sabato 30 giugno 2012

JEAN-JACQUES ROUSSEAU E L'ARCHITETTURA. OVVERO COME REDIGERE LEGGI NON SOLO BUONE IN SE STESSE MA CHE, NON GRAVANDO ECCESSIVAMENTE SUL POPOLO, RISULTINO ANCHE UTILI AL PAESE.




On. Straccio: scusa la domanda.
On. Cencio: dimmi pure.
On. Straccio: noto con molto piacere la presenza, tra giornali e riviste che  rendono alquanto pesante la tua borsa, de  “Il Contratto sociale” di Jean Jacques Rousseau.  Come mai?
On. Cencio: vedi, è tempo di esami e ricordo con nostalgia il mio Prof. di Liceo che negli ultimi mesi prima  degli esami di Maturità non si stancava di indicarci i libri che, a suo dire, ci sarebbero stati utili in ogni occasione della nostra vita. Tra questi annoverava proprio il libro del Rousseau che proprio  in questo periodo ho ripreso a leggere.
On. Straccio: e perché? Come mai? Ti ha colpito qualche passo in particolare, magari in relazione alla nostra funzione di legislatori?
On. Cencio: si, è proprio così! Vedi, il sabato e la domenica ricevo apertamente tante critiche da parte dei cittadini che incontro.
On. Straccio: che tipo di critiche?
On. Cencio: in relazione alle leggi che approviamo in Parlamento.
On. Straccio: in particolare?
On. Cencio: ben capirai come le critiche siano rivolte principalmente alla legge sulle pensioni, alla  infelice soluzione dei 390.000  esodati, alla nuova legge sull’ I. M. U..
On. Straccio: materie non di poco conto che assillano alquanto le nostre famiglie. Quale pagina stai leggendo in particolare?
On. Cencio: il paragrafo 8 del II° Libro.
On. Straccio: sono curioso! Sediamoci e se il brano è breve leggiamolo e commentiamolo insieme.
On. Cencio: ebbene, dice il Rousseau: “Come, prima di iniziare una costruzione, un grande architetto studia e sonda il suolo per vedere se esso ne può sostenere il peso, così il saggio fondatore di un ordinamento non comincia subito col redigere leggi buone in se stesse, ma prima esamina se il popolo cui sono destinate è adatto a sopportarle..”
On. Straccio: devo dirti che trattasi di un brano alquanto interessante che non avevo mai letto neanche nelle antologie. Un brano attuale che ci impone una domanda.
On. Cencio: che tipo di comanda?
On. Straccio: mi chiedo:  il Governo dei tanto decantati tecnici nell’introdurre l’ I. M. U. (la nuova imposta sulla casa) ha  letto questo brano? Ha valutato l’impatto sull’economia di migliaia di famiglie appartenenti alle fasce più deboli del Paese (ad es. le famiglie degli esodati     e dei disoccupati)? Purtroppo penso di no.
On. Cencio: il Governo Monti a più riprese ha mentito sapendo di mentire  (o, se vogliamo, ha solamente detto mezza verità) quando afferma che in quasi tutti i Paesi è in vigore un’imposta simile all’I. M. U.
On. Straccio: cosa vuoi dire? Spiegati meglio.
On. Cencio: vedi….
On. Straccio: che cosa?
On: Cencio: quando il Presidente Monti dice negli altri Paesi i proprietari di casa pagano l’I. M. U. non dice due cose:
a) in Italia i proprietari della loro casa di abitazione sono l’87%, con punte del 93% proprio nelle Regioni economicamente più deboli del nostro Paese;
b) negli altri Paesi questa percentuale è molto, ma molto più bassa. In molti casi non supera il 25%.!
On. Straccio: sono numeri che devono farci riflettere! Devo confessarti che non li conoscevo.
On. Cencio: devi comprendere un fatto: se la nostra percentuale è così elevata non sarà difficile trovare persone che, pur essendo proprietarie della casa dove abitano - l’ unica, che è diverso dalla prima -, si trovano in situazione economica disagiata. Persone per le quali il pagamento dell’I. M. U. sovente è un sacrificio insostenibile. Invece…
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: negli altri Paesi, dove la percentuale dei proprietari è molto più bassa ( perché le Istituzioni bancarie e le Compagnie di Assicurazioni sono tenute per legge a costruire abitazioni da mettere sul mercato a canoni agevolati; cosa che si dovrebbe fare anche in Italia), sarà ovviamente più esiguo il numero di coloro che sono in difficoltà nel pagamento dell’I. M. U..
On. Straccio: analisi convincente la tua! Tu con parole semplici hai evidenziato come con l’aumentare del numero dei proprietari di casa, aumenti proporzionalmente anche il numero di casi critici, cioè di casi in cui dei  soggetti, sebbene proprietari della casa dove abitano, sono in difficoltà economiche tali a non riuscire a pagare l’I. M. U..
On. Cencio: Non è poi così difficile capire la situazione italiana: basti pensare ai pensionati con 600 € mensili ed anche meno, ai 390.000 esodati da tempo senza stipendio e senza pensione, ai disoccupati….
On. Straccio: hai proprio ragione! Sono numeri che avrebbero dovuto impegnare il Governo a  studiare preventivamente la situazione socio-economica del Paese.
On. Cencio: è proprio questo l’insegnamento da trarre dal brano che abbiamo letto. Il Governo avrebbe dovuto verificare la capacità di così numerose classi sociali a sopportare il peso di una nuova imposta come l’I. M. U.
On. Straccio: e il Governo dei Tecnici, non avendo forse mai letto questo brano, ha perso l’occasione di essere oltre che dei Tecnici, anche il Governo del Buon Senso e della Ragionevolezza.

domenica 24 giugno 2012

AUTONOMIA: OVVERO STORIA DI UN CONCETTO GIURIDICO ASSERVITO AGLI INTERESSI DELLA POLITICA. FU COSI' CHE LE INDENNITA' DEI CONSIGLIERI REGIONALI, IN NOME DI UN FALSO CONCETTO DI AUTONOMIA, HANNO PERSO OGNI CONTATTO CON IL PRINCIPIO DI RAGIONEVOLEZZA.


On. Straccio: collega Cencio, cosa stai leggendo con così tanta attenzione?  Ti disturbo?.
On. Cencio: assolutamente no! Anzi, tieni e leggi anche tu.
On. Straccio: è un prospetto! Di cosa tratta?
On. Cencio: delle indennità attribuite ai Consiglieri Regionali nelle 20 Regioni italiane.


REGIONE              POPOLAZIONE                                                         IMPORTO IN €

Lombardia                   9.109.000                                                                    12..666,31
Veneto                         4.578.000                                                                     10.663,05
Puglia                          4.024.000                                                                     10.432,7
Piemonte                     4.232.000                                                                     10.310,89
Sardegna                     1.638.000                                                                     10,307,46
Molise                            321.000                                                                     10.125,14
Sicilia                          4.972.000                                                                     10.055,9
Campania                    5.725.000                                                                       9.329,00
Calabria                       2.007.000                                                                       9.026,14
Liguria                         1.572.000                                                                       8.639,79
Friuli V. Giulia            1.192.000                                                                       8.361,88
Basilicata                        597.000                                                                       8.100,97
Toscana                        3.516.000                                                                      7.242,27
Lazio                            5.146.000                                                                      7.211,11 
Marche                         1.485.000                                                                      7.078,16
Umbria                            834.000                                                                      6.632,26
Abruzzo                        1.273.000                                                                      6.241,41
Valle d’Aosta                  121.000                                                                      6.133,51
Trentino Alto Adige        950.000                                                                      6.089,92
Emilia Romagna           4.032.000                                                                     5.666,78  


On. Straccio: molto interessante!  L’hai predisposto tu?.
On. Cencio: no, me l’ha dato il Parlamentare della maggioranza/mio amico che tu conosci.
On. Straccio: noto che questa volta sei stato più accorto.
On. Cencio: in che cosa?.
On. Straccio: hai eliminato l’intestazione così da evitare incidenti diplomatici all’interno della stessa maggioranza. Tornando al prospetto, rimango alquanto perplesso nel constatare… 
On. Cencio: che cosa?
On. Straccio: che le indennità dei Consiglieri Regionali del Molise pari a   10.125,14 mensili si avvicinano molto alle indennità dei Consiglieri Regionali della Lombardia che percepiscono    12.666,3 al mese!
On. Cencio: hai proprio ragione! Sai?
On. Straccio: che cosa? 
On. Cencio: mi stava sfuggendo quanto da te così acutamente osservato. In effetti, il Molise con i suoi  321.000 abitanti come mai ha attribuito ai suoi Consiglieri un’indennità quasi pari a quella dei Consiglieri della Regione Lombardia che, però, di abitanti ne ha quasi 10 milioni?
On. Straccio: devi notare, altresì….
On. Cencio: che cosa?
On. Straccio: la Regione Molise ha un numero di abitanti inferiore a quelli di un piccolo Quartiere di Roma!  Altrettanto possiamo dire della Valle d’Aosta, anche se ha la giustificazione di essere a “Statuto Speciale”.  Ma noto che anche la Puglia non è da meno: con 4 milioni di abitanti ( meno della metà della Lombardia) i suoi Consiglieri percepiscono un’indennità mensile di €  10.432,7! Una bella cifra; non c’è da lamentarsi!
On. Cencio: capisci che da questo prospetto emerge qualcosa che non va proprio?
On. Straccio: intravedo ciò che c’è in superficie, ma devo confessarti di non capire come si siano venute a determinare queste palesi incongruenze.
On. Cencio: lo si deve al modo errato di interpretare il “principio di autonomia” di cui oggi godono le Regioni.  Vedi…
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: una volta (quando cioè le Regioni ordinarie  nel 1970 iniziarono a funzionare) era Roma – cioè il Governo centrale – a stabilire sia il numero dei Consiglieri regionali, sia l’ammontare delle loro indennità. Poi…
On. Straccio: cosa è successo?
On. Cencio: fu stabilito che, in nome dell’autonomia, dovessero essere  le singole Regioni – e non più lo Stato – a determinare sia il numero dei Consiglieri che l’entità delle loro indennità.
On. Straccio: se è così – e ti credo – devo affermare che le Regioni hanno fatto un cattivo uso della loro autonomia!  Le leggi di non poche Regioni ( per es.:  Molise e Puglia ) che hanno attribuito ai loro Consiglieri indennità così elevate sono sicuramente prive di ragionevolezza. Anche se non riesco a comprenderla pienamente, capisco però che c’è qualcosa che non va!
On. Cencio: te lo spiego io, con parole semplici, cosa non va.
On. Straccio: parla e chiariscimi le idee; sono alquanto interessato all’argomento!
On. Cencio: il pasticcio nasce dal significato che è stato attribuito al termine “autonomia”. Vedi, i grandi costituzionalisti che nel 1946 parteciparono alla scrittura della nostra Costituzione  Repubblicana ( penso a Costantino Mortati, Gaspare Ambrosini, Aldo Moro, Giorgio La Pira, Amintore Fanfani…)  individuavano con il concetto di autonomia   “lo spazio all’interno del quale  un soggetto è libero di muoversi”. Vedi…
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: nel concetto di autonomia è insito anche il concetto di limite e non solo quello di libertà assoluta, cioè priva di alcun vincolo o limite che dir si voglia.
On. Straccio: analisi interessante! Ma cosa vuoi dire?
On. Cencio: chi è titolare dell’autonomia è libero di muoversi: ma  nel rispetto, comunque, dei limiti  la cui presenza è necessaria per evitare che l’autonomia diventi puro arbitrio e scelte prive di ogni criterio di  ragionevolezza.
On. Straccio: analisi alquanto interessante! Ma perché, nella materia che stiamo trattando, l’attività legislativa  delle 20 Regioni non si è attenuta a quanto tu mi stai dicendo?
On. Cencio: la nostra classe politica dell’ultimo decennio del secolo trascorso, tradendo l’insegnamento dei grandi Costituzionalisti di cui di parlavo prima, ha attribuito al termine autonomia un nuovo diverso significato.
On. Straccio: il discorso si sta facendo interessante!  Che mutazione ha subito il significato del termine autonomia?
On. Cencio: secondo questo nuovo significato le Regioni, in quanto Enti Autonomi, hanno visto allentarsi di molto i precedenti vincoli alla loro attività legislativa, a tal punto che le loro decisioni  - come nel caso che stiamo esaminando – non possono essere annullate per irragionevolezza neanche dalla Corte Costituzionale. Ricordo che alcuni anni fa il Governo Prodi nella finanziaria aveva stabilito la riduzione del 10% delle indennità regionali. Contro questa decisione la Regione Campania ricorse alla Corte Costituzionale che, accogliendo il ricorso, annullò la decisione governativa.
On. Straccio: mi sembra una mutazione priva di ragionevolezza!
On. Cencio: purtroppo è quello che è avvenuto per l’autonomia degli Enti Locali e delle Regioni in particolare.
On. Straccio: ma fra questi due significati qual’è quello giusto?
On. Cencio: senz’altro il primo.
On. Straccio: perché?
On. Cencio: Te lo spiego con un esempio. Vedi, capita a tutti noi di recarci con l’auto dal distributore per fare il pieno di carburante e, a seconda della cilindrata, dire: con il pieno ho un’autonomia di 300/400km.
On. Straccio: è vero! Ma cosa vuoi dire?
On. Cencio: fammi proseguire nel discorso. Se dico che con il pieno ho un’autonomia di 300 Km. vuol dire che 300 sono un limite da non superare. Ne consegue che l’auto dopo i 300 Km. si spegnerà per mancanza di carburante. Potrei farti un esempio ancora.
On: Straccio: prosegui pure.
On: Cencio: vedi, ricordo che negli anni di Liceo mio padre un giorno mi disse: “incominci a crescere e devi avere più autonomia di quanto non ne hai avuta finora ! Devi essere più autonomo. Non pretendo più che tu rientri a casa alle 18, sappi però che entro le ore 20 devi essere a casa! Tu capisci il perché: al mattino devi alzarti presto per recarti alla stazione a prendere il treno per recarti al Liceo. E tu lo sai che da te pretendo il massimo impegno con senso di autonoma responsabilità.
Il mio amico Francesco, più grande di me di qualche anno e già studente universitario, si vantava con noi liceali perché poteva rientra a casa entro le ore 22. Come vedi, entrambi eravamo autonomi, ma diversi erano i limiti di azione (ore 20 per me e ore 22 per Francesco)
Quindi nel termine autonomia  risulta chiaro come sia insito il concetto di limite da non superare.. Come  vedi, molto spesso per la comprensione dei concetti giuridici bisogna ricorrere alla  vita quotidiana.
Il diritto, invero, molto spesso attinge per le sue costruzioni giuridiche al nostro vivere quotidiano. Sei convinto, collega Straccio,  che la  Regione, autonoma per quanto possa essere,  non dovrebbe mai essere completamente sciolta  da ogni vincolo così da poter agire al di fuori da ogni criterio di ragionevolezza, quando stabilisce l’indennità dei Consiglieri Regionali?
On. Straccio: devo confessarti che mi hai convinto a tal punto che mi chiedo: perché la spending review non inizia proprio dai Consigli Regionali?


domenica 17 giugno 2012

IL MINISTRO FORNERO NELL'ATTACCARE I VERTICI DELL' I. N. P. S. PER LA PUBBLICAZIONE DEL NUMERO DEGLI ESODATI HA SBAGLIATO: NON HA TENUTO CONTO CHE L'AZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E' SOGGETTA AGLI ARTICOLI 97-98 DELLA COSTITUZIONE E ALL'ARTICOLO 1 DELLA LEGGE N. 241/1990.



On. Straccio: caro Cencio ti vedo troppo assorto nella lettura. Cosa c’è di così interessante?
On. Cencio: sto leggendo la rassegna stampa sullo scontro tra il Ministro del lavoro Fornero e i vertici dell’I. N. P. S. a proposito del numero effettivo degli “esodati”. Vedi…
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: mentre i Ministro Fornero dice che gli esodati non superano i 65.000, un documento diramato dall’I. N. P. S. parla di 392.000.
On. Straccio: una differenza di numeri così elevata difficile da comprendere!
On. Cencio: il fatto è che il numero 65.000 fornito dalla Fornero è stato “ispirato” dalla Ragioneria Generale dello Stato e non dall’ I. N. P. S.
On. Straccio: non capisco. Cosa vuoi dire?
On. Cencio: dicono che il numero di 65.000 sia stato determinato in base alla cifra  che la Ragioneria Generale dello Stato abbia messo a disposizione della Fornero per “l’operazione esodati”, a prescindere dall’effettivo numero di coloro che sono nelle condizioni per poter essere inclusi nella categoria degli esodati.
On. Straccio: e a quanto ammonta questa cifra che la Ragioneria a messo a disposizione dell’operazione ?
On. Cencio: a 5 miliardi di € .
On. Straccio:  mancheranno, quindi, se sto facendo bene i conti, altri 27 miliardi di € per tutta l’operazione. Un bel guaio!  Dove trovare le risorse necessarie?
On. Cencio: problema serio! Ma quello che voglio sottoporre alla tua attenzione è un altro aspetto.
On. Straccio: quale?
On, Cencio: vedi, il ministro Fornero s’è alquanto  arrabbiata quando è stato reso pubblico il documento con il quale l’I. N. P. S., smentendo di fatto il Ministro, parla di 390.000 esodati; infatti ha definito “fatto grave” la pubblicazione dei numeri .  La stessa ha poi rincarato la dose dicendo che “se l’I. N. P. S. facesse parte di un settore privato, questo sarebbe motivo per riconsiderare i vertici” Vale a dire li avrebbe rimossi, licenziati o, alla meno peggio, trasferiti ad altri incarichi..
On. Straccio: parole pesanti come macigni!
On. Cencio: non solo! E’ un’affermazione  sbagliata anche sia  in tema di logica che di diritto costituzionale.
On. Straccio: cosa vuoi dire?  Non dimenticare che la Fornero è un Professore universitario!.
On. Cencio: al di là del titolo di Professore ha commesso, comunque,  due gravi errori: il primo di logica e il secondo di diritto costituzionale/amministrativo.
Per quanto riguarda la logica, quando afferma “se l’I. N. P. S. fosse privato…” è come se un chimico dicesse: “se l’acqua non fosse composta ai due atomi di idrogeno e  da un atomo di ossigeno…”. Tu capisci che cambiando il rapporto tra i due elementi non c’é  più nemmeno il soggetto acqua. Il vizio presente nella prima parte della proposizione invalida tutto il ragionamento compresa la seconda parte . E’ un “ragionamento costruito sull’ assurdo”  – questo della Fornero - la quale pur sapendo  che l’I. N. P. S. è un soggetto pubblico -  ha voluto comunque lanciare  un chiaro messaggio per i vertici dell’I. N. P. S. ai quali è stato fatto balenare un possibile, se non licenziamento, quanto meno trasferimento ad altri incarichi. Vedi, poi…
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: la gravità della dichiarazione della Fornero dipende anche dal fatto che un Ministro/Professore Universitario non può non conoscere la Costituzione.
On. Straccio:  caro collega mi sembra che tu stia per esagerare non poco! Come puoi dire  questo?
On. Cencio: se conoscesse la Costituzione dovrebbe sapere che c’è un articolo – il 97 – il quale così dispone: “i pubblici uffici sono organizzati secondo disposizione di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione”.
E tu devi sapere, caro Straccio, che “buon andamento” non è una locuzione vuota e priva di significati concreti. Essa sta a stabilire che l’azione della Pubblica Amministrazione  - nel nostro caso l’I. N. P. S. – oltre che imparziale e deve anche essere economica, efficiente, efficace e trasparente. Quest’ultimo requisito, poi, è stato introdotto con l’art. 1 della legge n. 241 del 7 agosto 1990. Relativamente poi…
On. Straccio: cosa vuoi dire ancora?
On. Cencio: poiché l’I. N. P. S. è un soggetto pubblico, l’attività dei suoi dipendenti è assoggettata non solo al già citato articolo 97, ma anche ….
On. Straccio: a cos’altro?
On. Cencio: sono assoggettati anche all’art. 98 della Costituzione il quale dice che “i pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione”. Il che vuol dire che gli interessi che l’I. N. P. S. deve perseguire sono quelli indicati dal Parlamento, che è la fonte della legislazione, e non gli interessi indicati dal Ministro di turno senza il preventivo assenso del Parlamento. Quindi la Dirigenza dell’I. P. N. S. ha operato nel rispetto degli articoli 97 e 98 della Costituzione e dell’articolo 1 della legge n. 241/1990 quando ha fatto sapere il numero esatto degli esodati.
On. Straccio: ti vedo abbastanza “ferrato” in materia; come mai?
On. Cencio: nel mio Comune ci sono 39 esodati che da mesi sono senza pensione e senza stipendio. Persone onestissime  e di specchiata moralità che hanno dovuto farsi prestare da parenti e amici la somma per pagare l’I. M. U. . Capisci a che punto siamo arrivati?
On. Straccio: capisco il tuo essere vicino alla gente che ha bisogno; ma il diritto costituzionale chi te l’ha spiegato?
On. Cencio: un collega, valente Avvocato della Maggioranza che vuole mantenere l’anonimato.
On. Straccio: caro collega almeno togli l’intestazione dal foglio per evitare qualche incidente all’interno della stessa maggioranza. Si legge il nome di chi ti ha “istruito”!.
On. Cencio: grazie, non me n’ero accorto.
On. Straccio: mannaggia! Suona la campanella per la seconda chiamata alla votazione in Aula! Entriamo. Poiché il tuo ragionamento è convincente proseguiremo il discorso nell’intervallo perché anch’io voglio partecipare alla discussione della mozione di sfiducia verso il Ministro Fornero con piena cognizione di causa.

lunedì 11 giugno 2012

NELL'I.M.U. TUTTE LE CONTRADDIZIONI DELLA POLITICA ITALIANA: DA UNA PARTE L'ESENZIONE TOTALE DELLE FONDAZIONI BANCARIE, DALL'ALTRA I PROPRIETARI DELLA PRIMA CASA COSTRETTI A PAGARE CON LA RIVALUTAZIONE DEGLI ESTIMI CATASTALI

Banche


On. Straccio: collega Cencio perché sei così scuro in volto? Cosa non va?
On. Cencio: sabato e domenica ho avuto degli incontri politici in alcuni Comuni del mio collegio elettorale e non ti dico...
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: ho toccato con mano le difficoltà che stanno attraversando le classi sociali economicamente più deboli del nostro Paese. Sono in tante le famiglie che sono  in serie difficoltà nel  pagare l’ I. M. U.
On. Straccio: anch’io ho percepito una situazione di autentica criticità in molte famiglie del mio Comune. Non solo, ma alcuni aspetti di questa tassa a molti cittadini risultano davvero incomprensibili. Ma dimmi perché sei così scuro in volto.
On. Cencio: vedi, nel tardi pomeriggio di domenica entro nel Circolo della Concordia dei mio Comune dove, guarda caso, la discussione verteva proprio sull’I. M. U.
E, come al solito, quando la discussione diventa più animata, prende la parola il Commendatore Marcantonio, che fu Sindaco del mio Comune negli anni “60. Questi inizia  dicendo: “intendo sottoporre alla vostra riflessione il carattere quasi predatorio dell’I. M. U. sulla prima ed unica casa abitata dal suo proprietario. Non intendo certamente  fare il processo al Governo Monti; ma non c’è alcun dubbio che la decisione di Monti di applicare l’ I. M. U. anche sull’unica casa ( preciso: non castelli)  abitata dal suo proprietario è sicuramente discutibile! Metterà in ginocchio milioni di famiglie monoreddito. Basterà, per comprendere il dramma di molte famiglie, i 27 esodati,  nostri concittadini, che risultano oramai da mesi  senza stipendio e senza pensione; ma essendo proprietari della casa dove abitano sono costretti a pagarla anche loro”.
“Mi sembra – prosegue il Commendatore Marcantoni - una decisione figlia di una visione esclusivamente economicistico-finanziaria dell’azione governativa. Una decisione che ha, eccessivamente marginalizzato, rendendolo subalterno alla finanza, anche il principio di equità sociale”.
On. Straccio: parole davvero interessanti!
On. Cencio: non è finita qui! Vedendo che tutti lo ascoltavamo con attenzione è venuto fuori il vecchio oratore che così ha terminato il suo intervento: “ho iniziato dicendo di non voler fare il processo al Governo Monti perché il mio e vostro  Paese – così come ci dicono – è disastrato. Ma il Prof. Monti deve sapere che se il sacrificio è un male necessario, è altrettanto necessario ripartirlo con equità e rigore secondo il principio della giustizia sociale. E io qui vi dico che con l’ I. M. U. sulla casa abitata dal suo legittimo proprietario non è stato rispettato il più elementare principio di equità sociale”.
E accalorandosi ancor di più a causa del silenzio calato nella sala così concludeva: “vedete cari amici, con i criteri adottati da Monti è ricco chi  risulta proprietario
 dell’unica casa dove abita, al punto da dover pagare l’ I. M. U. addirittura con la rivalutazione degli estimi catastali. Sono considerate povere, invece le Fondazioni Bancarie che sono state totalmente esentate da pagarla.
Misteri della politica italiana!.”
E tutti guardavano me quasi a dirmi: “ma in Parlamento cosa avete approvato?”. Tu capirai il  disagio   che ho provato innanzi tutto per le sacrosante parole del Commendatore Marcantonio, ma più ancora per la perplessità che si leggeva nel volto dei presenti in merito al lavoro di noi Parlamentari.
On. Straccio: adesso ho capito il motivo per cui sei così scuro in faccia!. E’ un argomento che dobbiamo approfondire. Ci chiamano in Aula, entriamo. Ne parleremo stasera.

giovedì 7 giugno 2012

mercoledì 6 giugno 2012

ANCHE L'AGENZIA DELLE ENTRATE DEVE AGIRE NEL RISPETTO DELL'ARTICOLO 97 DELLA COSTITUZIONE: ECONOMICITA', EFFICIENZA ED EFFICACIA SONO PRINCIPI COSTITUZIONALI CHE DEVONO VINCOLARE LA SUA ATTIVITA'.

On. Straccio: caro collega Cencio, perché oggi, ad inizio settimana, sei così corrucciato? Stai leggendo qualche notizia foriera di altre calamità, oltre a quelle sismiche che stanno così duramente colpendo gli amici dell’Emilia-Romagna?
On. Cencio: no per fortuna! Sto leggendo una lettera, dal contenuto tutto sommato sensato e non isterico, pubblicata sul Sole 24 ore di oggi 4 giugno 2012 del Sig. G. G./contribuente  di Cantù (CO) al quale l’Agenzia delle Entrate chiede dei documenti già in possesso della Pubblica Amministrazione.
On. Straccio: Ma cosa dice questa lettera per  modificare  così profondamente anche i lineamenti del tuo viso? Speriamo che non si verifichi un’altra tragedia!
Speriamo che non si tratti di un altro imprenditore che magari, pur vantando credito dalla Pubblica Amministrazione per 100.000 € si vede pignorare i propri beni, talvolta quelli necessari alla prosecuzione dell’attività aziendale, per non aver pagato una cartella esattoriale  di 22.000 €. E guarda che trattasi non di un caso di scuola ma di quanto effettivamente capitato ad un mio intimo amico.
On. Cencio: perché è così difficile applicare l’istituto della compensazione? Vedi…
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: questo senso di impotenza mi sta facendo venire l’esaurimento. Cosa ci stiamo a fare in Parlamento se non siamo capaci di risolvere problemi così semplici?
On. Straccio: hai pienamente ragione! Ma per fortuna questa volta, almeno così mi sembra, non sono in vista drammi familiari.
On. Cencio: hai ragione! E’ una lettera dal tono molto pacato. Te ne leggo alcuni brani tra virgolette senza fare commenti. “Ho ricevuto la richiesta dell’Agenzia delle Entrate di produrre la documentazione comprovante gli oneri deducibili e le detrazioni di imposta di cui ho beneficiato, indicate nel modello 730 del 2010 (redditi 2009). Mi si invita a produrre – tra gli altri – le ricevute I. N. P. S. del pagamento dei contributi per il collaboratore familiare….”. La lettera così prosegue: “assistiamo all’approvazione di leggi che impediscono alle amministrazioni – nel nome della semplificazione – di chiedere ai cittadini dati già in possesso di altre amministrazioni, ma per il Fisco nulla cambia. Ho pagato contributi all’I. N. P. S. non ad un venditore abusivo. Immagino che l’I. N. P. S. ne abbia traccia e possa facilmente trasferire all’Agenzia delle Entrate l’intero database dei contributi versati con tanto di codice fiscale sia del datore di lavoro che del lavoratore. Perché chiedere a me una fotocopia se l’Agenzia può avere l’originale dall’I. N. P. S.?
La lettera, caro On., conclude molto amaramente affermando che “la nuova immagine che il Fisco vuole incollarsi addosso è solo un’illusione ottica. Il cambio culturale richiede ben altro. E l’Agenzia ci è lontanissima”

On: Straccio: sono parole che ci devono far riflettere!. In effetti la lotta all’evasione non si fa solamente con i blitz a Cortina e a Canicattì, ma anche andando alla Scuola del buon senso dove si insegna che le prime entrate fiscali devono essere  il frutto della lotta allo spreco e all’inefficienza della macchina amministrativa. Vedi…
On. Cencio: che cosa?
On. Straccio:   Se poi pensiamo che sul milione di lettere spedite in queste settimane  ai contribuenti italiani, più della metà contiene richieste di questo tipo, mi chiedo…
On. Cencio: cosa?
On. Straccio: quanto costa ai contribuenti una simile operazione?  Altro che  “spending review”! La prima operazione della “spendig review” dovrebbe consistere nel vietare all’Agenzia delle Entrate di effettuare simili richieste dal costo enorme e dal risultato finale nullo.  Non si può chiedere al cittadino di fornire  documenti già in possesso della Pubblica Amministrazione! Lo sai il costo di una simile operazione?
On. Cencio: direbbe mio nonno “tanto fumo e niente arrosto”. So di fare un cattivo pensiero, ma ritengo …
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: queste operazioni vengono portate avanti  ancora con il cartaceo senza tener conto delle tecnologie informatiche per legittimare la presenza di centinaia di dipendenti che fanno ciò che due macchine potrebbero fare in due/tre giornate di lavoro.
On. Straccio: sai che ti dico?
On. Cencio: che cosa?
On. Straccio: dammi fotocopia del giornale perché possiamo sottoscrive un’interrogazione urgente al Governo per obbligarlo all’emanazione di un provvedimento urgente che vincoli anche l’attività dell’Agenzia delle Entrate a questi due principi:
a – l’Agenzia delle Entrate è organizzata secondo disposizioni di legge  e deve garantire, ai sensi dell’articolo 97 della Costituzione,  l’economicità, l’efficienza e l’efficacia della sua attività;
b – l’Agenzia delle Entrate non può chiedere ai contribuenti copia di atti già in possesso della Pubblica Amministrazione.
c – la legge dovrà prevedere idonee  ed efficaci sanzioni a carico di chi viola questi due principi.