sabato 19 luglio 2025

 

 

RIFLESSIONE A MARGINE DELLA “BOCCIATURA”

DEL DECRETO SICUREZZA DA PARTE DELLA

CORTE DI CASSAZIONE

 

Franco: amici…. è da giorni che una domanda continua a martellarmi in testa.

Santo: di cosa si tratta?

Franco: è mai possibile che il Governo Meloni non riesca mai ad azzeccarne una!

Marco: cioè? Puoi essere più esplicito?

Franco: cerco un (dico uno)  Provvedimento adottato dal Governo Meloni sul quale l’Ordine giudiziario non abbia pronunciato severe e non solo rituali stroncature.

Nenè: come mai questa tua esternazione?

Franco: ne abbiamo fatto cenno qualche giorno fa: il Governo, anche a seguito dell’allarme sociale provocato dai recenti gravi fatti di cronaca che hanno visto vittime appartenenti alle Forze dell’Ordine pubblico e persone che vivono nell’illegalità, ha approvato  il Decreto legge n. 48 dell’11 aprile 2025 convertito in legge dal Parlamento con legge n. 80 del 9 giugno 2025, che per brevità chiamiamo “Decreto sicurezza”.

Trascorrono alcuni giorni e la Corte di Cassazione si mette a studiarlo alla ricerca delle possibili criticità che possa presentare.

Santo: sono state trovate queste che tu chiama criticità?

Franco: La Corte di Cassazione ha innanzi tutto individuato  un insanabile vizio costituzionale di metodo  arrivando a sostenere la sua  illegittimità costituzionale per mancanza dei presupposti di “straordinaria necessità e urgenza”  che possano giustificare il ricorso alla decretazione d’urgenza, così come dispone l’articolo 77 della Costituzione.

A ciò, dice la Corte, “si aggiunge l’estrema disomogeneità dei contenuti che avrebbero richiesto un voto separato per ogni singola questione, mentre essendo stati inseriti in un unico articolo sono stati approvati con una sola votazione”. Per la Corte il tema delle occupazioni abusive e delle borseggiatrici, ad esempio, dovevano essere votati, data la loro eterogeneità,  con due separate votazione.

La Corte ha individuato anche altri “profili problematici” nella disciplina della materia concernente la sicurezza urbana:

-occupazione abusiva di proprietà privata e di abitazioni in particolare;

-fenomeno delle borseggiatrici rom.

La Corte, relativamente alle occupazioni abusive, rileva che il reato si presenta “di difficile configurabilità” e non prevede nessuna “forma di impugnazione”.

I giudici, poi, relativamente al dilagante fenomeno del borseggio da parte dei Rom, condanna la formulazione della norma perché “guarda non a ciò che l’uomo fa, bensì a quel che l’uomo è”. Il riferimento alle borseggiatrici Rom rischia di colpire, dice la Corte, le persone (borseggiatrici) non per il reato commesso ma per il loro status sociale di Rom; e ciò viola i principi di uguaglianza e non discriminazione.

Nenè: il Prof. Vezio oggi se n’è stato particolarmente silenzioso e  assorto nell’ascoltare la relazione dell’amico Franco. Come mai? Ci dica la sua opinione.

Vezio: mentre ascoltavo la relazione dell’amico Franco, pensavo anche a quanto mi ha raccontato qualche giorno fa il mio amico Renzo (nome di fantasia) che vive a Milano.

Il mio amico ha la mamma Cecilia, vedova di anni 83, che vive da sola anch’essa a Milano.

La sig.ra Cecilia quasi tutti i sabati alle ore 17, 30 gli  telefona  per recarsi tranquillamente in Chiesa e partecipare alla Messa prefestiva.

Gli chiedo: come mai? Ha difficoltà a deambulare e necessita di essere accompagnata? Per fortuna no mi risponde Renzo. Il problema, mi dice, è rappresentato dal fatto che in quel Quartiere sono numerose le occupazioni abusive di appartamenti sebbene regolarmente abitati: organizzazioni malavitose, approfittando anche della momentanea assenza di persone ricoverate in ospedale per qualche disturbo, gestiscono il lucroso mercato delle occupazioni abusive. E mia mamma teme, specie nelle serate invernali, che venga occupata anche la sua abitazione. Ecco perché mi chiede di sostituirla mentre partecipa alla Messa.

Mi diceva, sempre il mio amico Renzo, “se questa è la situazione come faccio a non soddisfare questo legittimo desiderio di mia mamma?

Quando  è stato pubblicato il “Decreto Sicurezza” ne ho parlato con lei e non puoi immaginare come le brillavano gli occhi di gioia e mi ha detto: “se le cose stanno così potrò andare a Messa senza che ti disturbi più, specie nei mesi invernali”

Quando poi  qualche giorno fa mi ha chiesto spiegazioni di quel che aveva ascoltato in televisione sul parere della Cassazione, non avendo  il coraggio di dirle tutta la verità le ho detto: “mamma  la legge è legge, forse hai capito male”. E lei mi ha risposto così: “ ne abbiamo parlato con la mia amica Olga e abbiamo capito che  ancora una volta la vittoria finale la detta la teoria del gambero. Prima ci dicono che si va avanti verso la legalità, e poi ci dicono che hanno sbagliato e che è meglio tornare a prima ”. 

Amici….mentre parlava l’amico Franco ero assorto, come osservava Nenè, perché non riuscivo a conciliare la tragica realtà descrittami dall’amico Franco  in cui vivono interi quartieri a Milano con le parole del magistrato Margherita Cassano -Primo Presidente della Corte di Cassazione- la quale nel commentare favorevolmente l’iniziativa della Corte di Cassazione, stroncando di fatto l’impianto e la ratio del Decreto Sicurezza ha così detto: “ho l’impressione che quelle che vengono chiamate istanze securitarie portino alla moltiplicazione di una serie di reati che hanno un effetto più simbolico che sostanziale”.

Amici… ecco perché sono stato assorto e non sono intervenuto nel dibattito. Sappiate che io sono dalla parte delle esigenze della Sig.ra Cecilia più che dalla parte delle curiali riflessioni del Magistrato Margherita Cassano.

Ritengo che quello della Cassazione e della Cassano sia un messaggio pericoloso che sicuramente verrà letto dai vertici della malavita come un lasciapassare per proseguire nell’illegalità, tanto la Magistratura italiana non solo si disinteressa delle legittime aspettative della Sig.ra Cecilia, ma non collabora con chi cerca di portare un po' di serenità tra la gente comune. 

 

(DAI DIALOGHI SVOLTI AL CIRCOLO DELLA CONCORDIA)

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giovedì 10 luglio 2025

 

 

UN  GIORNO  DOPO  L’ALTRO

IL  TEMPO  SE  NE  VA

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OGGI  10  LUGLIO  2025

E’  IL CENTONOVANTUNESIMO GIORNO DELL’ANNO

NE  RESTANO  ANCORA  ALTRI  174.

 

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sabato 5 luglio 2025

 

 

LO  DICEVA  FRANCESCO  COSSIGA*

 

“IN ITALLIA NON IMPORTA

QUANTI VOTI HAI,

SE POSSIEDI LA MAGISTRATURA

GOVERNI”.

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*EX PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

E, EX ART. 104 DELLA COSTITUZIONE,

PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SUPERIORE

DELLA MAGISTRATURA.

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martedì 1 luglio 2025

 

 

I  MESI  DELL’ANNO  IN  FILASTROCCA

(LUGLIO)

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Sono Luglio e son brillante

col mio sole folgorante.

 

Se a Luglio la formica fa più dell’usato,

l’inverno sarà freddo e anticipato.

 

Chi canta di Luglio

digiuna d’inverno.

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