domenica 30 settembre 2012

CONSIGLIERI REGIONALI: ONESTA' E RIMBORSI CHILOMETRICI.

Rimborsi reg.

On. Straccio: collega Cencio, noto che mentre leggi diventi sempre più corrucciato e preoccupato! Che tipo di notizie stai leggendo?
On. Cencio: sto apprendendo che un po’ in tutte le Regioni vi sono dei Consiglieri che nel 2011 hanno ottenuto rimborsi chilometrici annui pari a 2/3 volte il giro dell’equatore.
On. Straccio: Mi sembra un po’ esagerato! Com’è possibile?  Sono sempre in giro!
On. Cencio: devi chiederti invece: quando lavorano?
On. Straccio: vedo, anche se a distanza di anni,….
On. Cencio: che cosa?
On. Straccio: che ancora una volta aveva ragione mia madre quando diceva che “l’onestà cammina quasi sempre a piedi”.

venerdì 28 settembre 2012

TRATTAMENTO ECONOMICO AI POLITICI REGIONALI: TOGLIAMO ALLE REGIONI LA COMPETENZA A QUANTIFICARLO PER RIASSEGNARLA ALLO STATO.



Le cronache di questi giorni hanno posto sotto i riflettori le spese eccessive e non sempre oculate per il funzionamento degli Organi politici delle 20 Regioni italiane.
Poiché dai dibattiti televisivi non sempre  è emersa una approfondita  conoscenza delle vere cause che hanno provocato questa situazione che i fatti della Regione Lazio hanno evidenziato in tutta la sua drammatica esplosività, mi sia consentito fare qualche riflessione sulla situazione giuridico normativa  attualmente applicabile alle 15 regioni a Statuto ordinario. Quelle a Statuto speciale (5) meritano un discorso a parte.
La Costituzione del 1948 prescriveva che  il trattamento economico dei Consiglieri Regionali venisse  determinato con legge statale.
Nel 2001 viene modificato, con la legge costituzionale n. 3/2001,  il Titolo V° della Costituzione che disciplina le Autonomie locali. Uno degli aspetti più significativi della riforma riguarda il potere legislativo delle Regioni che viene ampliato di molto rispetto alla Costituzione del 1948.  Grazie a questo ampliamento di poteri, dal 2001 sono le singole Regioni, ad es.,  a determinare in assoluta autonomia  il trattamento economico dei titolari degli Organi Regionali ( Presidente, Assessori, Consiglieri Regionali).
La riforma del 2001 se da una parte assegna alle Regioni la determinazione del suddetto trattamento economico, riserva però allo Stato, con gli articoli 117 e 119 il compito di “armonizzazione e coordinamento della finanza pubblica”.
Si tratta, a questo punto di capire, sulla base del pensiero della  Corte Costituzionale, espresso in occasione delle pronunce su quelle norme che all’interno delle varie leggi finanziarie dettavano disposizioni tese a “coordinare la finanza pubblica”, cosa possa significare tale locuzione.
Lo spieghiamo ricorrendo ad un caso concreto:
con la legge finanziaria del 2006 (legge 23.12.2001, n. 266) il Governo  riduce  del 10%, “per esigenze di coordinamento della finanza pubblica”, gli emolumenti di coloro che rivestono cariche pubbliche elettive. La finanziaria ha come destinatari anche le Regioni.
La Regione Campania impugna questa legge  dinnanzi alla Corte costituzionale la quale con la sentenza n. 157/2007 dà ragione alla Campania e, di conseguenza, annulla questa riduzione perché  pone un precetto specifico e puntuale, comprimendo l’autonomia finanziaria regionale ed eccedendo dall’ambito dei poteri statali in materia di coordinamento della finanza pubblica”.
Secondo la Corte costituzionale lo Stato, quale coordinatore della finanza pubblica, “può prescrivere criteri e obiettivi ( ad es. per il contenimento della spesa pubblica) ma non può imporre alle Regioni minutamente gli strumenti concreti da utilizzare per raggiungere quegli obiettivi”, e ciò al fine di evitare una “indebita invasione dell’area riservata dall’art. 119 della Costituzione alle Autonomie regionali”:
Secondo la Corte costituzionale:
-  lo Stato può ridurre i trasferimenti alle Regioni,  ma non può però individuarle spese da tagliare.  Tale individuazione spetta alle singole Regioni.
 -  Se  l’importo complessivo del bilancio regionale, regolarmente approvato, è tale da rispettare la norma statale di coordinamento della finanza pubblica, le variazioni al bilancio effettuate all’interno di quest’importo complessivo  rientrano nell’esclusiva competenza dell’autonomia regionale e quindi non sono sindacabili dall’esterno. Possono essere, ad es, prelevati 100.000 € dal capitolo dei trasporti per incrementare un altro capitolo senza che nessuno dall’esterno possa sindacare tale scelta. Diversamente facendo verrebbero imposti minuti e concreti strumenti operativi alla Regione; un’imposizione che è vietata dalla vigente Costituzione, così come confermato dalla Corte costituzionale.
Nel caso della Regione Lazio, stando alle cronache di questi giorni, le variazioni di bilancio consistevano nel trasferimento di risorse dal capitolo dell’assistenza al capitolo dei fondi da assegnare ai gruppi consiliari, senza comunque variare l’importo complessivo del bilancio.
Ecco: questo è un altro scandalo!. Pensavamo che il finanziamento ai Partiti fosse statale, invece ora veniamo a sapere che i Partiti ricevono (il finanziamento dei gruppi consiliari altro non è che un ulteriore, vero e proprio finanziamento dei Partiti in aggiunta a quanto già ricevono dallo Stato)
anche finanziamenti regionali!.
E’ certamente  deplorevole e moralmente da condannare ma, alla luce dell’attuale Costituzione, il comportamento della Regione Lazio e di tutte le altre Regioni che ricorrono a tali espedienti  è stato in linea con la Costituzione del 2001 e con l’interpretazione che ne ha dato la Corte costituzionale.
Bisogna acquisire consapevolezza che la situazione non è più sostenibile e che il Titolo V° della Costituzione è da rivedere ripristinando la situazione ante riforma 2001.
Bisogna cioè riassegnare allo Stato la competenza di determinare il trattamento economico dei titolari degli Organi politici regionali (Presidente, Assessori e Consiglieri).

domenica 23 settembre 2012

ANALOGIE TRA LA CENA DI TRIMALCHIONE E I BANCHETTI DELL'ATTUALE NOSTRA CLASSE POLITICA.



Gentile Sig.ra Paola

Chiedo scusa se non ho risposto al suo commento, datato 11.8.2012, al post del 14.5.2012. Non l’avevo ancora fatto perché la sua affermazione secondo cui “un pizzico di purezza in fondo in fondo resta”, sa molto di alta e sottile filosofia. Ed io, Le confesso che, pur avendola molto apprezzata, non l’ho commentato perché per me sarebbe stato come addentrarmi in un campo minato.
La vicenda del Sen. Lusi prima e le notizie che ci arrivano dal Consiglio Regionale del Lazio in questi ultimi giorni, mi inducono però, anche se con ritardo, ad intervenire.
Seguendo il suo consiglio ho scavato “in fondo in fondo”; purtroppo non ho trovato nella politica italiana l’auspicabile “purezza”.
 Analizzando la sua risposta penso che Lei abbia studiato non solo filosofia ma anche psicologia.  Attendo perciò qualche suo commento alle considerazioni che vado a svolgere.
Ebbene, sia il Sen. Lusi che il Consigliere Regionale Fiorito mi sembrano caratterizzarsi, pur appartenendo a schieramenti opposti,  per l’esibizione smodata di ricchezza  e per l’assidua frequenza di tavole imbandite.
Questi signori per comportarsi così non sono evidentemente a conoscenza delle incertezze e delle incognite (meglio dire: della precarietà) che quotidianamente accompagnano la vita di noi mortali? In quel “noi” associo anche loro.
Non è possibile che i piaceri della tavola e il denaro occupino un posto così smoderatamente  centrale nella loro vita, al punto da diventare i due binari sui quali scorre la loro stessa esistenza.
Stavo studiando  da qualche giorno, quando è scoppiato lo “scandalo Lazio”,il Satyricon di Petronio e devo confessarLe di aver trovato molte analogie tra l’epoca da basso impero descritta dal Petronio e l’attuale momento storico e politico-sociale che attraversa il nostro Paese.
 Due aspetti in particolare mi hanno colpito:
a)      i personaggi descritti dal Petronio hanno proprietà a dismisura: leggiamo, in proposito,  al paragrafo 37 del Satyricon che “Trimalchione non sa nemmeno lui a quanto ammonta il suo patrimonio, tanto è straricco….c’è più argenteria nello sgabuzzino del suo portiere che nel patrimonio di qualunque altra persona..”
      a1) le cronache, non da oggi, invero, quando ci parlano delle proprietà dei nostri Politici ci           descrivono “ville con piscine, appartamenti, attici, tenute agricole…”
b)       dalla cena di Trimalchione, descritta nel Satyricon, emerge un’epoca dove il denaro, i beni materiali e i piaceri, oltre ogni limite, sono ai primi posti nella gerarchia dei valori.
b1)  le cronache di questi giorni ci descrivono una classe politica ingorda che quando deve prendere una decisione non beve acqua minerale ma champagne e imbandisce la tavola con ostriche e non con pane e sudore.
      I fatti di questi giorni offrono purtroppo ci un’immagine moralmente disdicevole e poco edificante della politica  italiana; una politica impastata non con acqua cristallina ma con qualcos’altro che non saprei definire. Il fiume di denaro pubblico sperperato in un modo così amorale  ci mostra, poi, una classe politica al crepuscolo che tra un banchetto e l’altro sembra aver perso la capacità di riflettere per comprendere il mondo che le sta attorno.
     I banchetti e le abbondanti libagioni diventano, così, anche un modo per far tacere la propria  coscienza, così da impedire di rendere ragione a se stessi del proprio agire.
    Speriamo che un giorno non molto lontano possiamo trovare, anche nell’impasto che dà vita alla nostra classe politica, quel tanto auspicabile “pizzico di purezza”
      Nell’attesa  La saluto cordialmente.
     Giuseppe Castronovo

sabato 22 settembre 2012

PER L'ON. FINI E LA SUA PATTUGLIA LA FESTA APPENA COMINCIATA E' GIA' FINI ta!



On. Straccio: caro Cencio, è da qualche giorno che devo rivolgerti una domanda. Hai tempo?
On. Cencio: dimmi pure, ti ascolto.
On. Straccio: è da qualche settimana che noto….l’hai notato pure tu?
On. Cencio: se non mi dici che cosa, come posso risponderti?
On. Straccio: è oramai a parecchi giorni, stavo dicendo, che nel gruppo dei fedelissimi del Presidente della Camera On. Gianfranco Fini non noto più il solito sorriso, la solita soddisfatta sicurezza, la solita certezza di avere ancora, scusami il bisticcio di parole, un’ancora di salvataggio
nel fatto che il loro capo potesse dare prestigio ed autorevolezza al loro piccolo gruppo grazie, al prestigio della  carica ricoperta.
On. Cencio: come mai ti esprimi così? Hai notato qualcosa di particolare?
On. Straccio: la fedelissima On. Perina, che mi prima mi salutava sempre cordialmente, adesso si presenta con un viso ombroso, tenebroso direi, Per non parlare poi degli Onorevoli  Friguglio, Raisi Granata e Bocchino! Non capisco il perché?
On. Cencio: non lo capisci? Guarda il calendario e lo capirai.
On. Straccio: cosa vuoi dire? Non capisco ancora.
On. Cencio: vedi…
On. Straccio: che cosa? 
On. Cencio: mi hai appena detto che questo cambiamento di umore del gruppo che segue l’On. Fini  nella sua avventura, l’hai avvertito da qualche settimana.
On. Straccio: si! E’ proprio così.
On. Cencio: devi capire che è la conseguenza del fallimento dell’ultima  festa di Mirabello. Guarda la data in cui s’è tenuta e sicuramente mi darai ragione.
On. Straccio: hai pienamente ragione!  Non si tratta di mere coincidenze di date: la festa di Mirabello s’è tenuta tra il 6  e  il 9  di settembre  e subito dopo ho notato il cambio d’umore di cui ti parlavo prima.
On. Cencio: penso che la situazione adesso possa  incominciare ad esserti più chiara. Vedi…
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: la manifestazione di Mirabello quest’anno, diciamocelo pure, è stata un mezzo fallimento non solo mediatico ma anche politico.  L’On. Fini subito dopo la rottura con Berlusconi sembrò riuscire ad agitare le acque della politica italiana. Oggi, invece, dopo quell’illusoria breve stagione, per lui la situazione è quasi piatta.
On. Straccio: specie dopo il fallito esperimento del III Polo che vedeva l’incontro tra Casini, Rutelli e lo stesso Fini.
On. Cencio: ricordi cosa ti dissi allora a proposito di questa sua nuova avvenuta?
ON. Straccio: che cosa?
On. Cencio: prevedendo il fallimento dell’operazione del III Polo ti dissi che tre tordi su un cardello prima o poi si dan di becco.
On. Straccio: ricordo! E’ vero. Ma oggi quali possono essere le prospettive per il Partito di Fini dopo lo strappo da Berlusconi e il flop del III Polo?
On. Cencio: vuoi che ti dica con franchezza cosa ne pensano un pò tutti qui alla Camera?
On. Straccio: dimmi.
On. Cencio: pensano un po’ tutti  che per l’On. Fini, dopo due anni dagli illusori trionfi di Mirabello,   la festa sia già   F I N I  ta!       
                         


martedì 18 settembre 2012

CRONACHE DALLE AULE GIUDIZIARIE ITALIANE




Presidente: dichiaro aperta l’udienza. La parola all’accusa.
Accusa: Sig. Presidente e Sigg.ri tutti della Corte, nell’esporre le cause che hanno portato il Comune  all’attuale stato di fallimento  (dissesto nel gergo contabile e default in quello giornalistico), riferirò di quegli atti emanati e di quei fatti commessi all’epoca in cui l’imputato  rivestiva la carica di sindaco:
- ha dato vita a ben quattro gemellaggi con Comunità sparse per l’intero pianeta;
- sono state effettuati, a spese del Comune, 6 viaggi di delegazioni comunali delle quali facevano parte Assessori e rappresentanti dei  Partiti presenti in Consiglio Comunale presso queste quattro cittadine extraeuropee gemellate con il Comune del quale l’imputato era Sindaco all’epoca dei fatti;
-  sono state ospitate, a spese del Comune, due delegazioni in rappresentanza di altrettanti Comunità gemellate: una delegazione per 10 giorni e un’altra per 7 giorni. In entrambi i casi con visite turistiche a Venezia, Roma e Napoli.
Sono fatti che dimostrano come l’imputato abbia letteralmente le mani bucate!
E l’imputato,  proprio per il fatto di avere le mani bucate, ha provocato alle casse comunali danni per decine di migliaia di €.
Chiedo pertanto la condanna  dell’imputato al risarcimento al Comune della somma di € 127.000; consegno a Lei Sig. Presidente la documentazione atta a dimostrare il danno patito dal Comune a causa dei fatti sopra esposti.
Presidente: la parola alla difesa:
Difesa: Sig. Presidente e Sigg.ri tutti della Corte, è nostro dovere esaminare in questa sede i fatti e gli atti dei quali é accusato il mio assistito. Sono state queste spese a provocare il dissesto finanziario del Comune?  Risponderemo analizzando analiticamente e con la dovuta perizia non solo  la documentazione prodotta dall’accusa, ma anche l’intero bilancio che chiediamo al Sig. Presidente di acquisire agli atti processuali. Inoltre, Sig. Presidente, mi consenta un’ulteriore preliminare richiesta.
Presidente: Avvocato dica pure.
Difesa: l’accusa afferma, Sigg.ri tutti della Corte, addirittura come premessa della sua tesi accusatoria, che il mio assistito  abbia letteralmente le  mani bucate. Sig. Presidente chiedo che l’accusa confermi, scusi il gioco di parole, questa accusa.
Presidente: l’accusa conferma?
Accusa: confermo.
Difesa: ed è proprio questa premessa  che la difesa contesta nel modo più categorico. Il mio cliente non ha affatto le mani bucate, ha invece le stimmate. Pertanto chiedo….

….. brusio tra il pubblico, sorrisi, applausi…

Presidente: silenzio, altrimenti faccio sgomberare l’aula! Chiedo alla difesa dell’imputato di dire chiaramente alla Corte l’oggetto della sua richiesta.
Difesa: chiedo che il mio assistito sia sottoposto a preventiva visita medica collegiale che accerti e verifichi se il suo stato corrisponda o meno a quanto da me in questa sede dichiarato.   Chiedo, a tal fine, che in attesa del responso peritale il processo venga sospeso, perché confermo trattarsi di stimmate e non di mani bucate”.
Schiamazzi tra il pubblico,…
Presidente: la seduta in questo clima non può proseguire, pertanto è sospesa!

domenica 16 settembre 2012

IL LUPO E L'AGNELLO: OVVERO LA GUARDIA DI FINANZA E IL CITTADINO.


                                                                                IL LUPO  E  L’AGNELLO
                                                                            
                                                                               “ Il lupo …saltandogli addosso

                                                                             in quattro e quattr’otto lo divorò”.
                                                                                                       
                                                                                                                        Fedro

On. Straccio: caro Cencio, è da un’ora che, chiusi qui nella biblioteca della Camera dei Deputati, mentre io sto leggendo la stampa del giorno, tu invece scrivi e prendi appunti. Cosa bolle in pentola?  Che argomento stai trattando?
On. Cencio: scusami! Sto lavorando, non farmi perdere il filo del discorso. E oggi, comunque, non ho tanta voglia di parlare!
On. Straccio: caro Cencio, se non ti conoscessi e non fossi a te legato da sincera e fraterna amicizia andrei al mio posto per continuare a leggere i giornali. Ma, siccome ti conosco bene, ho l’impressione, dal tono con cui mi rispondi, che tu, comunque sia, abbia voglia di sfogarti e dirmi qualcosa. Dimmi, sono qui ad ascoltarti.
On. Cencio: oggi possiamo affermare, alla luce di fatti che quotidianamente avvengono,  di avere  nel nostro Paese  una Guardia di finanza il cui agire talvolta è, a dir poco, manifestamente lesivo dei più elementari diritti della persona costituzionalmente garantiti!  Possiamo pure dissertare, come in questi giorni sta facendo il Segretario del P. D. Bersani, su “Democrazia” e  “Fascismo”. Facciamolo pure! E’ senz’altro utile. Ma se poi la Guardia di finanza svolge la sua attività come se agisse in un quadro giuridico da “Stato assoluto e totalitario” che senso ha confrontare Fascismo e Democrazia?
On. Straccio: caro collega calmati un pò! Non capisco questo tuo richiamo a Democrazia e Fascismo! Vedo anche che hai raccolto dei ritagli di giornali! Cosa è successo in concreto?
On. Cencio: apprendo…
On. Straccio: che cosa? Dimmi.
On. Cencio: apprendo, dicevo, che una sera di questa estate, che oramai volge al termine, la Guardia di finanza ha fatto irruzione nel più noto ristorante di una delle più note località turistiche d’Italia. Barrato l’ingresso ha chiesto i documenti a tutti gli allibiti avventori, italiani e non, e ha preso nota di generalità e quant’altro”.
On. Straccio: incomincio a capire il tuo stato d’animo! Se posso anche ritenere  comprensibile l’operazione in sé (oramai da quando si è insediato il Governo Monti ci stiamo facendo il callo a simili operazioni, sovente di dubbia utilità pratica per le modalità in cui vengono condotte), anch’io comunque rimango alquanto perplesso circa le modalità di conduzione dell’operazione se, come mi dici tu,  è stato “barrato l’ingresso” per impedire ai presenti di allontanarsi senza prima venire identificati. Non voglio affatto pensare che i presenti  fossero i protagonisti di un’adunata sediziosa da tenere sotto controllo!. Presumo  si trattasse di gruppi di  pacifici cittadini che intendevano passare in compagnia e in allegria una serata d’estate
On. Cencio: vedi…
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: la tragedia è che purtroppo è tutto vero! Questa è la notizia data dal quotidiano il Giornale dell’11 agosto 2012 il quale nel suo editoriale, firmato dal Direttore Sallusti, così commenta l’accaduto: “la logica di simili interventi sfugge”.
On. Straccio: io punterei di più sulle modalità e direi: “ci sfugge la logica circa le modalità di conduzione di simili interventi”. Comunque sia, il fatto è grave. E sicuramente contribuisce a spiegare la crisi del settore turistico italiano nell’estate che oramai sta finendo. Le notizie circolano e gli stranieri, se possono, evitano di venire in Italia per non vedersi rovinate le ferie da simili mortificanti controlli dagli sbocchi non sempre prevedibili (ad es. non hai con te la carta d’identità..) .
On. Cencio: per una donna in gravidanza o un cardiopatico, se questo è il metodo di lotta all’evasione in Italia, certamente non è consigliabile passare una serata al ristorante tra amici. Sicuramente si prevengono danni a lei e al nascituro o al cuore per chi ce l’ha malfunzionante!
On. Straccio: ma così facendo il nostro diventa un Paese da stato di polizia! Un Paese che rinuncia al primato della dignità della Persona!. Hanno capito quale idea di Paese simili operazioni così condotte riescono a trasmettere al Cittadino?
On. Cencio: vedo che anche tu ti stai rendendo conto come la dignità della persona umana, quale valore cui va sempre riconosciuto il primo posto, vada sempre salvaguardata. Ricordati che….
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: ricordati, dicevo, che quelli della dignità umana sono valori inalienabili e indisponibili.  E questa volta la Guardia di Finanza, agendo così come ce lo racconta il Sallusti,  li ha palesemente calpestati con un’operazione condotta non seguendo neanche i canoni della ragionevolezza. I pubblici poteri (nel nostro caso rappresentati dalla Guardia di Finanza) così facendo hanno subito una profonda e pericolosa trasformazione…
On. Straccio: cosa vuoi dire? Dove vuoi arrivare con questa affermazione?
On. Cencio: i pubblici poteri, agendo così, non sono più i garanti ma i nuovi padroni dei cittadini. Oggi agisce così la Guardia di Finanza, domani sarà un altro ramo della Pubblica Amministrazione. Di questo passo, un futuro, neanche poi così tanto lontano, saremo in balia di chi esercita un pubblico potere. In questa nuova, ma non auspicabile, situazione, quale sarà la differenza tra Democrazia e Fascismo?  Ecco perché  non mi stancherò mai di ricordare…
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: che anche  la strada che porta all’inferno è lastricata di buone intenzioni.
On. Straccio: condivido pienamente il tuo pensiero anche perché se la Guardia di Finanza:
- voleva verificare i registri contabili e quant’altro rientrasse nella disponibilità del ristoratore non era affatto il caso di “barrare    l’ingresso e bloccare gli avventori;
- se invece voleva verificare se il ristoratore rilasciasse regolari fatture è stato senz’altro sbagliato il momento prescelto, e cioè quando la cena era ancora in corso. Non avendo infatti ultimato di cenare non poteva ancora essere rilasciata alcuna fattura. Siccome le mie sono considerazioni troppo elementari, di chi non ha frequentato l’Accademia della Guardia di Finanza, mi sfugge la logica, come dicevo prima, circa le modalità di simili interventi. A meno che – ma mi rifiuto di pensarlo – un’allegra serata al ristorante possa servire alla Guardia di finanza e all’Agenzia delle entrate per confrontare la compatibilità del reddito dichiarato dal contribuente con la spesa sostenuta al ristorante in una “tranquilla” serata d’estate. Se una serata al ristorante può essere utilizzata quale “spia” della capacità di spesa della persona, idonea a far scattare controlli e verifiche, diventa davvero inutile dissertare di Democrazia e Fascismo. Siamo caduti, forse senza essercene accorti, nella rete di uno Stato totalitario e assoluto,vero padrone assoluto della persona. E tutto ciò alla faccia di chi lottò per la democrazia contro i totalitarismi che hanno condotto l’Europa alla catastrofe della seconda guerra mondiale.
On. Cencio: permettimi di aggiungere ancora qualcosa a quanto tu così lucidamente hai espresso.
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: anche la Pubblica Amministrazione ed in particolare chi ha il potere, anche se in forza della legge,  di privare della libertà le persone (infatti nel caso in esame è stato barrato l’ingresso con gli avventori dentro)  dovrebbe operare coniugando sempre la forza del potere con la forza della ragionevolezza. La ragionevolezza è il marchio, ti dicevo qualche giorno fa, che l’uomo, in quanto dotato di ragione, dovrebbe imprimere ad ogni sua azione. La ragionevolezza, ricordalo, è idonea a nobilitare l’autorità elevandola ad  autorevolezza, che è qualcosa di più forte e nobile della semplice forza della legge!.
Del resto, ricordalo, la forza, se disgiunta dalla ragionevolezza, rende l’uomo , così come ci ha insegnato Fedro nella favola “Il lupo e l’agnello”, simile alle belve.

venerdì 7 settembre 2012

ANCHE GLI ALUNNI DELLE SCUOLE ELEMENTARI CHIEDONO LA RIDUZIONE DELLE PROVINCE.



Riceviamo dall’alunno Francesco e volentieri pubblichiamo.

Caro Dr. Castronovo,
Ho trasmesso al Presidente del Consiglio Mario Monti questa lettera scritta da me.
Su consiglio di mio papà, che è tuo caro amico, ti chiedo di postarla nel tuo blog “Il Risveglio delle Coscienze” affinché leggendola qualche Onorevole, come gli Onorevoli Cencio e Straccio, il mio desiderio possa essere esaudito.
Ciao, Francesco.



Caro Presidente del Consiglio
Mario Monti.


Mi chiamo Francesco e sono un bambino che frequenta con impegno e buoni risultati le Scuole elementari e nell’anno scolastico 2013-2014 dovrò studiare la geografia con tutte  le Regioni e le Province d’Italia.
Ricordo che qualche anno fa mio fratello Enzo faticò molto a imparare a memoria le Province di ogni Regione perché negli ultimi anni sono molto aumentate di numero. E poiché era difficile ricordarle a memoria tutte, alle interrogazioni qualche volta prese la sufficienza appena.
Ti prego caro Presidente, visto che le vuoi ridurre di numero fallo presto così faciliterai il mio studio.
Non è, sia chiaro, che io non voglia studiare; mi dedicherò un po’ di più a informatica.
Avevo terminato di scriverti questa lettera quando è venuto  a trovarmi il mio amico di classe Luca il quale, essendo d’accordo con me, l’ha sottoscritta anche lui.
Mio papà dice sempre che se non fai in fretta l’anno prossimo forse anziché diminuire potrebbero aumentare ancora.
E allora noi chiedendoti scusa per il disturbo ti auguriamo buon lavoro.
Francesco, Luca.