lunedì 20 aprile 2020



                                           CORONAVIRUS: GESTIONE  ALL’ITALIANA
Franco: amici…
Totò: dì pure.
Franco: non so se sia solo una mia sensazione. Ma nella gestione dell’emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus non vi sembra che vi siano  troppi protagonisti?
Ersilio: in effetti sembra che sia venuta a mancare un’unica regia di comando. Troppe voci: il De Luca, Governatore della Regione Campania, vuole chiudere i confini della sua Regione e bloccare i treni; il De Luca, Sindaco di Messina, vuole bloccare i traghetti e non far scendere nessuno a Messina. E tutto ciò in un momento di grave emergenza sanitaria in cui forse sarebbe auspicabile, come dicevo prima, un’unica regia di comando.  A questi livelli di frammentazione politico/amministrativa e in mancanza di un coordinamento a livello nazionale quando potremo uscire dall’emergenza sanitaria?
 Nenè: se la tua domanda, caro Ersilio, fosse rivolta a me, la mia sarebbe purtroppo una risposta vaga, alquanto vaga. Piuttosto interpellerei il prof. Vezio.
Vezio: amici… a dire il vero i diversi attori, nella gestione di questa grave crisi, non sempre mi sono apparsi finora ispirati da una visione di interesse unitario.  Purtroppo dobbiamo constatare come ancora una volta la Costituzione non rappresenti più la guida per la nostra classe politica. Parlando di rispetto della nostra Costituzione il barometro volge purtroppo di nuovo verso il basso, e tutto ciò nonostante la gravità dell’emergenza sanitaria di questo momento. Vedete….
Franco: prof. che cosa?
Vezio: ritengo che l’attuale nostra Carta costituzionale sia sufficientemente chiara nell’individuare il soggetto istituzionale che debba gestire, quanto meno a livello di coordinamento, in modo più stringente e vincolante di quanto non sia avvenuto finora, la grave situazione sanitaria di questo momento: è il 2° comma, lettera q, dell’art. 117 a stabilire che lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie:
q) dogane, protezione dei confini nazionali e profilassi internazionale.
E’ una norma talmente chiara che mi fa venire in mente l’antico insegnamento secondo cui “in claris non fit interpretatio”, ossia nelle questioni chiare non si dia adito a interpretazioni. Una norma, questa, che appartiene al patrimonio comune del diritto ma che   i nostri politici non hanno fatto tesoro.
Amici dinnanzi a una norma – addirittura di rango costituzionale – così chiara, sarebbe stato sufficiente che tutti quanti ne avessero fatto tesoro; purtroppo così non è stato. Ecco perché:

                                                           SE IL CORONAVIRUS  E’ UNA PANDEMIA
                                               LA  SUA  GESTIONE    E’  UN   PANDEMONIO

gcastronovo.blogspot.it

Giuseppe Castronovo






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