Sig. Presidente della Repubblica
Italiana
Prof. Sergio Mattarella
BUON LAVORO…..AD MULTOS ANNOS
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E SE LA SOLUZIONE FOSSE GEGIA?
On. Cencio: collega che pensi dello stallo in cui si trova
la Politica che neanche oggi non è riuscita a trovare il successore del
Presidente Mattarella?
On. Straccio: il Centrodestra risulta sempre più imbrigliato
dai veti della Sinistra e tutto rimane fermo.
On. Cencio: quale la possibile soluzione per uscire da
questa paralizzante situazione?
On. Straccio: al punto in cui ci troviamo se dalla Politica
non vengono presi in considerazione nomi,
tra gli altri, quali SABINO CASSESE, Marcello Pera, Marta
Cartabia (nomi che, a differenza di Draghi,
avrebbero il pregio di non turbare più di tanto la prosecuzione della vita
dell’attuale Governo) il clima diventa sempre più torbido.
On, Cencio: come se ne
esce?
On. Straccio: con un
nome che come chiede la sinistra sia:
-di alto profilo;
-super partes;
-personalità di alto livello;
-autorevole;
condiviso;
-non sia divisivo;
.abbia elevata caratura istituzionale.
On. Cencio: e chi può avere tutte queste caratteristiche?
On. Straccio: i Romani hanno, in proposito le idee abbastanza
chiare!
On. Cencio: e che c’entrano i Romani?
On. Straccio: è da giorni che i Romani vedono girare per le strade di Roma
un furgoncino che indica a chiare e vistose lettere:
G E G I A PRESIDENTE
DELLA REPUBBLICA
On. Cencio:
se le cose stanno così e GEGIA può rappresentare l’ultima soluzione, io la voto:
W.GEGIA PRESIDENTE
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QUIRINALE E DINTORNI: NE PARLANO
LETTA E SALVINI
Stanotte ho sognato il Sen. Salvini e l’On. Letta che al
riparo da occhi indiscreti cercavano un nome condiviso per il Quirinale. Il
loro dialogo seguiva le note della famosa interpretazione ( L’IMPORTANTE
E’ LA ROSA) portata al successo nel 1967 dall’artista francese GILBERT
BACAUD. Svegliatomi ho preso carta e
penna e trascritto il dialogo, cercando di essere il più fedele possibile alle
loro parole.
LETTA: Tu che incontri Conte e Bersani
E ti dai tanto da fare
In una politica impazzita
Dove vai?
Tu che piangi un vecchio amico
Dopo che l’hai ormai lasciato
Tu che hai un mazzo di rose
Dove vai?
SALVINI: l’importate è la rosa
L’importante è la rosa
L’importante è la rosa
Credi a me
LETTA: Se tu hai l’alto profilo
Io ti offro un super partes
Se il tuo nome è divisivo
Il mio è un nome di pace
NON PUOI DIRMI DI NO.
Tu Salvini che mi guardi
Con quel tuo sorriso triste
Pensa che domani è festa
AL QUIRINAL!!!
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ULTIME DALLE AULE PARLAMENTARI
LA CORSA VERSO IL COLLE
On.
Straccio: collega Cencio…
On. Cencio: dimmi
On.
Straccio: hai letto l’ultima?
On. Cencio:
cosa dice?
On.
Straccio: Berlusconi rinuncia alla candidatura per il Quirinale.
On. Cencio:
semplifica o complica la corsa?
On.
Straccio: non so risponderti. Però..
On. Cencio:
però che cosa?
On.
Straccio: vedo tanti CASINI lungo la strada che porta al Colle
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Il Coronavirus del 2020 e la Peste del 1630
descritta dal Manzoni: molte analogie e altrettanti spunti di riflessione.
Prof. Vezio: amici… qualche giorno fa l’amico Santo mi
invitava a fare qualche riflessione comparativa tra la peste descritta dal Manzoni
e il Covid 19 che oggi tanti lutti e dolori sta provocando a livello
planetario. Data la ristrettezza del tempo per una più approfondita
ricerca, oggi illustrerò cinque atteggiamenti che, allora come oggi,
accomunano lo stato d’animo della gente di fronte all’avanzare dell’imprevedibile
evento.
Nelle pagine del capolavoro manzoniano “I Promessi Sposi” troviamo
mirabilmente descritto tutto quanto accade oggi:
1) la ricerca dell’”untore” – (paziente zero) - da parte
delle autorità;
2) il senso di paura che si diffonde tra
la gente;
3) l’adozione del Lockdown;
4) il dilagare della peste;
5) un persistente senso di scetticismo,
duro a morire, che serpeggia tra la gente nonostante la tragica avanzata della
peste.
Da notare la concisione delle frasi; è attraverso questa
concisione che l’Autore evidenzia tutta la drammaticità dell’evento.
Riportiamo qui sotto alcune di queste frasi tratte dal
capitolo XXXI°.
1 A) “La peste era già entrata a Milano.
Il Tadino e il Ripamonti vollero saper
il nome di chi ce la portò per primo…..”
“L’uno e l’altro storico dicono che fu un soldato italiano al
servizio della Spagna…”
“Sia come sia, entrò questo fante sventurato e portator di
sventura…”
2 A) “Appena arrivato s’ammalò; fu portato in ospedale; dove
un bubbone che gli si scoprì sotto un’ascella, mise chi lo curava in sospetto di
ciò che era infatti; il quarto giorno morì…”
3 A) “Il tribunale della sanità fece segregare e sequestrare
in casa la di lui famiglia…”
4 A) “Ma il soldato ne aveva lasciato di fuori un “seminìo”
che non tardò a germogliare. Il primo cui s’attaccò, fu il padrone della casa
dove quello aveva alloggiato, un Carlo Colonna sonator di liuto”.
5 A) “C’era, del resto, un certo numero di persone non ancora
persuase che questa peste ci fosse”.
“In principio dunque, non peste, assolutamente no, per nessun
conto: proibito anche di proferire il vocabolo.
Poi, febbri pestilenziali … poi, non vera peste, vale a dire peste sì,
ma in un certo senso; non peste proprio; ma una cosa alla quale non si sa trovare
un altro nome”
A.
Manzoni,
I Promessi Sposi, cap. XXXI°, riga 155 e segg.
(Dai Dialoghi svolti al Circolo della
Concordia)
INNO
ALL’AMICIZIA
Quanti
tesori nascosti in una vera e sincera amicizia! Alcuni ce li indica l’artista Gipo
Farassino nella sua “AVERE UN AMICO”
Avere un amico vuol dire sentirsi qualcuno
Avere un amico vuol dire fermare un po’ il tempo
vuol dire trovar la risposta a tanti perché
Allora tu scopri di avere sprecato una vita
pedalando in salita, e ti spieghi perché.
ritrovare una strada, una casa sparita
e una goccia di vita che ritorna da te.
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