sabato 1 dicembre 2018



DOCUMENTO ECONOMICO FINANZIARIO (D.E.F.):  VERE MOTIVAZIONI ALLA BASE DELLO SCONTRO TRA LA COMMISSIONE EUROPEA E IL GOVERNO ITALIANO.

Nenè: amici… tanto tuonò che alla fine  è arrivata anche la pioggia. Una pioggia, ma così tanta,  che non è esagerato definire  uragano.
Totò: di cosa parliamo? Cosa vuoi dire?
Nené: dopo tanto parlare non sempre, invero, con documenti in mano, l’Unione Europea ha bocciato la manovra economica dell’Italia per il 2019.
Salvo: per essere il primo Documento economico finanziario del Governo  pentastellato non c’è di che stare allegri! Ne va di mezzo la credibilità di tutto il Paese!
Giacomo: una bocciatura che dimostra, se ce n’era ancora bisogno,  come non pochi Paesi membri dell’Unione Europea tifino perché  l’Italia vada in default e venga commissariata. E qui in Italia, così come in Europa, non  sono pochi coloro che auspicano un’operazione simile a quella del 2011 e cioè la “caduta” dell’attuale Governo a guida Conte per sostituirlo con un governo alla Monti: un governo gradito ai grandi potentati  economico-finanziari europei che faccia un’altra riforma sulle pensioni “tipo Fornero” e gravi gli italiani con una ”patrimoniale sulla casa”. Prof. Vezio chiediamo il suo aiuto per esaminare ed approfondire insieme a lei il problema evidenziato dall’amico  Nenè.

Vezio: amici… la mia riflessione, partendo dall’affermazione dell’amico Giacomo secondo cui “ non pochi Paesi membri dell’Unione Europea tifano perché l’Italia vada in default e venga commissariata..”, si soffermerà su tre punti:
-innanzi tutto prenderemo in esame i motivi che hanno indotto l’Unione  Europea a bocciare il nostro bilancio;
- cercheremo poi di andare alla ricerca di questi Paesi che si sono distinti più degli altri nel proporre questa bocciatura;
- e infine, come terzo punto, cercheremo di individuare le reali motivazioni che stanno alla base di questo atteggiamento di palese ostilità verso l’Italia.

Primo punto:
 la  Commissione Europea ha bocciato la bozza della legge di bilancio per il   2019 dell’Italia perché, semplificando, abbiamo un debito molto elevato. La bocciatura trova giustificazione, così come  leggiamo nel documento della Commissione Europea, nel fatto che  “….l’Italia non ha rispettato il parametro di riduzione del debito nel 2016 e nel 2017 …. Inoltre in base ai piani governativi e alle previsioni dell’autunno 2018 l’Italia non dovrebbe rispettare il parametro di riduzione del debito nel 2018 e nel 2019”
Un continuo richiamo al mancato rispetto della regola del debito che non dovrebbe superare il 60% del P.I.L. Ma lasciatemi osservare come da quando esiste l’euro l’Italia non sia mai riuscita a rispettare questo rapporto  che da anni supera ampiamente il 100%. Purtroppo è un dato di fatto la poca sintonia tra l’attuale gruppo di comando  a Bruxelles e il nostro Governo guidato dal Prof. Conte uscito dalle urne elettorali il 4 marzo 2018.





Secondo punto:
Dopo due mesi di aspri contrasti tra la Commissione Europea  e il Governo Italiano, contrassegnati da momenti di alta tensione e confronti non sempre cordiali, individuiamo quei Paesi europei che si sono distinti più degli altri nel proporre questa bocciatura.
Ebbene, oramai risulta chiaro come Germania, unitamente all’Olanda, alla Danimarca, alla Finlandia, alla Svezia formino un gruppo  caratterizzato da un comune atteggiamento di freddezza, per non dire di  aperta ostilità, verso i Paesi con un elevato debito sovrano come la Grecia, l’Italia, la Spagna, il Portogallo. Un discorso a parte meriterebbe la Francia ma non mi sembra questo il momento per una simile analisi che faremo un’altra volta.
Sono Paesi tra i quali si sta diffondendo sempre più un pericoloso atteggiamento di diffidenza  e progressiva chiusura nei confronti delle richieste di aiuto da parte dei Paesi mediterranei con elevati debiti sovrani che per loro risulta sempre più difficile onorare. E’ stato così anni addietro con la Grecia; è così adesso con l’Italia.

Terzo punto:
Amici miei… oggi nell’Europa di Schengen  finalmente quasi  senza frontiere, e dove si tende a   mandare in soffitta una volta per tutte le ultime frontiere ancora esistenti,  purtroppo sta venendo su   una nuova frontiera molto più pericolosa di quelle che eravamo abituati a vedere.
Nenè: prof….a che tipo di frontiere si riferisce?
Vezio: si tratta di frontiere che poggiano le loro fondamenta non sul cemento ma su profondi sentimenti etico religiosi. Frontiere che poggiano su fattori, direi,  più spirituali che materiali, ovvero psicologici più che monetari.
Salvo: ci può spiegare meglio?
Vezio: i giornali, finora, ci hanno abituato ad affrontare il tema del confronto tra Paesi mediterranei e Paesi nordici prevalentemente, se non esclusivamente, in termini finanziari. Non sarà sfuggito a nessuno di voi come i termini più ricorrenti nel dibattito siano P.I.L., spread, debito, fiscal compact, rapporto debito/P.I.L  e via dicendo.
Giacomo: è vero.
 Vezio: è un’impostazione, questa fin qui seguita, alquanto limitativa  che ci impedisce di comprendere appieno la vera essenza del problema. Innanzi tutto, come fin qui è stato ben evidenziato, ai Paesi mediterranei si oppone la Germania e con essa una serie di Stati nordici accomunati dal fattore religioso: il Protestantesimo.
Il fenomeno religioso si sta, in effetti,  sempre più affermando quale elemento più di divisione che di coesione all’interno della Comunità Europea creando di fatto due blocchi nei quali la Germania è di fatto simbolo e guida dei Paesi nordici, mentre la Grecia e l’Italia  a causa della grave crisi che stanno attraversando sono  diventati il simbolo dei Paesi mediterranei. Questi ultimi costituiscono una realtà economico/sociale caratterizzata dal fatto di avere tutti quanti un elevato debito pubblico, mentre i primi hanno un debito pubblico molto più contenuto. Non solo! Sottopongo alla vostra attenzione quest’ulteriore riflessione: quelli mediterranei sono Paesi a religione prevalentemente cattolica, mentre quelli nordici sono Paesi a religione prevalentemente protestante.
Totò: non posso non constatare come molto raramente l’analisi sia stata  svolta in questi termini. Mi scusi prof. per l’interruzione.
Giacomo: prof. prosegua pure.
Vezio: per comprendere appieno il problema dei rapporti tra i Paesi del Nord e quelli del Sud Europa, al fenomeno religioso va necessariamente associato anche quello linguistico. Dovete sapere, a tal proposito,  che nella lingua tedesca troviamo il termine “schuld”. E’ un termine molto comune e viene correntemente tradotto con il termine “debito”.
Ma il problema è alquanto più complicato di quanto si possa pensare.  Dovete infatti sapere ….
Giacomo: che cosa?
Vezio: la lingua tedesca include nel termine schuld,  oltre al già ricordato “debito”, anche altri termini di uso abbastanza  comune  tra noi italiani. Tra questi ricordiamo  colpa, misfatto, delitto, obbligo morale.
Non si tratta, amici miei, di semplice differenze semantiche, ma di termini che stanno a testimoniare le profonde differenze etico/culturali che intercorrono tra Cattolici e Protestanti.
E poiché in lingua tedesca le parole “debito” e “colpa” sono sinonimi, chi non riesce a onorare un debito è un “colpevole”, ossia una “persona moralmente obbligata” verso il creditore. Secondo questa chiave di  lettura quello che lega creditore e debitore, da rapporto squisitamente monetario diventa anche rapporto etico/morale.
A sostegno della tesi della sinonimia tra “debito” e “colpa” possiamo richiamare  la preghiera del  Padre nostro nella versione ufficiale della Chiesa Cattolica che viene recitato anche nelle funzioni religiose.  Ebbene, trattasi del testo dell’Apostolo Matteo che dice così: “ Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome….dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi  i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori….”
Sinonimia ancor più evidente nel testo del Vangelo di San Luca dove leggiamo: ”Padre, sia santificato il tuo nome, …..perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore….”
Non vi sarà sfuggito come per San Luca il “debito” è di per sé un peccato e viceversa il peccato è un debito. Anche per la lingua tedesca c’è piena simmetria tra i due termini “debito”  e  “colpa” nel senso che poiché il debito è associato alla colpa, anche la colpa va associata al debito. Altrimenti detto, per la lingua tedesca, il debito è di per sé una colpa e viceversa.
Ora se il debito è l’amaro frutto avvelenato di un peccato, diventa più comprensibile la diffidenza dei Paesi del nord Europa verso i Paesi mediterranei che si saranno macchiati di un peccato che sta alla base del loro debito. Un debito che, per essere così elevato, da fisiologico è diventato patologico.
Concetti, questi, che fan parte del DNA della Cancelliera tedesca Merkel,  figlia di un Pastore luterano.
Se questo è il quadro di riferimento, sarebbe auspicabile che al tavolo delle trattative che si svolgono in sede europea, accanto all’economista e al giurista sedessero anche lo storico, il sociologo, il filosofo e l’esegeta di testi biblici, ognuno con l’apporto della sua specifica competenza. Solo così potremo avere la migliore soluzione del problema e garantire un futuro più sereno alla nostra Europa.
(dai dibattiti svolti al Circolo della Concordia)
gcastronovo.blogspot.it
Giuseppe Castronovo

1 commento:

  1. Ciao,
    Al terzo punto dell'articolo, l'intuizione dell'autore circa il termine tedesco “schuld” che corrisponde al termine “debito” "colpa" e la presenza degli stessi termini nel "Padre Nostro" con lo stesso significato mi affascina e mi intriga.
    Sono d'accordo,come dice l'autore,che, quasi per sillogismo, chi non onora il debito è un "colpevole" e che il rapporto che lega il debitore al creditore diventa, oltre che monetario, etico/morale.
    Questo discorso viene riferito a quanto in questi mesi si sta consumando tra Europa ed Italia con la sua manovra, il suo debito pubblico.....
    Ne deriva, al riguardo, una visione etica e un comportamento consequente negli stati nordici europei ineccepibile. Certo, ci si dovrebbe, poi, chiedere se il loro ineccepibile comportamento e la loro richiesta di rigore agli stati europei "mediterranei" sia dettata dalll'etica in sè o, più egoisticamente, dal non voler rimetterci in proprio (ma devo precisare che non sono molto ferrato sull'argomento) per regalare ad altri stati che,magari,esigono di più.
    Quindi non so quanto il fenomeno religioso: Protestantesimo/cattolicesimo incida, per sè stesso, nelle scelte e nei comportamenti politici europei.
    Salvatore

    RispondiElimina