A sua Eccellenza Matteo Pientadosi
Prefetto della Repubblica Italiana
Ministro pro tempore della Repubblica Italina
e, p. c. ai Signori Consiglieri del Ministro
Pientadosi
Sig. Ministro, nonostante la stagione invernale e l’uso
parsimonioso del riscaldamento imposto dal precedente Governo Draghi, sono per
lei giorni “caldi” e sicuramente non avrà tempo per leggere la mia missiva. Spero
che la possa leggere qualcuno dei suoi Consiglieri.
La sua azione, tesa a contrastare l’immigrazione
clandestina favorita da persone prive di scrupoli che “gettano in mare”
dei diseredati per ricavarne ingenti e illegali profitti, è e continuerà ad
essere oggetto di critiche non sempre ragionevoli sia in Italia che all’estero.
Da italiano mi hanno ferito, in particolare, le parole dei rappresentanti della
Norvegia e della Germania i quali affermano, modo sprezzante, che il problema
di questi sventurati una volta “gettati in mare” è solo nostro perché si
trovano nelle nostre acque territoriali.
Le parole sprezzanti di questi politici stranieri mettono il
dito in una piaga tutta nostrana: quella dei politici italiani che difendono
sempre e comunque anche l’immigrazione clandestina quale strumento di lotta
politica contro coloro ai quali le urne hanno affidato secondo legge e in modo
del tutto democratico la temporanea gestione della cosa pubblica.
Mi hanno altresì colpito le sprezzanti parole del comandate
della nave Humanity 1 della o. n. g. tedesca Sos Humanity quando, una
volta attraccata nel porto di Catania per far scendere, come da lei proposto, i migranti più fragili, per tutta risposta
ringrazia dicendo alle Autorità del nostro Paese che “non andrà via finché
non saranno sbarcati non solo i più fragili ma anche tutti gli migranti che si trovano sulla sua
nave e che così facendo non sta commettendo alcuna illegalità”.
Il comportamento del comandante della nave tedesca mi ricorda
quanto ci racconta lo scrittore greco Esopo che per sua comodità riporto
qui sotto.
“Un vecchio contadino durante la stagione dell’inverno,
avendo trovato una serpe intirizzita dal freddo e avendone avuto compassione,
la prese e se la mise in seno. Quella poi, riscaldandosi e riprendendo la
propria natura, ferì il benefattore e lo uccise.
Allora lui morendo disse: “Ho quello che mi merito, poiché ho
avuto compassione di quella malvagia”.
Esopo: la favola mostra che i malvagi sono immutabili, anche
se sono trattati con estrema bontà”.
La storia, sig. Ministro, nella quale lei è oggi coinvolto ci è stata già descritta più
di due mila anni fa dallo scrittore greco Esopo nella sua favola “Il
contadino e la serpe intirizzita dal freddo”.
Dal contenuto moraleggiante che lo stesso Esopo attribuisce
alla sua favola, non possiamo non comprendere che questa di Esopo è molto più
di una favola: è la storia che vede come protagonisti tutti noi e oggi, in modo
diretto, anche Lei.
Altrettanto
interessante in proposito, e i suoi Consiglieri non potranno non tenerne
conto, quanto ci insegna il Vangelo dove leggiamo che Gesù ammaestra i suoi
Discepoli dicendo loro: “io vi mando come pecore in mezzo ai lupi;
siate prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli
uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno … e sarete
condotti davanti ai governatori” (Matteo, 10-16,18).
Un’altra considerazione sulle parole di Gesù ai suoi Apostoli:
lei Sig. Ministro ha ufficialmente dichiarato che non intende “deflettere
dal principio che c’è una responsabilità dello Stato di bandiera”. Una
posizione, la sua, che è stata categoricamente respinta da Germania, Norvegia e
o. n. g. con la conseguenza che molto presto la questione da politica potrebbe
diventare anche giudiziaria e si profilano già fin d’ora gli ennesimi ricorsi
anche davanti alla magistratura penale grazie all’ausilio di stuolo di avvocati
che operano a fianco delle O. N. G. contro di lei. Una posizione da imputato, questa
che lei ha già vissuto in prima persona, quando fu indagato per tuta una serie
di reati (dal sequestro di persona all’abuso d’ufficio) dalla Procura della
Repubblica di Agrigento.
Nella cerrtezza che Lei sarà esentato dal
tragico destino riservato al contadino esopico e dall’onta delle Aule
giudiziarie evocate dall’Evangelista Matteo, La saluto cordialmente. Ad maiora.
Giuseppe Castronovo
gcastronovo.blogspot.it