giovedì 5 marzo 2020



                                  GIUFA’  E  LA  O. N. G.  SEA WATCH
Franco: amici… ancora una volta, nonostante il dramma del “coronavirus” che ha investito in pieno il nostro Paese, sono anche i problemi dell’immigrazione a tenere  impegnato il nostro Governo.
Ersilio: condivido l’affermazione dell’amico Franco. Consentitemi però una puntualizzazione: questa volta l’attaccabrighe ha un nome e cognome: è la O. N. G. SEA WATCH che vuole continuare a fomentare le polemiche pretendendo  ad ogni costo di portare in Sicilia 194 migranti; e tutto ciò nonostante il parere contrario, giustificato da motivi sanitari  del Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci.
Santo: ad irritare parte dell’opinione pubblica, in tutta questa vicenda, sono state principalmente le parole sprezzanti con le quali si è espresso il comando della O. N. G. quando ha avvisato che “la Sea Watch sta navigando verso Messina e, nonostante le dichiarazioni del Presidente, comunica che i migranti sbarcheranno domani mattina e la quarantena verrà disposta a terra”.
Nenè: c’è in queste parole ed in particolare nella locuzione utilizzata “comunica …che sbarcheranno”, tutta l’arroganza di chi, sentendosi  forte delle precedenti decisioni dell’autorità giudiziaria,  manda un messaggio che va così letto: non c’è niente da discutere, si fa come diciamo noi  se non volete finire sotto processo anche voi. Salvini docet.
Gianni: hai detto bene caro Nenè. Oggi, infatti, non sono pochi i politici che oramai, per non correre il rischio di finire sotto processo per fantomatici sequestri di persona, tollerano tutto ciò che le O. N. G. decidono di fare ed è così che l’Italia è diventata un ovile dove entra chi vuole visto che i   pastori da guardia sono stati privati delle loro prerogative.
Michele: Se a tutto ciò aggiungiamo la non elevata autorevolezza di cui gode l’attuale nostra classe politica presso le varie Ambasciate, il cerchio è ben presto chiuso.
Totò: Prof. Vezio…. e Lei cosa ci può dire?
Vezio: amici….. inizio il mio intervento rivolgendo a me e a voi le seguenti due domande: “ma è mai possibile che le O. N. G. possano continuare a considerare sicuri solo i porti italiani e quindi ad escludere ogni altra soluzione alternativa? E’ mai possibile che si rifiutano sistematicamente  di prendere in considerazione l‘ipotesi di attraccare nei porti di altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo?    
 Le risposte a queste due  domande mi fanno venire in mente un racconto che ero solito ascoltare nelle serate invernali dalla viva voce dei miei nonni.
Ebbene: quand’ero bambino sentivo raccontare di un astuto villano di nome Giufà che, a seguito di strane e fortuite circostanze, venne chiamato a far parte del ristretto gruppo dei Consiglieri del Re. Non volle però mai accettare il titolo “uomo di Corte” perché, diceva, l’uomo che si trova in libertà deve evitare a tutti i costi di legarsi a qualcuno.
Giufà, sebbene fosse di bassa statura e dall’aspetto goffo e ridicolo, non era affatto privo di arguzia nelle risposte, a tal punto che dopo alcuni anni di Corte divenne il Consigliere privilegiato del Re.
Avvenne però che un giorno ne combinò una delle sue; ma così grave che il Re decise di condannarlo a morte. Il Re chiamò il suo Consigliere giuridico al quale espose i fatti e questi, dopo aver ascoltato la relazione del Re, preparò il decreto che stabiliva la pena di morte per Giufà.
Nell’attesa dell’esecuzione Giufà venne rinchiuso in una stanza e alimentato a pane e acqua.
Gli altri Consiglieri, appresa la notizia, si presentarono dal Re chiedendogli la grazia per Giufà e dopo aver ascoltato le loro suppliche il Re diede il suo responso:
“Rimango fermo nella mia decisione ma gli concedo questa grazia: sia lui a decidere le modalità di esecuzione della mia decisione”.
I Consiglieri si recarono da Giufà  e gli riferirono della decisione del Re. Giufà dopo aver riflettuto decise a sua volta dicendo: “voglio morire impiccato, ma sia io a scegliere la pianta”.
I Consiglieri ritornati dal Re gli riferirono della richiesta di Giufà.
Il Re, dopo aver riflettuto sulla richiesta e consultato il suo Consigliere giuridico, disse: “l’esecuzione venga eseguita secondo il desiderio di Giufà” al quale spetta anche la scelta della pianta e ordinò che si aggiungesse questa postilla al sul suo decreto.
I Consiglieri come primo adempimento comunicarono a Giufà che il Re aveva accolto la sua proposta.
Gli stessi Consiglieri, congedatisi dal Re, diedero disposizioni a tre operai, che già erano a conoscenza del fatto, di tenersi pronti per le incombenze del caso.
All’indomani i tre Consiglieri e i tre operai forniti di chiodi, martelli, bende e quant’altro fosse necessario all’operazione da eseguire, di buon mattino si recarono nella cella dove era rinchiuso Giufà e lo condussero in aperta campagna perché scegliesse l’albero a lui più gradito per l’esecuzione.
Cammina, cammina, cammina…. ma non c’era albero che egli gradisse. Cammin facendo si trovarono lungo un viale che conduceva al Cimitero; i Consiglieri, vedendo dei cipressi alti e folti proposero a Giufà di sceglierne uno. Gli dissero: “ecco il posto che fa per te, tutti coloro che si recheranno al Cimitero ricordandosi di te reciteranno un requiem”.
Giufà rispose negativamente e propose di proseguire nella ricerca; ad un certo punto, vedendo un giardino, chiamati i Consiglieri confidò loro che quello sarebbe stato il suo posto ideale per l’esecuzione.
I Consiglieri gli fecero presente che trattavasi di una proprietà privata; ma data l’insistenza di Giufà spiegarono al proprietario la vicenda e, questi, sebbene a malincuore, aderì alla richiesta dietro promessa che una volta  eseguita l’operazione se lo sarebbero portato via.
Il proprietario del giardino, avute le garanzie richieste, aprì il giardino e se ne andò per non vedere – disse – la scena e vi fece entrare i tre Consiglieri del Re i tre operai e lo stesso Giufà. Nel giardino vi erano tanti alberi di alto fusto che si prestavano bene all’operazione ma non piacevano a Giufà il quale, ad un certo punto, seguendo il corso di un ruscello si trova nel mezzo di un rigoglioso orto ricco di ogni genere di ortaggi: cocomeri, melenzane, peperoni, spinaci, lattughe, cipolle ….. Giufà, rivolgendosi ai Consiglieri e agli operai dice: “ecco, questo è il mio posto ideale, sono pronto. Diamo inizio all’operazione”.
I Consiglieri e gli operai guardandosi negli occhi si chiedevano dove fosse l’albero idoneo all’operazione; ma Giufà, avuto sentore delle loro perplessità, obiettò loro chiedendo di leggere il decreto del Re. Lo lessero e in effetti l’ultimo comma recitava così: “Spetta a Giufà la scelta della pianta per l’esecuzione…”.
Al che Giufà replica ai Consiglieri dicendo “pianta è scritto e pianta sia” e poi  rivolgendosi agli operai indica la più alta tra le piante di melenzane e dice: “ecco, questa è la pianta scelta da me; preparate l’occorrente per l’esecuzione.
I tre Consiglieri, rendendosi conto che Giufà l’aveva fatta franca anche questa volta, ritornano alla regia e riferiscono al Re dell’accaduto. Questi, sentito il parere dei Consiglieri, decide di graziare Giufà per continuare ad avvalersi dei suoi consigli.
Amici…. lascio a voi ogni possibile raffronto tra l’insistente e pervicace ostinatezza con la quale le O. N. G. pretendono di assegnare solamene ai porti italiani la qualifica di “porti sicuri” e la piacevole scaltrezza di Bertoldo alla quale si sono ispirate e con la quale pensano di poter gareggiare.
(Dai Dialoghi svolti al Circolo della Concordia)
gcastronovo.blogspot.it

Giuseppe Castronovo



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