DOCUMENTO ECONOMICO
FINANZIARIO (D.E.F.): VERE MOTIVAZIONI
ALLA BASE DELLO SCONTRO TRA LA COMMISSIONE EUROPEA E IL GOVERNO ITALIANO.
Nenè: amici… tanto tuonò che
alla fine è arrivata anche la pioggia.
Una pioggia, ma così tanta, che non è
esagerato definire uragano.
Totò: di cosa parliamo? Cosa
vuoi dire?
Nené: dopo tanto parlare non
sempre, invero, con documenti in mano, l’Unione
Europea ha bocciato la manovra economica dell’Italia per il 2019.
Salvo: per essere il primo
Documento economico finanziario del Governo
pentastellato non c’è di che stare allegri! Ne va di mezzo la credibilità
di tutto il Paese!
Giacomo: una bocciatura che
dimostra, se ce n’era ancora bisogno,
come non pochi Paesi membri dell’Unione Europea tifino perché l’Italia vada in default e venga
commissariata. E qui in Italia, così come in Europa, non sono pochi coloro che auspicano un’operazione
simile a quella del 2011 e cioè la “caduta” dell’attuale Governo a guida Conte
per sostituirlo con un governo alla Monti: un governo gradito ai grandi potentati
economico-finanziari europei che faccia
un’altra riforma sulle pensioni “tipo
Fornero” e gravi gli italiani con una ”patrimoniale
sulla casa”. Prof. Vezio chiediamo il suo aiuto per esaminare ed
approfondire insieme a lei il problema evidenziato dall’amico Nenè.
Vezio: amici… la mia
riflessione, partendo dall’affermazione dell’amico Giacomo secondo cui “ non pochi Paesi membri dell’Unione Europea
tifano perché l’Italia vada in default e venga commissariata..”, si
soffermerà su tre punti:
-innanzi tutto prenderemo in
esame i motivi che hanno indotto l’Unione
Europea a bocciare il nostro bilancio;
- cercheremo poi di andare
alla ricerca di questi Paesi che si sono distinti più degli altri nel proporre
questa bocciatura;
- e infine, come terzo punto,
cercheremo di individuare le reali motivazioni che stanno alla base di questo
atteggiamento di palese ostilità verso l’Italia.
Primo punto:
la Commissione
Europea ha bocciato la bozza della legge di bilancio per il 2019 dell’Italia perché, semplificando, abbiamo un debito molto elevato. La
bocciatura trova giustificazione, così come
leggiamo nel documento della Commissione Europea, nel fatto che “….l’Italia non ha rispettato il parametro di
riduzione del debito nel 2016 e nel
2017 …. Inoltre in base ai
piani governativi e alle previsioni dell’autunno 2018 l’Italia non dovrebbe
rispettare il parametro di riduzione del debito nel 2018 e nel 2019”
Un continuo richiamo al
mancato rispetto della regola del debito che non dovrebbe superare il 60% del
P.I.L. Ma lasciatemi osservare come da quando esiste l’euro l’Italia non sia
mai riuscita a rispettare questo rapporto
che da anni supera ampiamente il 100%. Purtroppo è un dato di fatto la
poca sintonia tra l’attuale gruppo di comando
a Bruxelles e il nostro Governo guidato dal Prof. Conte uscito dalle
urne elettorali il 4 marzo 2018.
Secondo punto:
Dopo due mesi di aspri
contrasti tra la Commissione Europea e il
Governo Italiano, contrassegnati da momenti di alta tensione e confronti non sempre
cordiali, individuiamo quei Paesi europei che si sono distinti più degli
altri nel proporre questa bocciatura.
Ebbene, oramai risulta chiaro
come Germania, unitamente all’Olanda, alla Danimarca, alla Finlandia, alla Svezia
formino un gruppo caratterizzato da un
comune atteggiamento di freddezza, per non dire di aperta ostilità, verso i Paesi con un elevato
debito sovrano come la Grecia, l’Italia, la Spagna, il Portogallo. Un discorso
a parte meriterebbe la Francia ma non mi sembra questo il momento per una
simile analisi che faremo un’altra volta.
Sono Paesi tra i quali si sta
diffondendo sempre più un pericoloso atteggiamento di diffidenza e progressiva chiusura nei confronti delle
richieste di aiuto da parte dei Paesi mediterranei con elevati debiti sovrani
che per loro risulta sempre più difficile onorare. E’ stato così anni addietro
con la Grecia; è così adesso con l’Italia.
Terzo punto:
Amici miei… oggi nell’Europa
di Schengen finalmente quasi senza frontiere, e dove si tende a mandare in soffitta una volta per tutte le
ultime frontiere ancora esistenti,
purtroppo sta venendo su una
nuova frontiera molto più pericolosa di quelle che eravamo abituati a vedere.
Nenè: prof….a che tipo di
frontiere si riferisce?
Vezio: si tratta di frontiere
che poggiano le loro fondamenta non sul cemento ma su profondi sentimenti etico
religiosi. Frontiere che poggiano su fattori, direi, più spirituali che materiali, ovvero
psicologici più che monetari.
Salvo: ci può spiegare meglio?
Vezio: i giornali, finora, ci
hanno abituato ad affrontare il tema del confronto tra Paesi mediterranei e
Paesi nordici prevalentemente, se non esclusivamente, in termini finanziari.
Non sarà sfuggito a nessuno di voi come i termini più ricorrenti nel dibattito
siano P.I.L., spread, debito, fiscal compact, rapporto debito/P.I.L e via dicendo.
Giacomo: è vero.
Vezio: è un’impostazione, questa fin qui
seguita, alquanto limitativa che ci
impedisce di comprendere appieno la vera essenza del problema. Innanzi tutto,
come fin qui è stato ben evidenziato, ai
Paesi mediterranei si oppone la Germania e con essa una serie di Stati nordici
accomunati dal fattore religioso: il Protestantesimo.
Il fenomeno religioso si sta,
in effetti, sempre più affermando quale
elemento più di divisione che di coesione all’interno della Comunità Europea
creando di fatto due blocchi nei quali la Germania è di fatto simbolo e guida
dei Paesi nordici, mentre la Grecia e l’Italia a causa della grave crisi che stanno
attraversando sono diventati il simbolo
dei Paesi mediterranei. Questi ultimi costituiscono una realtà
economico/sociale caratterizzata dal fatto di avere tutti quanti un elevato
debito pubblico, mentre i primi hanno un debito pubblico molto più contenuto.
Non solo! Sottopongo alla vostra attenzione quest’ulteriore riflessione: quelli
mediterranei sono Paesi a religione prevalentemente cattolica, mentre quelli
nordici sono Paesi a religione prevalentemente protestante.
Totò: non posso non constatare
come molto raramente l’analisi sia stata
svolta in questi termini. Mi scusi prof. per l’interruzione.
Giacomo: prof. prosegua pure.
Vezio: per comprendere appieno
il problema dei rapporti tra i Paesi del Nord e quelli del Sud Europa, al
fenomeno religioso va necessariamente associato anche quello linguistico.
Dovete sapere, a tal proposito, che
nella lingua tedesca troviamo il termine “schuld”.
E’ un termine molto comune e viene correntemente tradotto con il termine “debito”.
Ma il problema è alquanto più
complicato di quanto si possa pensare.
Dovete infatti sapere ….
Giacomo: che cosa?
Vezio: la lingua tedesca
include nel termine schuld, oltre al già
ricordato “debito”, anche altri termini di uso abbastanza comune
tra noi italiani. Tra questi ricordiamo colpa,
misfatto, delitto, obbligo morale.
Non
si tratta, amici miei, di semplice differenze semantiche, ma di termini che
stanno a testimoniare le profonde differenze etico/culturali che intercorrono
tra Cattolici e Protestanti.
E
poiché in lingua tedesca le parole “debito” e “colpa” sono sinonimi, chi non
riesce a onorare un debito è un “colpevole”, ossia una “persona moralmente
obbligata” verso il creditore. Secondo questa chiave di lettura quello che lega creditore e debitore,
da rapporto squisitamente monetario diventa anche rapporto etico/morale.
A
sostegno della tesi della sinonimia tra “debito” e “colpa” possiamo
richiamare la preghiera del Padre nostro nella versione ufficiale della
Chiesa Cattolica che viene recitato anche nelle funzioni religiose. Ebbene, trattasi del testo dell’Apostolo
Matteo che dice così: “ Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo
nome….dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai
nostri debitori….”
Sinonimia
ancor più evidente nel testo del Vangelo di San Luca dove leggiamo: ”Padre, sia
santificato il tuo nome, …..perdonaci i nostri peccati, perché anche noi
perdoniamo ad ogni nostro debitore….”
Non
vi sarà sfuggito come per San Luca il “debito” è di per sé un peccato e
viceversa il peccato è un debito. Anche per la lingua tedesca c’è piena
simmetria tra i due termini “debito”
e “colpa” nel senso che poiché il
debito è associato alla colpa, anche la colpa va associata al debito.
Altrimenti detto, per la lingua tedesca, il debito è di per sé una colpa e
viceversa.
Ora
se il debito è l’amaro frutto avvelenato di un peccato, diventa più
comprensibile la diffidenza dei Paesi del nord Europa verso i Paesi
mediterranei che si saranno macchiati di un peccato che sta alla base del loro
debito. Un debito che, per essere così elevato, da fisiologico è diventato
patologico.
Concetti,
questi, che fan parte del DNA della Cancelliera tedesca Merkel, figlia di un Pastore luterano.
Se
questo è il quadro di riferimento, sarebbe auspicabile che al tavolo delle
trattative che si svolgono in sede europea, accanto all’economista e al
giurista sedessero anche lo storico, il sociologo, il filosofo e l’esegeta di
testi biblici, ognuno con l’apporto della sua specifica competenza. Solo così
potremo avere la migliore soluzione del problema e garantire un futuro più
sereno alla nostra Europa.
(dai
dibattiti svolti al Circolo della Concordia)
gcastronovo.blogspot.it
Giuseppe
Castronovo