venerdì 28 dicembre 2012

E COSI' L'ON. CASINI ROTTAMA LA ROTTAMAZIONE DEL SINDACO RENZI



On. Straccio: collega Cencio… è da qualche giorno che i lineamenti del tuo volto sono più tesi del solito. Perché?
On. Cencio: è da 5 anni che siamo in Parlamento, ma devo confessarti che capisco sempre meno come la Politica riesca a “prendere in giro” il cittadino con giochi di parole.
On. Straccio: perché tanto pessimismo?
On. Cencio: ho sentito l’On. Casini e ho capito cosa possa significare stare 30 anni in Parlamento! Diventi “esperto”! Impari i “trucchi del mestiere” e giri la frittata come vuoi tu.
On. Straccio: ma… cosa ha detto di così sconvolgente?
On. Cencio: ha detto che nella formazione delle liste elettorali si atterrà a questo principio: no agli opportunisti dell’ultima ora.  Capisci cosa significa tutto ciò?
On. Straccio: non propriamente. Spiegami.
On. Cencio: è un modo elegante per arginare il progetto  di rinnovamento del personale politico portato avanti dal rottamatore Renzi.
On. Straccio: cioè?
On. Cencio: vedi…
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: l’On. Casini, definendo “opportunisti” coloro che vorrebbero affacciarsi per la prima volta alla Politica, di fatto chiude loro la porta in faccia.
On. Straccio: ma così facendo nelle liste continueranno a trovar posto tutti coloro che da 30 anni siedono in Parlamento!  E tutto ciò alla faccia della proposta Renzi!
On. Cencio: vedo che hai capito.  E’ la rottamazione della rottamazione proposta dal Sindaco fiorentino Renzi!.

mercoledì 26 dicembre 2012

I RISULTATI DELL'AZIONE DEL GOVERNO MONTI: OVVERO LA VITTORIA DI PIRRO.



On. Straccio: che ne dici dell’esperienza Monti dopo 13 mesi di attività a Palazzo Chigi?
On. Cencio: alcune luci e tante ombre!
On. Straccio: cosa vuoi dire?
On. Cencio:  domenica scorsa, passeggiando lungo il corso del mio Paese, ho fatto visita agli amici riuniti al Circolo della Concordia che parlavano, guarda caso, dei risultati dell’esperienza Monti.
On. Straccio: che dicevano?
On. Cencio: si parlava degli esodati: nel mio Paese ce sono una trentadue che da un anno sono senza stipendio e senza pensione!
On. Straccio: noto che tu conosci il numero esatto degli esodati dei tuo Paese, mentre quelli del Governo dopo un anno non sono ancora in grado di dirci il numero esatto su scala nazionale. E poi?
On, Cencio: parlavano dell’ I. M. U. e delle sue macroscopiche distorsioni. Diceva, ad esempio, Francesco, un mio amico d’infanzia: “da 13 mesi sono un esodato, mi hanno cioè privato di uno stipendio  e di una pensione nonostante i miei 38 anni di contributi versati.  Eppure, come se tutto ciò non bastasse,  mi hanno anche  gravato del pagamento dell’I. M. U.! Posso tranquillamente dirlo: cornuto e mazziato! Ma Monti   e la Fornero hanno la minima percezione della tragica situazione in cui hanno cacciato migliaia di famiglie?  Forse  vivono in un altro mondo!
On. Straccio: parole sacre!
On. Cencio: ha preso poi la parola Vincenzo il quale lamentava, a proposito di I. M. U. ,  che sua mamma ottantenne é da un anno ricoverata, dopo la rottura del femore, presso la “Casa di cura Giorni Sereni” . Ebbene: la casa dove abitava è stata considerata II^ Casa e, in quanto tale, ha pagato un’aliquota di  I. M. U.maggiorata!
Mia mamma, diceva Vincenzo, non è in villeggiatura ma in una casa di cura! Ha una logica farle pagare (a Lei che tra l’altro percepisce una pensione di 540 € al mese)  un’ I. M. U. maggiorata solo perché è ricoverata?
On. Straccio: devo dire che il tuo amico Francesco ha proprio ragione quando dice che Monti e la Fornero non hanno la minima percezione della criticità della situazione  per migliaia di famiglie provocata dalle loro decisioni.
On. Cencio: troppe criticità nella loro azione di governo: ecco il perché del mio giudizio poco lusinghiero!
On. Straccio: vero anche questo!
On. Cencio: come al solito è intervenuto il  anche nostro  ex Sindaco Marcantonio il quale, da par suo, con la  solita saggezza che lo contraddistingue e da tutti riconosciutagli,  ha così voluto commentare la situazione: “Cari amici ricordate cosa dice  il vecchio proverbio:  BUON FALEGNAME FA POCHI TRUCIOLI!”      E non è ancora finita!
On. Straccio: perché?
On. Cencio: ha preso la parola anche il Prof. Aristodemo, nipote del Marcantonio e docente di latino e greco al Liceo classico, il quale è così intervenuto: aumento del debito pubblico e dei disoccupati, innalzamento delle tasse , in aumento  recessione e suicidi di imprenditori. 
Troppi i dati negativi per poter dire che il saldo dell’azione Monti sia positiva!.
Troppe le vittime rimaste sul campo perché Monti possa cantare vittoria!                          
Quella di Monti è stata una vittoria di Pirro: perdite economiche pesanti e sproporzionate per i magri risultati ottenuti!
Un po’ di umiltà dovrebbe far dire al prof. Monti quanto disse Pirro dopo le due “dolorose” vittorie sui Romani ad Eraclea e Ascoli Satriano: “si denuo sic vincendi sunt Romani, peribimus”  cioè “se dovremo vincere un’altra volta  i Romani in questo modo, per noi sarà la completa rovina”.

sabato 22 dicembre 2012

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO MARIO MONTI E LE UMANE DEBOLEZZE DEL POTERE.



On. Straccio: collega Cencio…rimango perplesso nel constatare…
On. Cencio: che cosa?
On. Straccio: l’incertezza che nelle ultime settimane sta caratterizzando l’azione del Presidente del Consiglio Mario Monti.
On. Cencio: devo dirti che hai proprio ragione!
On. Straccio: al mattino non si candida, al pomeriggio non nega che potrebbe candidarsi, la sera deve ancora riflettere sulle dichiarazioni dell’On. D’Alema che, a proposito della ventilata candidatura del Presidente Monti, parla di scelta “moralmente discutibile”. E’ un atteggiamento  che, in effetti, disvela debolezze inattese.
On. Cencio: ma cosa pensavi? Anche questo, nella sua intimità, è l’essenza del potere!
On. Straccio: in effetti anche coloro che svolgono una pubblica funzione, quando meno te lo aspetti manifestano le umane debolezze che sono insite anche nel potere. Credo che…
On. Cencio: che cosa?
On. Straccio: che il Presidente Monti in questi ultimi giorni sia passato dalla convinzione di potere aspirare a tutto alla paura di perdere tutto.

LE PRIMARIE DEL PARTITO DEMOCRATICO E IL PERCORSO SCOLASTICO DELL'ON. DI PIETRO NEL GIUDIZIO DI ROBERTO BENIGNI.



On. Straccio: collega Cencio hai sentito il commento di Roberto Benigni  sulle recenti  primarie del Partito Democratico ?
On. Cencio:veramente no. Ha detto qualcosa di interessante?
On. Straccio:  Roberto Benigni  ha  detto:“ le primarie del P. D. hanno avuto molto successo a tal punto che  anche l’On. Di Pietro le vuole fare, così se le supera potrà iscriversi alle superiori”.

lunedì 17 dicembre 2012

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO MONTI E LA LEGGE DEL FULMINE.

Fulmine


On. Straccio: collega Cencio che ne dici di tutte queste pressioni esercitate su Monti per un suo bis da Presidente del Consiglio nella prossima legislatura?
On. Cencio: proprio qualche giorno fa ero presente ad un’assemblea di esodati alla quale partecipavano anche delle rappresentanze sindacali.
On. Straccio: cosa è stato detto di interessante per la soluzione di questo dramma che vede coinvolte centinaia di migliaia di persone?
On. Cencio: puoi immaginare il dolore di  tante famiglie monoreddito con l’unico capofamiglia esodato alle prese con il pagamento dell’I. M. U.!
Un dibattito, devo dirti, privo di toni aspri e accesi. Direi  composto.
Ad un certo punto un esodato chiede al rappresentante sindacale : “ma se il prossimo Governo sarà presieduto ancora dal prof. Monti che ne sarà del nostro futuro?
On. Straccio: cosa ha risposto il sindacalista? 
On. Cencio: ha risposto così: “speriamo che si applichi anche al Presidente Monti il principio del fulmine”!
On. Straccio: cioè?
On. Cencio: tutti i fulmini che nelle tempeste si abbattono su case e capannoni sono unici e irripetibili! Quindi….non possono colpire che una sola volta!

domenica 16 dicembre 2012

LENTICCHIE E COTECHINO: OVVERO LE STRATEGIE ELETTORALI DELL'ON. CASINI





On. Straccio: collega Cencio… hai saputo?
On. Cencio: che cosa? Dimmi.
On. Straccio: l’On. Casini ha detto che il suo Partito “non si vende per un piatto di lenticchie”.
On. Cencio: ha ragione.  Stiamo entrando nel pieno delle festività natalizie!
On. Straccio: e con ciò?
On. Cencio: vedi….
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: siamo in Parlamento oramai da una legislatura e ancora non hai capito che in politica talvolta i sottintesi valgono  di più di ciò che viene espressamente detto!
On. Straccio: hai proprio ragione! Quindi?
On. Cencio: l’On. Casini voleva dire che alle lenticchie deve accompagnarsi anche il cotechino.

martedì 11 dicembre 2012

GLI "SMONTATI" CASINI E FINI SI AGGRAPPANO ALLA LISTA MONTI




On. Straccio: hai saputo l’ultima?
On. Cencio: a cosa ti riferisci?
On. Straccio: voci riservate dicono che gli Onorevoli Casini e Fini, preoccupati per l’avvicinarsi della scadenza elettorale della prossima primavera, abbiano incontrato il Presidente del Consiglio Mario Monti.
On. Cencio: per dirgli cosa?
On. Straccio: “se ti ricandidi, nella compilazione della tua lista,   Mon….ti  scordar di noi”.

sabato 8 dicembre 2012

LE RIFORME COSTITUZIONALI CHE VOGLIAMO.




Carissimi lettori, a richiesta degli Onorevoli Cencio e Straccio, da oggi diamo inizio ad una rubrica che ci accompagnerà fino   alle elezioni politiche della primavera 2013 .
Scopo dell’iniziativa è quello di  illustrare sul nostro blog le riforme costituzionali delle quali gli stessi Onorevoli e tutti coloro ( Onorevoli e non )  che vorranno intervenire al dibattito, che ne scaturirà, si faranno portatori nell’imminente campagna elettorale.
Da parte nostra, nel ringraziare gli Onorevoli Cencio e Straccio per la fiducia accordataci, invitiamo i lettori ad intervenire con autonome proposte e osservazioni man mano che le proposte verranno presentate.
Abbiamo deciso di intitolare la rubrica Le Riforme costituzionali che vogliamo”.
Ringrazio fin d’ora tutti coloro che vorranno intervenire; siamo sicuri che renderanno più fecondo il dibattito.

Iniziamo presentando le prime proposte formulate dagli Onorevoli Cencio e Straccio sul  tema  del numero dei componenti del Parlamento.


On. Cencio

Propongo di modificare  l’articolo 56 della Costituzione che determina il numero degli Onorevoli.
Dispone il secondo comma di questo articolo che “ il numero dei deputati è di  630, dodici dei quali eletti nella circoscrizione Estero”.

Modifica

Riteniamo che siano sufficienti 400 deputati .
Riteniamo inoltre abolire la presenza dei 12 deputati eletti nella circoscrizione Estero: s’è dimostrata un’esperienza inutile, fallimentare, costosa e di nessuna utilità politica. La vicenda dei “marò” sta a testimoniare la mia affermazione. Cosa hanno fatto gli Onorevoli eletti  nei Paesi dell’est asiatico?  Già abbiamo Ambasciate e Consolati per curare gli interessi italiani all’estero.

La nuova formulazione del secondo comma dell’articolo 56 della Costituzione dovrebbe essere la seguente:
“il numero dei deputati è di 400”.


On. Straccio:

Propongo di modificare l’articolo 57 della Costituzione che determina il numero dei Senatori.
Dispone il secondo comma di questo articolo che “il numero dei senatori elettivi è di 315, sei dei quali eletti nella circoscrizione Estero”.


Modifica

Riteniamo che siano sufficienti  200 senatori.
Riteniamo inoltre di abolire la presenza dei 6 senatori eletti nella circoscrizione Estero: i motivi, a sostegno della mia proposta, possono tranquillamente essere mutuati da quelli su esposti dal collega Cencio.

La nuova formulazione del secondo comma dell’articolo 57 della Costituzione dovrebbe essere la seguente :
“il numero dei senatori è di 200”.


Attualmente fanno parte del Senato oltre ai membri elettivi anche due categorie di membri non elettivi :
a)      gli ex Presidenti della Repubblica;
b)      I  Senatori a vita che ogni Presidente della Repubblica  può nominare ( 5 ogni Presidente) scegliendoli fra i cittadini che abbiano illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico artistico e letterario.
Questo è quanto dispone l’articolo 59 della Costituzione.

Riteniamo che questo articolo  vada abrogato perché se l’incidenza di una decina di Senatori non elettivi sui 315 elettivi può essere minima, non sarà altrettanto se il rapporto diverrà di una decina su 200. Si correrebbe il serio rischio di alterare il responso delle urne elettorali.

Invito

Nel ringraziare gli Onorevoli Cencio e Straccio per queste prime proposte formulate, invitiamo tutti coloro che fossero interessati al tema a farci pervenire le loro proposte. Auspichiamo che sul tema si apra un serio dibattito.

mercoledì 5 dicembre 2012

IL MINISTRO FORNERO E GLI ESODATI OVVERO IL MASTELLO E LA MINESTRA



On. Straccio: collega Cencio…che ne dici degli esodati?
On. Cencio: un dramma! Un autentico dramma che coinvolge migliaia di famiglie che da un giorno all’altro si sono trovate con un capofamiglia senza  né stipendio, né pensione!
On. Straccio: ti sembra possibile?
On. Cencio: che cosa?
On. Straccio: che dopo un anno dall’approvazione della legge sulle pensioni il Presidente Monti e il Ministro Fornero non sappiano ancora il numero esatto degli esodati!
On. Cencio: hai ragione! Incredibile che nell’era dell’informatica e di internet dopo un anno il Governo brancoli ancora nel buio. Non credo.
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: che al Governo non appiano ancora questo numero.
On. Straccio: è quello che penso anch’io. Lo sanno, eccome! Ma fa loro comodo non farlo sapere!  Vogliono gestire la vicenda senza coinvolgere il Parlamento.
On. Cencio: sai cosa diceva mio nonno?
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: “chi ha il mastello in mano fa la minestra a modo suo!”.

martedì 4 dicembre 2012

LETTERA APERTA A BABBO NATALE.


Riceviamo e pubblichiamo

Caro Babbo Natale, posso chiederti qualcosa di speciale, che poi non sarebbe tanto speciale?
Vedi, stamattina  con la mamma ero al mercato dove ho sentito due anziani che dicevano di non poter comperare alcuni alimenti perché devono pagare l’I .M. U. la televisione e le bollette.
Allora ti chiedo di portare questo dono alle persone anziane che ne hanno bisogno: paga tu I. M. U. televisione e bollette  per loro.
Grazie, ti voglio tanto bene.

mercoledì 28 novembre 2012

ANCHE LA MAGISTRATURA TALVOLTA HA UN CUORE: BREVI CONSIDERAZIONI A MARGINE DELLA "VICENDA SALLUSTI"






On. Cencio: collega Straccio…e poi dicono che la Magistratura non abbia un cuore!
On. Straccio: non capisco! Cosa vuoi dire?
On. Cencio: Come? Non sei a conoscenza della vicenda del Direttore del quotidiano “Il Giornale” il Dr. Alessandro Salllusti?
On. Straccio: si, so che la condanna al carcere inflittagli in appello è stata confermata in Cassazione.
On. Cencio: evidentemente non sei a conoscenza degli ultimi sviluppi della vicenda.
On. Straccio: quali? Dimmi. Penso che non avendo chiesto di scontare la pena ai domiciliari a giorni si dovrebbero aprire per lui le porte del carcere di San Vittore.
On. Cencio: invece – e qui sta la novità dell’ultima ora - voci riservate di corridoio, uscite dal Palazzo di Giustizia, ci dicono che al Dr. Sallusti sia stata data possibilità di scelta fra due possibili soluzioni…
On. traccio: quali?
On, Cencio: è stato chiesto al dr. Sallusti – dicono queste voci di corridoio – “vuole essere ospite di San Vittore o della Santanché? “.
On. Straccio: hai proprio ragione ma permettimi di aggiungere una avverbio alla tua affermazione. Qualche volta anche la Magistratura ha un cuore!

mercoledì 21 novembre 2012

A PROPOSITO DI CARTELLE DI PAGAMENTO "P A Z Z E": QUANDO LA SANZIONE IGNORA IL PRINCIPIO DI RAGIONEVOLEZZA.



On. Straccio: collega Cencio…ti vedo assorto nella lettura de Il Sole 24  Ore; che notizia stai leggendo?
On. Cencio: storie di  ordinaria follia italiana!
On. Straccio: spiegati meglio! Di che argomento si tratta?
On. Cencio: di cartelle di pagamento prive di quel minimo di senso logico.  Di cartelle di pagamento figlie di una legislazione priva  di quel minimo di sensatezza, di misura, di buon senso.
On. Straccio: posso dire “di ragionevolezza”, trattandosi di un principio al quale molto spesso ti richiami nei tuoi interventi in Aula, per valutare un testo di legge?
On. Cencio: hai detto proprio bene!  Io parlo di ragionevolezza  perché, come vado da sempre ripetendo, ho paura della rigida e implacabile imperatività della norma che non guarda in faccia il caso concreto.
On. Straccio: devo purtroppo constatare come, nonostante la nobiltà del tuo pensiero, quello della ragionevolezza non sia un principio chiamato ad occupare il posto che meriterebbe. Si tratta di un principio non sufficientemente preso in considerazione nelle Aule Parlamentari.  Molto difficilmente, e di questo non posso che dartene atto, rappresenta il filo conduttore della trama di un testo di legge. Scusa se mi sono dilungato. Dimmi cos’è successo in concreto?
On. Cencio: scrive il Dr. Romolo Perrozzi di Pistoia, in una lettera inviata a Il Sole 24 Ore, che “la Camera di commercio di Pistoia per 17 centesimi di diritto camerale non versato ha inflitto a una Snc mia cliente una sanzione di 72,23 € “.
On. Straccio: se le cose stanno così le tue parole sono più che giustificate: manca, in effetti, ogni ragionevole rapporto tra i due valori! Questo non è sanzionare ma infierire!
On. Cencio: è una notizia che sta a dimostrare come  ancora sia lunga  la strada per creare un clima di autentica civiltà giuridica, fondato sulla ragionevolezza legislativa.

lunedì 19 novembre 2012

LEGGI NUMEROSE E MALFATTE, RAGNATELE E CORRUZIONE. RIFLESSIONI A MARGINE DELLA RECENTE LEGGE "ANTICORRUZIONE".



On. Straccio: collega Cencio…che idea ti stai facendo dell’entusiasmo da parte del Governo e di alcune forze politiche per l’approvazione delle “legge anticorruzione”?
On. Cencio: non mi illudo più di tanto!
On. Straccio: non capisco! Cosa vuoi dire? Spiegati meglio.
On. Cencio: purtroppo cambierà poco e quasi tutto resterà come prima!
On. Straccio: troppo pessimismo che, lasciamelo dire, qualcuno giudicherà ingiustificato. Come mai questa tua opinione così  pessimisticamente negativa?
On. Cencio: vedi…
On. Straccio: cosa?
On. Cencio: il problema, purtroppo, non è stato aggredito alla radice. Vedi…
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: se tu prosciughi completamente l’acqua dell’acquario cosa succede?
On. Straccio: i pesci muoiono perché è l’acqua che garantisce la loro vita.
On. Cencio: bene! E’ quello che bisogna fare per combattere seriamente la corruzione; perché vedi..
On. Straccio: che cosa?    
On. Cencio: come l’acqua garantisce la vita ai pesci, così le leggi – specialmente se sono malfatte e in numero spropositato --  garantiscono lo sviluppo della corruzione.
On. Straccio: come mai parli così?
On. Cencio: in Italia abbiamo troppe leggi e di pessima qualità. E le leggi quando sono troppe e malfatte costituiscono una specie di sottofondo stabile della corruzione.
On. Straccio: incomincio a capire il tuo pessimismo. In effetti l’eccessivo numero delle leggi è un serio problema che periodicamente torna alla ribalta sia dei tecnici che dell’opinione pubblica..Ma quante leggi abbiamo oggi in Italia?     
On. Cencio: da noi ne saranno in vigore non meno di 150.000 tra leggi statali e leggi regionali, mentre nei Paesi a noi vicini non superano le 15/20 mila!
On. Straccio: che sproporzione!
On. Cencio: sta proprio qui, in questo numero la causa prima della corruzione che, come una piovra dai 1.000 tentacoli, stringe in una morsa mortale il nostro Paese. Perché vedi…
On. Straccio: cosa?
On. Cencio: la legge è una medicina necessaria. Però bisogna prenderla a giusta dose, pena una intossicazione!  Bisognava trarre insegnamento dagli antichi greci e dai nostri avi romani e purtroppo neanche il Governo dei tecnici l’ha fatto! Ancora una volta un’altra occasione persa!
On. Straccio: e quale insegnamento ci hanno lasciato in eredità?
On. Cencio: partiamo dai Greci: diceva il grande legislatore ateniese Solone che “la giustizia è come una tela di ragno: trattiene gli insetti piccoli, mentre i grandi trafiggono la tela e restano liberi”.
On. Straccio: tesi preoccupante!
On. Cencio: ma eterna e immutabile verità!
On. Straccio: e i Romani?
On. Cencio: ci insegna Tacito che “corruptissima republica plurimae leges”.  Vedi….
On. Straccio: che cosa?
ON. Cencio: Tacito, già 2.000 anni fa, aveva ben capito che l’eccessivo numero delle leggi va contro uno dei principi di uno Stato fondato sul diritto, cioè “la certezza del diritto”.
E dove non c’è certezza del diritto  regna inevitabilmente  la corruzione!





venerdì 16 novembre 2012

MINISTRI FORNERO E BALDUZZI: IN PREPARAZIONE UNA NUOVA RIFORMA DELLE PENSIONI.



On. Straccio: collega Cencio… sei a conoscenza delle notizie che circolano a proposito di una nuova possibile riforma delle pensioni che sta elaborando il Ministro Fornero?
On. Cencio: sono completamente all’oscuro!    Dimmi tu.
On. Straccio: l’altra sera si è svolto a Palazzo Chigi un incontro tra il Ministro Fornero e il Ministro della salute Balduzzi, che nelle loro intenzioni sarebbe dovuto rimanere segreto, per verificare la praticabilità delle linee portanti di nuova riforma delle pensioni.
On. Cencio: conosci il contenuto della proposta Fornero?
On. Straccio:  ti riporto, per come mi è stato riferito,  il dialogo tra i due Ministri.

Ministro Fornero:  collega Balduzzi in Italia, ci dicono le statistiche, abbiamo un’età media della popolazione tra le più alte del mondo.
Ministro Balduzzi: è vero! Non a caso in Italia aumenta sempre più  percentualmente il numero dei pensionati!
Ministro Fornero: eppure tutti dicono che buona parte delle persone, andando avanti negli anni, ritornano bambini.
Ministro Balduzzi: la letteratura medica, in effetti, conferma questo fenomeno!
Ministro Fornero:  si tratterebbe, se è così,  di rinviare il pensionamento di tutti coloro che con il passare degli anni ritornano bambini!.

On. Straccio: collega Cencio, che ne dici?
On. Cencio: come dicevano i latini  mala tempora currunt!

lunedì 12 novembre 2012

LAVORATORI ESODATI, FIUMI ESONDATI: PROBLEMI VECCHI E NUOVI PER IL GOVERNO MONTI.



On. Straccio: ogni giorno un problema in più per il Governo!
On. Cencio: cosa vuoi dire? C’è qualcosa di nuovo?
On. Straccio: conosci molto bene anche tu la gravità del problema degli esodati!
On. Cencio: quante interrogazioni e quanti ordini del giorno abbiamo presentato insieme e il problema, purtroppo è ancora lì da rislvere!  Un vero e proprio vaso di Pandora! Un problema infinito!  Quanta amarezza!
On. Straccio: ebbene, a questo se n’è aggiunto un altro altrettanto grave.
On. Cencio: quale?
On. Straccio: quello dei fiumi esondati!
On. Cencio: cioè?
On. Straccio: a causa del maltempo che in questi giorni ha investito molte Regioni italiane, decine di fiumi sono esondati dal loro alveo e hanno invaso campagne e città!
On. Cencio: nelle facoltà universitarie di Ingegneria e Architettura dovrebbero insegnare ..
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: a non tombinare torrenti e fiumi.
On. Straccio: hai proprio ragione!  Anche la natura vuole il suo sfogo!

domenica 11 novembre 2012

BEPPE GRILLO LANCIA L'ON. DI PIETRO SULLA STRADA CHE PORTA AL QUIRINALE.



On. Straccio: collega Cencio l’hai saputa l’ultima?
On. Cencio: quale?
On. Straccio: la proposta di Beppe Grillo.
On. Cencio: Grillo di proposte ne fa più di una al giorno. A quale ti riferisci in particolare?
On. Straccio: ha proposto l’On. Di Pietro quale successore di Napolitano al Quirinale!
On. Cencio: si….ho saputo che  Beppe  Grillo ha lanciato Di Pietro sulla strada che porta diritto al Quririnale.
On. Straccio: e poi?
On. Cencio: e poi… che cosa?
On. Straccio: le agenzie di stampa hanno riferito che il lancio è stato così violento, fragoroso e inaspettato che alcuni fra i Candidati alla Presidenza della Repubblica che si erano già avviati in marcia verso il Colle supremo sono rimasti feriti.
On. Cencio: hai i nomi?.
On. Straccio: da parte degli inquirenti c’è, come al solito,  il più stretto riserbo sul numero e i nomi dei feriti.

giovedì 8 novembre 2012

BADANTI E PARTITI.



On. Straccio: Hai letto la dichiarazione dell’On. Giuliano Cazzola del Popolo delle Libertà  rilasciata al giornale diretto da Giuliano Ferrara?
On. Cencio: ti riferisci a qualche argomento in particolare ?
On. Straccio: all’ingresso delle badanti nella vita dei Partiti.
On. Cencio: non ho capito. Spiegami.
On. Straccio: dice l’On. Cazzola che “ Nel P.d.l. sta capitando ciò che succede, ogni giorno, in tante famiglie. Quando i genitori si fanno irretire da prosperose badanti, i figli provano a interdirli, allo scopo di non disperdere il patrimoni di casa”.
On. Cencio: parole sagge; non c’è che dire!

domenica 4 novembre 2012

A PROPOSITO DELL'ACCORPAMENTO DELLE PROVINCE NEONATE: LA FESTA APPENA COMINCIATA E' GIA' FINITA....




On. Straccio: collega Cencio….che ne dici dell’ultimo Provvedimento  con il quale il Governo Monti riordina le  Province delle 15 Regioni a Statuto Ordinario riducendole da 86 a 51?
On. Cencio: a cosa ti riferisci in particolare?
On. Straccio: al fatto che il Governo ha deciso di accorpare, tra le altre, anche Province istituite da pochi anni come: la Provincia di Monza con quella di Milano, la Provincia di Prato con quella di Firenze e la Provincia di Barletta – Andria - Trani  ( la famosa BAT)  alla Provincia di Foggia  e alle proteste, talvolta folcloristiche, inscenate  dagli Amministratori locali.
On. Cencio: si, ho saputo del Sindaco della città di Prato, che si è fatto intervistare seduto sul water della toilette del Municipio e di manifesti, listati al lutto, affissi nelle varie città interessate dal Provvedimento.
On. Straccio: ovunque c’è un senso di rabbia e frustrazione  perché tutte le Province istituite negli ultimi anni, forti dell’entusiasmo da neofiti dei loro Amministratori, avevano avviato rilevanti investimenti per realizzare nuove Sedi e Uffici Provinciali.
On. Cencio: ho ben capito; ma anche tu sai come si dice.
On. Straccio: vuoi dire che l’appetito vien mangiando?
On. Cencio: sarà anche questo motivo, ma io mi riferivo ad altro.
On. Straccio: cioè?.
On. Cencio: che, come si dice dalle mie parti, la festa appena cominciata è già finita.                           

giovedì 1 novembre 2012

CICERONE, SAN GIROLAMO E GLI "AMICI" DEL CAVALIERE.



On. Straccio: collega Cencio, com’è possibile che non pochi Parlamentari,  che fino a poco tempo fa erano annoverati fra i seguaci più leali (meglio dire: amici) del Cavaliere, incomincino, dopo le disavventure di questi ultimi mesi,  a voltargli le spalle?
On. Cencio: evidentemente si trattava di amicizia solo apparente e non propriamente disinteressata.
On. Straccio: avrai pure ragione tu; ma è incomprensibile la veloce rapidità di così tanti distinguo, per non dire vere e proprie defezioni.
On. Cencio: vedi…
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: il Cavaliere e i suoi più stretti collaboratori avrebbero dovuto sapere quanto dice San Girolamo (Ep. 3,6).
On. Straccio: San Girolamo?
On. Cencio: sì, proprio San Girolamo!
On. Straccio: e che cosa dice?
On. Cencio: “amicus vix invenitur, difficile servatur”.
On. Straccio: scusa, lo traduci?
On. Cencio: “l’amico si trova a stento, si conserva difficilmente”.
On. Straccio: che tristezza caro collega!
On. Cencio: purtroppo è la verità caro Straccio! Devi sapere….
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: che già gli antichi romani (Cicerone, De Amicitia, 17, 64) dicevano che “amicus certus in re incerta cernitur”
On. Straccio: che tradotto vuol dire..
On. Cencio: “nelle sventure si vede il vero amico”.








                                             

lunedì 29 ottobre 2012

E SE UNA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE FOSSE INCOSTITUZIONALE? CONSIDERAZIONI A MARGINE DELLA SENTENZA N. 223/2012 CHE HA "BOCCIATO" IL "CONTRIBUTO DI SOLIDARIETA'" A CARICO DI MAGISTRATI E DIRIGENTI PUBBLICI.

Rag.zza

On. Straccio: caro Cencio….cosa ti capita? Su con la vita! Fatti coraggio e sorridi.
On. Cencio: come sorridere dinnanzi a certe situazioni!
On. Straccio: cosa ti è successo di tanto grave per parlare così?
On. Cencio: ho partecipato ad una pubblica assemblea alla quale erano presenti un gruppo di esodati e i dipendenti di un’azienda che ha chiuso i battenti da qualche mese lasciando a casa un centinaio di padri di famiglia.
On. Straccio: questi sono i veri drammi della  nostra Società in questo particolare momento storico!
On. Cencio: al dibattito oltre alle rappresentanze sindacali è intervenuto un signore che mi sembrava alquanto colto. Non ho capito bene in che veste parlasse; è riuscito però a riscaldare non poco gli animi dei presenti.
On. Straccio: cosa ha detto?
On. Cencio: agitava dei fogli. Ho capito che si trattava della sentenza  n. 223/2012 con la quale la Corte costituzionale  ha dichiarato incostituzionale la legge finanziaria approvata dal Parlamento nel 2010  (Governo Berlusconi) nella parte in cui disponeva, tra l’altro,  un prelievo di solidarietà per il triennio 2011-2013 del 5% e del 10% sulla parte di retribuzione di magistrati e dirigenti pubblici eccedente, rispettivamente i 90 e i 150.000 € lordi annui.
On. Straccio: cosa ha detto di particolarmente interessante?
On. Cencio: per prima cosa ha ricordato che “la Corte costituzionale è stata letteralmente investita da una marea di ricorsi e che la Regione con maggior numero di magistrati ricorrenti è stata la Lombardia (n. 261 giudici ricorrenti su 1.300 circa)”. Poi è entrato nel merito della sentenza soffermandosi sulle motivazioni argomentate dalla Corte. Ha letto, a tal proposito, il passaggio della sentenza nella quale la Corte dice che  con i tagli degli stipendi dei magistrati decisi dal Governo Berlusconi “…i limiti tracciati dalla giurisprudenza di questa Corte (sono stati) irragionevolmente oltrepassati”.
On. Straccio: un intervento che denota non solo – come dici tu – “un signore colto”,  ma anche  profondo conoscitore, anche dei minimi dettagli, dell’intera vicenda.  Come sono proseguiti i lavori dell’assemblea?
On. Cencio: ne è seguito un pubblico dibattito dai toni accesi che il moderatore non sempre è riuscito a mantenere nei limiti di accettabilità.  Bisogna però comprendere lo stato d’animo delle persone coinvolte. Pensa che un esodato così si è espresso: “se è costituzionalmente irragionevole un prelievo del 5%  e del 10% che si aggirano e superano i 100.000 € all’anno  perché non deve essere altrettanto costituzionalmente  irragionevole la riforma Fornero che, agendo addirittura  retroattivamente, ha messo letteralmente sulla strada 400.000 persone privandole di una  pensione o di uno stipendio? Gli atti da noi sottoscritti, è bene chiarirlo ancora una volta, sono stati pienamente rispettosi delle leggi allora in vigore! Dinnanzi ad una così palese disparità di trattamento possiamo dire che la nostra è una democrazia gravemente malata!”
On. Straccio: parole pienamente condivisibili che lasciano trasparire tutta l’amarezza di chi si sente tradito e abbandonato dalle Istituzioni.
On. Cencio: l’esodato ha proseguito dicendo che “anche la legge Fornero è incostituzionale perché viola l’articolo 2 della Costituzione il quale dice che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo…e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di  solidarietà politica, economica e sociale. E qui di solidarietà (non a caso questo prelievo era stato definito contributo di solidarietà) noi esodati non ne abbiamo mai vista: né da parte di dirigenti e magistrati che pur guadagnando centinaia di migliaia di  € all’anno si sono rivolti alla Giustizia, né da parte delle Fornero! Mi rivolgo alle rappresentanze sindacali qui presenti: trovate anche voi il modo di far arrivare dinnanzi alla Corte l’incostituzionalità della legge Fornero che ci ha messo sulla strada.  La Corte deve essere un vero e proprio panno capace di asciugare le nostre lacrime, ripristinando un minimo di quella solidarietà voluta dalla Costituzione!
On. Straccio: parole sorprendenti che testimoniano non solo profonde  conoscenze giuridiche ma anche un’altrettanto  profonda carica di umanità.
On. Cencio: dopo quest’intervento ha ripreso la parola il “signore colto” dicendo che “anche la sentenza della Corte n. 223/2012 è incostituzionale –accettate con le riserve del caso la mia affermazione, ma accettatela – perché la Corte, pur appellandosi al principio di ragionevolezza, non è stata coerente fino in fondo nel suo ragionamento: il giudizio di ragionevolezza opera, infatti, non sulla singola legge ma sulla complessità del quadro normativo che disciplina il problema da risolvere. Implica una verifica che non sia stata violata la composita armonia che sempre deve esistere tra più leggi che, non dimentichiamolo, vanno esaminate non singolarmente ma nel loro insieme. Altrimenti detto: il giudizio di ragionevolezza può essere espresso solo se si tiene conto dell’intero mosaico, cioè dall’intero quadro normativo compresa, ovviamente la Costituzione. Risulta evidente, nel nostro caso, come questa volta la Corte abbia mancato l’occasione di verificare  la legittimità della singola legge impugnata  anche in relazione al principio costituzionale di solidarietà economica e sociale ex art. 2 della Costituzione. La solidarietà è una dimensione inderogabile sia per il legislatore che per la Corte costituzionale. Solo così la centralità della persona umana, voluta dalla Costituzione quale pietra angolare dell’intero edificio costituzionale, può diventare una realtà. E la Corte,purtroppo,  questa volta ha disatteso incomprensibilmente  il principio secondo cui la persona deve essere sempre al centro di ogni scelta e decisione.
E ciò meraviglia non poco se si tiene conto che un autorevole componente della Corte  - il Prof. Paolo Grossi – qualche anno fa ebbe a definire la ragionevolezza  una finestra aperta sulla realtà, sul mondo dei valori circolanti. E la realtà sociale del nostro Paese oggi ci presenta una moltitudine di esodati, licenziati, cassintegrati, giovani in cerca di prima occupazione…Una realtà sociale che avrebbe senz’altro dovuto indurre la Corte a giustificare la legge che aveva introdotto un contributo di solidarietà a carico di coloro che percepiscono stipendi che superano i 100.000 €.. Nel nostro caso c’erano tutte le condizioni perché la Corte decidesse ex art. 2 Costituzione, in una visione di equità sociale.
Forse la finestra indicata dal Prof. Grossi quel giorno alla Consulta era chiusa per avversità atmosferiche?”
On. Straccio: devo confessarti che neanche in Parlamento ho sentito pronunciare simili concetti. Come ha reagito l’assemblea?
On. Cencio: ovviamente tanti applausi. Ma quello che mi ha commosso di più  è stato vedere tanti padri di famiglia che si asciugavano le lacrime.
On. Straccio: vista la stringente  logicità giuridica dell’esposizione posso farti una domanda?
On. Cencio: falla pure!
On. Straccio: ebbene, e se anche la sentenza della corte fosse incostituzionale perché affetta da irragionevolezza?

martedì 23 ottobre 2012

L'AMORE E L'AMICIZIA



 Un giorno l’Amore disse all’Amicizia: perché ci sei anche tu se ci sono già io?

L’Amicizia rispose: per portare un sorriso là, dove tu hai lasciato una lacrima.















                                                                                                                                                

venerdì 19 ottobre 2012

MONTECARLO MONTECARLO.



Che cosa c’é…c’è che adesso tutti parlano di te … di me …. E non so perché

Ora sto capendo cosa c’é…                                                                                      

Sapore di sale… sapore di mare, di cose perdute, di cose lasciate…

Sapore di Contesse ie ie ie ie ie   sapor  di eredità ie ie ie ie ie

Che cosa c’è …

Se mi cacci non vale, se mi cacci non vale ……comunque

Arrivederci!  Esco dalla tua vita, salutiamoci, arrivederci    e non pensiamoci ….

Sai che ti dico: vieni via con me , vieni via con me…..a Montecarlo …..

A Montecarlo c’è un posto anche per te!

domenica 14 ottobre 2012

CRITERI GUIDA PER LA SCELTA DEI CANDIDATI ALLE PROSSIME ELEZIONI.



On. Straccio: collega Cencio come va? Come hai trascorso il fine settimana?
On. Cencio: nulla di particolare! Ho girato alcuni Comuni del mio collegio elettorale per approfondire il “tema  relativo alla situazione degli esodati”.  Domenica pranzo in famiglia e pomeriggio passeggiata con i vecchi amici i quali, come al solito, mi hanno invitato allo storico “Circolo della Concordia” dove ho trovato un clima incandescente più del solito.
On. Cencio: qual’era l’argomento in discussione?
On. Straccio: si stava affrontando, a livello zonale e alla presenza di rappresentanze sindacali, proprio il “tema degli esodati”. Siamo entrati quando erano già state svolte le relazioni dei rappresentanti sindacali regionali.  Era presente un folto numero di esodati del Circondario i quali hanno evidenziato tutta la drammaticità della situazione in cui sono venuti a trovarsi, da un giorno all’altro,  con la “legge Fornero”.
On. Cencio: un tema interessante e purtroppo sempre più attuale!
On. Straccio: devo confessarti che mi hanno impressionato le parole accalorate, ma composte e dignitose,  con le quali tutte le vittime di questa assurda vicenda esprimevano il loro grido di dolore.  Mi ha impressionato, in particolare la situazione di un ex dipendente delle Poste di un Paese vicino al mio il quale riferiva di aver sottoscritto l’accordo per andare in pensione dopo 39 anni e 2 mesi di effettivo servizio e che oramai da 16 mesi non percepisce alcuna pensione e che è stata respinta la sua richiesta di reintegro dalle Poste.
On. Cencio. Sono situazioni davvero drammatiche!
On. Straccio: questo signore, proseguendo nel  racconto del suo calvario, in un comprensibile scatto d’ira, si rivolge a me dicendo: “caro Onorevole, sa perché ci troviamo in questa situazione? Glielo dico io! Perché anche le Regioni si stanno mangiando l’Italia. Che significano tutti questi sperperi  con il tacito accordo di tutti i Partiti, mentre la gente onesta che ha sempre lavorato a dicembre non saprà come pagare l’ I. M. U.? Perché non presenta un’interrogazione urgente in Parlamento perché noi esodati possiamo ottenere almeno un rinvio per il pagamento dell’ I. M. U. ?  Comunque con questa classe politica così ingorda sarà difficile uscire dalla crisi!
On. Cencio: come si fa a non dargli ragione?  In effetti, in molti casi lo spettacolo offertoci dalla classe politica regionale grida vendetta!
On. Straccio: ad un certo punto ha preso poi la parola il Commendatore Marcantonio che fu Sindaco del mio Comune negli anni sessanta  il quale, non appena cala il silenzio nella sala, così si è espresso: “ha ragione l’esodato delle Poste! Le 20 Regioni sono altrettanti pozzi di San Patrizio! La classe politica regionale sperpera perché non ha l’esatta percezione della crisi che attanaglia il nostro Paese.
On. Cencio:  purtroppo il tuo Commendatore ha proprio ragione!
On. Straccio: ma è stato più incisivo ancora nelle sue conclusioni quando ha detto che “purtroppo mancano seri criteri per la selezione della nostra classe politica. Chi seleziona il personale da inserire nelle liste dovrebbe sapere che:
-         denaro e potere vanno gestiti da sagge persone.
-         il politico deve essere come il sole che passa sopra il fango e non si imbratta.
On. Cencio: non posso non ammirare la saggezza del tuo ex Sindaco!

mercoledì 10 ottobre 2012

L'ACCORPAMENTO DEI PICCOLI COMUNI: TRA TANTE OCCASIONI PERSE UNA RIFORMA ANCORA POSSIBILE.

                                                       




Al Segretario del Partito Democratico
On. Bersani

Da alcune settimane l’attenzione dell’opinione pubblica è bombardata, tramite televisione e giornali, da notizie riguardanti sprechi di pubblico denaro da parte delle Regioni.
L’evidente difficoltà della classe politica a smentire questo inoppugnabile fatto di malcostume ci spinge a ripensare la capillarità della  presenza e il ruolo delle Regioni nell’ambito di un più ampio dibattito sul complessivo assetto  istituzionale del nostro Paese.
Le inchieste giornalistiche e giudiziarie, portate avanti in questi giorni, evidenziano, invero, un dilagare di sprechi di pubbliche risorse per nulla compatibile con la grave crisi che oramai da troppo tempo attanaglia il nostro Paese. Uno spreco che coinvolge un po’ tutte le Autonomie locali: non solo le Regioni, ma anche gli altri due segmenti che concorrono a costituire  il vasto campo delle Autonomie locali: Comuni e Province.
Dinnanzi all’evidenziata  vastità    del fenomeno corruttivo e di mala, e fin qui incontrollata, gestione di così ingenti pubbliche risorse è arrivato il momento di prendere finalmente atto che non siamo più davanti ad una crisi circoscritta e congiunturale, ma dinnanzi al collasso dell’intero sistema delle Autonomie locali. Un collasso che inevitabilmente deve indurre   le forze politiche a riconoscere e confessare pubblicamente la verità: l’attuale incontrollato decentramento disegnato dalla riforma costituzionale del 2001 fu un grave errore e va quanto prima corretto!
Sul tema è intervenuto, tra gli altri, anche Lei On. Bersani, affermando  perentoriamente  dalle colonne de Il Sole 24 Ore del 28.9.2012: “Stato e Territori, cambiare pagina”.
Prendiamo atto, On. Bersani, della franchezza con la quale riconosce come la riforma costituzionale delle Autonomie locali del 2001:
-  presenti  “aspetti non coerenti, e talvolta anche scomposti, in materia di decentramento”;
-  manchi  “di una visione e di un disegno organico di riforma”;
-  “l’Italia oggi ha più di 8.000 Comuni, un livello amministrativo intermedio da ripensare radicalmente;  
-  bisogna “mettere mano a una riforma organica dell’intero sistema nel quadro della revisione della seconda parte della Costituzione;
-  “bisogna dar vita a uno strumento di rango costituzionale che abbia come suo obiettivo l’elaborazione di un disegno complessivo di riforma, che intervenga su tutti i livelli di governo”.  
Non possiamo non notare e apprezzare come Lei, dopo aver utilizzato nel corso del suo intervento, per ben due volte l’aggettivo “organico”, conclude con la locuzione “disegno complessivo di riforma …costituzionale”.
Quindi non più riforme parziali, ma riforme che abbiano una generale visione d’insieme.  Solo un disegno organico consentirà di semplificare e razionalizzare la complessità dell’attuale assetto istituzionale della Repubblica rendendolo più coerente e funzionale all’Italia del terzo millennio.
Una complessità che non ha mancato di sottolineare il Boccalatte  (prefazione al Volume L’accorpamento dei piccoli Comuni, ed. Rubbettino, 2010) quando afferma che “ difficilmente ci si rende conto di quanti soggetti pubblici incombano sul capo di ogni cittadino: Comune, Provincia, Regione, Stato, Unione Europea, tanto per limitarci ad alcuni enti territoriali..”
Ogni singolo Ente meriterebbe uno studio sulla sua razionalizzazione. Noi ci accingiamo, in questa sede, a sottoporre alla riflessione sua e delle forze politiche tutte, la riorganizzazione dei Comuni i quali, come Lei ha ben evidenziato, sono 8.100. Di questi, aggiungiamo noi:

-   4.600  non superano i 3.000  abitanti;
-   5.756                      5.000            .
L’attuale legislazione sugli Enti Locali stabilisce che “spettano al Comune tutte le funzioni amministrative …salvo quanto non sia espressamente attribuito ad altri soggetti”( art. 13 T.U. 267/2000). L’art. 118 della Costituzione, così come modificato dalla riforma del 2001, dispone, a parte sua, che “le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni…sulla base dei principi di sussidiarietà differenziazione ed adeguatezza”.
Un articolo, quest’ultimo, che, togliendo alla Stato il ruolo di amministratore a competenza generale, riconosce e rafforza la centralità e il ruolo dei nostri Comuni. Ricordiamo, in proposito, come l’allora Presidente della Repubblica  Francesco Cossiga ebbe a definire il Comune “il volto immediato dello Stato, il primo momento di contatto fra i cittadini e le istituzioni” (messaggio televisivo di fine anno del 31.12.1987).
Ci sia consentito evidenziare come il Comune, attraverso la sussidiarietà, ed è chiamato istituzionalmente a svolgere un ruolo anche di presidio per le categorie più deboli; un ruolo che oggi é reso ancora più complesso e gravoso dalle perduranti circostanze di incertezze sociali ed economiche che attraversano il nostro Paese.
Un ruolo che giammai potrà essere svolto   dai piccoli e piccolissimi Comuni costituzionalmente”
 privi di una forza politica e conseguentemente  incapaci di organizzare una efficiente prestazione di servizi. Ci chiediamo, così stando le cose, se la permanenza dei piccoli Comuni abbia ancora un senso. Recentemente il prof. Cerulli Irelli, docente alla Sapienza di Roma ed ex parlamentare, ha espresso, a proposito dei Comuni con meno di 5.000  abitanti,  la seguente opinione: “è assolutamente impossibile per enti di questo tipo esercitare funzioni di governo accettabili”. (Così nell’intervista al quotidiano L’Unità del 25.11.2011).
Mi permetta sottolinearne, On. Bersani, la locuzione “assolutamente impossibile”.
Sono Comuni, aggiungiamo noi, ai quali manca ogni capacità programmatoria degna di questo nome, mentre l’esigenza di uscire dai particolarismi municipali per confluire in un disegno di sviluppo coordinato e di più ampio respiro si fa sempre più insistente.
Del resto, è inutile continuare a negarlo: la riforma del 2001 con  la Costituzionalizzazione  del principio della sussidiarietà ha di fatto “spiazzato” i piccoli Comuni, perché incapaci a reggere il passo alle nuove “pesanti” incombenze la cui titolarità è stata indistintamente loro assegnata.
Purtroppo nei piccoli Comuni tale titolarità molto spesso rimane solo sulla carta, creando di fatto condizioni di diseguaglianza fra i suoi cittadini e quelli de Comuni, più grandi e non di rado contermini, nei quali la sussidiarietà raggiunge adeguati livelli di sufficiente concreta effettività.
Il legislatore che nel 2000 ha scritto l’art. 13 del T. U. 267 secondo cui “spettano al Comune tutte le funzioni”   e nel 2001 ha riscritto l’art. 118 della Costituzione secondo cui “le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni” si caratterizza per aver prima   parificato il Comune di Milano a quello di Pedesina (Sondrio) che con i suoi 30 abitanti è il più piccolo comune d’Italia, e poi per aver assegnato loro in modo indistinto le stesse identiche funzioni. E’ una tecnica legislativa che ci ricorda la parabola evangelica del seminatore la cui semente cade – narra  l’Evangelista Marco ( cap. 4°, 2-8  ) -  in parte lungo la strada, per essere beccata dagli uccelli, in parte fra i sassi dove, non essendoci terreno profondo, spunta subito e al levar del sole si secca non avendo radici.
L’evangelista prosegue nella sua narrazione dicendoci che un’altra parte cade tra le spine che la soffocano e non dà frutto. Un’altra parte, infine, cade sulla terra buona (da evidenziare l’aggettivo con il quale qualifica la terra), da frutti e rende ora il 30, ora il 60 e ora il 100 per uno.
La parabola ci insegna che non basta seminare soltanto: bisogna sapere scegliere dove, altrimenti si rischia di perdere tutto. Tutto ciò la natura ce lo insegna e la vita di tutti i giorni ce lo conferma,
La caduta del seme in 4 diverse parti del terreno non costituisce nell’economia della parabola 4 storie diverse, ma una sola storia: quella , appunto, di un contadino che getta il seme nello stesso campo e nello stesso giorno.
La parabola ci presenta 4 tipi di terremo: i primi tre sono la storia di altrettanti fallimenti, mentre l’ultima ci dice che il seme porta molto frutto.
Ad una attenta lettura non può sfuggire al lettore come nella stessa semina sia la qualità del terreno a provocare fallimenti e successi. Fin qui la parabola  evangelica.
Fuori metafora: non è difficile intravedere nel seme il principio della sussidiarietà accompagnato a quello di eguaglianza e nei 4 tipi di terreno l’eccessivamente  variegata realtà dei nostri Comuni.
E come nella parabola fallimenti e successo della semina sono provocati dalla qualità del terreno, altrettanto possiamo senz’altro dire in tema di sussidiarietà e di riforma dell’Ordinamento comunale: sono i Comuni, con la loro estrema articolazione, a decretare il successo o il fallimento della sussidiarietà e del nuovo ruolo che sono chiamati ad assolvere.

Moltissimi Comuni, i più piccoli, sono rimasti letteralmente “schiacciati” dal peso delle nuove incombenze e non riescono ad assolvere ai loro compiti istituzionali secondo il principio di effettività..
Come il seme non si getta dovunque, così le stesse identiche funzioni, anche se in nome del principio di eguaglianza e della sussidiarietà, non possono essere affidate indistintamente a tutti gli 8.100 Comuni senza tener conto delle oggettive differenze, talvolta incolmabili, che corrono tra loro.
Il legislatore forse avrebbe dovuto tenere in maggiore considerazione l’insegnamento di sant’Agostino secondo cui “l’ordine è la disposizione di cose eguali e diseguali che assegna a ciascuno il proprio posto” (La Città di Dio, Libro IX, cap. XIII, par. I ).
Anche le istituzioni comunali, così come le altre istituzioni, per quanto ben concepite e rappresentate da persone ispirate da nobili propositi, alla lunga sono destinate a fallire nella loro missione se non istituite e rette nel tempo tenendo conto del principio di ordine” così come concepito da sant’Agostino: “a ciascuno il proprio posto”.
Sta nell’aggettivo “proprio” la chiave di lettura del pensiero agostiniano: ad ogni soggetto vanno affidati compiti secondo capacità allo stesso riconosciute di svolgerli effettivamente. L’attuale nostra legislazione assegna invece in modo “indistinto” le stesse identiche funzioni a tutti i Comuni senza alcuna preventiva analisi dell’effettiva adeguatezza di ciascuno di loro all’assolvimento delle stesse.
Tornando alla parabola evangelica ci sia consentita un’ulteriore osservazione. C’è un tema che  nella parabola non viene affrontato:  quello della preliminare preparazione del terreno prima della semina.  Ai nostri giorni si è soliti preparare il terreno con il concime e altre sostanze fertilizzanti dopo averlo arato.  E’ un lavoro faticoso non meno della semina.

Tornando ai nostri Comuni non possiamo non ricordare, in proposito, gli sforzi profusi da un grande Maestro, il Prof. Giannini, il quale sosteneva la necessità di far precedere la riforma dell’Ordinamento comunale – che poi sarebbe sfociata nella legge n. 142/1990 – da un generale riordino delle Circoscrizioni comunali. Il Giannini, infatti,  dopo aver sostenuto il principio della necessaria “autonomia vitalità” dei Comuni, (l’autonomia per essere effettiva deve essere vitale, cioè operativa) invitava le forze politiche a voler preventivamente procedere alla fusione dei Comuni più piccoli (atto Senato n. 2.100, artt. 1-5, anno 1989).
Purtroppo la voce del Giannini rimase “voce nel deserto” e oggi a distanza di  più di un ventennio siamo qui a constatarne  le conseguenze che, dimostratesi tutt’altro che esaltanti,  costringono gli studiosi e le forze politiche a porvi rimedio.

Riteniamo che ciò che non fu fatto allora deve essere fatto oggi!
 
Pur essendo trascorsi più di   vent’anni dall’approvazione della legge n. 142/1990 possiamo solamente e molto amaramente constatare come il numero complessivo  dei Comuni non sia affatto diminuito, nuove Province siano nate come funghi dal nord al sud della Penisola e per i cittadini che vivono nei piccoli Comuni la sussidiarietà molto spesso rimane un principio costituzionale privo di effettività .

E l’ordinamento comunale ha ormai raggiunto una soglia di criticità oltre la quale può saltare l’equilibrio dello stessa assetto statale.

La verità è che una vera  riforma dell’Ordinamento comunale  tutti la vogliono ma, almeno fin’ora, solo a parole. Forse sarebbe necessario che prima ancora di pensarla, la riforma, venissero realizzate le “precondizioni di merito” guardando alla nostra Storia, alle origini del nostro Ordinamento comunale, alle origini e  all’attuazione della nostra Costituzione repubblicana e alla criticità dell’assetto ordinamentale dei nostri Comuni.
Per verificare la criticità dell’attuale presenza di 8.100 Comuni sarebbe opportuno ricorrere alla prova del cocomero (rectius: anguria). Ebbene, se per scegliere un frutto a un giusto livello di maturazione si usa incidervi un tassello a forma di cuneo per assaggiarne la polpa,  così la stessa operazione andrebbe eseguita per “saggiare” la “validità” – forse sarebbe meglio dire la criticità” -  dell’attuale presenza di 8.100 Comuni nell’attuale istituzionale del nostro Paese. E ciò perché dovrebbe essere  interesse di tutti avere  innanzi tutto piena cognizione della criticità dell’attuale situazione per approntare poi gli opportuni rimedi. La situazione, purtroppo, ha già superato il giusto punto di maturazione per non intervenire.
Interessante al riguardo l’indagine svolta, già prima del varo della legge n. 142/1990, da due valenti studiosi Mannozzi e Visco Comandini, per conto del C.N.R. ( Le funzioni del Governo locale, Giuffrè, 1990), dalla quale risultava che il tasso di effettivo esercizio delle funzioni delle quali i Comuni sono titolari variava, in generale, dal 29% dei piccoli al 65% di quelli grandi o metropolitani. Gli stessi altresì osservavano come, anche restringendo l’indagine alle sole attività cosiddette “essenziali” e cioè quelle il cui mancato esercizio tocca interessi primari e viali della Comunità, il grado di effettività nei Comuni con meno di 3.000 abitanti non superasse il 60% . Trattasi di percentuali che evidenziano uno stato di grave patologia nella gestione amministrativa dei nostri Comuni più piccoli: l’inadeguatezza dimensionale dei Comuni quale causa principale, quindi, dell’ineffettività di molte funzioni che o non vengono svolte o che vengono svolte in modo del tutto insufficiente.

Le percentuali sopra esposte, pur nella loro aridità numerica, avrebbero dovuto far seriamente riflettere il legislatore quando nel 1990 si accingeva ad approvare la legge n. 142 e indurre lo stesso a tenere in maggior considerazione l’invito del Giannini che voleva un preventivo riassetto generale dei Comuni che tenesse conto anche della loro dimensione demografica. Ciò che non fu fatto allora è il caso di farlo oggi; siamo infatti di fronte ad un macroscopico caso di scostamento tra previsioni programmate a livello normativo e risultati effettivamente conseguiti percentualmente così elevato da non poter essere più tollerato.
Crediamo di trovare  d’accordo tutti voi il lettore  se affermiamo che perché la norma scritta abbia un senso deve necessariamente tendere all’effettività. Ma quando lo scostamento supera – come nel nostro caso – un certo livello, così da mettere in crisi lo stesso sistema, siamo di fronte ad una patologia del sistema  non più tollerabile alla quale occorre rimediare urgentemente riducendo tale scostamento.
“E’ noto – ci insegna il filosofo Benedetto Croce – che le leggi hanno bensì la loro importanza, ma che assai più importa il modo in cui esse vengono osservate” (Elementi di politica). E il grado di osservanza di una legge, aggiungiamo noi, è il metro più sicuro per verificarne il grado di effettività.

L’esigenza di rendere effettivo lo svolgimento delle funzioni da parte dei Comuni, così da dare, tra l’altro, concretezza al concetto di Autonomia e al principio costituzionale della sussidiarietà, non può non passare anche attraverso una generale revisione delle attuali Circoscrizioni comunali che, accorpando le micro realtà,  consenta loro di raggiungere almeno la sufficienza sotto il profilo operativo.

La saluto cordialmente

Giuseppe Castronovo