mercoledì 30 maggio 2012

AD OGNI STAGIONE IL SUO TRIO

On. Straccio: caro Cencio, sono già trascorsi 6 mesi dall'insediamento del Governo Monti voluto dal Presidente Napolitano e sostenuto dal Trio Alfano, Bersani, Casini.  A - B - C, come comunemente viene chiamato dalla stampa.Qual'é il giudizio che la gente dà a questo Trio?

On. Cencio: Domenica pomeriggio passeggiavo con degli amici lungo il corso del mio Paese, quando entro al Circolo della Concordia per riposarmi.  La discussione verteva proprio su quanto mi stai chiedendo. Alla discussione, alquanto animata,  partecipava anche il Commendatore Marcantonio che fu Sindaco del mio Paese negli anni "60 e che, ancor oggi, nonostante l'età avanzata, é considerata persona capace di dare saggi giudizi.  Questi, ad un certo punto, così si esprime: "Cari amici, ricordatevi: ad ogni stagione il suo trio! Ai miei tempi, a parte il Trio Lescano, in Politica c'era il Trio - e molti di Voi lo ricorderete - Piccoli, Storti, Malfatti. Non so, a dire il vero, se abbiamo fatto progressi passando al Trio A - B - C. Lo dirà la Storia".

domenica 27 maggio 2012

IL PROBLEMA DEGLI ESODATI: CRITERI GUIDA PER LA SUA SOLUZIONE PROPOSTI DAGLI ONOREVOLI CENCIO E STRACCIO

On. Straccio: collega Cencio ti vedo giù di corda! E’ appena l’inizio della nostra settimana lavorativa. Su di morale, altrimenti non arriviamo a venerdì. Cosa ti succede?
On. Cencio: sabato e domenica ero in paese; mi fermano in piazza due fraterni amici di famiglia, sulla sessantina di età, i quali mi confidano le loro preoccupazioni.
On. Straccio: che tipo di preoccupazioni?
On. Cencio: sono esodati: il primo, di nome Rosario,  ha ancora due figli che vivono in famiglia e sono in cerca di lavoro. Il secondo, di nome Vincenzo, ha una figlia che ancora studia all’Università; è fuori corso, ma le mancano gli ultimi quattro esami per la laurea magistrale.
On. Straccio: permettimi un’osservazione: se i tuoi amici sono sulla sessantina i figli saranno, come diceva Tommaso Padoa  Schioppa, dei “bamboccioni”.
On. Cencio: qualifica a parte, lo stipendio dei padri era l’unica fonte di reddito per le rispettive famiglie e purtroppo  è venuto a mancare. Rosario mi dice: Caro On.le ma che Governo ci governa”? E’ tecnico e dopo 6 mesi non sa ancora il  numero degli esodati?
On. Straccio: come si fa a non dargli ragione?
On. Cencio: l’assurdo è che…
On. Straccio: che cosa?
 On. Cencio: la soluzione è più facile di quanto si possa pensare. Mi diceva Rosario che tutti gli esodati hanno sottoscritto l’accordo in presenza delle rappresentanze sindacali e dei rappresentanti dell’Ispettorato del lavoro.
On. Straccio: vuoi dirmi che presso gli Ispettorati del lavoro sono depositati gli elenchi nominativi di tutti gli esodati?
On. Cencio: sembra proprio così.
On. Straccio: E noi in Parlamento a chiedere al Governo – che non ci ha ancora risposto - il numero degli esodati!   Che figura di m….  avrebbe detto Emilio Fede. Ma almeno  hanno trovato qualche lavoretto?
On. Cencio. Purtroppo no!  Mi diceva il secondo, Vincenzo: Caro On.le, come tu sai sono esodato da 10 mesi  e non percepisco né stipendio, né pensione, né assegno di disoccupazione. Finora ho tirato avanti  con i risparmi che avevo messo da parte. Credimi stanno finendo e devo pagare anche l’I. M. U.; come farò a pagarla? Non è che Equitalia mi fa pignorare la casa? Tu sai quel che è successo al Cavaliere Terrasanta, titolare dell’Impresa presso la quale lavoravo da 20 anni; per un debito di 22.000 € s’è visto pignorare 4  ruspe e una betoniera  anche se tutti sappiamo che vanta dalla Provincia e dalla Regione un credito di 45.000 € per la realizzazione del raccordo della strada provinciale con quella statale. E tu sai, caro On.le, dei licenziamenti e della cassa integrazione che i dipendenti dell’”Impresa Cavaliere Terrasanta”   hanno dovuto subire per un atto dello Stato palesemente ingiusto e irragionevole. Spero che non mi pignorino la casa dove abito con la famiglia;  non voglio assolutamente fare cattivi pensieri, ma fate qualcosa in Parlamento!
On. Straccio: Capisco caro collega il tuo disagio nel parlare con chi vive questi drammi.   
On. Cencio: sappi che trattasi di gente specchiata e onestissima che ha sempre vissuto in uno stato di povertà silenziosa e dignitosa; gente che negli ultimi anni aveva trovato un po’ di serenità economica grazie al lavoro offerto dall’edilizia. Ma anche questo settore attraversa un momento di crisi, e con tutte queste tasse sulla casa non so quanto possa durare nella mia Regione.
On. Straccio: cosa possiamo fare?
On. Cencio: caro collega dobbiamo insistere su un punto e cioè che se gli esodati  hanno sottoscritto questi accordi in presenza degli Ispettorati del lavoro e dei Sindacati prima del decreto Monti “Salva Italia”, i patti vanno rispettati. Vedi poi…
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio:  i miei amici Rosario e Vincenzo, relativamente alla soluzione del problema, mi hanno fatto un ragionamento da buoni padri di famiglia dicendomi: On.le, se a casa nostra abbiamo una spesa imprevista che deve necessariamente essere fatta si tagliano le spese meno necessarie così da affrontare l’imprevisto. Perché non vi comportate così anche voi in Parlamento?
On. Straccio: ragionamento davvero saggio e meritevole di attenta riflessione da parte nostra! Cosa possiamo fare?
On. Cencio: ritengo che i Tesorieri dei Partiti – tutti e nessuno escluso – dovrebbero farsi un serio esame di coscienza in occasione della nuova legge sui rimborsi elettorali. Si dovrebbero ridurre al minimo i rimborsi!
On. Straccio: sono d’accordo. Prendiamo il caso più eclatante: se il P. D. alle ultime elezioni politiche del 2008 ha certificato una spesa di 18 milioni di € non può assolutamente incassarne – come riferitoci dal settimanale L’Espresso del 16 febbraio 2012  -  180 milioni di  €.   Capisci che differenza?
On. Cencio: penso, da parte mia, che si potrebbero ottenere altri significativi risparmi, se, in nome della tanto declamata equità,  ai magistrati  - e sono centinaia – che assumono incarichi fuori ruolo, fosse impedito di sommare allo stipendio di magistrato anche quello del nuovo incarico. Capisci due stipendi! Per dirla come diceva mio nonno “raccolgono anche dove non hanno seminato!.
Per non parlare, poi, della Corte Costituzionale: perché, ad esempio, gli ex  Presidenti della Corte devono avere autista e macchina a disposizione a vita?
Il rischio che si corre è che questi risparmi vengano qualificati “gocce”.
Oramai siamo abituati a definire  “gocce”:
i risparmi ottenibili con la riduzione dei Parlamentari;
                                  l’accorpamento dei piccoli Comuni;
                                                            delle  Province;
                                                              piccoli Tribunali.
E le conseguenze sono chiare: si parla sempre di “gocce”per non fare alcuna riforma e lasciare tutto così com’é. Evidentemente al alcuni conviene questo immobilismo. 
On. Straccio: non posso che darti piena ragione.
On. Cencio: penso che questi risparmi da noi, su due piedi qui trovati, dovrebbero finanziare gli esodati e consentire loro una vita più dignitosa. La mia – credimi – non vuole esser una critica; però è evidente che il nostro Presidente, un Professore, come il Sen. Monti, che è consulente di banche o il Ministro Severino che ha dichiarato dalla Lucia Annunziata che la sua dichiarazione dei redditi è milionaria,  non potranno mai capire le situazioni – autentici drammi – che si trovano a vivere i miei amici Rosario e Vincenzo e come loro quasi tutti gli esodati.
Sono situazioni che le può forse capire il Ministro Riccardi che, da fondatore della Comunità Sant’Egidio è quotidianamente a contatto con i bisogni più elementari dell’uomo e le situazioni di più autentico disagio.
On. Straccio: ho un’idea.
On. Cencio: quale?
On. Straccio: dobbiamo stilare un documento da inviare personalmente al Ministro Riccardi chiedendogli di farsi carico presso il Governo che il tema degli esodati va affrontato seguendo almeno questi criteri guida:
  
a)      gli esodati non sono il frutto di una calamità naturale imprevedibile, ma di accordi sottoscritti alla presenza del Sindacato e degli Ispettorati del lavoro; ne consegue, tra l’altro, che avere il loro numero non è poi un’impresa titanica;
b)     gli esodati non possono essere considerati una zavorra! Sono persone con famiglie a carico         
che vivono una situazione di grave disagio;  sovente dopo più di 30 anni di lavoro;     
     c)   il numero degli esodati non va determinato in base alle somme che la Ragioneria Generale     dello Stato dichiara disponibili, ma in base all’effettivo numero di coloro che avevano già sottoscritto regolari accordi prima del Decreto Monti “Salva Italia”, alla presenza di Sindacati e Ispettorati del lavoro;
d)   nell’affrontare il tema degli esodati finora s’è fatto ricorso ad un approccio di natura prevalentemente tecnico/ragioneristica.  E’ il caso, invece, di affrontarlo ricorrendo anche ad un approccio di natura politica, il che significa maggiore vicinanza alle tematiche di natura più sociale che contabile.
e)    i soldi necessari vanno trovati facendo fare sacrifici questa volta, tra gli altri,  anche alla politica e all’alta burocrazia dei magistrati ( non ci è mai piaciuta l’esenzione da questi sacrifici della Corte Costituzionale con la scusa che gode di autonomia costituzionalmente garantita) se non vogliamo che gli esodati diventino un sigillo sulla tomba della seconda Repubblica.                                                        

domenica 20 maggio 2012

Casini, Fini, Rutelli e la storia dei tre tordi.



L’On. Straccio passeggiando in Transatlantico con l’On. Cencio gli chiede quale fosse l’oggetto della discussione con i tre Deputati del Terzo Polo: un casiniano, un finiano e un rutelliano. Forse vogliono aggregare anche te a questo nuovo gruppo?
On. Cencio: no! Mi hanno reso partecipe, stante l’amicizia che da tempo ci lega, delle loro preoccupazioni a causa del deludente risultato che le urne hanno riservato al loro raggruppamento alle ultime elezioni amministrative. Sai…..
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: le prospettive per prossime elezioni politiche non sono tranquillizzanti e sono seriamente preoccupati per la loro rielezione. E poi…
On. Straccio: cosa?
On. Cencio: i rutelliani e i finiani sono rimasti sorpresi e alquanto delusi dalla presa di posizione dell’On. Casini che in pratica, dando il benservito all’On. Rutelli, ha posto fine all’iniziativa tesa a costituire il Terzo Polo.
On. Straccio: in effetti anche l’On. Casini,  rendendosi conto che le urne hanno detto chiaramente che per il Terzo Polo non vi sono prospettive, sta cercando nuove strade da percorrere. La verità è anche un’altra.
On. Cencio: quale.
On. Straccio: ricordi quanto ti dissi qualche mese fa parlando di Casini, Fini e Rutelli?
On. Cencio: no!
On. Straccio: ti dissi che “tre tordi su un cardello prima o poi si dan di becco” .
  

venerdì 18 maggio 2012

FERRUCCIO PARRI: UN'UTILE LEZIONE PER CHI DEVE APPROVARE LA LEGGE SUI RIMBORSI ELETTORALI





L’On. Straccio incontra in Transatlantico l’On. Cencio e gli chiede: l’hai ricevuto pure tu?
On: Cencio: che cosa?
On. Straccio:Come che cosa? Il volantino su Ferruccio Parri?
On. Cencio: si l’ho visto, ma non  l’ho preso in particolare considerazione; l’ho messo in mezzo ai giornali per leggerlo stasera.
On. Straccio:  E no! Non è una cosa da sottovalutare. Devi sapere che i  Segretari dei Partiti, che stanno tentando di “accordarsi” per l’approvazione di una nuova legge per i rimborsi elettorali, hanno investito del fatto i Questori della Camera.
On. Cencio: E perché?
On. Straccio: sono irritati perché hanno paura che possa saltare l’accordo raggiunto (un’ambigua riduzione del 50% )  e si rafforzi il numero di coloro che vuole abolire del tutto il finanziamento ai partiti. Vedi, nel volantino Parri è descritto come Politico galantuomo, onesto e probo. Non puoi non capire l’allusione agli scandali sull’utilizzo dei rimborsi elettorali che in questi giorni stanno agitando non poco tutte le forze politiche.
On. Cencio: Visto che è l’ora della sospensione dei lavori possiamo leggerlo insieme?
On. Straccio: va bene! Qui ci sono due poltrone, sediamoci e leggiamolo insieme:

Onorevoli Colleghi,
l’indimenticabile giornalista Indro Montanelli era solito raccontare che Ferruccio Parri (Pinerolo, 19.1.1890 – Roma, 8.12.1981) da presidente del Consiglio dormiva nella stanza vicina al suo studio utilizzando una branda da campo; per i pasti si accontentava di panini al salame. Non voleva auto blu di rappresentanza, tanto meno la scorta. Ogni sera andava dal tabaccaio a comperare i francobolli per la sua corrispondenza privata. Quando, poi, nel 1963, fu nominato senatore  a vita viaggiava di notte per risparmiare i soldi dell’albergo……

On. Cencio: sono esempi che si commentano da soli!!. Ora capisco l’irritazione dei capipartito che vogliono a tutti i costi l’immediata a approvazione della nuova legge sui rimborsi elettorali, prima che monti la rabbia dei cittadini delusi dalle tante promesse mai realizzate e dalla non più sostenibile pressione fiscale.
On. Straccio: A me, invece,  viene in mente, leggendo questo volantino il proverbio che era solito ripetere mio padre:  La parola è suono, l’esempio è tuono”.
On. Cencio: speriamo che il tuono sprigionato da questo volantino sia così forte da svegliare dal torpore le forze politiche che – diciamocelo pure – sono troppo distanti dai reali problemi della gente se pensano di introdurre anche  una tassa sui cani e una tassa sui gatti.     

lunedì 14 maggio 2012

GLI ONOREVOLI CENCIO E STRACCIO: DA GOCCE D'ACQUA CRISTALLINA A GOCCE DI FANGO




L’altra sera l’On. Cencio e l’on. Straccio hanno cenato allo stesso tavolo del ristorante Hostaria da Romoletto. L’On. Cencio, credendosi al riparo da orecchie indiscrete, prende la parola dicendo:
a volte, specie in primavera, mi diverto ad ammirare i temporali;
On. Straccio: e cosa c’è da ammirare?
On. Cencio: osservo le gocce di pioggia che, attraversate dai raggi solari, sembrano altrettanti splendenti cristalli; e poi…
On. Straccio: e poi che cosa?
On. Cencio: vedi, rimangono nella loro purissima cristallinità finché non toccano terra. Poi, non appena toccano terra, diventano gocce di fango. Capisci che mutazione in pochi attimi? Da purissimi cristalli a gocce di fango!.
On. Straccio: Non ti capisco. Questa sera filosofeggi!
On. Cencio: siamo amici da quattro anni e ancora non mi capisci? Devi capirmi; è quello che sta capitando a noi con l’elezione a Deputato!
On. Straccio: scusami,  ancora non capisco. Forse sono stanco dai lavori in Commissione.
On. Cencio: vedi, noi siamo stati da sempre persone pure, oneste e incontaminate; direi proprio come due gocce d’acqua sospese nell’aria. Poi…
On. Straccio: poi, che cosa? Il discorso si fa, almeno per me, sempre più oscuro.
On. Cencio: una volta che con l’elezioni siamo stati catapultati in quel catino che è l’Aula di Montecitorio siamo diventati gocce di fango che la gente rifugge per non sporcarsi le scarpe.
Non vedi che leggi ci fanno approvare? Mi vergogno anche a camminare nel mio Paesello. Tu lo sai! E’ piccolo e ci conosciamo tutti. Quando mi incontrano per strada il discorso, dopo avermi salutato, cade inevitabilmente sulle leggi che approviamo, specialmente se trattano tasse.

Prendi la VICENDA I. M. U.
Mia mamma Rosaria, proprio domenica scorsa, mi parlava di sua sorella Rosalia: un’ottantenne vedova che alcuni mesi ha  lasciato, per motivi di salute, la sua casa dove viveva in paese per essere ricoverata nella Casa di Riposo Belsito.
Mi ha letteralmente investito di improperi: tu lo sai quanti sacrifici ho fatto per farti studiare e diventare commercialista?  
Come mai non ti sei reso conto che la proposta Monti di considerare 2^ casa la casa di tua zia Rosalia – così come quelle di tutte le persone ricoverate in casa di cura – è un’offesa alla dignità della persona, all’intelligenza e al buon senso!!
Tu che sei commercialista dimmi come potrà pagare l’I. M. U. raddoppiata mia sorella Rosalia? Da dove deve prendere tutti questi soldi?

On. Straccio: Ora incomincio a capire il tuo filosofare iniziale.
On. Cencio: non è ancora finita! Sempre mia mamma Rosaria, ad un certo punto s’è trasformata in un mare in tempesta e mi ha chiesto: questi Professori non lo sanno che c’è una bella differenza tra 1^ casa  e unica  casa? Perché non l’hanno previsto?
Prima corrisponde al numero uno di una successione, di una classifica. Se è prima vuol dire che c’è un elenco da fare: prima, seconda , terza… e così via. Se invece è unica finisce lì.
Ora che cosa significa che io per la mia unica casa dove abito devo pagare quanto paga il Cavaliere Montedoro per la 1^ casa dove abita, situata a pochi metri dalla nostra. E a proposito del Cavaliere è giusto parlare di 1^ casa perché ne ha altre 8 in città, mentre per me si deve parlare di unica casa!  Hai capito? Diglielo tu a questi professori la differenza.

On. Straccio: Ora che ti sei spiegato non posso che darti ragione.  Ci fanno approvare cose prive di buon senso che fanno a pugni con la giustizia più elementare.

INSTALLATORE DI PONTEGGI:

Anche a me capita di essere fermato per strada. L’altro giorno mi ferma il Sig. Aristodemo che era un fraterno e intimo amico di mio papà; dopo aver salutato mi dice: ma cosa avete approvato? Tu lo sai che il lavoro nell’edilizia da una vita; ho 59 anni e da una vita installo ponteggi. Non mi sono mai lamentato, ma quando sono al 5° piano incomincia a girami la testa! Vi  rendete  conto che con l’allungamento dell’attività lavorativa devo salire ponteggi a 65/66 anni! Come faccio? Cosa farò quando non potrò più salire i ponteggi?
Le leggi, mio caro On., diglielo a questi del Governo, non si fanno chiusi in un ufficio! Bisogna stare a contatto con la gente e capirne i reali bisogni.
Dinnanzi all’evidenza sono rimasto senza parole e ho solamente risposto: Sig. Aristodemo La capisco, ma sappia che noi in Parlamento non contiamo nulla. Monti porta il pacchetto di articoli e noi li  dobbiamo approvare  senza discutere. Monti ha l’appoggio del presidente Napolitano e fa quello che vuole. In Parlamento non c’è dibattito.
Aristodemo:  Caro On. Lo sai quanto ti stimo per l’amicizia fraterna che mi legava a tuo padre. Fammi un piacere: al prossimo intervento che farai alla Camera devi dire queste parole: la politica deve risolvere i problemi delle persone e non complicare oltre misura la loro vita.     

PATENTI E AUTOTRASPORTATORI

On. Cencio: anche a me è capitato che, terminata la Messa  domenicale, mi ferma il Sig. Carmelo il quale dopo avermi augurato la buona domenica mi dice: tu mi conosci, faccio il camionista da una vita e ho 63 anni. Con la legge che avete approvato dovrò lavorare fino a 67 anni se non di più; ma la mia patente – la C – a 65 anni me la toglieranno e sarò titolare di patente B, e non potrò più svolgere il mio lavoro di camionista. Come farò a vivere per 2 anni se non ho lavoro? Ma come fate queste leggi senza rendervi conto delle conseguenze?

CONCLUSIONI
On. Straccio: sono domande davvero angoscianti alle quali non siamo in grado di rispondere. Hai proprio ragione, pur essendo persone oneste e dall’animo cristallino, dentro il Parlamento diventiamo autentiche gocce di fango che sporchiamo tutto ciò che tocchiamo!  Credimi.
On. Cencio: che cosa?
On. Straccio: se le conseguenze sono queste non mi riconosce nelle leggi che ci hanno fatto approvare.
On Cencio: il guaio è che questo lavoro sporco lo facciamo per conto e nell’interesse di oscure Entità che non conosciamo.

mercoledì 9 maggio 2012

PROVERBIO DEL MESE

Una mela al giorno leva il medico di torno. Una cartella di Equitalia al giorno, col tempo ci  leva tutti di torno.

martedì 8 maggio 2012

CONSIGLI AI NAVIGANTI

Non giudicare i politici esclusivamente dai Partiti che frequentano: anche Giuda frequentava un partito di irreprensibili!!!

lunedì 7 maggio 2012

RIMBORSI ELETTORALI: I SENATORI RUTELLI E LUSI E LA PROVA DELLE BANCONOTE DA 5O €




Sen. Rutelli,
credo alla sincerità del suo rammarico quando dice che il Sen. Lusi l’ha ingannata e ha fatto tutto a sua insaputa quando  saccheggiava le casse della Margherita e sperperava i rimborsi elettorali.
E’ da auspicare, comunque, che quanto avvenuto possa essere motivo di una seria riflessione, capace di spingere le forze politiche a modificare seriamente e profondamente l’attuale legge (N. 157/1999) sui rimborsi elettorali.
Prima di mettere mano alla riforma bisogna, però,  rispondere ad una preliminare ed elementare domanda: i soldi che ricevono i partiti sono pochi o sono troppi?.
Un esempio ci aiuterà a rispondere.
Sen. Rutelli, metta nel suo portafoglio  2  banconote da  50    e  2 da  5 €; vada al bar a bere un caffè pagando con la banconota da 5 €.  Al ritorno a casa nel rimettere  a posto il portafoglio se le banconote da 50  € non sono più due ma una se ne accorgerà immediatamente ( senza necessità di particolari controlli ) e dirà a se stesso: com’è possibile se ho pagato solo un caffè?
Sen: Rutelli abbia la pazienza di sottoporsi a quest’altra operazione: metta nel suo portafoglio 10 banconote da 50    e  2 da 5 €; vada al bar e beva il suo solito caffè pagando con la banconota da  5 €.
Ritornato a casa,  rimettendo a posto il suo portafoglio, se le banconote da 50 € sono 9 e non più 10 se ne accorgerà con la stessa facilità dell’esempio precedente?   Sono sicuro di no; se ne accorgerà solo dopo averle contate.
Metafore a parte, Sen. Rutelli sa perché Lei non si accorgeva di quello che faceva il suo Tesoriere, Sen. Lusi ?  La somma di denaro  ricevuta dallo Stato (cioè da noi contribuenti) era  di gran lunga superiore al suo reale  fabbisogno: evidentemente dopo aver rimborsato i  fornitori  per i beni e servizi resi alla Margherita in campagna elettorale (esempio: tipografie per stampa manifesti)  ve ne avanzavano così tanti da non accendere in Lei la lampada del sospetto sull’operato del  suoTesoriere Sen. Lusi.
Se la Margherita avesse ricevuti  meno soldi  -  stia sicuro  - avrebbe visto quel che faceva il suo Tesoriere.
Anche la cassa di un Partito politico è come un portafoglio: se ci metti il necessario il controllo è facile; se, invece, ci metti di più del necessario il controllo diventa più difficile e ad eventuali ammanchi ci fai meno caso. Nel suo caso, purtroppo, è stato superato il senso della misura!

CONCLUSIONE:

Bisogna ridurre i finanziamenti (io però continuo a chiamarli rimborsi).

Di quanto?L’On. Bersani è da giorni che dice di voler “dimezzare”. E’ un verbo  -Le confesso Sen. Rutelli – che non mi convince. Non vorrei che sotto sotto ci sia il solito trucco diabolico di chi ancora una volta vuole lasciare nella sostanza le  cose così come sono.  Mi spiego: scrivono Di Primo Di Nicola e Stefano Livadioti  su L’Espresso del 16 febbraio 2012 “..il P. D. si è dimostrato più bravo degli altri: nel 2008 ha riscosso 180  milioni di € a fronte di una spesa effettiva di soli 18 milioni e spiccioli di €”.
Cosi stando le cose mi domando: l’On. Bersani di quale importo propone il dimezzamento?  Se propone di dimezzare 180 milioni di € Le dico, Sen. Rutelli, che non ci siamo. Ancora una volta si tenta di  “disattendere” la volontà degli elettori “popolo sovrano” che  ha  abrogato il finanziamento ai partiti.
180.000.000 €: 2=90.000.000 €. E un rimborso di 90 milioni di € a fronte di una spesa di 18 milioni di € è da evitare a tutti i costi. E’  IMMORALE!.  E NON SOLO!

Alle ultime elezioni politiche del 2008 il P. D. – quello che si è dimostrato più bravo degli altri – porta in casa 180 milioni di € pur avendo speso 18 milioni di €.

Se la situazione è questa, la nuova legge nel caso del P. D.  dovrà prevedere
 ( mantenendo fermo il principio che ogni erogazione statale verrà effettuata esclusivamente a titolo di rimborso):
- un rimborso statale che non potrà assolutamente superare 18 milioni di €;  
- tale importo dovrà esser ridotto a 9 milioni di € se si prevede l’arrivo di contributi privati per altri 9 milioni di €.

Sen. Rutelli, questo è il massimo che si può consentire perché possiate operare nel rispetto della Costituzione che all’art. 1 dice solennemente: “la sovranità appartiene al popolo”.  E siccome il popolo con il referendum ha abrogato il finanziamento , rifare una legge che di fatto reintroduce il finanziamento è una palese violazione dell’art. 1 della Costituzione. E sono sicuro che Lei non vorrà macchiarsi di tale violazione.
Lei, Sen. Rutelli, proviene da un Partito ( Partito Radicale) alfiere del referendum.
Anche Lei, ancora una volta, difenda, rispetti e faccia rispettare la volontà del popolo sovrano che a stragrande maggioranza si è espressa – piaccia o non piaccia – contro il finanziamento pubblico dei partiti.
Se non agite così aumenterà la crisi di credibilità verso la politica.
Sono sicuro che Lei questo proprio non lo vuole.
Grazie per l’attenzione che vorrà riservare alla presente.
Sarà gradito un cenno di riscontro.
La saluto cordialmente.
Giuseppe Castronovo