SOLONE E TACITO ILLUSTRANO A ZEUS LE CAUSE DELLA DILAGANTE CORRUZIONE NELL’ITALICO
PAESE.
Solone: sommo Zeus buon
giorno.
Zeus: miei cari Solone e
Tacito è da due giorni che ve ne state appartati ospiti, qui nella biblioteca
del Sommo Olimpo, a consultare testi di legge e
testi costituzionali. Perché? Vi preparate a scrivere qualche nuovo testo
costituzionale? E se si per quale Paese? Mi hanno riferito della crisi profonda
che stanno attraversando la Grecia e
l’Italica Regione in particolare che, per l’alto grado di civiltà che un tempo,
purtroppo oramai lontano, raggiunse, fu definita “Magna
Grecia”!.
Tacito: padre degli Dei dici proprio bene quando affermi che l’Italica Regione è stata investita da una grave crisi.
Solone: mi sia consentito evidenziarti,
sommo Padre degli dei tutti, che si
tratta di una crisi non solo
economico/finanziaria, ma principalmente
di natura morale.
Zeus: forse che l’italico
Paese sta attraversando una crisi di costumi?
Solone: mio caro Tacito
rispondi tu al nostro padre Zeus.
Tacito: padre degli Dei tutti
che abitate l’Olimpo consentimi di precisare la natura della causa che ha
provocato questa grave crisi nel paese della ”Magna
Grecia”.
Zeus: miei cari sono qui ad
ascoltarvi. Voi sapete quanto ci sia caro l’Italico
Paese! Noi, Divinità tutte che
abitiamo il sacro monte dell’Olimpo, siamo
ancora grate alle italiche genti per la venerazione praticata nei nostri
confronti! Come dimenticare la Valle dei Templi ad
Agrigento che il poeta Pindaro ebbe a definire “la
più bella città dei mortali”. Per non parlare delle costruzioni
imperiture di Segesta, Siracusa, Sibari….e ovviamente l’eterna Roma. Scusami se
ho interrotto il tuo ragionamento. Prosegui pure.
Tacito: sommo Zeus….avete
ragione nell’essere grati alle italiche
genti. Persone laboriose che meriterebbero senz’altro una classe politica più
attenta ai bisogni della gente e meno agli affari che così tanto hanno
arricchito la classe politico-dirigenziale del
Paese di Empedocle, Pitagora, Cicerone, Augusto Seneca e tanti altri che furono esempi illustri di saggezza e probità.
Solone: è indiscutibile che la classe politica che ha retto l’Italico
Paese ha di molto contribuito all’
impoverimento delle italiche genti.
Zeus: qualche giorno fa il
grande Pitagora mi riferiva che l’italico
Paese è, da tempo, aggredito da un male che, a suo dire, rappresenta il “viale del tramonto della Democrazia”. Questo male lo
stesso Pitagora lo individuava nella “corruzione”. Mi
diceva anche cha la corruzione aveva oramai oltrepassato
i confini della Magna Grecia, aveva raggiunto e superato le terre bagnate dal
Rubicone e, arrivando nelle terre bagnate dal fiume Eridanio, anche lì aveva
trovato terreno molto fertile. Concludeva affermando che oramai tutte le
strutture politico-burocratiche dello “Stivale” erano attaccate dal male ella
corruzione.
Solone: sempre sagge le
riflessioni del maestro Pitagora!.
Tacito: e noi, saggio Zeus, crediamo
di aver individuato, dopo mesi di approfondite indagini, nella legislazione (o meglio nel modo in cui legiferano
nell’italico Paese) la radice su cui cresce la malapianta
della corruzione.
Zeus: parlate e spiegatemi il
fenomeno. Noi siamo ancor oggi rispettosi del principio della “sacralità della legge “ quale suprema regolatrice
della convivenza degli uomini.
Tacito: dici bene, sommo Zeus,
nel definire la legge “suprema regolatrice della convivenza degli uomini”. C’è
però un fatto: la legge nell’Italico paese è gravemente malata e confusa a tal
punto che molto spesso non si sa cosa voglia dire! Le leggi sono mal formulate
a tal punto che anche il giudice costituzionale ha dovuto ammettere che
l’ignoranza della legge costituisce una valida causa di non punibilità per il
cittadino che la viola quando la legge è tanto complessa, ambigua e incerta che
diventa difficile decifrarla.
Zeus: quello che mi riferite mi preoccupa non poco.
Tacito: a complicare la vita
dei cittadini contribuisce, altresì, l’eccessivo numero delle leggi.
Solone: non a caso, sommo
Zeus, l’amico Tacito, da esperto in materia qual è, già 2.000 anni fa aveva
saggiamente scritto che “corruptissima republica plurimae leges” che
lascio a lui interpretare.
Tacito: padre Zeus, ho scritto
proprio così: “le
leggi sono moltissime quando lo Stato è corrottissimo”. O, se vogliamo, con l’aumentare
delle leggi aumenta la corruzione.
E nell’Italico Paese nessuno
sa più con precisione a quanto ammonti il numero delle leggi: chi dice 140.000,
chi 160.000! Il fatto stesso che non si sappia il loro numero sta a
testimoniare la gravità del problema. Alle 140.000 leggi approvate a Roma dal Parlamento
bisogna poi aggiungere i Decreti attuativi e le
immancabili Circolari. A queste vanno aggiunte le leggi
approvate dalle Regioni e tutti i Regolamenti approvati dai Comuni. Padre
sommo, anche a costo di abusare della tua pazienza, devo proseguire
nell’elencazione delle norme che vincolano l’italico cittadino aggiungendo
anche tutta la “normativa europea”,
e così per un numero complessivo che supera di gran lunga le 200.000 norme alle
quali gli italici cittadini devono sottostare. E’ una fitta e inestricabile ragnatela che ha irretito il probo cittadino che oggi vive nell’italico stivale.
Su quest’ultimo aspetto del
problema, mirabile e sempre attuale è l’insegnamento dell’amico Solone al quale
lascio la parola.
Zeus: Solone… spiegami pure; a
te la parola.
Solone: padre degli Dei tutti
grazie per la stima sincera che riponi in noi. Speriamo di non deludere le tue
legittime aspettative. Ebbene: insegnavo ai miei discepoli, osservando la
natura, che da che mondo è mondo il ragno non fa altro che ragnatele. E le
ragnatele, da che mondo è mondo, acchiappano sempre e solo mosche e insetti e
mai, ad esempio, un’aquila.
Zeus: lucida osservazione!
Solone: il legislatore quando
fa le leggi non fa altro che tessere delle ragnatele. Il dramma dell’Italico
Paese va individuato nelle 200.000 norme in vigore che costituiscono un’unica inestricabile ragnatela
che ha letteralmente irretito l’onesto cittadino che vive nel Paese che un
tempo fu la “Magna Grecia”.
Tacito: è una situazione,
sommo Zeus, che ha messo in crisi, pericolosamente irreversibile, il rapporto
tra le Istituzioni Repubblicane e il cittadino. Una crisi, a detta di molti,
dagli esiti imprevedibili.
Solone: è così che nell’Italico Paese sta morendo ignominiosamente la
democrazia!
Zeus: grazie per la lucidità
della vostra analisi. Desiderò, però, che mi portiate a conoscenza delle vostre
conclusioni.
Solone: padre sommo non
dubiti; sarà nostro dovere consegnarvi una copia della nostra analisi e delle
nostre proposte per migliorare la qualità delle leggi italiane, così da salvare
la democrazia nell’Italico Paese così tanto amato dalle Divinità tutte che
abitate il sommo Olimpo .