venerdì 15 gennaio 2016

                                BANCA ETRURIA  NEL PENSIERO DI DANTE


Romano: amici…. che tristezza!
Totò: a che proposito questa tua esternazione?
Romano: la vicenda delle quattro Banche e della Banca Etruria in particolare mi turba sempre più.
Ludovico: come mai?
Romano: al pensiero che i risparmi di una vita di tanta  gente semplice e onesta siano finiti nelle mani di gente priva di scrupoli.
Giacomo: io, invece, penso al discredito gettato sull’intero sistema bancario che potrebbe bloccare quel po’ di ripresa economica che sembrava apparire all’orizzonte. Non dobbiamo del resto dimenticare lo spessore, per i legami di stretta parentela con politici di primo piano, di alcuni protagonisti di questa triste vicenda.  Prof. Vezio ci faccia qualche riflessione. A lei la parola.
Vezio: La  “Vicenda Banca Etruria”?  Amici… purtroppo c’è poco da raccontare. Anche questa vicenda è una chiara e illuminante metafora dell’abisso in cui buona parte della nostra classe politica ha fatto sprofondare il nostro Paese.  Cari amici….e visto che siamo in Toscana, la Regione del nostro somma Poeta, non posso non ricordare quanto vaticinava a proposito del nostro Paese quando nel  VI° canto del Purgatorio scriveva:

“ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave senza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province ma bordello”.

Giacomo:  grazie prof. Vezio. Davvero illuminante il richiamo dantesco. Tanta attualità non la si riscontra neppure nei discorsi dei nostri politici che molto spesso  vanno in televisione a parlare senza comprendere cosa dicono.

(Dai dialoghi svolti al Circolo della Concordia)
gcastronovo.blogspot.it



Nessun commento:

Posta un commento