lunedì 24 febbraio 2014


                                    IL LINGUAGGIO DELL’INCIVILTA’

 

LETTERA APERTA AL PROF. ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA.

Il Corriere della Sera del 14 febbraio 2014 ha ospitato un suo editoriale dal titolo “Il linguaggio dell’inciviltà”.

Leggo nel suo scritto: “abito a Roma nei pressi di una scuola (medie e liceo), e all’inizio e alla fine delle lezioni la mia via si riempie di ragazzi. Mi capita così di ascoltare assai spesso le loro chiacchiere, gli scambi di battute. Ebbene, quello che mi arriva alle orecchie è una continua raffica di parolacce e di bestemmie, un oceano di turpiloquio. Praticamente, qualunque sia l’argomento, in una sorte di coazione irrefrenabile dalle loro bocche viene fuori ogni tre parole un’oscenità o una parola blasfema……Un linguaggio scurrile e violento che un tempo sarebbe stato di casa solo nelle caserme o nelle bettole più malfamate… Le ragazze appaio le più corrive e quasi le più compiaciute nel praticare un linguaggio scurrile….Il declino italiano è anche questo. Il degrado dei comportamenti, dei modi e del linguaggio ha molte origini…. nell’indebolimento della famiglia, della scuola della Chiesa, dei partiti, dei sindacati….”

Esimio Prof. mi permetta di aggiungere al suo elenco anche la televisione.

Il linguaggio usato in questi giorni dalla Littizzetto nella conduzione del Festival di Sanremo ha anch’esso, non di rado, tutte le caratteristiche per essere di casa “nelle caserme e nelle bettole più malfamate”.

Anche qui sta la presunta  superiore modernità della Littizzetto : nel confondere gli studi televisivi con le caserme o le bettole più malfamate.  Anche le furbizie della Littizzetto contribuiscono, non poco,  a generare questo “linguaggio dell’inciviltà”.

Nel ringraziarLa per l’attenzione

La saluto cordialmente.

Giuseppe Castronovo

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