martedì 31 marzo 2020



                                    COVID 19: SEGRETI GOVERNATIVI
Totò: amici…. mi sembra che il virus del  Coronavirus continui a disorientare e ad agitare, in questi giorni più del solito, le acque all’interno del nostro Governo.
Franco: in effetti oramai sono già due mesi che stiamo vivendo l’incubo dell’emergenza coronavirus e ancora oggi mancano mascherine e presidi sanitari a tutela dello stesso personale chiamato ad operare nelle strutture ospedaliere.
Ersilio: a dire il vero, caro Franco, possiamo già parlare di mesi tre. Il Fatto Quotidiano, il giornale diretto da Marco Travaglio, ci dice infatti che già il cinque gennaio il Ministero della Salute inviava una nota, piuttosto allarmante, all’Istituto Superiore di Sanità avente ad oggetto il termine “Polmonite…” nella quale si parlava di “febbre e difficoltà respiratorie che interessano entrambi i polmoni”. Tutto era già noto ma, annota il Fatto Quotidiano, nulla fu attivato dal Ministero guidato da Speranza; e tutto ciò con le conseguenze funeste che tutti noi oggi conosciamo.
Marco: ogni giorno ci riserva la sua novità!
Nenè: prof. Vezio…che ne dice?
Vezio: dal Catechismo della Chiesa Cattolica apprendiamo che le virtù teologali sono tre: Fede, Speranza e Carità.
Nené: e quindi?
Vezio: amici…. smarrita la Speranza possiamo aggrapparci alla Fede e alla Carità da qualunque parti essa arrivi.
(Dai Dialoghi svolti al Circolo della Concordia)
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Giuseppe Castronovo

lunedì 30 marzo 2020




                    LE VIRTU’ DEGLI ITALIANI: SPIGOLANDO IN RETE
Il settimo giorno Dio creò l’uomo e diede ad ogni popolo due virtù.

Ai     Francesi      diede      gusto              ed   eleganza
agli   Inglesi         diede      caparbietà      e    conoscenza
ai      Tedeschi     diede      precisione       e    rigore
agli    Spagnoli    diede      allegria            e    accoglienza

Finalmente venne il turno degli Italiani i quali con il loro vociare e il loro strepitare mandarono in confusione il Padreterno che diede loro non due ma tre virtù: intelligenza, onestà e comunismo.

A quel punto tutti gli altri protestarono dicendo che con tre virtù gli italiani avrebbero prevalso sugli altri popoli.

Allora Dio, dopo aver consultato lo Spirito Santo, disse: “è vero, non è corretto, purtroppo oramai il danno è fatto! Al massimo, così come consigliatomi dallo Spirito Santo, posso stabilire che ogni italiano possa avere solo due delle tre virtù, in modo da parificare gli italiani agli altri popoli.

E fu così che gli Italiani:

-se comunisti e onesti                            non possono essere  intelligenti

-se comunisti e intelligenti                   non possono essere  onesti

-se onesti e intelligenti                          non possono essere  comunisti

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Giuseppe Castronovo

mercoledì 25 marzo 2020



                            COSTITUZIONE AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

           Fino a che punto possono mettersi all’angolo le nostre libertà fondamentali
                                                senza violare la Costituzione?

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martedì 24 marzo 2020




                                       CORONAVIRUS: SPIGOLANDO IN RETE
                         Contro il coronavirus mangiate due spicchi d’aglio. Non vi serve a niente,
                         ma vi staranno tutti a distanza di sicurezza. (Twitter)
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venerdì 20 marzo 2020



                                      PRIMO  GIORNO  DI  PRIMAVERA
Quest’anno, essendo un anno bisestile, l’arrivo della primavera non si verifica il 21 marzo ma, come ci hanno insegnato a Scuola, prima e cioè il 20 marzo. Come mai? Poiché la Terra per compiere un giro completo attorno al Sole impiega 365 giorni e 6 ore circa (che per 3 anni non vengono calcolate), queste 6 ore  vengono recuperate ogni 4 anni ed è così che si spiega l’anno bisestile con 366 giorni e il mese di febbraio con 29 giorni.
E noi, nonostante la tragedia del Coronavirus, proprio oggi vogliamo inneggiare all’arrivo della Primavera intonando la canzone “Il primo giorno di Primavera” con il complesso dei Dik Dik che la portò al successo nel 1968.
E’ quasi giorno ormai
E non ho tra le braccia
Che il ricordo di te
Ma è tardi devo correre
Non c’è tempo per piangere
…………………………………..
E’ IL PRIMO GIORNO DI PRIMAVERA
Ma per me è solo il giorno
Che ho perso te
………………………………..
Mentre nasce una primula
Sto morendo per te.

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giovedì 19 marzo 2020



                                                             UNA  DOMANDA
E’ vero che, secondo quanto ci riferisce il T. G. 4 delle ore 19 del 13.3.2020, da un campionamento dei decessi avvenuti dal 24.2.2020, risulterebbe che solo 3 sarebbero da imputare esclusivamente al coronavirus?
Se la notizia è vera, perché gli altri telegiornali mantengono su di essa il più assoluto silenzio? Anzi, nella stessa Rete 4, nel programma Stasera Italia andato in onda solo 90 minuti dopo, ha campeggiato per tutta la serata la seguente scritta: “il Governo pronto a misure più rigide”.
VISTO:
-che tutto ciò disorienta non poco tutti noi;
-l’enorme costo che il Paese sta pagando.
TUTTO CIO’ PREMESSO LA DOMANDA ATTENDE UNA URGENTE RISPOSTA
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martedì 17 marzo 2020



ANCHE IL VIROLOGO PROF. GALLI VITTIMA DELLA SUPPONENTE ALTEZZOSITA’ DELLA LILLI GRUBER.
Enzo: amici…. avete sentito la giornalista Gruber a 8 e ½  del 13 marzo?
Totò: cosa ha detto?
Enzo: per introdurre il virologo Prof. Massimo Galli dell’ospedale Sacco di Milano si è espressa così: “sentiamo un cosiddetto esperto, tecnico, virologo”.
Nenè: l’ho sentita anch’io e sapendo trattarsi di un’autorità nel campo di epidemie e contagi sono rimasto più che perplesso nell’ascoltare la presentazione della Gruber con quel “cosiddetto”
Ersilio: una presentazione che sa, per le parole utilizzate, di gaffe clamorosamente scomposta.
Totò: e lei Prof. Vezio che ne dice?
Vezio: mi sia consentito innanzi tutto dissentire dal qualificare con il termine gaffe la goffa presentazione della giornalista. Vedete…. Si da il caso che anch’io stavo seguendola trasmissione proprio in quel frangente e ho notato nel viso della Gruber un narcisistico ed egocentrico autocompiacimento mentre pronunciava  quelle parole di presentazione.  
Un atteggiamento che ci sentiamo di censurare con la parola “Basta”. Una parola che la stessa Gruber ha utilizzato nel   titolo di un suo libro recentemente dato alle stampe.
Ci sia consentito consigliare alla Sig.ra Gruber un “Basta” anche nell’utilizzo del virus della supponente altezzosità cui ricorre quando tratta alcuni suoi ospiti. E ciò perché chi ha una certa influenza sul pubblico deve saper pesare le parole.

(Dai Dialoghi svolti al Circolo della Concordia)

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giovedì 5 marzo 2020



                                  GIUFA’  E  LA  O. N. G.  SEA WATCH
Franco: amici… ancora una volta, nonostante il dramma del “coronavirus” che ha investito in pieno il nostro Paese, sono anche i problemi dell’immigrazione a tenere  impegnato il nostro Governo.
Ersilio: condivido l’affermazione dell’amico Franco. Consentitemi però una puntualizzazione: questa volta l’attaccabrighe ha un nome e cognome: è la O. N. G. SEA WATCH che vuole continuare a fomentare le polemiche pretendendo  ad ogni costo di portare in Sicilia 194 migranti; e tutto ciò nonostante il parere contrario, giustificato da motivi sanitari  del Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci.
Santo: ad irritare parte dell’opinione pubblica, in tutta questa vicenda, sono state principalmente le parole sprezzanti con le quali si è espresso il comando della O. N. G. quando ha avvisato che “la Sea Watch sta navigando verso Messina e, nonostante le dichiarazioni del Presidente, comunica che i migranti sbarcheranno domani mattina e la quarantena verrà disposta a terra”.
Nenè: c’è in queste parole ed in particolare nella locuzione utilizzata “comunica …che sbarcheranno”, tutta l’arroganza di chi, sentendosi  forte delle precedenti decisioni dell’autorità giudiziaria,  manda un messaggio che va così letto: non c’è niente da discutere, si fa come diciamo noi  se non volete finire sotto processo anche voi. Salvini docet.
Gianni: hai detto bene caro Nenè. Oggi, infatti, non sono pochi i politici che oramai, per non correre il rischio di finire sotto processo per fantomatici sequestri di persona, tollerano tutto ciò che le O. N. G. decidono di fare ed è così che l’Italia è diventata un ovile dove entra chi vuole visto che i   pastori da guardia sono stati privati delle loro prerogative.
Michele: Se a tutto ciò aggiungiamo la non elevata autorevolezza di cui gode l’attuale nostra classe politica presso le varie Ambasciate, il cerchio è ben presto chiuso.
Totò: Prof. Vezio…. e Lei cosa ci può dire?
Vezio: amici….. inizio il mio intervento rivolgendo a me e a voi le seguenti due domande: “ma è mai possibile che le O. N. G. possano continuare a considerare sicuri solo i porti italiani e quindi ad escludere ogni altra soluzione alternativa? E’ mai possibile che si rifiutano sistematicamente  di prendere in considerazione l‘ipotesi di attraccare nei porti di altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo?    
 Le risposte a queste due  domande mi fanno venire in mente un racconto che ero solito ascoltare nelle serate invernali dalla viva voce dei miei nonni.
Ebbene: quand’ero bambino sentivo raccontare di un astuto villano di nome Giufà che, a seguito di strane e fortuite circostanze, venne chiamato a far parte del ristretto gruppo dei Consiglieri del Re. Non volle però mai accettare il titolo “uomo di Corte” perché, diceva, l’uomo che si trova in libertà deve evitare a tutti i costi di legarsi a qualcuno.
Giufà, sebbene fosse di bassa statura e dall’aspetto goffo e ridicolo, non era affatto privo di arguzia nelle risposte, a tal punto che dopo alcuni anni di Corte divenne il Consigliere privilegiato del Re.
Avvenne però che un giorno ne combinò una delle sue; ma così grave che il Re decise di condannarlo a morte. Il Re chiamò il suo Consigliere giuridico al quale espose i fatti e questi, dopo aver ascoltato la relazione del Re, preparò il decreto che stabiliva la pena di morte per Giufà.
Nell’attesa dell’esecuzione Giufà venne rinchiuso in una stanza e alimentato a pane e acqua.
Gli altri Consiglieri, appresa la notizia, si presentarono dal Re chiedendogli la grazia per Giufà e dopo aver ascoltato le loro suppliche il Re diede il suo responso:
“Rimango fermo nella mia decisione ma gli concedo questa grazia: sia lui a decidere le modalità di esecuzione della mia decisione”.
I Consiglieri si recarono da Giufà  e gli riferirono della decisione del Re. Giufà dopo aver riflettuto decise a sua volta dicendo: “voglio morire impiccato, ma sia io a scegliere la pianta”.
I Consiglieri ritornati dal Re gli riferirono della richiesta di Giufà.
Il Re, dopo aver riflettuto sulla richiesta e consultato il suo Consigliere giuridico, disse: “l’esecuzione venga eseguita secondo il desiderio di Giufà” al quale spetta anche la scelta della pianta e ordinò che si aggiungesse questa postilla al sul suo decreto.
I Consiglieri come primo adempimento comunicarono a Giufà che il Re aveva accolto la sua proposta.
Gli stessi Consiglieri, congedatisi dal Re, diedero disposizioni a tre operai, che già erano a conoscenza del fatto, di tenersi pronti per le incombenze del caso.
All’indomani i tre Consiglieri e i tre operai forniti di chiodi, martelli, bende e quant’altro fosse necessario all’operazione da eseguire, di buon mattino si recarono nella cella dove era rinchiuso Giufà e lo condussero in aperta campagna perché scegliesse l’albero a lui più gradito per l’esecuzione.
Cammina, cammina, cammina…. ma non c’era albero che egli gradisse. Cammin facendo si trovarono lungo un viale che conduceva al Cimitero; i Consiglieri, vedendo dei cipressi alti e folti proposero a Giufà di sceglierne uno. Gli dissero: “ecco il posto che fa per te, tutti coloro che si recheranno al Cimitero ricordandosi di te reciteranno un requiem”.
Giufà rispose negativamente e propose di proseguire nella ricerca; ad un certo punto, vedendo un giardino, chiamati i Consiglieri confidò loro che quello sarebbe stato il suo posto ideale per l’esecuzione.
I Consiglieri gli fecero presente che trattavasi di una proprietà privata; ma data l’insistenza di Giufà spiegarono al proprietario la vicenda e, questi, sebbene a malincuore, aderì alla richiesta dietro promessa che una volta  eseguita l’operazione se lo sarebbero portato via.
Il proprietario del giardino, avute le garanzie richieste, aprì il giardino e se ne andò per non vedere – disse – la scena e vi fece entrare i tre Consiglieri del Re i tre operai e lo stesso Giufà. Nel giardino vi erano tanti alberi di alto fusto che si prestavano bene all’operazione ma non piacevano a Giufà il quale, ad un certo punto, seguendo il corso di un ruscello si trova nel mezzo di un rigoglioso orto ricco di ogni genere di ortaggi: cocomeri, melenzane, peperoni, spinaci, lattughe, cipolle ….. Giufà, rivolgendosi ai Consiglieri e agli operai dice: “ecco, questo è il mio posto ideale, sono pronto. Diamo inizio all’operazione”.
I Consiglieri e gli operai guardandosi negli occhi si chiedevano dove fosse l’albero idoneo all’operazione; ma Giufà, avuto sentore delle loro perplessità, obiettò loro chiedendo di leggere il decreto del Re. Lo lessero e in effetti l’ultimo comma recitava così: “Spetta a Giufà la scelta della pianta per l’esecuzione…”.
Al che Giufà replica ai Consiglieri dicendo “pianta è scritto e pianta sia” e poi  rivolgendosi agli operai indica la più alta tra le piante di melenzane e dice: “ecco, questa è la pianta scelta da me; preparate l’occorrente per l’esecuzione.
I tre Consiglieri, rendendosi conto che Giufà l’aveva fatta franca anche questa volta, ritornano alla regia e riferiscono al Re dell’accaduto. Questi, sentito il parere dei Consiglieri, decide di graziare Giufà per continuare ad avvalersi dei suoi consigli.
Amici…. lascio a voi ogni possibile raffronto tra l’insistente e pervicace ostinatezza con la quale le O. N. G. pretendono di assegnare solamene ai porti italiani la qualifica di “porti sicuri” e la piacevole scaltrezza di Bertoldo alla quale si sono ispirate e con la quale pensano di poter gareggiare.
(Dai Dialoghi svolti al Circolo della Concordia)
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Giuseppe Castronovo



domenica 1 marzo 2020



                                      I  MESI  DELL’ANNO  IN  FILASTROCCA
                                                                              (Marzo)

                                                                               Marzo pazzerello
                                                                        girotondo con l’ombrello.

                                                                                Marzo ventoso
                                                                              frutteto maestoso.

                                                         I giardini di Marzo si vestono di nuovi colori
                                                   e le giovani donne in quei mesi vivono nuovi amori.
                                                   (Lucio Battisti)

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Giuseppe Castronovo