mercoledì 27 giugno 2018



                  I VERI MOTIVI DELLA GUERRA DI MACRON CONTRO L’ITALIA
Totò:  amici…non riesco proprio a comprendere le isteriche reazioni del Presidente francese Macron e dei suoi consiglieri nei confronti dell’Italia dopo la decisione del Ministro Italiano degli Interni  Salvini di chiudere i porti alle     navi straniere che,  sotto copertura O.N. G.,  vogliono  attraccare nei porti  italiani per consegnare alle autorità italiane i migranti raccolti in mare.

Cecè: in Europa sono stati male abituati negli ultimi anni e non si aspettavano una simile decisione. Pensano ancora di poterci accontentare con il classico piatto di lenticchie. Chi non ricorda la Sen. Bonino la quale ci svelò quello che nessuno fino ad allora aveva avuto il coraggio di svelarci. E cioè  come l’Europa ci avesse consentito, durante il Governo Renzi, di effettuare delle spese a deficit   in cambio dell’impegno italiano ad accogliere nei nostri porti navi di ogni nazionalità cariche di migranti recuperati in mare.

Franco: e se, caro Cecè, non lo dici tu, lo dico: e così ci siamo trovati cornuti e mazziati; vale a dire con decine di migliaia di migranti   che oggi stazionano nel nostro Paese senza la prospettiva, purtroppo per loro,  di un futuro dignitoso come sperato   e con il nostro debito pubblico aumentato anche durante il Governo Renzi  proprio a causa di questa discutibile decisione.

Nenè: caro Cecè…. quando tu dici “recuperati in mare” ci rappresenti solo l’apparenza di una realtà molto più complessa di quella che ci viene riferita. Una realtà fatta di violazioni di norme del diritto della navigazione, e non solo questo.  Sappiamo,  ad esempio, che le navi O. N. G. oramai vanno quasi sempre a recuperare le persone non in acque internazionali ma in acque libiche.

Giacomo: tornando al Presidente francese Macron mi risulta difficile comprendere la sua frase poco istituzionale rivolta a noi italiani quando parla di una  “Italia irresponsabile, cinica, vomitevole”. Sono parole inaccettabili! Chi può dimenticare la “Vicenda Ventimiglia” con i migranti respinti dalla gendarmeria francese verso l’Italia e costretti a vivere sul greto di un fiume. 
Abbiamo ancora ben presente il modo indegno con il quale la polizia francese ha malmenato una donna extracomunitaria incinta, poi deceduta per i maltrattamenti subiti.
Prof. Vezio lei cosa può dirci in merito?

Vezio: è preoccupante che un Capo di Stato non si renda conto come con le sue deliranti parole stia mettendo in crisi l’Unione Europea. E così fra insulti e deliri arriva a proclamare che in Italia abbiamo un “governo lebbra”.
Il problema dell’immigrazione , amici miei, è più serio di quanto si possa pensare;  e Macron non aiuta di certo a risolverlo con le sue affermazioni di cattivo gusto. Dobbiamo del resto capire…
Giacomo: che cosa?

Vezio: il conflitto che oggi  Italia e Francia stanno vivendo, in tema di immigrazione, non è lo scontro  tra cattivisti noi italiani e buonisti loro francesi; solo una superficiale lettura dei fatti  può suggerire una simile impostazione. Sono gli interessi economici e non i sentimenti umanitari a spingere Macron a questa guerra di nervi con l’Italia. Alla base di questo conflitto c’è stato da sempre, infatti, l’obiettivo francese di disarcionare l’Italia dalla Libia dove,  soprattutto grazie alla cooperazione tra Gheddafi e Berlusconi, gli interessi economici italiani avevano finalmente trovato un sufficiente grado di stabilità in quel Paese. Basti pensare:
-all’affidamento della realizzazione della litoranea libica all’Impresa italiana di costruzioni Impregilo;
-alle politiche energetiche portate avanti tramite l’E.N.I. che era diventato l’attore principale al quale erano state commissionate ricerche di nuovi giacimenti petroliferi in Libia.
 Ecco che allora sarebbe ingenuo pensare che per il Presidente francese Macron la tutela  dei migranti con il loro carico di sofferenze, dei bambini non accompagnati e delle donne incinte  fossero il vero motivo dello scontro con l’Italia .
Non possiamo del resto  tacere sul fatto che è stata proprio la Francia dell’allora Presidente  Sarkozy, gelosa della posizione di privilegiato partner commerciale  di cui godeva allora l’Italia in Libia, a prendere la sciagurata decisione di bombardare  quel Paese, dando così l’avvio allo smembramento della Libia dove oggi non c’è più un unico governo riconosciuto dalla Comunità internazionale e  a questo vero e proprio disastro umanitario.
E fu così che  l’operazione architettata dalla Francia, e assolutamente non osteggiata (per non dire  incoraggiata sottovoce  dall’allora Presidente  della Repubblica Italiana Napolitano da Presidente del Consiglio di difesa),   diede l’avvio alla  destabilizzazione non solo di un’intera regione nord africana ma anche dell’Europa dimostratasi incapace di reggere l’urto  di milioni   di migranti che si presentano alle sue porte.
Ora, il nuovo Presidente francese  Macron, che vuole completare l’operazione iniziata da Sarkozy per consolidare gli interessi economici francesi in terra libica, si trova spiazzato di fronte all’Italia rispetto alla facilità con la quale invece nel 2011 si muoveva l’ex Presidente francese Sarkozy quando da noi al Quirinale sedeva    l’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che prendeva decisioni senza rispondere a nessuno  facendo e disfacendo maggioranze governative in Italia  come fossero birilli.
E’ arrivata finalmente l’ora che qualcuno faccia comprendere a Macron che non siamo più nel 2011 ma nel 2018: Napolitano non è più Presidente della Repubblica e che a Palazzo Chigi  non c’è più il Governo Berlusconi  che i poteri forti italiani ed europei avevano allora deciso di defenestrare; cosa che puntualmente avvenne nel novembre del 2011 quando a Palazzo Chigi salì il Prof. Monti sapientemente nominato Senatore a vita prima di ricevere da Napolitano l’incarico di Presidente del Consiglio.
Forse sarà così che l’atteggiamento della Francia verso l’Italia potrà cambiare e con esso le prospettive di una diversa gestione della politica migratoria dall’Africa verso l’Europa.
Mi sia consentito consigliarvi, per meglio decifrare e comprendere le vicende da me appena cennate, la lettura del libro del giornalista/scrittore americano Alan Friedman “Ammazziamo il Gattopardo”.
(Dai dialoghi svolti al Circolo della Concordia)
gcastronovo.blogspot.it
Giuseppe Castronovo

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