RENZI VUOL ROTTAMARE ANCHE IL DECRETO LEGGE
Romano: caro Totò… perché sei
così assorto nella tua lettura? Cosa c’è di così interessante?
Totò: l’ultima polemica tra il Presidente del Consiglio Renzi e la
presidente della Camera Boldrini a proposito del ricorso ai ”Decreti
legge” da parte del Governo.
Eugenio: mi sembra, amici
miei, che questa “sparata” di Renzi sul
ricorso ad Decreto Legge per “riformare la R.A.I. sia
una manifestazione muscolare che dimostra come il nostro Presidente del
Consiglio sia ancora privo di un organico disegno generale entro cui costruire
un rapporto di leale collaborazione tra Governo e
Parlamento.
Franco: amici… mi sto chiedendo sempre più
spesso se questo praticato da Renzi sia il rapporto tra Governo e Parlamento
dettato dalla vigente Costituzione.
Romano: il Presidente Renzi,
in effetti, è riuscito ad aprire un nuovo fronte di polemiche, di cui nessuno
sentiva la necessità neanche tra le file della stessa maggioranza, che
interesserà molto anche i costituzionalisti.
Giacomo: interessante
osservazione questa dell’amico Romano! Che ne dice il Prof. Vezio?
Vezio: che cos’è un decreto
legge? “Un atto normativo, recitano i manuali di
diritto, adottato dal Governo in casi di necessità e d’urgenza,
avente forza di legge e che deve essere lo stesso giorno presentato alle Camere
per la sua conversione entro 60 giorni”. La Costituzione dispone all’art. 77
che se un decreto non viene convertito perde efficacia sin dall’inizio.
Altrimenti detto, con la mancata conversione vengono meno tutti i
diritti sorti sulla base del decreto non convertito. Da qui la necessaria
prudenza nell’utilizzo del decreto legge.
Giacomo: grazie prof. per la
consueta chiarezza espositiva. Vedo che chiede ancora la parola; vuole
aggiungere qualcos’altro?
Vezio: vorrei sottoporre alla
vostra riflessione il grave errore, avente anche rilievo costituzionale, commesso dal nostro Presidente Renzi
nell’annunciare la sua intenzione di ricorrere ad un decreto legge per
riformare la R.A.I.
Giacomo: siamo qui ad
ascoltarla.
Vezio: la nostra Costituzione
parla di “casi di necessità e d’urgenza”. Ebbene:
“urgenza”, secondo i dizionari della lingua
italiana, tutti i dizionari accreditati e scientificamente rigorosi, è una “situazione di estrema gravità che esige interventi,
decisioni, soluzioni immediate e improcrastinabili”.
E consentitemi di sottolineare i
sostantivi “interventi” e “decisioni”
da una parte, e l’aggettivo “immediati” dall’altra.
Dinnanzi ad un’urgenza non si interviene con “annunci” , ma con
interventi e decisioni immediate. Un’urgenza
preannunciata settimane prima che venga adottato il relativo decreto legge è un’autentica
contraddizione in termini. Se c’è un’urgenza
si interviene e basta. Da qui l’ incostituzionalità della procedura prospettata
da Renzi per riformare la R.A.I..
Sarà il caso che i consiglieri che più gli
stanno a contatto ricordino al nostro Presidente Renzi il vecchio detto dei
nostri avi: “la natura ci ha dato una lingua sola e due orecchie perché l’uomo parli
poco e ascolti assai”
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