IL CASO DEL MINISTRO
CANCELLIERI: QUEL CHE NE PENSANO AL CIRCOLO DELLA CONCORDIA.
Amilcare: solo adesso, dopo la
“Vicenda Cancellieri”, ci si accorge che si mettono in carcere ammalati e
bambini?
Fausto: il Ministro
Cancellieri ha dichiarato “….non mi
dimetto: Giulia poteva morire, e se fosse successo?” Ha quindi ribadito di essere intervenuta a favore di una persona
gravemente ammalata.
Enrico: caro Fausto ma chi ha
il compito istituzionale perché non verifica prima lo stato di salute di chi deve
essere messo in carcere? Se lo facesse, penso che il Ministro non
telefonerebbe!
Fermo: penso che abbia ragione
l’On. Del Partito Democratico Gentiloni
quando afferma che “abusi di
carcerazione cautelare in Italia ce ne sono, eccome!”
Renato: ritengo che chi è in
carcere debba essere “tutelato dal sistema” e non dalla telefonata di un
Ministro.
Oreste: chi è in carcere non
deve essere oggetto di “interventi umanitari” ma di “decisioni che rispettino la dignità
della persona. Prof. Vezio cosa ne pensa?
Vezio: cari amici il nostro
sistema giudiziario è da rivedere in profondità: non agisce nel rispetto
dell’art. 2 della Costituzione che sancisce un principio al quale deve
sottostare anche la Magistratura, ossia che “la Repubblica riconosce e
garantisce i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo…”. E tra
questi “diritti inviolabili e inalienabili”
la nostra Costituzione annovera, all’art. 32, il diritto alla salute quando
dice che “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto
dell’individuo e interesse della collettività…..”
E nel caso in esame dubito che
questo principio sia stato tenuto nella dovuta considerazione. Tesi, la mia,
avvalorata dalle dichiarazioni del Ministro al Tg 1 quando parla di “…detenuta
che poteva morire”.
Carlo: le carceri, da quanto
ci dice il prof. Vezio, devono essere a misura d’uomo: è un principio sancito
nella nostra Carta costituzionale. Permettetemi che lo dica: “non
è uno Stato rispettoso della dignità della persona quello nel quale ci vuole una telefonata del
Ministro per non accorciare la vita di
chi si trova in carcere. Penso che possiate essere d’accordo con me quando
affermo che il detenuto deve essere tutelato in primis dal sistema e non da un
intervento umanitario del Ministro, perché anche così si affermerà lo stato di diritto nel
nostro Paese”.
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