I VERI MOTIVI DELLA GUERRA DI MACRON CONTRO
L’ITALIA
Totò: amici…non riesco
proprio a comprendere le isteriche reazioni del Presidente francese Macron e dei suoi consiglieri nei
confronti dell’Italia dopo la decisione del Ministro Italiano degli
Interni Salvini di chiudere i porti
alle navi straniere che, sotto copertura O.N. G., vogliono attraccare nei porti italiani per consegnare alle autorità
italiane i migranti raccolti in mare.
Cecè: in Europa sono stati male abituati negli ultimi anni e non si
aspettavano una simile decisione. Pensano ancora di poterci accontentare con il
classico piatto di lenticchie. Chi non ricorda la Sen. Bonino la quale ci svelò
quello che nessuno fino ad allora aveva avuto il coraggio di svelarci. E cioè come l’Europa ci avesse consentito, durante il
Governo Renzi, di effettuare delle spese
a deficit in cambio dell’impegno
italiano ad accogliere nei nostri porti navi di ogni nazionalità cariche di
migranti recuperati in mare.
Franco: e se, caro Cecè, non lo dici tu, lo dico: e così ci siamo
trovati cornuti e mazziati; vale a dire con decine di migliaia di migranti che oggi stazionano nel nostro Paese senza
la prospettiva, purtroppo per loro, di
un futuro dignitoso come sperato e con il nostro debito pubblico aumentato
anche durante il Governo Renzi proprio a
causa di questa discutibile decisione.
Nenè: caro Cecè…. quando tu dici “recuperati in mare” ci rappresenti solo l’apparenza di una realtà
molto più complessa di quella che ci viene riferita. Una realtà fatta di
violazioni di norme del diritto della navigazione, e non solo questo. Sappiamo,
ad esempio, che le navi O. N. G. oramai vanno quasi sempre a recuperare
le persone non in acque internazionali ma in acque libiche.
Giacomo: tornando al Presidente francese Macron mi risulta
difficile comprendere la sua frase poco istituzionale rivolta a noi italiani
quando parla di una “Italia irresponsabile, cinica, vomitevole”. Sono parole
inaccettabili! Chi può dimenticare la “Vicenda
Ventimiglia” con i migranti respinti dalla gendarmeria francese verso
l’Italia e costretti a vivere sul greto di un fiume.
Abbiamo ancora ben presente il
modo indegno con il quale la polizia francese ha malmenato una donna
extracomunitaria incinta, poi deceduta per i maltrattamenti subiti.
Prof. Vezio lei cosa può dirci
in merito?
Vezio: è preoccupante che un Capo di Stato non si renda conto come
con le sue deliranti parole stia mettendo in crisi l’Unione Europea. E così fra
insulti e deliri arriva a proclamare che in Italia abbiamo un “governo
lebbra”.
Il problema dell’immigrazione
, amici miei, è più serio di quanto si possa pensare; e Macron non aiuta di certo a risolverlo con
le sue affermazioni di cattivo gusto. Dobbiamo del resto capire…
Giacomo: che cosa?
Vezio: il conflitto che oggi Italia e Francia stanno vivendo, in tema di
immigrazione, non è lo scontro tra
cattivisti noi italiani e buonisti loro francesi; solo una superficiale lettura
dei fatti può suggerire una simile
impostazione. Sono gli interessi economici e non i sentimenti umanitari a
spingere Macron a questa guerra di nervi con l’Italia. Alla base di questo
conflitto c’è stato da sempre, infatti, l’obiettivo francese di disarcionare
l’Italia dalla Libia dove, soprattutto
grazie alla cooperazione tra Gheddafi e Berlusconi, gli interessi economici
italiani avevano finalmente trovato un sufficiente grado di stabilità in quel
Paese. Basti pensare:
-all’affidamento della
realizzazione della litoranea libica all’Impresa italiana di costruzioni Impregilo;
-alle politiche energetiche
portate avanti tramite l’E.N.I. che era diventato l’attore principale al quale
erano state commissionate ricerche di nuovi giacimenti petroliferi in Libia.
Ecco che allora sarebbe ingenuo pensare che
per il Presidente francese Macron la tutela dei migranti con il loro carico di sofferenze,
dei bambini non accompagnati e delle donne incinte fossero il vero motivo dello scontro con l’Italia
.
Non possiamo del resto tacere sul fatto che è stata proprio la
Francia dell’allora Presidente Sarkozy,
gelosa della posizione di privilegiato partner commerciale di cui godeva allora l’Italia in Libia, a prendere
la sciagurata decisione di bombardare
quel Paese, dando così l’avvio allo smembramento della Libia dove oggi
non c’è più un unico governo riconosciuto dalla Comunità internazionale e a questo vero e proprio disastro umanitario.
E fu così che l’operazione architettata dalla Francia, e
assolutamente non osteggiata (per non dire incoraggiata sottovoce dall’allora Presidente della Repubblica Italiana Napolitano da Presidente del Consiglio di difesa), diede l’avvio alla destabilizzazione non solo di un’intera
regione nord africana ma anche dell’Europa dimostratasi incapace di reggere
l’urto di milioni di migranti che si presentano alle sue
porte.
Ora, il nuovo Presidente
francese Macron, che vuole completare
l’operazione iniziata da Sarkozy per consolidare gli interessi economici
francesi in terra libica, si trova spiazzato di fronte all’Italia rispetto alla
facilità con la quale invece nel 2011 si muoveva l’ex Presidente francese
Sarkozy quando da noi al Quirinale sedeva
l’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che prendeva
decisioni senza rispondere a nessuno facendo e disfacendo maggioranze governative
in Italia come fossero birilli.
E’ arrivata finalmente l’ora
che qualcuno faccia comprendere a Macron che non siamo più nel 2011 ma nel
2018: Napolitano non è più Presidente della Repubblica e che a Palazzo
Chigi non c’è più il Governo Berlusconi che i poteri forti italiani ed europei avevano
allora deciso di defenestrare; cosa che puntualmente avvenne nel novembre del
2011 quando a Palazzo Chigi salì il Prof. Monti sapientemente nominato Senatore
a vita prima di ricevere da Napolitano l’incarico di Presidente del Consiglio.
Forse sarà così che
l’atteggiamento della Francia verso l’Italia potrà cambiare e con esso le
prospettive di una diversa gestione della politica migratoria dall’Africa verso
l’Europa.
Mi sia consentito
consigliarvi, per meglio decifrare e comprendere le vicende da me appena
cennate, la lettura del libro del giornalista/scrittore americano Alan Friedman
“Ammazziamo il Gattopardo”.
(Dai dialoghi svolti al
Circolo della Concordia)
gcastronovo.blogspot.it
Giuseppe Castronovo
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