venerdì 27 febbraio 2015

                  RENZI VUOL ROTTAMARE ANCHE IL DECRETO LEGGE
Romano: caro Totò… perché sei così assorto nella tua lettura? Cosa c’è di così interessante?
Totò: l’ultima polemica tra il Presidente del Consiglio Renzi e la presidente della Camera Boldrini a proposito del ricorso ai ”Decreti legge” da parte del Governo.
Eugenio: mi sembra, amici miei, che  questa “sparata” di Renzi sul ricorso ad Decreto Legge per “riformare la R.A.I. sia una manifestazione muscolare che dimostra come il nostro Presidente del Consiglio sia ancora privo di un organico disegno generale entro cui costruire un rapporto di leale collaborazione tra Governo e Parlamento.
 Franco: amici… mi sto chiedendo sempre più spesso se questo praticato da Renzi sia il rapporto tra Governo e Parlamento dettato dalla vigente Costituzione.
Romano: il Presidente Renzi, in effetti, è riuscito ad aprire un nuovo fronte di polemiche, di cui nessuno sentiva la necessità neanche tra le file della stessa maggioranza, che interesserà molto anche i costituzionalisti.
Giacomo: interessante osservazione questa dell’amico Romano! Che ne dice il Prof. Vezio?
Vezio: che cos’è un decreto legge? “Un atto normativo, recitano i manuali di diritto, adottato dal Governo in casi di necessità e d’urgenza, avente forza di legge e che deve essere lo stesso giorno presentato alle Camere per la sua conversione entro 60 giorni”. La Costituzione dispone all’art. 77 che se un decreto non viene convertito perde efficacia sin dall’inizio. Altrimenti detto, con la mancata conversione vengono meno tutti i diritti sorti sulla base del decreto non convertito. Da qui la necessaria prudenza nell’utilizzo del decreto legge.
Giacomo: grazie prof. per la consueta chiarezza espositiva. Vedo che chiede ancora la parola; vuole aggiungere qualcos’altro?
Vezio: vorrei sottoporre alla vostra riflessione il grave errore, avente anche rilievo costituzionale,  commesso dal nostro Presidente Renzi nell’annunciare la sua intenzione di ricorrere ad un decreto legge per riformare la R.A.I.
Giacomo: siamo qui ad ascoltarla.
Vezio: la nostra Costituzione parla di “casi di necessità e d’urgenza”. Ebbene: “urgenza”, secondo i dizionari della lingua italiana, tutti i dizionari accreditati e scientificamente rigorosi, è una “situazione di estrema gravità che esige interventi, decisioni, soluzioni immediate e improcrastinabili”.
 E consentitemi di sottolineare i sostantivi “interventi”  e “decisioni” da una parte, e l’aggettivo “immediati” dall’altra. Dinnanzi ad un’urgenza non si interviene con “annunci” , ma con interventi e decisioni immediate. Un’urgenza preannunciata settimane prima che venga adottato il relativo decreto legge è un’autentica contraddizione in termini.  Se c’è un’urgenza si interviene e basta. Da qui l’ incostituzionalità della procedura prospettata da Renzi per riformare la R.A.I..

 Sarà il caso che i consiglieri che più gli stanno a contatto ricordino al nostro Presidente Renzi il vecchio detto dei nostri avi: “la natura ci ha dato una lingua sola e due orecchie perché l’uomo parli poco e ascolti assai”

Nessun commento:

Posta un commento