domenica 29 aprile 2012

LETTERA APERTA AL SIG. GRILLO GIUSEPPE

Sig. Grillo, il politologo Giovanni Sartori nell’editoriale pubblicato sul Corriere della Sera del 25 aprile 2012 afferma che “Grillo non ha nessuna ricetta né comprensione sensata della politica verticale che….deve gestire una immensa organizzazione gerarchica: appunto lo Stato”.
Il Sartori prosegue affermando che “Grillo, spesso efficace nel criticare, è incapace di progettare. Quando propone le cose che sarebbero da fare, il più delle volte propone assurdità o sciocchezze”.
Lo stesso giorno il Presidente della Repubblica parlando a Pesaro,  pur senza fare nomi, ha detto di “non dare fiato a demagoghi di turno”.
Stamattina 30 aprile, il Direttore del settimanale Tempi  Amicone, intervenendo al dibattito su La 7 Omnibus,  ha parlato di Lei dicendo “è uno che sfascia anziché costruire”.
Giudizi pesantemente negativi e senza appello!

Sig. Grillo, poiché il Sartori la definisce ignorante, in particolare,  in tema di “organizzazione dello Stato”, mi permetta formulare alcune proposte, che ritengo essere né assurde né sciocche, né demagogiche, relative all’organizzazione dello Stato e degli Enti locali.
Auspico che il suo movimento possa farle proprie per evitare che queste critiche a Lei rivolte possano concorrere a  lasciare tutto  così com’é ; passo ad una prima serie di  queste proposte:

1)  COMUNI:  
oggi in Italia abbiamo 8.101 Comuni; di questi:
4.600 non superano i 3.000 abitanti;
5.756                    i 5.000     

E’ un’organizzazione che, risalendo agli Stati preunitari quando non c’erano luce, telefono,  tecnologie informatiche, strade asfaltate, automobili…., oggi risulta del tutto anacronistica.Che senso ha oggi chiamare Comune (affidandogli gli stessi compiti del Comune di Milano) una collettività di 33 abitanti come Morterone (Lecco), o di 34 abitanti come Pedesina (Sondrio)?
Bisogna procedere all’accorpamento di questi piccoli Comuni che il grande giurista Massimo Severo Giannini chiamava “Comuni polvere”.
E’ un’operazione da effettuare con la massima urgenza perché l’attuale presenza di migliaia di piccoli Comuni è incostituzionale perché viola, tra gli altri, l’art. 97 della Costituzione: l’attività di questi Comuni è antieconomica, inefficiente e inefficace.
Eppure nonostante ciò l’operazione di accorpamento è quasi impossibile. Ci dice, in proposito il costituzionalista  Ettore Rotelli che le ragioni per i quali i partiti non vogliono accorpare i Comuni vanno individuate nelle “esigenze dei partiti intesi come organizzazioni, alle modalità di acquisizione del consenso”. E’ una situazione, aggiungiamo noi, dovuta al fatto che i partiti da tempo, da troppo lungo tempo, sono unanimemente concordi nel considerare i Comuni centri di spesa e facile mezzo di acquisizione del consenso politico.  In una situazione del genere a prevalere é purtroppo la diffusa mentalità dei partiti ad anteporre i loro particolare  interessi a quelli del Paese. L’accorpamento comporta meno Sindaci, meno Assessori, meno appalti e meno tante altre cose; e tutto ciò non è in linea con i programmi della politica che praticano i nostri partiti. E poiché i partiti prima di scegliere ciò che ritengono giusto e utile per il Paese, molto spesso prendono ciò che risulta utile alla loro causa, diventa impossibile anche accorpare un Comune di 33 abitanti. Lei Sig. Grillo deve sapere che la legge n. 142/1990 prevedeva l’accorpamento dei Comuni polvere, ma quando l’attuale Presidente Napolitano divenne  Ministro dell’Interno accantonò la prospettiva dell’accorpamento dei piccoli Comuni  favorendo il moltiplicarsi di nuovi Enti locali (Unioni di Comuni ex art. 32 T. U. n. 267/2000) da affiancare i Comuni.
Ed è stato così che aumentando i soggetti pubblici con relative cariche da ricoprire è aumentata a dismisura anche la spesa pubblica. 
Cosa Le chiedo?  Il suo movimento diventi paladino dell’antica  proposta di procedere all’accorpamento dei piccoli Comuni.


REGIONI:

Oggi in Italia abbiamo  20  regioni: 15 a statuto ordinario e  5 a statuto speciale.
Il sociologo Ricolfi ha scritto di recente che gli sprechi e le inefficienze delle Amministrazioni regionali dono determinate “dallo statuto ordinario o speciale delle Regioni, con le Regioni autonome che tendono a spendere di più di quelle ordinarie…per questo la Sicilia è la maglia nera del mezzogiorno e la Valle d’Aosta è la maglia nera del nord……Il fatto di essere a statuto speciale aumenta la spesa di 3/4 punti rispetto ad una Regione a statuto ordinario…..Il fatto di essere piccola (sotto il milione di abitanti)  aumenta la spesa di almeno un altro punto”.
Le Regioni a statuto speciale nascono in un momento storico (immediato dopoguerra) oramai superato e non c’è più alcun motivo perché continuino ad usufruire  di tali privilegi.

Effetti distortivi e scandalosi  dell’autonomia speciale:

Hanno scritto i giornali, non molto tempo fa, che nella Provincia di Bolzano:
-         il Presidente           guadagna   25.600 euro al mese;
-         il Vice Presidente    guadagna   24.300            

Cosa Le chiedo?  Il suo movimento faccia  due proposte:

1) Ridisegnare l’assetto regionale del nostro Paese: non è più  possibile avere Regioni più piccole del più piccolo quartiere di Roma. Non possiamo più permetterci il lusso di mantenere Regioni come la Basilicata, l’Abruzzo, il Molise, l’Umbria;

2)  assoggettare tutte le Regioni, risultanti a seguito di questo generale riassetto, ad un’unica disciplina, eliminando la distinzione tra Regioni a statuto speciale e Regioni a statuto ordinario.

PARLAMENTO:

Il numero dei deputati    è  630,  12 dei quali eletti all’estero.
                  senatori    è   315    6                             .
A questi vanno aggiunti   i senatori a vita  (ex Presidenti della Repubblica  più i senatori a vita nominati dai Presidenti della Repubblica).

La invito a proporre:
1)      di ridurre a 400 il numero dei deputati;
2)      di ridurre a 200 il numero dei senatori;
3)       di eliminare i senatori a vita: Per evitare che il prof. Sartori la bocci per mancata motivazione della proposta, gli dica che 8/10 senatori a vita su 200 possono cambiare i rapporti di forza, tra le forze politiche, così come usciti dalle urne. Non vogliamo vedere più al Senato, poi, scene da pronto soccorso: senatori portati in barella per salvare il  Governo dalla sfiducia! Si godano la vecchiaia in santa pace!
4)      Di eliminare i deputati e i senatori eletti all’estero. Costano molto e non servono! Per curare i nostri interessi all’estero ci sono già: il Ministero degli steri, Ambasciate, Consolati.
Lo abbiamo visto con la vicenda indiana dei Marò: chi si è smosso per sbrogliare la matassa? Non certamente parlamentari eletti in India, ma il Ministero, il Consolato e l’Ambasciata.


COMPENSAZIONE E SUICIDI IMPRENDITORI

Sig. Grillo deve portare avanti un’altra battaglia di civiltà: non c’è civiltà quando lo Stato (lo scrivo ancora con la S maiuscola)  e tutti gli altri Enti pubblici  (Comuni, Province, Regioni, A.S.L….) non pagano  per anni i loro creditori i quali nel contempo si vedono pignorare, sequestrare da Equitalia i propri beni di produzione se, a loro volta debitori verso la Pubblica Amministrazione. Quando la Pubblica Amministrazione non paga per anni i propri fornitori crea tutte le condizioni dove si annida la pianta del malaffare (corruzione e concussione).
Bisogna stabilire per legge che la Pubblica Amministrazione deve pagare entro 60 giorni; se ciò non avviene risponde in prima persona chi ha ordinato la forniture.
Ma più importante ancora: bisogna introdurre per legge l’automatica applicazione dell’istituto della compensazione nei rapporti tra il cittadino e la Pubblica Amministrazione. Se un cittadino deve 60 allo Stato e questo a sua volta deve  80 al cittadino,  lo Stato  anziché attivare Equitalia  paghie 20 al cittadino così da non consegnarlo in mano agli strozzini!.
Alcuni dei recenti  suicidi  di imprenditori sono riconducibili, purtroppo al caso sopra descritto!.
Basta con lo Stato che da una parte non paga i suoi creditori e dall’altra affida a Equitalia il compito di carnefice.
L’attivazione di Equitalia in casi del genere sta a dimostrare l’incapacità della politica ad effettuare anche un’attenta analisi degli effetti economici della legge.
Purtroppo la politica finora s’è dimostrata incapace di capire le reali esigenze della Società.  Sig. Grillo intervenga Lei portando avanti questa battaglia di civiltà: compensazione …..compensazione ….compensazione.

RIMBORSI ELETTORALI AI PARTITI

Si chiedono Di Primo Di Nicola e Stefano Livadioti su L’Espresso del 16 febbraio 2012  com’è possibile che il Sen. Luigi Lusi abbia ….fatto scomparire  dalla casse della margherita  13 milioni di euro…ai quali bisogna aggiungere il mistero sui 26 milioni “scomparsi” dai conti della Fondazione alleanza nazionale al centro di un feroce scontro tra finiani e colonnelli.
Nel caso dei contributi qualcuno si  é dimostrato più bravo degli altri: E’ il caso del P.D., che nel 2008 ha riscosso 180 milioni tondi di euro a fronte di una spesa effettiva di soli 18 milioni e spiccioli”.
Se i giornalisti dicono il vero – e non c’è da dubitare – o la legge sui rimborsi è incostituzionale e allora la Corte la deve annullare o l’aggettivo con il quale qualificare quelli del P. D. non è certamente bravo ma…. Bravo è un eufemismo che non rende giustizia a quello che è realmente accaduto.
La legge sui rimborsi è incostituzionale per palese irrazionalità a causa della palese divaricazione tra il titolo (che parla di rimborsi) e i risultati effettivi (cioè i soldi che i partiti portano a casa).
Lo sappiamo bene cos’è successo: poiché il Parlamento si vergognava a fare una legge identica a quella abrogata dal referendum ha chiamato rimborsi  cifre che sono addirittura superiori a quelle previste dalla legge abrogata dal referendum.
Un evidente imbroglio alle spalle della sovranità popolare. I partiti abbiano il coraggio di modificare l’articolo I della Costituzione secondo cui “la sovranità appartiene al popolo”. Ma fino a quando non lo fanno sono tenuti ad attenersi alla volontà sovrana del popolo e non fare più leggi che sostanzialmente sono identiche – se non peggiori – di quelle abrogate dal referendum.
In questo caso i partiti hanno  voluto perseguire un risultato che è contrario anche allo stesso titolo della legge.
Sig. Grillo si attivi per mettere la Corte Costituzionale nelle condizioni di dichiarare incostituzionale la legge sui rimborsi elettorali: ci sono tutte le condizioni.

P.S.   Prof. Sartori poiché in Lei ho sempre apprezzato la lucidità delle sue tesi, La invito ad aiutare il Sig. Grillo che oggi sta svolgendo la funzione del termometro. Poiché sarebbe da sciocchi distruggere il termometro che evidenzia uno stato febbrile, altrettanto da sciocchi sarebbe demonizzare in modo acritico il Sig. Grillo che evidenzia la grave crisi che attraversa la politica italiana. Del resto affermare che tutto va bene – come ha detto Zagrebelsky su Repubblica del 18 aprile 2012 – “questa sì sarebbe una pretesa antipolitica”.
 Lei, Prof. Sartori, ha tutti gli strumenti per dimostrare l’incostituzionalità della legge sui rimborsi:
se il referendum abrogativo fosse dotato di  forza legislativa, il risultato favorevole all’abrogazione di una legge sarebbe suscettibile di essere sostituito dal legislatore con una nuova legge.  Poiché il referendum è, invece, dotato di sola forza abrogativa, il raggiungimento del quorum favorevole all’abrogazione di una legge non potrà mai essere  aggirato dal legislatore con l’approvazione di  una nuova legge sostanzialmente identica a quella abrogata per via referendaria. E questo, purtroppo è quanto avvenuto con la legge n. 157/1999.
Grazie professore .

Sig. Grillo nel ringraziarla per l’attenzione che vorrà riservare alla presente La ringrazio cordialmente .
Giuseppe Castronovo

1 commento:

  1. e'commovente leggere questo scritto ,conoscendola come persona esperto ,della gestione ,amministrativa ,mi commuove ,e fa' piacere leggere che le soluzioni al risanamento dell'economia italiana ci sono da sempre ,come lei ci illustra. purtroppo nussuno dei componenti della casta vuole rinunciare ai propri agi, si preferisce far fare sacrifici,ai pensionati ,lavoratori (QUELCHE RESTA DEI LAVORATORI).

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