venerdì 21 gennaio 2022

 

 

Il Coronavirus del 2020 e la Peste del 1630 descritta dal Manzoni: molte analogie e altrettanti spunti di riflessione.

 

Prof. Vezio: amici… qualche giorno fa l’amico Santo mi invitava a fare qualche riflessione comparativa tra la peste descritta dal Manzoni e il Covid 19 che oggi tanti lutti e dolori sta provocando a livello planetario. Data la ristrettezza del tempo per una più approfondita ricerca, oggi illustrerò cinque atteggiamenti che, allora come oggi, accomunano lo stato d’animo della gente di fronte all’avanzare dell’imprevedibile evento.

Nelle pagine del capolavoro manzoniano “I Promessi Sposi” troviamo mirabilmente descritto tutto quanto accade oggi:

1) la ricerca dell’”untore” – (paziente zero) - da parte delle autorità;

2) il senso di paura che si diffonde tra la gente;

3) l’adozione del Lockdown;

4) il dilagare della peste;

5) un persistente senso di scetticismo, duro a morire, che serpeggia tra la gente nonostante la tragica avanzata della peste.

Da notare la concisione delle frasi; è attraverso questa concisione che l’Autore evidenzia tutta la drammaticità dell’evento.

Riportiamo qui sotto alcune di queste frasi tratte dal capitolo XXXI°.

1 A) “La peste era già entrata a Milano. Il Tadino  e il Ripamonti vollero saper il nome di chi ce la portò per primo…..”

“L’uno e l’altro storico dicono che fu un soldato italiano al servizio della Spagna…”

“Sia come sia, entrò questo fante sventurato e portator di sventura…”

 

2 A) “Appena arrivato s’ammalò; fu portato in ospedale; dove un bubbone che gli si scoprì sotto un’ascella, mise chi lo curava in sospetto di ciò che era infatti; il quarto giorno morì…”

 

3 A) “Il tribunale della sanità fece segregare e sequestrare in casa la di lui famiglia…”

 

4 A) “Ma il soldato ne aveva lasciato di fuori un “seminìo” che non tardò a germogliare. Il primo cui s’attaccò, fu il padrone della casa dove quello aveva alloggiato, un Carlo Colonna sonator di liuto”.

 

5 A) “C’era, del resto, un certo numero di persone non ancora persuase che questa peste ci fosse”.

“In principio dunque, non peste, assolutamente no, per nessun conto: proibito anche di proferire il vocabolo.  Poi, febbri pestilenziali … poi, non vera peste, vale a dire peste sì, ma in un certo senso; non peste proprio; ma una cosa alla quale non si sa trovare un altro nome”

A.    Manzoni, I Promessi Sposi, cap. XXXI°, riga 155 e segg.

(Dai Dialoghi svolti al Circolo della Concordia)

 

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