lunedì 2 novembre 2020

2 NOVEMBRE - COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI Nessun uomo è un'isola di John Donne Traduzione di Ermanno Tassi Nessun uomo è un’isola Completo in se stesso Ogni uomo è parte della terra Una parte del tutto Se una zolla è portata via dal mare L’Europa risulta essere più piccola Come se fosse un promontorio Come se fosse una proprietà di amici tuoi Come se fosse tua La morte di ciascun uomo mi sminuisce Perché faccio parte del genere umano E perciò non chiederti Per chi suoni la campana Suona per te Testo originale di John Donne tratto da Devotions upon Emergent Occasions. XVII MEDITATION Il Poeta ci invita, quando sentiamo i rintocchi di una campana che suona a morto, a non chiederci quale sia il nome di chi ci ha lasciato: quei rintocchi, ci dice il Poeta, sono anche per noi, perché quando l’umanità perde un suo Essere perde parte di se stessa. E poiché “nessuno di noi è un’isola”, se ne va anche una parte di noi. Questo non è un film, ma la realtà oltre che di una vita che finisce, anche l’enigmatica realtà della stessa umanità. Scrive Matteo Collura (prefazione a Lev N. Tolstoj, La morte di Ivan Il’ic) “La morte, il morire, non è esperienza che possiamo fare e di conseguenza trasmettere, perché nel momento in cui si muore irreversibilmente cessa il nostro stato di essere umani. Ci si può avvicinare alla morte, al morire, ma la soglia che segna il punto di non ritorno non è attraversabile se non dopo la vita. Un mistero irrisolvibile e il più terrificante tra quelli che ci è dato subire. Dal momento in cui si viene al mondo, la propria fine è l’unica certezza….” gcastronovo.blogspot.it

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