martedì 28 febbraio 2017

      PARTITO DEMOCRATICO: IL SUO CAOS  E’ UN CASO?.
Totò:  amici… è proprio un gran CAOS  quello che sta attraversando il Partito  Democratico! Gente che va, gente che viene. Gente che entra, gente che esce.
Vezio: devo dirti che hai ragione. Però riflettiamo  un po’ e capirai che l’attuale CAOS non è una COSA che cade a CASO. Vedete…
Giacomo: dica pure Prof.
Vezio: è un CAOS che è anche figlio del  CASO.
Giacomo: e qual è il CASO?
Vezio: si da il CASO che il Partito Democratico vuole diventare stabilmente il più  grande partito italiano. Chi non ricorda il PARTITO DELLA NAZIONE di renziana memoria?
Totò: e allora?
Vezio: il CAOS è il prezzo che deve pagare visto che vuole diventare così grande! Un partito così grande è destinato  inevitabilmente a diventare un po’ come il lungomare di Viareggio l’ultimo giorno di carnevale quando sfilano i carri allegorici. Vedete…
Giacomo: ci spieghi meglio.
Vezio: il Partito Democratico è grande perché sono in tanti, anche se poi ognuno ci sta dentro a modo proprio. Ed è proprio in questa COSA ( in questo modo di stare insieme)  che va individuato l’attuale  CAOS del Partito Democratico.
(Dai dialoghi svolti al Circolo della Concordia)
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sabato 25 febbraio 2017

                                      ECHI   DAL   PARLAMENTO
                     COSA  RESTERA’  DI QUESTI  MILLE GIORNI?

On. Straccio: collega Cencio… sei a conoscenza dell’ultima?
On. Cencio: dimmi…., di cosa si tratta?
On. Straccio: persone facenti parte della cerchia più ristretta di Matteo Renzi,  hanno riferito che l’altro giorno l’ex Presidente del Consiglio chiedesse loro cosa pensassero dell’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre scorso. 
On. Cencio: cosa gli hanno risposto?
On. Straccio: uno dei  consulenti più ascoltati gli avrebbe così risposto: “Presidente non ci pensi più”. Pensi piuttosto che è riuscito a superare i mille giorni di permanenza a Palazzo Chigi.
On. Cencio: e Renzi?
On. Straccio: sempre queste persone hanno riferito che Renzi  parafrasando un canzone che l’artista  Raf presentò al festival di San Remo di qualche decennio  fa si mettesse a cantare:
Cosa resterà di questi mille giorni
scivolati via come in un sogno,
ero riuscito a metterne in fila mille
ma il popolo ha infranto i sogni miei
con un  NO, no, no….
di pura protesta
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domenica 19 febbraio 2017

                        PARTITO   DEMOCRATICO
             IL SEGRETARIO RENZI E LA MINORANZA INTERNA
                                               OVVERO
                           LA FAMIGLIA  DEL  RICCIO  MAT
                          E LA FAMIGLIA DEL CONIGLIO  BULL

Totò: amici… è da un po’ di tempo a questa parte che, a dire il vero, non riesco più a tenere le fila, o se volete,  ci capisco ben poco di quanto sta succedendo in casa del Partito Democratico.
Franco: coraggio, non sei l’unico. Gli stessi protagonisti forse ne capiscono meno di te.
Rodolfo: amici…. non esagerate più di tanto. Si tratta della normale dialettica che si sta svolgendo all’interno  di un partito abituato alla discussione, se volete talvolta dai toni alquanto vivaci,  in preparazione di un congresso.
Giacomo: sarà, caro Rolfo, come dici tu. E’  necessario a questo punto  chiarire, almeno i contorni di questa vicenda che ai più presenta ancora molti lati oscuri e di difficile lettura.  Mi sembra che nel Partito Democratico ci sia molta gente  ( penso a Bersani, D’Alema … una vita dentro il vecchio Partito Comunista prima e poi nei Partiti che negli ultimi decenni ne hanno preso il posto)  la cui storia non ha nulla a che vedere con la storia di Renzi e dei suoi sodali che oggi hanno in mano il Partito. E sono queste persone, cioè la vecchia guardia,  a non volerlo più alla guida del loro partito. Comprendo la difficoltà a descrivere un dibattito che,  svolgendosi  quasi esclusivamente  all’interno del Partito Democratico, appare di difficile comprensione per i non addetti ai lavori. Darei la parola al Prof. Vezio nella speranza che almeno lui riesca a schiarirci le idee.
Vezio. grazie. Spero di essere il più chiaro possibile.
Ebbene: era una gelida serata di un inverno abbastanza nevoso; tutti gli abitanti del bosco erano oramai al sicuro nelle loro calde tane.
Solamente il riccio Mat   con la mogliettina  Ele  e il figlioletto Teo  erano ancora in cerca di un posto caldo dove passare la nottata.
Cammin facendo incontrarono il coniglio  Bull  che se ne stava sulla soglia di casa, mentre sua moglie, la coniglietta  Noe,  all’interno della casa preparava la cena e teneva a bada la loro figlioletta Comi.
Il riccio Mat, vedendo il figlioletto  Teo  infreddolito, chiede,  su consiglio della sua mogliettina Ele,  al coniglio  Bull di ospitarli per la notte stante che il figlioletto era febbricitante.
La coniglietta Noe, incuriosita dal dialogo, si avvicina all’uscio e vedendo il piccolo riccio Teo febbricitante ne ha compassione e propone al marito di ospitarli per la notte.
Il piccolo Teo, al sentire la proposta della coniglietta Noe, abbraccia e bacia la coniglietta Comi per la gioia.
Il riccio Mat tranquillizza il coniglio Bull e i suoi familiari assicurando che la sua famiglia, per non disturbare la loro intimità, si sarebbe posizionata all’ingresso della loro casa.
Il coniglio Bull e la sua mogliettina  Noe  scrutarono fuori e   capirono che la nevicata appena iniziata preannunciava una  notte abbastanza fredda. Impietositisi della situazione accolgono gli inaspettati ospiti.
Tutto sembra procedere bene   quando la coniglietta Comi incomincia a chiamare la mamma  Noe   perché il piccolo riccio  Teo le pizzicava il sederino.
Passa un po’ di tempo e anche  Noe si lamenta perché il riccio  Mat aveva punto anche lei nel sedere.
Nel trambusto conseguente a questi fatti la famigliola del riccio Mat si ritrovò all’interno della tana, mentre la famiglia del coniglio Bull si ritrovò alla sua imboccatura.
La famiglia del riccio Mat a furia di pungere con i loro pungiglioni costringono i conigli a uscire dalla tana.
Il coniglio Bull lamenta al riccio Mat la situazione creata dal comportamento  suo e dei suoi familiari.
Il riccio  Mat, risponde dicendo:  ‘’se sentite caldo uscite un po’ a rinfrescarvi all’area aperta, siete liberi di fare ciò che volete; a voi la scelta’’.  Mentre diceva ciò, con i loro pungiglioni  Mat, la mogliettina Ele e il figlioletto Teo  spingevano i padroni di casa decisamente verso l’esterno.
Per non annoiarvi, mi fermo qui. Adesso spetta a Voi proseguire i la  riflessione,
Giacomo: credo di poter interpretare i sentimenti di tutti noi dicendo un grazie sincero al Prof. Vezio per la lucidità del suo intervento.   La vicenda che ci ha così magistralmente esposto è molto più istruttiva  dei   numerosi dibattiti, il più delle volte inconcludenti perché autoreferenziali, che in questo periodo  si svolgono anche all’interno dello stesso Partito Democratico.
(Dai dialoghi svolti al Circolo della Concordia)

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sabato 4 febbraio 2017

AQUILONI

Se hai voglia di vivere
abbi anche voglia di volare.
Il vento, che sa  dove andare,
farà la sua parte:
ti porterà da me.
Saremo due aquiloni
a volteggiar nel cielo.
Giuseppe Castronovo

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giovedì 2 febbraio 2017

Febbraio Guccini
Proseguiamo nella lettura e riflessione del  testo della canzone composta da Francesco Guccini intitolata “Canzone dei dodici mesi”,  soffermandoci a riflettere sul mese di  febbraio.

Viene febbraio, e il mondo è a capo chino, ma nei convitti e in piazza
lascia i dolori e vesti da Arlecchino, il carnevale impazza, in carnevale impazza…
L’inverno è lungo ancora, ma nel cuore appare la speranza
nei primi giorni di malato sole la primavera danza, la primavera danza.

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