RICORDANDO IL SOCIOLOGO
FRANCESCO ALBERONI
E’ morto Francesco Alberoni, il sociologo che studiò i
principali aspetti della società italiana. I suoi interessi culturali lo
portarono a studiare i grandi fenomeni sociali e di costume che
caratterizzarono il dopoguerra italiano con quell’imponente fenomeno migratorio interno che rimescolò i
confini interni, sia geografici che sociali, del nostro Paese.
Un fenomeno che fece di Milano, Torino e Genova il cuore
pulsante del miracolo economico italiano.
Tra le sue opere più
famose gli studi sui movimenti collettivi e sui processi amorosi. Qui vogliamo
ricordare una pagina tratta dal volume “L’arte
del comando”, Rizzoli ed. del 2002.
“Dobbiamo ricordare che
chiunque si trovi in una posizione di responsabilità, incontrerà anche
avversari malvagi, personalità avide, invidiose, violente, crudeli, capaci di
ogni inganno e di ogni menzogna.
Il potere rende
luminose le virtù, ma ingigantisce i vizi.
Per giudicare moralmente una persona dobbiamo
domandarci: se costui avesse il potere, come si comporterebbe? Quella donna aggressiva,
cosa farebbe se fosse ministro. Quel personaggio come si comporterebbe se fosse
il Presidente del Consiglio?
L’esercizio del giusto potere
richiede un animo nobile e una grande forza morale, ma sono ben pochi
coloro che li posseggono.
Il potere è il luogo
della competizione e della lotta, e spesso vincono i personaggi spregiudicati e
violenti …si fanno strada con le minacce e la corruzione. ….Bisogna
smascherarli e denunciarli perché agiscono come sorgente di infezione”. (pag.
165)
gcastronovo.blogspot.it
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