giovedì 30 aprile 2015

                                              E  X  P  0        2015   
                                     B  E  N  V  E  N  U  T  I       A      M  I  L  A  N  O

                                  Con      M  E  M  O     R  E  M  I  G  I

                                               Sapessi com’è strano
                                               sentirsi innamorati
                                               a  MILANO.
                                               Senza fiori, senza verde,
                                             senza cielo, senza niente
                                              fra la gente…..
                                             Sapessi com’è strano
                                             darsi appuntamenti
                                             a MILANO.
                                            Eppure,
                                            in questo mondo impossibile
                                            tu mi hai detto ti amo,
                                            io ti ho detto ti amo
                                            ti amo
                                            ti amo….

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mercoledì 29 aprile 2015

                                            RENZI  NELL’ALTO DEI CIELI

Io tendo al cielo e
con la fiducia rottamo il Parlamento.
Scompagino le truppe cammellate
che da tempo stazionano in Parlamento.
Io tocco il cielo  dove
a brillare resto io solo.
Io conosco la via che porta al cielo,
LA VIA DELLA FIDUCIA.

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domenica 26 aprile 2015

                                       RIFLESSIONE DELLA SETTIMANA
                                           “La miseria non coincide con la povertà; la miseria
                                             è la povertà senza fiducia,  senza solidarietà, senza
                                             speranza”.  Papa Francesco , quaresima 2014. 


martedì 21 aprile 2015

SOSTITUZIONE DEI DISSENZIENTI ALLA RIFORMA ELETTORALE: E SE RENZI AVESSE VIOLATO L’ARTICOLO 67 DELLA COSTITUZIONE?

Totò:  colleghi… avete visto?
Romano: che cosa?
Totò: Renzi ha operato l’impensabile!
Leo: a cosa ti riferisci?
Totò:  ha cacciato dalla Commissione Affari Costituzionale i  dieci componenti del suo stesso  Partito Democratico che non aderivano alla riforma  della legge elettorale così come proposta dallo stesso Renzi.
Giacomo:  è un fatto senza precedenti sia per il numero degli epurati  (dieci) che per le personalità coinvolte: l’ex Segretario Bersani, Cuperlo…  ed altri.
Alessio: che giudizio dai dell’operazione portata avanti da Renzi?
Giacomo: non essendo un esperto di Diritto parlamentare dò volentieri la parola al Prof. Vezio.
Vezio: amici miei…. con questa sostituzione (se non vogliamo usare eufemismi diciamo pure espulsione) viene di fatto superato l’articolo 67 della Costituzione il quale dispone che “ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”.  Questa norma, amici miei, ha costituzionalizzato il divieto del  “mandato imperativo”.
E sebbene siano trascorsi quasi settant’anni dall’approvazione della nostra Costituzione, riteniamo che questa disposizione mantenga tuttora un proprio specifico significato: è uno  strumento di difesa contro i rischi di interventi perturbatori dell’autonomia e della libertà del singolo parlamentare nell’esercizio delle sue funzioni.
Giacomo: prof. ma il comportamento di Renzi , che quale Segretario del Partito Democratico ha di fatto irreggimentato il comportamento dei parlamentari del P. D. in seno alla Commissione Affari costituzionali, è compatibile con l’art. 67?
Vezio: rispondo all’amico Giacomo richiamando la Corte costituzionale la quale con la decisione n. 14 del 7 marzo 1964 ha affermato che “il divieto del mandato imperativo comporta che il parlamentare è libero di votare secondo gli indirizzi del suo partito,  ma è anche libero di sottrarsene.
La stessa Corte prosegue affermando che “nessuna norma potrebbe legittimamente disporre che derivino conseguenze a carico del parlamentare per il fatto che egli abbia votato contro le direttive del partito”.
Ennio: prof.,  e se Renzi ha agito nel rispetto dello Statuto del suo Partito?
Vezio: caro Ennio tutte le leggi sono disposte come in una scala alla cui sommità troviamo la Costituzione che è la legge fondamentale dello Stato alla quale tutte le leggi sottostanti alla Costituzione devono rapportarsi in un rapporto “ gerarchico” compresi gli Statuti dei Partiti..
Ne consegue che se l’art. 67 della Costituzione ha introdotto il principio del divieto del  “mandato imperativo”,  detti Statuti, che gerarchicamente sottostanno alla Costituzione,  sono da ritenersi in palese contrasto con il suddetto arti 67 perché di fatto hanno trasformato i singoli Parlamentari in meri portavoce delle Segreterie dei  Partiti.
Comunque, anche a voler per un attimo tralasciare quanto fin qui detto, non possiamo non farci una domanda: se il Parlamento non è più la sede dove si parla, ci si confronta, ma la sede dove si ratificano decisione prese altrove, a che servono 630 Deputati?
Ebbene: visto che è all’esame del Parlamento anche la riforma costituzionale, si riducano i componenti della Camera a 400; ne guadagnerà anche la celerità decisionale del Parlamento.
(dai dialoghi svolti al Circolo della Concordia)

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domenica 19 aprile 2015

                            RIFORME ISTITUZIONALI: BASTA TATTICISMI

Romano: amici…devo confessarvi che, in tema di riforme istituzionali, il nostro Presidente Renzi ogni giorno che passa mi convince sempre meno.
Totò: come mai?
Romano: non avete visto?
Ennio: che cosa?
Romano: la riforma elettorale,  dal momento che per Renzi  si sta facendo sempre più una strada in salita,  è diventata una merce di scambio addirittura all’interno del suo stesso partito. Circolano infatti voci insistenti che sia intenzionato a rinunciare addirittura all’originaria proposta di riforma del Senato non elettivo pur di portare a casa la riforma della legge elettorale tenacemente contestata dalla minoranza del Partito Democratico capitanata dall’ex segretario Bersani.
Giacomo: in effetti, se la riforma del Senato proposta  da Renzi, venne definita “figlia di una visione strategica da non mercanteggiare in nessun modo”, mi risulta incomprensibile come adesso possa diventare oggetto di scambio con la legge elettorale!
Ennio: tatticismo puro!  Mi dispiace dirlo, ma forse le riforme prospettate mirano solo a consolidare una posizione di potere del Presidente Renzi, di chi gli sta dietro e di qualcuno dei cosiddetti  “rottamatori”e poco all’interesse del Paese.
Giacomo:  questa nuova proposta, in effetti, proietta molte ombre e poche luci sulla reale volontà di Renzi di riformare le nostre istituzioni. Prof. Vezio lei cosa ne dice?
Vezio: per riscrivere la Costituzione del 1948 e adeguarla alle attuali esigenze del nostro Paese,  a Renzi non basterà la sola furbizia.  Egli, il nostro Presidente, s’è dimostrato finora  molto abile nell’alternare settimanalmente i suoi interlocutori e  presentare loro carte di volta in volta differenti e sparigliate. Ma chiedo a me e a voi: “l’approvazione della riforma della nostra Carta Costituzionale può poggiare quasi esclusivamente su tatticismi del genere”?
 (dai dialoghi svolti al Circolo della Concordia)

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lunedì 13 aprile 2015

           LEGGE ELETTORALE:  GRAZIE A “DOLCE & GABBANA” E “VALENTINO” NON SPUZZA PIU’
Romano: amici… a volte è proprio difficile, se non impossibile, comprendere il comportamento dei politici.
Totò: come mai sta riflessione’
Romano: l’On.  Gennaro Migliore, ex vendoliano di ferro, l’anno scorso votò contro la legge elettorale --comunemente chiamata italicum – tenacemente voluta dal Presidente Renzi, definendola  “legge maleodorante”.
Alfio:  trattasi, tutto sommato, di un linguaggio compatibile con la sede in cui è stato utilizzato!
Romano: il problema non è questo.
Alfio: allora di cosa si tratta?
Romano: da qualche mese il Migliore, così come  altri parlamentari, ha lasciato il partito di Vendola per diventare renziano. E Renzi cosa fa? Lo nomina relatore della legge elettorale!
Alessio: E l’On. Migliore ha accettato?
Roano: avevi qualche dubbio? Ha accettato senza batter ciglio!
Ennio: ma se la legge era maleodorante?
Alessio: è bastata una spruzzatina   di “Dolce e Gabbana” con l’aggiunta di qualche goccia di “Valentino” e il problema è stato bell’e risolto.
Ennio: in che senso?
Alessio: non spuzza più!.
Ludovico: come si sul dire “miracoli della politica”!
(dai dialoghi svolti al Circolo della Concordia)
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sabato 11 aprile 2015

ANGOSCIA E SCONCERTO TRA I CONTRIBUENTI ITALIANI: ALLO STUDIO DEL GOVERNO RENZI UN NUOVO TRIBUTO SULLA CASA DAL TITOLO ALTAMENTE CONTURBANTE PER LA SUA AMBIGUITA’

Ennio: amici….avete saputo?
Renzo: che cosa?
Ennio: circola voce negli ambienti governativi che alcuni membri del Governo e lo stesso Presidente Renzi, stanchi di essere accusati – e non a torto, mi sia consentito affermarlo -  per la gragnuola di tasse che gravano sulle nostre case, abbiano dato incarico a dei consulenti di formulare l’ipotesi di una  “nuova tassa unica” sulla casa che raggruppi tutte le tasse oggi vigenti.
Giacomo: anch’io, ai tempi del Governo Letta avevo sentito parlare di una simile proposta; ma poi, a seguito della caduta del Governo Letta, non ne avevo più sentito parlare. Da quello che tu oggi ci stai dicendo sembra, invece, che le cose siano andate avanti.
Ennio: è proprio così! L’operazione è in una fase avanzata, ci dicono fonti vicine a Palazzo Chigi,  a tal punto che gli esperti hanno già presentato l’ipotesi di una nuova   Imposta applicabile a livello  Nazionale  e con carattere  Continuativo; che, non escludendo nessuno, sia  Universale. Dovrà inoltre essere  Localmente  Applicata da tutti i Comuni italiani, Tramite preventivo  Accertamento.
Giacomo: da come ce la stai descrivendo ritengo, caro Ennio , che sarà un’altra nuova fregatura per noi italiani.
Ennio: perché questa tua bocciatura senza appello?
Giacomo: se, da come ce l’hai tu descritta, analizziamo la semantica dell’acronimo con il quale chiameremo questa nuova tassa, scopriremo insieme gli elementi in grado di suffragare la mia affermazione.
Ludovico: è un discorso, il tuo, che non riesco ancora a seguire!
Giacomo: amici…..abbiate la pazienza di seguirmi per qualche minuto e tutto vi sarà  più chiaro. Ogni tassa viene identificata attraverso le iniziali delle singole parole. Prendiamo, ad esempio, l’ I. V. A.: tutti noi sappiamo che queste tre lettere indicano le iniziali di  Imposta  Valore  Aggiunto. Se abbreviamo, prendendo la prima lettera di queste tre parole otteniamo l’acronimo  I. V. A. .
Ora, seguendo la tua descrizione, caro Ennio,  scopriamo che questa nuova imposizione tributaria allo studio del Governo Renzi sarà una
Imposta
Nazionale
Continuativa
Universale
Localmente
Applicata
Tramite
Accertamento
 Amici miei… poiché  le parole  sono lo specchio della verità, concludo cercando  di dimostrarvi come  non saranno neutre neanche questa volta. Mettete insieme le iniziali e sono sicuro che ogni commento su questa nuova tassa, anche alla luce anche dell’acronimo con il quale verrà chiamata, risulterà del tutto superfluo.

Rodolfo: prof. Vezio… lei, oggi così particolarmente intento ad ascoltare le riflessioni dei nostri amici, cosa può dirci?
Vezio: due cose sono certe:
-l’acronimo di questa nuova tassa comunale mi ricorda, anche per la  conturbante ambiguità della sua semanticità, il commediografo latino Plauto il quale nella commedia “Il Persiano” diceva  “Nomen omen” e cioè che anche il nome è un presagio!.   Altrimenti detto i nomi molto spesso riescono ad  esprimere in anteprima  la realtà molto di più di quanto si possa immaginare;
-stiamo certi che il Presidente Renzi, se queste sono le premesse, non ci sta preparando un tappeto di rose su cui farci camminare.
 Poiché, però,  nelle aule universitarie durante le mie lezioni era bandita la volgarità e sono rimasto legato a quello stile, ancora oggi ricorro ad  un eufemismo per dire ECCO UN’ALTRA FREGATURA!
(dai dibattiti svolti al Circolo della Concordia)
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venerdì 3 aprile 2015

                                 L’ALLAGAMENTO DEI VIGNETI DI D’ALEMA
On. Straccio: collega ….
On. Cencio: dimmi.
On. Straccio:  che opinione ti stai facendo delle intercettazioni pubblicate dalle quali emerge, tra gli altri, anche il nome dell’ex Presidente del Consiglio Massimo D’Alema che risulta  estraneo ai fatti?.
On. Cencio: quanto sta succedendo è il frutto marcio della politica portata avanti dalla sinistra che per molto tempo ha cavalcato la scorciatoia giudiziaria per far fuori i suoi avversari. Vedi…
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: i fiumi, se gli argini per anni non sono oggetto di un’adeguata manutenzione, quando straripano talvolta inondano centri abitati e campi coltivati, e recano danni economicamente rilevanti per la popolazione  che vede svanire in poche ore i sacrifici di una vita  di lavoro.
On. Straccio: questo è vero!
On. Cencio: analoga è la situazione riscontrabile nel campo dell’Ordine giudiziario dove la sinistra è intervenuta in ritardo,  con molta “cautela” e giammai con l’incisività necessaria a prevenire lo squilibrio venutosi a creare tra Potere politico e Ordine giudiziario. Ed è stato così   che l’azione giudiziaria questa volta ha inondato anche i vigneti del leader  D’Alema. 
(dai dialoghi del Transatlantico)


mercoledì 1 aprile 2015


                     ELEZIONI: LE CONSEGUENZE DELL’ASTENSIONE.
    COSA CI INSEGNA IL “LAVARSENE LE MANI” DI PONZIO PILATO?                                                      
Renzo: amici…, più passa il tempo e sempre  più non vorrei recarmi ai seggi elettorali.
Ludovico: come mai?
Renzo: l’eccessivo numero di politici inquisiti e di politici che, tradendo la fiducia loro concessa dagli elettori, cambiano casacca con così tanta facilità, mi sta convincendo sempre più dell’inutilità del mio voto.  Questi politici mi ricordano tanto  i Proci di omerica memoria che gozzovigliavano nella reggia di Itaca durante l’assenza di Ulisse.
Rodolfo: e quindi?
Renzo: devo confessarvi che alle prossime elezioni sono orientato verso l’astensione.
Giacomo: ma la situazione non può che peggiorare se sono in tanti coloro che, pensandola come te, non si recano ai seggi elettorali. Questa ovviamente è la mia opinione personale. Lei…prof. Vezio cosa ne pensa?
Vezio: avrai pure ragione caro Renzo…., ma più ragione ha l’amico Giacomo. Caro Renzo…., permettimi che lo sottolinei,  non è che lavandotene le mani in modo pilatesco riesca a risolvere  i gravi problemi da te evidenziati. Anzi, il tuo “lavartene le mani” aggraverebbe, e di molto, la situazione!
Sappiamo tutti quali furono le conseguenze per Gesù Cristo dopo che Ponzio Pilato “si lavò le mani”: la folla, prendendo in mano la situazione,  gli preferì Barabba  e fu così che   Gesù Cristo finì in croce.
Amici… bisogna saper analizzare i testi evangelici! Ci riservano, ancora, dopo quasi duemila anni, delle sorprese di una tragica attualità, talvolta sconvolgenti.
Puntuale, in tal senso, il cap. 27 del Vangelo di San Matteo dove leggiamo che  “venuto il mattino tutti i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Messolo in catene lo consegnarono a Pilato. Per la festa egli (cioè Pilato) era solito rilasciare un carcerato a loro richiesta…  Allora Pilato disse loro: volete che vi rilasci il re dei Giudei? Ma i sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a richiedere Barabba e a far morire Gesù ….Tutti urlarono sia crocifisso …. Pilato, visto che non otteneva nulla si lavò le mani davanti alla folla. E  tutto il popolo rispose: “il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli”.
Cari amici…una prima osservazione: quella folla non agì da sola; venne invece organizzata, pilotata e gestita da menti di  persone che non erano, poi, così tanto invisibili: si trattava infatti  dei sommi sacerdoti e degli anziani del popolo, persone che per la posizione sociale occupata erano nella condizione, diremmo oggi,  di “formare l’opinione pubblica”.
Seconda osservazione: avrete notato come  l’evangelista Matteo utilizzi a volte il  termine “folla”, a volte il termine “popolo”.  Non vi sfuggirà sicuramente, nell’ambito della riflessione che stiamo svolgendo, come il “popolo” rappresenti il “tutto”, mentre la “folla” rappresenti una “parte del tutto”.
Amici… nel nostro caso non possiamo ancora non osservare come, pur essendo la folla (cioè una parte: sicuramente non sarà stato che qualche migliaio di persone) a chiedere la condanna di Gesù,   alla fine però il titolare della decisione finale risulta  il popolo ebraico cioè il tutto.
Riassumendo diremo: E’ LA FOLLA A DECIDERE, MA LA DECISIONE RISULTA ADOTTATA DA TUTTO IL POPOLO EBRAICO.
Marco: prof….lei all’inizio ci ha parlato di “sorprese di una tragica attualità”. Ma qual’è  in concreto l’insegnamento che Renzo e credo tutti noi elettori dobbiamo trarre dalla vicenda evangelica da lei illustrataci?
Vezio: mi sia consentito rispondere a Marco prendendo come esempio l’attività di  un organo costituzionale che tutti noi meglio conosciamo perché emanazione diretta di noi elettori: il Parlamento quando adotta le sue decisioni.
-Parlamento:  qualcosa di simile alla vicenda  che duemila anni fa vide coinvolti come protagonisti Gesù Cristo,  Ponzio Pilato e il popolo ebraico,  è recentemente successo alla Camera dei deputati dove solamente 308 Onorevoli, sui 630 che compongono il plenum dell’Assemblea, hanno votato ed approvato in prima lettura la riforma della nostra Costituzione. E 308, è bene ricordarlo, sono addirittura  meno della metà di 630! Ma, alla fine, il Presidente leggendo il risultato della votazione, ha così concluso il suo intervento: “la Camera approva”. Proprio come è avvenuto a Gerusalemme dove la decisione di crocifiggere Gesù Cristo, sebbene presa da una  folla composta da qualche migliaio di persone,  alla fine fu  attribuita all’intero popolo ebraico.
Amici miei…. quanto successo alla Camera dei deputati dove  una minoranza (308 su 630), approfittando di una maggioranza (322 su 630) che “se n’è lavate le mani” abbandonando l’Aula parlamentare, ha approvato la modifica della nostra Carta costituzionale:
- da una parte attualizza più che mai le modalità procedurali attraverso le quali s’è sviluppata la vicenda consumatasi a carico di Gesù Cristo duemila anni fa a Gerusalemme;
- dall’altra ci induce ad affermare che ”l’astensione significa con certezza darla vinta in partenza all’avversario, anche quando questi è numericamente minoranza e, fatto altrettanto grave, a prescindere dalla circostanza che sia  dalla parte giusta o dalla parte sbagliata”.
Amici…ritornando al punto da cui siamo partiti, e cioè da Renzo che, così come tanti altri,  non vuole recarsi più ai seggi elettorali, non ci risulterà molto difficile, alla luce del dibattito e dalle riflessioni svolte da noi tutti, applicare anche ai nostri giorni la vicenda evangelica “Pilato, crocifissione di Gesù e popolo ebraico” e trarne le logiche conseguenze.
(dai dibattiti svolti al Circolo della Concordia)
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