IL MINISTRO BOSCHI E L’IDEA DEL RUOLO DEL
PARLAMENTO
CHE
SIA LA FORZA DEI NUMERI
AD ESSERE CON NOI
Romano: amici…che ne dite
della reazione poco istituzionale con la quale il Ministro piddino Maria Elena
Boschi ha accolto l’iniziativa del Movimento 5 Stelle che ne ha chiesto le
dimissioni dopo la scandalosa vicenda delle BANCHE ETRURIA e MARCHE e delle CASSE
DI RISPARMIO di FERRARA e CHIETI?
Marco: cosa ha detto di così
interessante da suscitare la tua attenzione?
Alessio: ha commentato in modo
alquanto sferzante la mozione di sfiducia che il Movimento 5 Stelle ha
presentato nei suoi confronti
dicendo: “ ANDIAMO IN AULA DOVE VEDREMO
CHI HA I NUMERI”.
Ennio: sarebbe necessario che
anche la Boschi e Renzi sapessero di che lacrime e sangue, rosso di dignitosa
vergogna, grondano i volti di coloro che sono stati truffati dalla banche che
alcuni definiscono rosse, e che io non
volendo entrare nel terreno paludoso della politica preferisco sostituire le
esse con le t e definirle rotte.
Giacomo: è un’affermazione,
questa della Boschi, che la dice lunga
della marginalizzazione del Parlamento con il Governo Renzi. C’è di più: se
inquadrata nel contesto dello scandalo delle banche, che un po’ tutti quanti
stiamo vivendo, la reazione del Ministro Boschi sta senz’altro
contribuendo a creare un pesante clima
di sfiducia dei risparmiatori nel nostro sistema bancario e nella politica che
questo sistema dovrebbe regolamentare. La parola al Prof. Vezio che chiede di
intervenire.
Vezio: amici….permettetemi che
dica senza fingimento alcuno il mio pensiero. E’ una dichiarazione che dimostra
la scarsa sensibilità giuridica, politica,
istituzionale e direi il poco rispetto verso il ruolo,
costituzionalmente garantito, che la
Boschi e il suo Governo hanno verso il
Parlamento.
Rodolfo: parole poco
diplomatiche, le sue, Prof. Vezio! Come mai?
Vezio: una premessa: desidero
che la nostra riflessione non venga condizionata dall’emotività cui, un po’
tutti noi stiamo cadendo stante l’elevato numero di vittime che la mala
gestione delle banche ha lasciato sul campo. Vedete….Beppe Grillo tempo
addietro ha così dichiarato: “Il Parlamento, ruolo centrale della nostra
democrazia, è stato spossessato dal suo ruolo di voce dei cittadini….il
Parlamento potrebbe chiudere domani, nessuno se ne accorgerebbe. E’ un
simulacro …o lo seppelliamo o lo rifondiamo…”. Un giudizio alquanto
impietoso che dovrebbe comunque indurre le forze politiche ad una seria
riflessione sulla pericolosa deriva verso cui il nostro Parlamento oramai da
tempo è pericolosamente spinto in nome di una democrazia governante e capace di
assumere decisioni rapide.
Amici….questa sera, qui al
nostro Circolo, sono presenti, se non erro, un ex Sindaco, due ex Assessori e
un Consigliere attualmente in carica, tutte persone che ben sanno come
funzionano i Consigli Comunali e le Giunte Municipali: in quanto organi collegiali, la
votazione viene dopo la discussione. Anche
in Parlamento avviene (meglio: dovrebbe avvenire) la stessa procedura: prima si
discute e poi si passa al voto.
Un’ultima considerazione mi
sia consentita: ricordiamoci, amici miei, che il termine Parlamento ha la stesa
radice del verbo parlare: vuol dire che il Parlamento dovrebbe essere la sede
dove si parla, si confrontano idee, si discute, in presenza di un
problema, sulla possibile soluzione da
adottare. Ed è questo principio che, ultimamente entrato in crisi profonda con
l’avvento del Governo Renzi, deve essere rivalutato pena il fallimento della
funzione collegialità. Ed in questo non possiamo non dare ragione a Beppe Grillo
quando parla di “attuale spossessamento del ruolo del Parlamento”
(dai dibattiti svolti al Circolo
della Concordia)
gcastronovo.blogspot.it.
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