giovedì 26 luglio 2012

POSSIBILI RIMEDI AL VENTILATO CONGELAMENTO DELLE TREDICESIME




On. Cencio: è già la seconda volta che nel breve spazio di due mesi se ne torna a parlare, e la cosa mi preoccupa non poco;
On. Straccio:  che cosa?
On. Cencio: come  che cosa? Non lo sai ancora?
On. Staccio: non ti capisco! Spiegati meglio!
On. Cencio: vedi… corre voce, sempre più insistente, che il Governo Monti stia concretamente valutando la possibilità di congelare per tre anni le tredicesime dei dipendenti pubblici e di buona parte dei pensionati.
On. Straccio: da chi l’hai saputo?
On. Cencio: è stata la Confesercenti a diramare questo comunicato.
On. Straccio: non ti sembra una misura eccessiva?
On. Cencio: sempre secondo la Confesercenti è “una misura che manderebbe i consumi in tilt, spingerebbe migliaia di imprese alla chiusura e provocherebbe la perdita consistente di posti di lavoro autonomi e dipendenti”.
On. Straccio: che dramma! Sembrano scenari da economia bellica!
On. Cencio:devi sapere che mi ha telefonato, con tono alquanto concitato e allarmato,  il Sindaco del mio Paese.
On. Straccio: cosa ti ha detto?
On. Cencio: è molto preoccupato al pensiero che molte famiglie – specialmente quelle dei pensionati – a dicembre si troveranno in evidente difficoltà nel pagare la seconda rata dell’ I. M. U.
On. Straccio: il tuo Sindaco ha  ragione!
On. Cencio: il fatto è che il mio Sindaco non si fermava all’ I. M. U.!.
On. Straccio: cosa vuoi dire?
On.Cencio:vedi… .   
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: il mio Sindaco mi diceva che a dicembre nel nostro Comune c’è  da pagare anche la tassa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani.  Tanti poi devono pagare la rata del condominio, il canone per la televisione.  E poi mi diceva…
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: che saremo in pieno inverno con il conseguente aumento dei consumi energetici per il riscaldamento delle abitazioni.
On. Straccio: pienamente condivisibili le preoccupazione del tuo Sindaco!
On. Cencio: ma i problemi che mi sono stati segnalati non sono ancora finiti!
On. Straccio: cosa vuoi dire?
On. Cencio: vedi…., a dicembre in un Paese come l’Italia… con le festività natalizie, le vacanze scolastiche….tu capisci.
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: bisogna pur effettuare delle spese straordinarie, necessariamente legate al periodo natalizio. Anche a non voler strafare devi spendere. Non puoi certo dire ai bambini che c’è la crisi! Ma se i soldi della tredicesima non ci saranno come si farà?
On. Straccio: la tua sensibilità è davvero ammirevole! Cosa pensi di fare?
On. Cencio: ho due idee che mi sembrano un po’ forti. Non le ho ancora espresse a nessuno.
On. Straccio: dimmi, in che cosa consistono?
On. Cencio: con la prima vorrei presentare una proposta di legge per approvare lo slittamento, almeno per quest’anno, del pagamento dell’I. M. U. , del canone televisivo,e di altri tributi agli Enti Locali così da rendere meno traumatica l’eventuale mancato pagamento delle tredicesime.
On. Straccio: è una proposta che ritengo condivisibile! La sottoscrivo anch’io.  E la seconda?
On. Cencio: parte dal convincimento che l’attuale crisi economica che attanaglia il nostro Paese non sia affatto passeggera, con la conseguenza che ce la porteremo addosso per parecchi anni.
On. Straccio: in effetti questo è il pensiero di quasi tutti gli analisti economici.
On. Cencio: se la situazione è questa i rimedi non possono essere di breve respiro, ma devono guardare anche ai  prossimi decenni.
On. Straccio: ne sono convinto anch’io; ma cosa proponi in concreto?
On. Cencio: vedi…. nel calendario liturgico della Chiesa Cattolica di rito Romano le principali Festività si dividono in   feste mobili   e  feste fisse.  E’, ad esempio, festa mobile la Pasqua:  è una festa la cui data cambia giorno di anno in anno.  E’, invece, festa fissa, ad esempio, il Natale che si festeggia sempre lo stesso giorno: il 25 dicembre di ogni anno.
On. Straccio: non mi hai ancora descritto il tuo progetto e l’obiettivo che intendi raggiungere!
On. Cencio: ebbene, relativamente al progetto propongo di far slittare le feste natalizie a febbraio così da evitare l’accavallamento delle spese natalizie con le numerose scadenze tributarie di fine anno.  Se a ciò aggiungiamo il possibile ventilato congelamento o la sensibile  riduzione dell’importo delle tredicesime potrai facilmente capire come alle famiglie resti poco o niente per le spese strettamente natalizie.
On. Straccio: è un discorso forse difficile da attuare ma, devo confessarti, che ha una sua logica. Mi sembra una proposta troppo geniale per essere attuabile! Sii, almeno con me, sincero!  Dimmi…
On. Cencio: che cosa?
On. Straccio: ma la tua è una proposta o una  provocazione?
On. Cencio:  senza dubbio è un sasso nello stagno! O, se vuoi, un sasso in piccionaia!
On. Straccio: questo è il progetto; e l’obiettivo?
On. Cencio: relativamente all’obiettivo puoi capire che così facendo non si deprime l’economia, anzi si dà una mano alla ripresa dei consumi.  Il taglio o la riduzione delle tredicesime, se le festività natalizie continuassero ad essere celebrate ancora a dicembre,  comporterebbe danni negativi sia per le aziende che si vedrebbero ridurre sensibilmente gli ordini, sia per i dipendenti che in molti casi risulterebbero in esubero presso aziende costrette a ridurre la produzione.
Lo spostamento delle festività natalizie a fine gennaio-inizio febbraio eviterebbe tutto ciò.
On. Straccio: ma ti rendi conto come la tua proposta richieda anche un accordo tra lo Stato Italiano e la Santa Sede?
On. Cencio: visti buoni rapporti intercorrenti tra il nostro Presidente Giorgio Napolitano e l’attuale Pontefice Benedetto XVI mi sembra un accordo non impossibile da raggiungere. Hoc est in votis!

lunedì 23 luglio 2012

LA POVERTA' DELLA CUPIDIGIA.





On. Straccio: collega, cosa leggi e annoti nei tuoi fogli così densamente scritti?
On. Cencio: vedi…,
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: l’altro giorno viaggiavo in treno e nel mio scompartimento due distinti signori leggevano alcuni quotidiani e ne commentavano le notizie riportate.
On. Straccio: quali notizie in particolare?
On. Cencio: il loro discorso riguardava, in particolare, la criticità della situazione finanziaria in cui versa la Regione Sicilia. Ma il loro discorso, nonostante la pacatezza e la signorilità del loro linguaggio, ad un certo punto si impenna nel leggere…
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: l’importo mensile complessivo di cui gode il Presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo.
On. Straccio: a quanto ammonta?
On. Cencio: non ricordo; vediamo se c’è nei miei appunti. Ecco: il Presidente Raffaele Lombardo percepisce un importo mensile pari a € 15.683. Se nonché, ad un certo punto…
On. Straccio: cosa vuoi dire?
On. Cencio: la pacata sobrietà del loro discorso, proseguendo nella lettura dei giornali, lascia il posto, ad un certo punto, ad un moto di palese disappunto.
On. Staccio: che notizia hanno trovato, in particolare,  capace di suscitare in loro questo moto di disappunto?
On. Cencio: la risposta  del Lombardo a chi criticava l’entità dell’importo mensile da lui percepito.
On. Straccio: che commento? Se non lo ricordi guarda i tuoi appunti. Sono curioso.
On. Cencio: ecco qua! Dice Lombardo che “se dovessero rapportare il mio stipendio al lavoro che faccio dovrebbero triplicarlo”.
On. Straccio: più che giustificato il disappunto di quei signori! E’ un’affermazione, questa del Lombardo,  alquanto fuori le riga!
On. Cencio: in effetti l’importo e la reazione scomposta di Lombardo fanno notizia anche perché riportate nei giorni in cui quasi tutti i quotidiani, a seguito dei pesanti rilievi della Corte dei Conti sulla tenuta dei bilanci di quella Regione, titolavano a tutta pagina:  LA SICILIA  E’ FALLITA”.
Ad un certo punto mi coinvolgono nel loro discorso chiedendo un mio parere:
On. Straccio: sono curioso; cosa hai risposto?
On. Cencio: premetto che non conoscendomi non mi sono qualificato. Per quanto riguarda la domanda così risposi: “ è giunto il tempo che il Governo trovi la strada per ridurre le indennità che vengono erogate sia nelle Regioni a Statuto Speciale che in quelle a Statuto ordinario”.Non avevo ancora terminato l’esposizione del mio pensiero quando uno dei due, con tono alquanto professorale, così dice: “la difesa del Lombardo si commenta da sola!  Denota un elevato grado di disinvoltura morale!  Al che interviene l’altro dicendo “questo Lombardo è davvero povero di spirito. Ricordatevi che, come diceva Seneca,  - e prosegue con una frase in latino della quale, a dirti il vero, non ho capito il significato -   “non qui parum habet, sed qui plus cupit pauper est”.
Stavamo familiarizzando e la discussione stava entrando nel vivo dell’argomento, quando l’altoparlante comunica il nome della località della prossima fermata che, essendo quella che interessava proprio i due signori, interruppe bruscamente l’interessante confronto.
Rientrato a casa, telefono a un mio vecchio compagno di Liceo, oggi insegnante di Lettere Classiche presso un Liceo Classico,  riferendogli quanto capitatomi. Il mio amico Professore, con l’aiuto di qualche parola chiave che mi ero annotata, mi dice trattarsi di una frase tratta dalla seconda epistola di Seneca della quale ha dato la seguente traduzione:  non chi ha poco è povero, ma chi più brama”.

sabato 14 luglio 2012

CONTRADDIZIONI DELLA POLITICA: I COMUNI DEVONO AUMENTARE L'IMU PER FINANZIARE I QUOTIDIANI.

Appalti


On. Straccio: collega, lascia perdere!
On. Cencio: che cosa?
On. Straccio: scusa la mia amicizia franca e disinteressata. Allontana le tentazioni!
On. Cencio: non capisco. A cosa alludi?
On. Straccio: continuiamo ad essere due eccezioni!. Due gocce d’acqua cristallina anche se il luogo che frequentiamo non  è poi dei più cristallini!.
On. Cencio: non ti capisco. Sii più chiaro. Cosa vedi che non va nel mio comportamento?
On. Straccio: è da una decina di giorni che noto una tua particolare attenzione alle pagine dei quotidiani dove vengono pubblicati gli avvisi di gara dei Comuni, delle Province e delle altre Amministrazioni Pubbliche in genere. Hai qualche amico appaltatore  cui segnali gli avvisi di gara che gli possono interessare?
On. Cencio: ma perché questi pensieri?
On. Straccio: vedi…
On. Cencio: che cosa?
On. Straccio: magari può capitare che tu faccia una segnalazione in buona fede; ma un Pubblico Ministero in cerca di pubblicità “casualmente” intercetta la tua telefonata e ne ricama una rete di politici e appaltatori che pilotano appalti pubblici. Sono casi realmente avvenuti.
Tu mi capisci! Da un momento all’altro un procuratore qualsiasi può metterti nei guai sebbene innocente!.
On. Cencio: ma quali segnalazioni! Quali gare d’appalto!. E’ tutto un equivoco! Ora, con calma, ti spiego perché in effetti da qualche giorno seguo , come dici tu, con particolare attenzione, le pagine degli appalti pubblici.
On. Straccio: scusami se ho sbagliato! Però spiegami il tuo comportamento; cosa ti passa per la testa?
On. Cencio: hai letto il provvedimento del governo sulla spending review?  L’hai esaminato?
On. Straccio: ho letto la relazione di accompagnamento al Provvedimento che ci hanno dato alla Camera.
On. Cencio: non basta la relazione che hai letto per capire anche ciò che nella “spending review” non c’è scritto.
On. Straccio:  non ti capisco! Spiegami.
On. Cencio:  vedi 
On. Straccio: che cosa?  
On. Cencio: ho un cugino che da una trentina d’anni fa il Segretario Comunale. Ha non poca esperienza perché ha girato molti Comuni appartenenti a Province e Regioni diverse.
On. Straccio: non me l’ avevi mai detto!
On. Cencio: domenica scorsa mi invita a casa sua e sono andato insieme a mia moglie.  Mentre le signore si recano in giardino il nostro discorso non poteva che cadere sulla manovra della “spending review” e sulla crisi che attanagli le amministrazioni comunali. Ad un certo punto del discorso mi dice: “caro cugino credevo che con un Governo tecnico, come questo presieduto dal Prof. Monti, avrebbe avuto il coraggio di eliminare quella tassa, salata non poco, che anche i nostri Comuni devono versare ai quotidiani per ogni appalto pubblico”.
Avendo capito che non avevo capito mi dice: vedi  caro cugino, ogni volta che in Comune dobbiamo realizzare un’opera o acquistare un bene ( per es. le derrate alimentari per le mensa scolastica) dobbiamo pubblicare un avviso anche sui quotidiani. E non ti dico il costo! Devi sapere che per ogni appalto si pubblica un avviso preventivo per invitare gli interessati a partecipare alla gara e un avviso successivo alla gara per comunicare l’esito della stessa con il nome della Ditta vincitrice e il prezzo offerto.
E per ogni gara, con la pubblicazione su almeno due quotidiani devo spendere non meno di 8/10 mila €! Capisci che spreco di pubblico denaro nell’era di internet!
Gli imprenditori vengono a sapere delle gare non certamente perché pubblicate sui quotidiani! Lo vengono a saper per altre vie…. . non ultima il sito internet del Comune dove pubblichiamo anche questi avvisi di gara.  Da qui nasce la mia curiosità per verificare anche quanti bandi di gara pubblicano i Giornali.
On. Straccio: cosa hai notato?
On. Cencio: che questi avvisi sono pubblicati anche sui giornali di Partito. Mi diceva, in proposito, mio cugino che molte Amministrazioni con Sindaco e Giunte collegate ai Partiti fanno pubblicare questi avvisi sui Giornali collegati, in qualche modo, ai Partiti. Anche questo è un modo indiretto di finanziare i Partiti. Ma il fatto grave é…
On. Straccio: quale?
On. Cencio: il Governo ha lasciato tutto così com’é. Anzi, ha commesso, come mi ha fatto notare mio cugino, un grave errore: s’è chinato, ancora una volta, al volere degli Editori.
On. Straccio: la stai dicendo davvero grossa! Cosa ti ha detto di così sconvolgente tuo cugino?
On. Cencio: mi mostra il quotidiano La Repubblica di sabato 7 luglio 2012  ( vedi, questa è la fotocopia) dove leggo che il Commissario Bondi aveva inserito nel Provvedimento sulla spending review l’abolizione per le Amministrazioni Pubbliche di pubblicare gli avvisi di gara sui quotidiani .
On. Straccio: sto leggendo anch’io che “l’idea del Governo partiva dall’assunto che –ai tempi di Internet- non è più necessario pubblicizzare gare sulla carta stampata”.
On Cencio: continua a leggere.
On. Straccio: “Alla fine a opporsi è stato il Ministro Passera ..ha messo in evidenza davanti ai suoi colleghi come questo avrebbe comportato una notevole diminuzione delle entrate per i giornali, il cui mercato è già fortemente in crisi per il calo della pubblicità”
Certo per un Governo  tecnico non è una bella figura: da una parte taglia i trasferimenti ai Comuni e dall’altra continua a imporre  loro spese per servizi anacronistici e inutili come questo. Cosa possiamo fare?
On. Cencio: intendo presentare un emendamento per ripristinare l’abolizione dell’obbligo della pubblicazione dei bandi di gara degli Enti Pubblici sui quotidiani e nel contempo di istituire una Gazzetta Nazionale degli Appalti Pubblici sotto la Direzione della Presidenza del Consiglio. Questa Gazzetta diverrebbe l’organo ufficiale per gli adempimenti in ordine alla trasparenza negli appalti pubblici.
On. Straccio: se lo predisponi lo sottoscrivo anch’io. Non solo, cercherò altri sottoscrittori.

giovedì 12 luglio 2012

SAPETE L'ULTIMA SULLA NOSTRA CLASSE POLITICA?



Una mattina un fiorista andò dal barbiere per un taglio di capelli. Alla fine chiese il conto, ma il barbiere rispose: "non posso accettare denaro da lei, questa settimana sto facendo servizio alla comunità".
Il fiorista ringraziò della gentilezza e uscì. E il mattino successivo il barbiere trovò un biglietto di ringraziamento e una dozzina di rose alla porta del suo negozio.

Più tardi un poliziotto entrò a farsi tagliare i capelli e quando chiese di pagare il barbiere disse anche a lui: "non posso accettare denaro da lei, questa settimana sto facendo servizio alla comunità".
Il poliziotto ne fu felice e il mattino successivo il barbiere trovò un biglietto di ringraziamento e una dozzina di ciambelle alla porta del suo negozio.

Venne quindi un Membro del Parlamento per il taglio dei capelli e quando passò alla cassa, anche a lui il barbiere ripeté: "non posso accettare denaro da lei, questa settimana sto facendo servizio alla comunità".
Molto contento il Membro del Parlamento se ne andò. La mattina successiva, quando il barbiere andò ad aprire il negozio, trovò una dozzina di Parlamentari in fila per il tagio dei capelli.

Questo, cari miei, chiarisce la differenza fondamentale tra cittadini e politica.


Fabrizio Aureli, Ancona. Tratto da http://www.beppegrillo.it/

mercoledì 11 luglio 2012

EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI "TANGENTE" NEL CORSO DEGLI ANNI.

                             CRONACHE DALLE AULE GIUDIZIARIE ITALIANE

Accusa: lei, Sig. Malatesta, è accusato di concussione.
Malatesta: si, mi avete accusato di essermi, a vostro dire, abusando della mia qualità di Assessore Provinciale, fatto promettere la somma di € 1.600 dal Cavaliere Riccadonna, titolare dell’Impresa “Asfalti, bitumi, Cementi Armati”.
Accusa: perché Sig. Malatesta dice “a vostro dire”?
Malatesta: la verità è che quella somma io l’ho chiesta in prestito.
Accusa: per fare che cosa?
Malatesta: per iscrivere mio figlio all’Università.
Accusa: lei sa cosa è una tangente?
Malatesta: ricordo ancora la definizione che il nostro Professore Lodico, quando da studente studiavo la geometria, ci diede della tangente. Sa, son quelle definizioni che ti rimangono impresse per tutta la vita come certe poesie come quella che dice “la nebbia agli irti colli piovigginando sale…”.
Accusa: se la ricorda ancora ce la dica.
Malatesta: che cosa?
Accusa:ovviamente la definizione di tangente. Non siamo qui per sentire la declamazione di “San Martino” del Carducci!
Malatesta: Signori tutti della Corte si dice tangente ad una circonferenza  quella retta che, comunque prolungata, non ha con la circonferenza medesima che un sol punto in comune.
Questa era la definizione del Prof. Lodico.
Accusa: ma lei, Sig. Malatesta, non è più uno studente. Oggi è Assessore Provinciale!  Ci dica…
Malatesta: che cosa?
Accusa: ma Lei ha ancora la stessa idea di tangente che le insegnò il Professore Lodico?
Malatesta: ovviamente con il tempo si cresce, cambiano le nostre conoscenze e quindi anche le nostre idee.
Accusa: dica pure.
Malatesta: vede..
Accusa. Che cosa?
Malatesta: signori tutti della Corte, oggi per parlare di tangente non su può prescindere da un fatto fondamentale.
Accusa: quale?
Malatesta: oggi nei pubblici uffici tra il dire e il fare c’è di mezzo il dare….

Brusio tra il pubblico al quale segue una vibrante scampanellata del Presidente. 

venerdì 6 luglio 2012

SOCRATE, PLATONE E J. J. ROUSSEAU: ANCHE LORO FAVOREVOLI ALL'ACCORPAMENTO DEI PICCOLI COMUNI.



On. Straccio: scusa la mia solita curiosità.
On. Cencio: cosa hai visto di così interessante?
On. Straccio: noto con piacere che al “Contratto Sociale” di Jean-Jacques Rousseau, da due settimane oggetto di attenta analisi da parte tua, adesso hai aggiunto La Repubblica di Platone. Come mai? Perché?
On. Cencio: l’anno scorso ho letto un saggio, anch’esso in borsa,  alquanto interessante dal titolo “L’accorpamento dei piccoli Comuni” edito dalla Rubbettino Ed.. Un saggio, da me  comperato dopo averne letto la recensione su Il Sole 24 ore,   che non ha deluso le mie aspettative stante la ricchezza   di tabelle e dati sul mondo dei nostri Comuni.
On. Straccio: dati di che natura?
On. Cencio: ho appreso, ad esempio, che i Comuni sono 8.101. Di questi 5.756 non superano i 5.000 abitanti. Ho appreso poi…
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: ho appreso che abbiamo centinaia di Comuni più piccoli di un condominio medio-piccolo:  che in provincia di Sondrio c’è un Comune (Pedesina) con 34 abitanti.
On. Straccio: non immaginavo situazioni del genere!
On. Cencio: non è ancora tutto….! In provincia di Lecco troviamo il Comune di Morterone che con i suoi 33 abitanti era il più piccolo Comune d’Italia! E non è ancora finita!
On. Straccio: non mi dire che ci sono Comuni al di sotto di questa soglia demografica.
On. Cencio: devi sapere che dai primi risultati, ancora non ufficiali,  dell’ultimo Censimento Ufficiale  della popolazione del 2001  abbiamo appreso che Morterone ha perso il primato di Comune più piccolo per cederlo a Pedesina, che di abitanti, ora, ne ha 30.
On. Straccio: notizie davvero interessanti che dovrebbero far riflettere la nostra classe politica e il Governo che si accinge a mettere mano  all’operazione spending review.
On. Cencio: da una tabella elaborata dall’Autore emerge, altresì,  che i Comuni con meno di 1.000 abitanti sono 1.964.
On. Straccio: dati che dovrebbero far riflettere non poco gli studiosi di “Ordinamento Comunale”! Ma l’Autore fa solamente una fotografia della situazione o propone anche delle possibili  soluzioni?
On. Cencio: propone di accorpare i Comuni più piccoli. Sostiene, in proposito, che una simile operazione rappresenti l’adempimento di un obbligo costituzionale.
On. Straccio: addirittura!  E qual’è quest’articolo che imporrebbe, così da renderlo doveroso, l’accorpamento dei Comuni più piccoli?
On. Cencio: l’Autore lo individua nell’articolo 97 della Costituzione il quale dispone che “i pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione”.
On. Straccio: ti sembra una tesi sostenibile? Ne hai già parlato con qualcuno?
On. Cencio: il mio amico della maggioranza – l’Avvocato, come tu lo chiami, - l’ha definita “tesi interessante”,meritevole di essere presa in seria considerazione sia in occasione delloperazione spending review, sia quando riprenderemo l’esame dell’Ordinamento Municipale.  Vedi…
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: l’Autore con l’ausilio di autorevole dottrina e abbondante giurisprudenza costituzionale sostiene che “buon andamento” significhi  “economicità, efficienza ed efficacia dell’attività della Pubblica Amministrazione. Lo stesso Autore prosegue affermando che la presenza di migliaia di piccoli Comuni  - che lui a più riprese chiama Comuni polvere – contrasti con il suddetto articolo 97.
On. Straccio: lo dimostra?
On. Cencio: Ritengo abbastanza, specie quando, attraverso l’analisi del concetto di  economicità,  mette in risalto come nei piccoli Comuni la spesa corrente aumenti, quasi sempre, a prescindere da ogni rapporto costi/benefici. Lo stesso, riportando i risultati di studi ministeriali, afferma che per ottenere un’azione economica efficiente ed efficace i Comuni devono raggiunge almeno i 5.000 abitanti. L’Autore, comunque, fa una acuta osservazione che ha meglio esplicitato in alcune interviste  a Oscar Giannino, Gianfranco Fabi e Franco Carrubba su Radio 24   e a Radio Radicale.
On. Straccio: a che proposito?
On. Cencio: a proposito della soglia demografica che l’accorpamento dovrebbe  raggiungere. La tesi dell’Autore, infatti,  non è in linea con quanto delineato nei provvedimenti approvati quando al Governo c’era l’On. Berlusconi.
On. Straccio: in che senso? Spiegami meglio.
On. Cencio: secondo l’Autore l’accorpamento è un’operazione che richiede un attento esame delle specificità che caratterizzano le diverse  aree geografiche del nostro Paese. Non è un’operazione, sostiene,   da fare a tavolino negli Uffici Ministeriali”!.
On. Straccio: vedo che l’argomento ti ha coinvolto!
On. Cencio: sappi,  se è per questo, che il mio amico della maggioranza (l’Avvocato) ha detto trattarsi di un lavoro che dovrebbe fare riflettere non poco il Governo Monti quando riprenderemo l’esame dell’Ordinamento Municipale. E, a mio avviso,  ha pienamente ragione.
On. Straccio: spiegami meglio.
On. Cencio: secondo l’Autore se l’accorpamento viene effettuato in montagna sarebbe, a suo dire, già un successo accorpare tutti i Comuni di una stessa vallata anche se il risultato demografico non raggiunge, ad esempio,  i 2.000 abitanti. E quindi sconsiglia di accorpare Comuni di vallate diverse.
On. Straccio: come mai?
On. Cencio: sopra gli 800 metri devi tener conto, ad esempio,  della difficoltà nei collegamenti specie nei mesi invernali. In pianura, invece, si potrebbe portare avanti un’operazione di accorpamento tra Comuni contermini anche se il nuovo Ente raggiungesse i 10.000 abitanti e anche più.
On. Straccio: quando è stato pubblicato?
On. Cencio nel dicembre 2010.
On. Straccio: quindi prima dei provvedimenti del Governo Berlusconi che poi si dimise dall’incarico sul finire del 2011. Però mi sembra che, nonostante la serietà della ricerca, la proposta sia stata quasi del tutto disattesa dalla riforma Berlusconi! Ma, siamo stati  talmente coinvolti dall’argomento  che non mi hai ancora detto perché stai leggendo Platone e Rousseau. Hanno qualche collegamento con il tema trattato dal saggio?
On. Cencio: più di quanto tu possa immaginare!
On. Straccio: dici davvero? Leggiamoli insieme.
On. Cencio: è proprio così!  Ebbene, leggiamo insieme i brani che mi sembrano i più significativi. Dice il Rousseau: “come la natura ha fissato dei limiti per la statura di un uomo ben fatto, passati i quali essa non produce che giganti o nani, ugualmente vi sono, riguardo alla migliore costituzione di un stato, dei limiti circa la sua estensione, affinché esso non risulti né troppo grande per essere ben  governato, né troppo piccolo per potersi mantenere da solo. In ogni corpo politico vi è un maximum di forza che non dovrebbe mai essere oltrepassato….. (libro II, paragrafo 9).
On. Straccio: con il Rousseau devo dirti che hai proprio ragione! E con Platone come la mettiamo?
On. Cencio: anche il filosofo greco – che come vedi è riportato alla pagina 34 del saggio - ci narra nel libro IV della sua “Repubblica” di un dialogo tra il filosofo Socrate e Adimanto in tema di “ricerca della migliore dimensione di una città”, durante il quale Socrate auspica che “la città non sia né piccola, né grande, ma abbia una giusta dimensione” .
Socrate: Ecco: il limite migliore a cui i nostri governanti devono attenersi nel determinare la grandezza della città e in base a questa l’estensione dei suoli confini, lasciando perdere ogni altro territorio.
Adimanto: Quale limite?
Socrate: Questo credo, che la città si ingrandisca fino al punto in cui possa, crescendo, conservare la sua unità, e non oltre.
Adimanto: Bene.   
Socrate: Perciò impartiamo ai guardiani quest’altro ordine, di badare con ogni mezzo che la città non sia né piccola né grande, ma abbia una giusta estensione e resti unita (libro IV, paragrafo 423).
On. Straccio: mi sembra, da quello che mi hai fin qui detto e da quello che stiamo leggendo, trattarsi di un  lavoro che dovrebbe essere oggetto di un’attenta analisi negli Uffici Studi Ministeriali. A proposito come si chiama l’Autore? Stasera passerò in libreria a comprarlo.
On. Cencio: Giuseppe Castronovo. Perché tanto interesse anche in te?
On. Straccio: vorrei approfondire l’argomento per parlarne con l’Avvocato e con te. Potremmo fare una proposta unitaria in tema di accorpamento dei piccoli Comuni da sottoporre al’esame del Parlamento.
 On. Cencio: l’Avvocato ha in mente di fare proprio questo e ha contattato alcuni Colleghi che al momento sarebbero concordi nel sottoscrivere una simile proposta. Se, come mi sembra, sei così interessato al tema  ti consiglio di leggere anche la prefazione. E’ stata scritta da Silvio Boccalatte,  un Avvocato genovese, esperto in materia. Ha infatti  coordinato un gruppo di studio che alcuni anni fa ha dato alle stampe, sempre con la Rubbettino, il volume “Abolire le Province”.
On. Straccio: vedo che ne parli in modo molto entusiasta!  Possiamo leggere qualche brano?
On. Cencio: E’ uno scritto da leggere dalla prima all’ultima riga. Te ne leggo qualche stralcio. “Il mondo è attanagliato dalla crisi economica più grave degli ultimi decenni: probabilmente l’intero modello di sviluppo impostosi durante il Novecento si modificherà in profondità, giungendo a un sostanziale abbandono dell’attuale insostenibile stato sociale.
Nell’arco dei prossimi anni e decenni la politica non si chiederà più se convenga operare tagli alla spesa pubblica, ma dovrà affrontare direttamente l’aspro tema del   “come”  ridurre  le spese……Gli impressionanti numeri del debito pubblico italiano sono, in  certo senso, fuorvianti e spesso impediscono lo sviluppo di un corretto dibattito politico, ma anche scientifico…Si tratta della crisi dello stato sociale nella sua consistenza fisiologica. Quando l’opinione pubblica avrà iniziato a comprendere che non si è davanti a una crisi locale o congiunturale, ma al collasso di un intero sistema di sviluppo economico sarà politicamente possibile comunicare (almeno parzialmente) la verità”.  Che te ne sembra?
On. Straccio: scritto davvero interessante e riflessioni attuali queste del Boccalatte che sembrano scritte in questi giorni di impazzimento dei mercati finanziari. Mi ha molto colpito la locuzione “collasso di un intero sistema”.  Alla luce di quello che il nostro Paese sta vivendo da alcuni mesi a questa parte mi sembra trattarsi di un  lavoro lungimirante!  Lo leggerò nel fine settimana e ne riparleremo martedì.  


On. Straccio: scusa la mia solita curiosità.
On. Cencio: cosa hai visto di così interessante?
On. Straccio: noto con piacere che al “Contratto Sociale” di Jean-Jacques Rousseau, da due settimane oggetto di attenta analisi da parte tua, adesso hai aggiunto La Repubblica di Platone. Come mai? Perché?
On. Cencio: l’anno scorso ho letto un saggio, anch’esso in borsa,  alquanto interessante dal titolo “L’accorpamento dei piccoli Comuni” edito dalla Rubbettino Ed.. Un saggio, da me  comperato dopo averne letto la recensione su Il Sole 24 ore,   che non ha deluso le mie aspettative stante la ricchezza   di tabelle e dati sul mondo dei nostri Comuni.
On. Straccio: dati di che natura?
On. Cencio: ho appreso, ad esempio, che i Comuni sono 8.101. Di questi 5.756 non superano i 5.000 abitanti. Ho appreso poi…
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: ho appreso che abbiamo centinaia di Comuni più piccoli di un condominio medio-piccolo:  che in provincia di Sondrio c’è un Comune (Pedesina) con 34 abitanti.
On. Straccio: non immaginavo situazioni del genere!
On. Cencio: non è ancora tutto….! In provincia di Lecco troviamo il Comune di Morterone che con i suoi 33 abitanti era il più piccolo Comune d’Italia! E non è ancora finita!
On. Straccio: non mi dire che ci sono Comuni al di sotto di questa soglia demografica.
On. Cencio: devi sapere che dai primi risultati, ancora non ufficiali,  dell’ultimo Censimento Ufficiale  della popolazione del 2001  abbiamo appreso che Morterone ha perso il primato di Comune più piccolo per cederlo a Pedesina, che di abitanti, ora, ne ha 30.
On. Straccio: notizie davvero interessanti che dovrebbero far riflettere la nostra classe politica e il Governo che si accinge a mettere mano  all’operazione spending review.
On. Cencio: da una tabella elaborata dall’Autore emerge, altresì,  che i Comuni con meno di 1.000 abitanti sono 1.964.
On. Straccio: dati che dovrebbero far riflettere non poco gli studiosi di “Ordinamento Comunale”! Ma l’Autore fa solamente una fotografia della situazione o propone anche delle possibili  soluzioni?
On. Cencio: propone di accorpare i Comuni più piccoli. Sostiene, in proposito, che una simile operazione rappresenti l’adempimento di un obbligo costituzionale.
On. Straccio: addirittura!  E qual’è quest’articolo che imporrebbe, così da renderlo doveroso, l’accorpamento dei Comuni più piccoli?
On. Cencio: l’Autore lo individua nell’articolo 97 della Costituzione il quale dispone che “i pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione”.
On. Straccio: ti sembra una tesi sostenibile? Ne hai già parlato con qualcuno?
On. Cencio: il mio amico della maggioranza – l’Avvocato, come tu lo chiami, - l’ha definita “tesi interessante”,meritevole di essere presa in seria considerazione sia in occasione delloperazione spending review, sia quando riprenderemo l’esame dell’Ordinamento Municipale.  Vedi…
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: l’Autore con l’ausilio di autorevole dottrina e abbondante giurisprudenza costituzionale sostiene che “buon andamento” significhi  “economicità, efficienza ed efficacia dell’attività della Pubblica Amministrazione. Lo stesso Autore prosegue affermando che la presenza di migliaia di piccoli Comuni  - che lui a più riprese chiama Comuni polvere – contrasti con il suddetto articolo 97.
On. Straccio: lo dimostra?
On. Cencio: Ritengo abbastanza, specie quando, attraverso l’analisi del concetto di  economicità,  mette in risalto come nei piccoli Comuni la spesa corrente aumenti, quasi sempre, a prescindere da ogni rapporto costi/benefici. Lo stesso, riportando i risultati di studi ministeriali, afferma che per ottenere un’azione economica efficiente ed efficace i Comuni devono raggiunge almeno i 5.000 abitanti. L’Autore, comunque, fa una acuta osservazione che ha meglio esplicitato in alcune interviste  a Oscar Giannino, Gianfranco Fabi e Franco Carrubba su Radio 24   e a Radio Radicale.
On. Straccio: a che proposito?
On. Cencio: a proposito della soglia demografica che l’accorpamento dovrebbe  raggiungere. La tesi dell’Autore, infatti,  non è in linea con quanto delineato nei provvedimenti approvati quando al Governo c’era l’On. Berlusconi.
On. Straccio: in che senso? Spiegami meglio.
On. Cencio: secondo l’Autore l’accorpamento è un’operazione che richiede un attento esame delle specificità che caratterizzano le diverse  aree geografiche del nostro Paese. Non è un’operazione, sostiene,   da fare a tavolino negli Uffici Ministeriali”!.
On. Straccio: vedo che l’argomento ti ha coinvolto!
On. Cencio: sappi,  se è per questo, che il mio amico della maggioranza (l’Avvocato) ha detto trattarsi di un lavoro che dovrebbe fare riflettere non poco il Governo Monti quando riprenderemo l’esame dell’Ordinamento Municipale. E, a mio avviso,  ha pienamente ragione.
On. Straccio: spiegami meglio.
On. Cencio: secondo l’Autore se l’accorpamento viene effettuato in montagna sarebbe, a suo dire, già un successo accorpare tutti i Comuni di una stessa vallata anche se il risultato demografico non raggiunge, ad esempio,  i 2.000 abitanti. E quindi sconsiglia di accorpare Comuni di vallate diverse.
On. Straccio: come mai?
On. Cencio: sopra gli 800 metri devi tener conto, ad esempio,  della difficoltà nei collegamenti specie nei mesi invernali. In pianura, invece, si potrebbe portare avanti un’operazione di accorpamento tra Comuni contermini anche se il nuovo Ente raggiungesse i 10.000 abitanti e anche più.
On. Straccio: quando è stato pubblicato?
On. Cencio nel dicembre 2010.
On. Straccio: quindi prima dei provvedimenti del Governo Berlusconi che poi si dimise dall’incarico sul finire del 2011. Però mi sembra che, nonostante la serietà della ricerca, la proposta sia stata quasi del tutto disattesa dalla riforma Berlusconi! Ma, siamo stati  talmente coinvolti dall’argomento  che non mi hai ancora detto perché stai leggendo Platone e Rousseau. Hanno qualche collegamento con il tema trattato dal saggio?
On. Cencio: più di quanto tu possa immaginare!
On. Straccio: dici davvero? Leggiamoli insieme.
On. Cencio: è proprio così!  Ebbene, leggiamo insieme i brani che mi sembrano i più significativi. Dice il Rousseau: “come la natura ha fissato dei limiti per la statura di un uomo ben fatto, passati i quali essa non produce che giganti o nani, ugualmente vi sono, riguardo alla migliore costituzione di un stato, dei limiti circa la sua estensione, affinché esso non risulti né troppo grande per essere ben  governato, né troppo piccolo per potersi mantenere da solo. In ogni corpo politico vi è un maximum di forza che non dovrebbe mai essere oltrepassato….. (libro II, paragrafo 9).
On. Straccio: con il Rousseau devo dirti che hai proprio ragione! E con Platone come la mettiamo?
On. Cencio: anche il filosofo greco – che come vedi è riportato alla pagina 34 del saggio - ci narra nel libro IV della sua “Repubblica” di un dialogo tra il filosofo Socrate e Adimanto in tema di “ricerca della migliore dimensione di una città”, durante il quale Socrate auspica che “la città non sia né piccola, né grande, ma abbia una giusta dimensione” .
Socrate: Ecco: il limite migliore a cui i nostri governanti devono attenersi nel determinare la grandezza della città e in base a questa l’estensione dei suoli confini, lasciando perdere ogni altro territorio.
Adimanto: Quale limite?
Socrate: Questo credo, che la città si ingrandisca fino al punto in cui possa, crescendo, conservare la sua unità, e non oltre.
Adimanto: Bene.   
Socrate: Perciò impartiamo ai guardiani quest’altro ordine, di badare con ogni mezzo che la città non sia né piccola né grande, ma abbia una giusta estensione e resti unita (libro IV, paragrafo 423).
On. Straccio: mi sembra, da quello che mi hai fin qui detto e da quello che stiamo leggendo, trattarsi di un  lavoro che dovrebbe essere oggetto di un’attenta analisi negli Uffici Studi Ministeriali. A proposito come si chiama l’Autore? Stasera passerò in libreria a comprarlo.
On. Cencio: Giuseppe Castronovo. Perché tanto interesse anche in te?
On. Straccio: vorrei approfondire l’argomento per parlarne con l’Avvocato e con te. Potremmo fare una proposta unitaria in tema di accorpamento dei piccoli Comuni da sottoporre al’esame del Parlamento.
 On. Cencio: l’Avvocato ha in mente di fare proprio questo e ha contattato alcuni Colleghi che al momento sarebbero concordi nel sottoscrivere una simile proposta. Se, come mi sembra, sei così interessato al tema  ti consiglio di leggere anche la prefazione. E’ stata scritta da Silvio Boccalatte,  un Avvocato genovese, esperto in materia. Ha infatti  coordinato un gruppo di studio che alcuni anni fa ha dato alle stampe, sempre con la Rubbettino, il volume “Abolire le Province”.
On. Straccio: vedo che ne parli in modo molto entusiasta!  Possiamo leggere qualche brano?
On. Cencio: E’ uno scritto da leggere dalla prima all’ultima riga. Te ne leggo qualche stralcio. “Il mondo è attanagliato dalla crisi economica più grave degli ultimi decenni: probabilmente l’intero modello di sviluppo impostosi durante il Novecento si modificherà in profondità, giungendo a un sostanziale abbandono dell’attuale insostenibile stato sociale.
Nell’arco dei prossimi anni e decenni la politica non si chiederà più se convenga operare tagli alla spesa pubblica, ma dovrà affrontare direttamente l’aspro tema del   “come”  ridurre  le spese……Gli impressionanti numeri del debito pubblico italiano sono, in  certo senso, fuorvianti e spesso impediscono lo sviluppo di un corretto dibattito politico, ma anche scientifico…Si tratta della crisi dello stato sociale nella sua consistenza fisiologica. Quando l’opinione pubblica avrà iniziato a comprendere che non si è davanti a una crisi locale o congiunturale, ma al collasso di un intero sistema di sviluppo economico sarà politicamente possibile comunicare (almeno parzialmente) la verità”.  Che te ne sembra?
On. Straccio: scritto davvero interessante e riflessioni attuali queste del Boccalatte che sembrano scritte in questi giorni di impazzimento dei mercati finanziari. Mi ha molto colpito la locuzione “collasso di un intero sistema”.  Alla luce di quello che il nostro Paese sta vivendo da alcuni mesi a questa parte mi sembra trattarsi di un  lavoro lungimirante!  Lo leggerò nel fine settimana e ne riparleremo martedì.  

domenica 1 luglio 2012

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO DEI PARTITI CHE APPOGGIANO IL GOVERNO MONTI.

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Grazie ai recenti successi del Presidente del Consiglio al vertice di Bruxelles e al solido accordo raggiunto dalle forze politiche che appoggiano il Governo presieduto dal Sen. Prof. Mario Monti, la legislatura potrà concludersi alla sua scadenza naturale del 2013.