E SE LA GUERRA NON FOSSE LO STRUMENTO
PIU’ IDONEO PER RISOLVERE IL CONFLITGTO ISRAELO/PALESTINESE?
Leggo con la
solita dovuta attenzione l’intervento dell’On. Raniero La Valle del 13 ottobre
2023 dal titolo “Piangere su
Gerusalemme” pubblicato lo stesso
giorno sul quotidiano on line Grotte.info.Quotidiano.
Mi soffermo a riflettere sull’incipit del suddetto intervento dove
l’Autore ci ricorda che Gesù Cristo quando entra a Gerusalemme con i suoi
discepoli, quel giorno (che la nostra liturgia poi chiamerà Domenica delle
Palme), la folla,
così come ci dice l’Evangelista San Luca nel suo Vangelo (cap. 19), lo acclama
e lo applaude dicendo:
“Benedetto colui che viene,
il re, nel nome del Signore.
Pace in cielo e gloria nel più alto
dei cieli”.
Ma Gesù non si compiace affatto di questo successo di popolo che in
corteo lo accompagna verso il Tempio. Anzi, nonostante gli applausi e gli
osanna che la folla gli tributa, vedendo dall’alto la città di Gerusalemme,
piange su di essa dicendo: “Gerusalemme, se avessi compreso
anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto
ai tuoi occhi…”
Nonostante siano trascorsi duemila anni risuona ancora alle nostre
orecchie il richiamo di Gesù alla città di Gerusalemme per il fatto di non aver
“compreso cosa porta alla pace”. La pace!
Un tema più che mai attuale in questi giorni: basti pensare alla tragedia che
stanno vivendo Palestinesi e Israeliani.
Ma cosa porta alla pace?
E’ una domanda che esige una risposta scevra di ogni ambiguità. La
risposta ce la fornisce lo stesso La Valle richiamando il filosofo spagnolo Raimundo Panikkar secondo cui “la pace non si
raggiunge mai con la vittoria di uno dei due litiganti perché prima o poi il
vinto risorge e si vendica”.
Altrimenti detto: una pace duratura non si raggiungerà mai attraverso la
vittoria di una delle due parti in conflitto a scapito dell’altra.
E poiché la vittoria presuppone lo svolgimento di un conflitto, ci sia
consentito affermare che:
-la guerra non è la strada maestra
che porta ad una pace duratura.
-la pace fugge sia dal campo dei
vincitori che dal campo dei vinti.
Ma se escludiamo il ricorso alla guerra come potremo risolvere il
conflitto israelo/palestinese e raggiungere una pace duratura?
Ci insegna il Monaco del Mondo che:
“LA PACE SI FA CON AGO
E FILO,
RICUCENDO LE FERITE,
NELLA LABILE SPERANZA
CHE POSSANO SMETTERE DI
SANGUINARE”.
Mettiamo quindi da
parte bombe e cannoni e attrezziamo i contendenti di strumenti più umili quali sono ago e filo.
gcastronovo.blogspot.it