martedì 31 dicembre 2019



                                                         BUONE  FESTE

                                             A chi ama senza aspettarsi
                                                     niente in cambio.
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Giuseppe Castronovo

domenica 29 dicembre 2019



                                           ECHI  DAL  PARLAMENTO
LA PRESCRIZIONE, IL MINISTRO BONAFEDE, I PIDDINI E I TOLO TOLO
On. Cencio: collega Straccio….
On. Straccio: dimmi pure.
On. Cencio: Il tema della prescrizione sta contribuendo non poco a tenere teso il clima tra gli alleati di Governo.
On. Straccio: quali sono le ultime novità?
On. Cencio: sono stato testimone di uno scambio di battute tra il Ministro di Grazia e Giustizia Bonafede e un gruppetto di colleghi del Partito Democratico.
On. Straccio: dimmi, sono curioso.
On. Cencio: ebbene, il primo piddino si rivolge al Ministro Bonafede dicendogli: “perché voi grillini dovete  insistere con una legge – la sospensione della prescrizione dopo la sentenza di I° grado -  palesemente incostituzionale per violazione dell’articolo 111  della Costituzione?
On. Straccio: come ha risposto il Ministro?
On. Cencio: non mi crederai, ha risposto così: “cari colleghi dovete prendere atto che in questa Legislatura voi siete la “fragilità” di questo Parlamento e noi la fiamma che lo illumina. TOLO TOLO”. Al che un altro piddino gli dice    che se continua con queste provocazioni si apre una crisi.
On. Straccio: e lui, il Ministro Bonafede, come ha reagito?
On. Cencio: rispondendo: “amici…. va tutto bene così; la mia legge entra in vigore l’1  gennaio 2020 e noi ci vedremo il 2 gennaio. TOLO TOLO”  e si è velocemente allontanato.

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venerdì 27 dicembre 2019


L’INQUIETUDINE DELL’UOMO DEI NOSTRI GIORNI E “L’INFINITO” DI LEOPARDI

Quest’anno ricorre il bicentenario de “L’infinito”, il capolavoro senza tempo di Giacomo Leopardi.
Una siepe cinge il colle che s’alza di fronte alla casa del Poeta; Giacomo va lì, guarda e ascolta.  Sebbene la siepe gli precluda la vista dell’ampio panorama, egli riesce comunque a immaginare “interminati spazi” e il mormorio del vento tra le piante gli offre l’occasione per riflettere, in questo luogo di angosciante e silenzioso mormorio, sull’eterno mistero dell’esistenza umana di fronte all’infinito.
L’infinito: versi immortali e sempre vivi.
“Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare”.

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Castronovo Giuseppe

giovedì 26 dicembre 2019



                                                            BUONE  FESTE

                                                                 Buone feste a chi saluta
                                                                    ancora con un bacio.

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mercoledì 25 dicembre 2019




                                                              BUONE  FESTE

                                            A chi pensa che dietro a ogni nuvola
                                                        ci sia un sole che sorge.

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Giuseppe Castronovo

lunedì 23 dicembre 2019



              BANCA POLARE DI BARI: UNA CRISI ANNUNCIATA DA TEMPO

                                    Ancora una volta è la saggezza antica a dirci che:

                                SOPRA la BANCA LA POLITICA E I BANCHIERI CAMPANO
      
                                                                        MENTRE                   

                                                        SOTTO la BANCA I RISPARMIATORI CREPANO

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mercoledì 18 dicembre 2019



                                RIFORMA PRESCRIZIONE MINISTRO BONAFEDE
                          EFFETTI: SOTTO PROCESSO FINO ALLA TOMBA

Totò: amici…. è da più di un mese che nei dibattiti televisivi, il Ministro di Grazia e Giustizia - il grillino Bonafede - difende a spada tratta la sua riforma con la quale ha introdotto nel nostro Ordinamento penale lo stop alla prescrizione dopo il primo grado di giudizio. 
Ersilio: si tratta, caro Totò, di una riforma tenacemente voluta dal Ministro di Grazia e Giustizia - il pentastellato Bonafede - e da una parte della Magistratura. Con questa riforma, abolendo la prescrizione dopo il I° grado di giudizio, si introduce di fatto nel nostro ordinamento il principio “sotto processo a vita” o, se volete, “sotto processo pe tutta vita”. Ecco perché è così vivacemente criticata da ampi settori non solo della politica, ma anche della stessa avvocatura. Purtroppo entrerà in vigore il prossimo primo gennaio 2020.
Santo: mi sembra una riforma che meriterebbe un’attenta riflessione.  Prof. Vezio può esprimere il suo parere in merito?
Vezio: amici…sarò chiaro.  Si tratta di una legge che, se non viene modificata per adeguarla al dettato della vigente Costituzione, risulta palesemente incostituzionale.

Nenè: prof. può illustrarci i motivi di questa sua incostituzionalità?

Prof. Vezio: l’articolo 111 della Costituzione, parlando del processo, dispone che “la legge ne assicura la ragionevole durata”. Per rispondere all’amico Nenè chiariamo innanzi tutto cosa stia ad indicare il termine “durata”. Ebbene, sta ad indicare il “periodo di tempo” entro cui si svolge un’operazione. E’ così che, ad esempio,  diciamo che la proiezione del film è durata 3 ore oppure che un intervento chirurgico è durato 4 ore. Si tratta, come voi potete constatare, di un termine dalla facile comprensione; ciononostante la riforma Bonafede, in tema di prescrizione, non ne ha tenuto alcun conto. Ed è così che la riforma Bonafede è incostituzionale perché disattende l’articolo 111 della Costituzione laddove non prevede alcun tempo di ragionevole durata entro cui deve concludersi il processo.  E sottolineo l’aggettivo “ragionevole”. La Costituzione, infatti, dopo aver imposto al Parlamento di individuare un tempo per la conclusione di  un processo, dispone altresì che deve trattarsi di un tempo “ragionevole”. Due requisiti richiesti dalla Costituzione (da qui la definizione di “riserva di legge rinforzata”) che purtroppo non si trovano nella legge Bonafede.

Ersilio: ci chiarisca meglio questo aspetto. Altrimenti detto: quando un tempo è da considerare ragionevole?

Vezio: possiamo rispondere qualificando come “ragionevole” la durata di un processo quando l’organo chiamato a decidere provveda entro un arco di tempo tale dalla richiesta di giustizia da non far venir meno l’attualità dell’interesse ad avere giustizia da parte del ricorrente.
La cronaca giudiziaria ci parla, purtroppo, di decine e decine di casi nei quali la sentenza finale è arrivata dopo la morte non prematura del ricorrente che aveva ragione. Sono casi che non commento, ma che lascio alla vostra riflessione!

Santo: grazie al Prof. Vezio per la sua chiarezza.  Non capisco tuttavia come mai la politica sappia complicare anche le cose più semplici!

Prof. Vezio: eppure la nostra classe politica da anni, da molti anni direi, ci ha abituati a questo pressappochismo. Vedete ancora….

Enzo: che cosa?    
   
Prof. Vezio:  vi invito  a soffermare la vostra attenzione su quello che è l’effetto  che mi sembra il vero tallone d’Achille della legge Bonafede: abolire la prescrizione significa introdurre nel nostro Ordinamento giuridico il principio secondo cui possa esistere un processo senza una fine determinata per legge. Il che significa che in Italia con la riforma Bonafede dal primo gennaio 2020 chi riceverà un avviso di garanzia  potrà stare sotto processo per tutta la vita.  Dal primo gennaio 2020 per ogni imputato si apriranno le porte dell’Inferno, luogo per il quale il nostro Sommo Poeta Dante diceva:
“Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l’eterno dolore
per me si va tra la perduta gente.
…………………………………………………..
Lasciate ogni speranza voi che entrate.”
Una frase, amici miei, che se Dante la trova scritta sulla porta dell’Inferno, il Ministro Bonafede potrebbe farla scrivere, dopo la sua riforma,  all’ingresso di ogni Tribunale.

Nenè: ma è costituzionale?

Vezio: no, assolutamente no! Ma state sicuri che l’On. Bonafede ci indicherà, per sostenere la legittimità e la bontà della sua riforma, tutta una serie di inconcludenti argomentazioni e motivazioni; ma la verità, amici miei, è quella dei nostri avi quando ci insegnavano che “la strada che porta all’inferno è sempre lastricata di buone intenzioni”.

Nené: Se le cose stanno così lasciatemelo dire: che disastro la nostra attuale classe politica! O se volete
lasciatemelo chiedere: dov’è andato a finire il nostro stato di diritto?

(Dai Dialoghi svolti al Circolo della Concordia)

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Giuseppe Castronovo


venerdì 13 dicembre 2019




                                                 PROVERBIO  DELL  GIORNO

                                                                    Santa Lucia (13 Dicembre),
                                                                   il giorno più corto che ci sia.

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Giuseppe Castronovo                                                          

mercoledì 4 dicembre 2019



                               I  MESI  DELL’ANNO  IN  FILASTROCCA

                                                                   (Dicembre)

                                                     - Verso il Presepe cammina Dicembre.

                                                           - Dicembre brilla con il Natale, l’albero,
                                                                   il Presepe, l’allegria che sale.

                                                       - Dicembre gelato non va disprezzato.

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Giuseppe Castronovo