SANZIONI CONTRO LA RUSSIA: QUALI EFFETTI PER
L’ITALIA?
E FU COSI’ CHE I PIFFERI DI MONTAGNA
ANDARONO PER SUONAR
E FURONO SUONATI
Totò: amici…
comincio a non capirci più niente. Tutto mi sembra così confuso!!!
Nenè: a che
proposito?
Totò: ho
l’impressione che le sanzioni contro la
Russia, dopo lo scoppio della
guerra
tra Ucraina
e Russia, stiano provocando, a causa delle reazioni di Putin, più danni a noi che alla Russia: vale a
dire più danni ai sanzionatori che ai sanzionati!
Santo: in
effetti molti settori del nostro tessuto produttivo, non riuscendo più a
sostenere il gravoso peso dell’aumento delle “bollette energetiche”, rischiano
la chiusura con la conseguente perdita di migliaia posti di lavoro..
Ambrogio:
caro Santo leggevo proprio ieri che
anche il gruppo industriale norvegese Yara, colosso europeo nel settore
dei fertilizzanti con stabilimento a Ferrara, ha deciso di sospendere
l’attività produttiva. Una decisione che sta determinando un ulteriore problema
al nostro settore agricolo per la mancanza di fertilizzanti; prodotto per il
quale l’Italia risulta non essere autosufficiente.
Marco: per
non parlare del settore commerciale che vede molti esercenti costretti a
chiudere perché impossibilitati a sostenere gli aumenti delle bollette
energetiche.
Franco: da
quello che leggo sta diventando una vera e propria tragedia per la nostra
economia. E’ una, come dice qualcuno, situazione da pronto soccorso che ci
sta portando ad una tragica recessione.
Santo: prof.
Vezio un suo parere.
Vezio: la
situazione venutasi a creare la considero grave, molto più grave di quanto, solo per fare due
confronti, possa essere per la Germania
e la Francia ,
Totò: ci
spieghi meglio.
Vezio:
vedete…
Nenè: che
cosa?
Vezio: dopo
l’ulteriore chiusura dei rubinetti del
gas da parte della Russia, la situazione italiana si è drammaticamente aggravata perché è diversa rispetto a quella tedesca e a quella francese:
la Germania in alternativa al gas può
ricorrere al carbone e la Francia far
leva sul nucleare. L’Italia, invece, per scelte di natura ideologica adottate nel
passato, sulle quali ci potremo soffermare un’altra volta, non ha la
possibilità di sostituire il gas russo con altre proprie fonti energetiche. E
la situazione per un paese manifatturiero come l’Italia è da vero e proprio
incubo. Le reazioni di Putin alle sanzioni , diciamolo pure, ci stanno
devastando.
Mi sembra
che la situazione italiana, così differente da quella tedesca e francese, dovrebbe
sconsigliare il nostro Presidente Mario Draghi dall’assumere il ruolo di “duro
sanzionatore” come finora esercitato, e ciò per evitare di trovarsi
invischiato in una situazione analoga a
quella del proverbio che ci parla di “pifferi che andarono per suonar e
furono suonati”.
Fatemi fare
un’ulteriore considerazione che
forse ho già sottoposto alla nostra riflessione
qualche settimana fa; ebbene è da alcuni giorni che con insistenza mi faccio
questa domanda:
Come si
fa a litigare con la Russia che ci fornisce il 40% del nostro fabbisogno di gas,
senza aver prima trovato un altro Paese in grado di sostituire stabilmente la
Russia nella fornitura della quantità di gas a noi necessaria?
Nino:
domanda più che legittima la sua! Ma com’è che
il nostro Presidente Draghi sia potuto inciampare in un simile errore di
valutazione ?
Vezio:
voglio pensare che il nostro Presidente del Consiglio Draghi e i suoi Consiglieri
abbiano dimenticato, forse perché in
tante altre faccende affaccendati, una perla di antica saggezza che ci
ammonisce con il seguente proverbio: “assicurati che la candela sia accesa,
prima di spegnere il fiammifero”.
Nino: sarà
come dice lei, ma io, candele e fiammiferi a parte, purtroppo al momento vedo
per l’Italia un inverno al buio e con meno fiamma nelle nostre cucine.
(Dai
Dialoghi svolti al Circolo della Concordia)
gcastronovo.blogspot.it
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