domenica 27 maggio 2012

IL PROBLEMA DEGLI ESODATI: CRITERI GUIDA PER LA SUA SOLUZIONE PROPOSTI DAGLI ONOREVOLI CENCIO E STRACCIO

On. Straccio: collega Cencio ti vedo giù di corda! E’ appena l’inizio della nostra settimana lavorativa. Su di morale, altrimenti non arriviamo a venerdì. Cosa ti succede?
On. Cencio: sabato e domenica ero in paese; mi fermano in piazza due fraterni amici di famiglia, sulla sessantina di età, i quali mi confidano le loro preoccupazioni.
On. Straccio: che tipo di preoccupazioni?
On. Cencio: sono esodati: il primo, di nome Rosario,  ha ancora due figli che vivono in famiglia e sono in cerca di lavoro. Il secondo, di nome Vincenzo, ha una figlia che ancora studia all’Università; è fuori corso, ma le mancano gli ultimi quattro esami per la laurea magistrale.
On. Straccio: permettimi un’osservazione: se i tuoi amici sono sulla sessantina i figli saranno, come diceva Tommaso Padoa  Schioppa, dei “bamboccioni”.
On. Cencio: qualifica a parte, lo stipendio dei padri era l’unica fonte di reddito per le rispettive famiglie e purtroppo  è venuto a mancare. Rosario mi dice: Caro On.le ma che Governo ci governa”? E’ tecnico e dopo 6 mesi non sa ancora il  numero degli esodati?
On. Straccio: come si fa a non dargli ragione?
On. Cencio: l’assurdo è che…
On. Straccio: che cosa?
 On. Cencio: la soluzione è più facile di quanto si possa pensare. Mi diceva Rosario che tutti gli esodati hanno sottoscritto l’accordo in presenza delle rappresentanze sindacali e dei rappresentanti dell’Ispettorato del lavoro.
On. Straccio: vuoi dirmi che presso gli Ispettorati del lavoro sono depositati gli elenchi nominativi di tutti gli esodati?
On. Cencio: sembra proprio così.
On. Straccio: E noi in Parlamento a chiedere al Governo – che non ci ha ancora risposto - il numero degli esodati!   Che figura di m….  avrebbe detto Emilio Fede. Ma almeno  hanno trovato qualche lavoretto?
On. Cencio. Purtroppo no!  Mi diceva il secondo, Vincenzo: Caro On.le, come tu sai sono esodato da 10 mesi  e non percepisco né stipendio, né pensione, né assegno di disoccupazione. Finora ho tirato avanti  con i risparmi che avevo messo da parte. Credimi stanno finendo e devo pagare anche l’I. M. U.; come farò a pagarla? Non è che Equitalia mi fa pignorare la casa? Tu sai quel che è successo al Cavaliere Terrasanta, titolare dell’Impresa presso la quale lavoravo da 20 anni; per un debito di 22.000 € s’è visto pignorare 4  ruspe e una betoniera  anche se tutti sappiamo che vanta dalla Provincia e dalla Regione un credito di 45.000 € per la realizzazione del raccordo della strada provinciale con quella statale. E tu sai, caro On.le, dei licenziamenti e della cassa integrazione che i dipendenti dell’”Impresa Cavaliere Terrasanta”   hanno dovuto subire per un atto dello Stato palesemente ingiusto e irragionevole. Spero che non mi pignorino la casa dove abito con la famiglia;  non voglio assolutamente fare cattivi pensieri, ma fate qualcosa in Parlamento!
On. Straccio: Capisco caro collega il tuo disagio nel parlare con chi vive questi drammi.   
On. Cencio: sappi che trattasi di gente specchiata e onestissima che ha sempre vissuto in uno stato di povertà silenziosa e dignitosa; gente che negli ultimi anni aveva trovato un po’ di serenità economica grazie al lavoro offerto dall’edilizia. Ma anche questo settore attraversa un momento di crisi, e con tutte queste tasse sulla casa non so quanto possa durare nella mia Regione.
On. Straccio: cosa possiamo fare?
On. Cencio: caro collega dobbiamo insistere su un punto e cioè che se gli esodati  hanno sottoscritto questi accordi in presenza degli Ispettorati del lavoro e dei Sindacati prima del decreto Monti “Salva Italia”, i patti vanno rispettati. Vedi poi…
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio:  i miei amici Rosario e Vincenzo, relativamente alla soluzione del problema, mi hanno fatto un ragionamento da buoni padri di famiglia dicendomi: On.le, se a casa nostra abbiamo una spesa imprevista che deve necessariamente essere fatta si tagliano le spese meno necessarie così da affrontare l’imprevisto. Perché non vi comportate così anche voi in Parlamento?
On. Straccio: ragionamento davvero saggio e meritevole di attenta riflessione da parte nostra! Cosa possiamo fare?
On. Cencio: ritengo che i Tesorieri dei Partiti – tutti e nessuno escluso – dovrebbero farsi un serio esame di coscienza in occasione della nuova legge sui rimborsi elettorali. Si dovrebbero ridurre al minimo i rimborsi!
On. Straccio: sono d’accordo. Prendiamo il caso più eclatante: se il P. D. alle ultime elezioni politiche del 2008 ha certificato una spesa di 18 milioni di € non può assolutamente incassarne – come riferitoci dal settimanale L’Espresso del 16 febbraio 2012  -  180 milioni di  €.   Capisci che differenza?
On. Cencio: penso, da parte mia, che si potrebbero ottenere altri significativi risparmi, se, in nome della tanto declamata equità,  ai magistrati  - e sono centinaia – che assumono incarichi fuori ruolo, fosse impedito di sommare allo stipendio di magistrato anche quello del nuovo incarico. Capisci due stipendi! Per dirla come diceva mio nonno “raccolgono anche dove non hanno seminato!.
Per non parlare, poi, della Corte Costituzionale: perché, ad esempio, gli ex  Presidenti della Corte devono avere autista e macchina a disposizione a vita?
Il rischio che si corre è che questi risparmi vengano qualificati “gocce”.
Oramai siamo abituati a definire  “gocce”:
i risparmi ottenibili con la riduzione dei Parlamentari;
                                  l’accorpamento dei piccoli Comuni;
                                                            delle  Province;
                                                              piccoli Tribunali.
E le conseguenze sono chiare: si parla sempre di “gocce”per non fare alcuna riforma e lasciare tutto così com’é. Evidentemente al alcuni conviene questo immobilismo. 
On. Straccio: non posso che darti piena ragione.
On. Cencio: penso che questi risparmi da noi, su due piedi qui trovati, dovrebbero finanziare gli esodati e consentire loro una vita più dignitosa. La mia – credimi – non vuole esser una critica; però è evidente che il nostro Presidente, un Professore, come il Sen. Monti, che è consulente di banche o il Ministro Severino che ha dichiarato dalla Lucia Annunziata che la sua dichiarazione dei redditi è milionaria,  non potranno mai capire le situazioni – autentici drammi – che si trovano a vivere i miei amici Rosario e Vincenzo e come loro quasi tutti gli esodati.
Sono situazioni che le può forse capire il Ministro Riccardi che, da fondatore della Comunità Sant’Egidio è quotidianamente a contatto con i bisogni più elementari dell’uomo e le situazioni di più autentico disagio.
On. Straccio: ho un’idea.
On. Cencio: quale?
On. Straccio: dobbiamo stilare un documento da inviare personalmente al Ministro Riccardi chiedendogli di farsi carico presso il Governo che il tema degli esodati va affrontato seguendo almeno questi criteri guida:
  
a)      gli esodati non sono il frutto di una calamità naturale imprevedibile, ma di accordi sottoscritti alla presenza del Sindacato e degli Ispettorati del lavoro; ne consegue, tra l’altro, che avere il loro numero non è poi un’impresa titanica;
b)     gli esodati non possono essere considerati una zavorra! Sono persone con famiglie a carico         
che vivono una situazione di grave disagio;  sovente dopo più di 30 anni di lavoro;     
     c)   il numero degli esodati non va determinato in base alle somme che la Ragioneria Generale     dello Stato dichiara disponibili, ma in base all’effettivo numero di coloro che avevano già sottoscritto regolari accordi prima del Decreto Monti “Salva Italia”, alla presenza di Sindacati e Ispettorati del lavoro;
d)   nell’affrontare il tema degli esodati finora s’è fatto ricorso ad un approccio di natura prevalentemente tecnico/ragioneristica.  E’ il caso, invece, di affrontarlo ricorrendo anche ad un approccio di natura politica, il che significa maggiore vicinanza alle tematiche di natura più sociale che contabile.
e)    i soldi necessari vanno trovati facendo fare sacrifici questa volta, tra gli altri,  anche alla politica e all’alta burocrazia dei magistrati ( non ci è mai piaciuta l’esenzione da questi sacrifici della Corte Costituzionale con la scusa che gode di autonomia costituzionalmente garantita) se non vogliamo che gli esodati diventino un sigillo sulla tomba della seconda Repubblica.                                                        

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