo nella in questa tragica circostanza.

Nenè: prof. lo stanno svolgendo? Ricordo, ritornando a quella che l’amico Santo ha definito “metafora”, che a nessuno degli assistenti d’angolo è consentito, fino a quando l’arbitro non dichiara la conclusione dell’incontro, di salire sul ring pena la loro squalifica dalle autorità sportive federali.

Mi sembra invece che Europa e Stati Uniti d’America nel momento in cui hanno deciso di inviare armi all’Ucraina sono diventati di fatto degli assistenti d’angolo che sono saliti sul ring violando palesemente le regole del gioco e abbandonando di fatto il ruolo di mediatori tra i belligeranti. Le armi, amici miei, le considero in questa circostanza benzina sul fuoco. L’intensità raggiunta dallo scontro tra gli opposti schieramenti dopo la fornitura delle armi richieste e l’eccessivo numero di morti dell’una e dell’altra parte gelano ogni speranza di addivenire quanto prima alla stipula di un duraturo accordo di pace.

Purtroppo avendo il nostro Paese optato sin dall’inizio  per l’invio di armi agli Ucraini, ha di fatto rinunciato a svolgere quella che è la funzione per eccellenza della diplomazia: prevenire se possibile e comunque evitare l’inasprimento dei conflitti attraverso la messa in campo di strumenti per una soluzione pacifica di questa tragica controversia. E così purtroppo non è stato!

Cosa ci raccontano queste posizioni così palesemente interventiste dell’America e dell’Italia se non il fallimento delle loro diplomazie internazionali? Se i loro canali diplomatici si fossero attivati sin dalle prime avvisaglie di questo conflitto  forse oggi non avremmo la diaspora di oltre quattro milioni di Ucraini verso i Paesi europei e la perdita di decine di migliaia di vite umane.

Purtroppo ancora una volta s’è preferito, forse anche per interessi inconfessabili, il rumoroso crepitio delle armi all’umile e silenziosa pacatezza della discussione. Questa è la mia opinione.

(Dai Dialoghi svolti al Circolo della Concordia)

Giuseppe Castronovo

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mercoledì 23 marzo 2022

 

RIFLESSIONE  DEL GIORNO

 

Non importa quanto vai piano,

l’importante è che non ti fermi.

                                                (Confucio)

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giovedì 17 marzo 2022

 

Attuale più che mai il messaggio  del Poeta GIANNI RODARI  “PROMEMORIA”.

Alle tante cose da fare il poeta consiglia ai bambini  una cosa da non fare mai: “la guerra”

Sebbene indirizzata ai bambini, anche gli adulti possiamo  ad  alta voce gridare

 

NO, LA GUERRA MAI| METTETE DEI FIORI NEI VOSTRI CANNONI

 

PROMEMORIA

Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola
a mezzogiorno.
Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per non sentire.
Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno, né di notte,
né per mare, né per terra:
per esempio, la guerra.

GIANNI RODARI

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mercoledì 9 marzo 2022

 

IL  MESE DI  MARZO  NELLA  POESIA  ITALIANA

 

(MESE DI MARZO)

Gli alberi nudi come croci

metton gemme e piccole voci;

il passero riveste il suo oro

e saltella sui rami dorati;

la lucertola spunta da un foro

del muro, con occhi sgranati;

il lombrico si torce e si stira

come un serpente... E la terra gira.

                                                                  (Diego Valeri)

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martedì 8 marzo 2022

 

 

 

 

SPIGOLANDO IN RETE

 

V I A N D A N T I

Lungo il sentiero

della vita

siamo

compagni di viaggio,

con biglietto di sola andata,

percorriamo brevi tratti

condivisi

facendo tappa,

ognuno nella solitaria

sua stazione

capolinea dell’esistenza.

(Fabio Amato)

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martedì 1 marzo 2022

 

 

 

I  MESI  DELL’ANNO  IN  FILASTRROCCA

(MARZO)

 

Già si sente in ogni cosa

Il profumo di mimosa.

 

Marzo libera il sol di prigionia

ma è bene aver l’ombrello per la via.

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