giovedì 8 settembre 2022

 

 

 

 SANZIONI CONTRO LA RUSSIA: QUALI EFFETTI PER L’ITALIA?

E FU COSI’ CHE I PIFFERI DI MONTAGNA ANDARONO PER SUONAR

E FURONO SUONATI

 

Totò: amici… comincio a non capirci più niente. Tutto mi sembra così confuso!!!

Nenè: a che proposito?

Totò: ho l’impressione che le sanzioni contro la  Russia, dopo  lo scoppio della guerra

tra Ucraina e Russia, stiano provocando, a causa delle reazioni di Putin,  più danni a noi che alla Russia: vale a dire più danni ai sanzionatori che ai sanzionati!

Santo: in effetti molti settori del nostro tessuto produttivo, non riuscendo più a sostenere il gravoso peso dell’aumento delle “bollette energetiche”, rischiano la chiusura con la conseguente perdita di migliaia posti di lavoro..

Ambrogio: caro Santo  leggevo proprio ieri che anche il gruppo industriale norvegese Yara, colosso europeo nel settore dei fertilizzanti con stabilimento a Ferrara, ha deciso di sospendere l’attività produttiva. Una decisione che sta determinando un ulteriore problema al nostro settore agricolo per la mancanza di fertilizzanti; prodotto per il quale l’Italia risulta non essere autosufficiente.

Marco: per non parlare del settore commerciale che vede molti esercenti costretti a chiudere perché impossibilitati a sostenere gli aumenti delle bollette energetiche.

Franco: da quello che leggo sta diventando una vera e propria tragedia per la nostra economia. E’ una, come dice qualcuno, situazione da pronto soccorso che ci sta portando ad una tragica recessione.

Santo: prof. Vezio un suo parere.

Vezio: la situazione venutasi a creare la considero grave, molto più  grave di quanto, solo per fare due confronti,  possa essere per la Germania e la Francia ,

Totò: ci spieghi meglio.

Vezio: vedete…

Nenè: che cosa?

Vezio: dopo l’ulteriore  chiusura dei rubinetti del gas da parte della Russia, la situazione italiana si è  drammaticamente aggravata perché è diversa  rispetto a quella tedesca e a quella francese: la Germania in alternativa al gas  può ricorrere al carbone e la Francia  far leva sul nucleare. L’Italia, invece, per scelte di natura ideologica adottate nel passato, sulle quali ci potremo soffermare un’altra volta, non ha la possibilità di sostituire il gas russo con altre proprie fonti energetiche. E la situazione per un paese manifatturiero come l’Italia è da vero e proprio incubo. Le reazioni di Putin alle sanzioni , diciamolo pure, ci stanno devastando.

Mi sembra che la situazione italiana, così differente da quella tedesca e francese, dovrebbe sconsigliare il nostro Presidente Mario Draghi dall’assumere il ruolo di “duro sanzionatore” come finora esercitato, e ciò per evitare di trovarsi invischiato in una situazione  analoga a quella del proverbio che ci parla di “pifferi che andarono per suonar e furono suonati”.

Fatemi fare un’ulteriore considerazione  che forse   ho già sottoposto alla nostra riflessione qualche settimana fa; ebbene è da alcuni giorni che con insistenza mi faccio questa domanda:

Come si fa a litigare con la Russia che ci fornisce il 40% del nostro fabbisogno di gas, senza aver prima trovato un altro Paese in grado di sostituire stabilmente la Russia nella fornitura della quantità di gas a noi necessaria?

Nino: domanda più che legittima la sua! Ma com’è che  il nostro Presidente Draghi sia  potuto inciampare in un simile errore di valutazione ?

Vezio: voglio pensare che il nostro Presidente del Consiglio Draghi e i suoi Consiglieri abbiano dimenticato, forse perché  in tante altre faccende affaccendati, una perla di antica saggezza che ci ammonisce con il seguente proverbio: “assicurati che la candela sia accesa, prima di spegnere il fiammifero”.

Nino: sarà come dice lei, ma io, candele e fiammiferi a parte, purtroppo al momento vedo per l’Italia un inverno al buio e con meno fiamma nelle nostre cucine.

(Dai Dialoghi svolti al Circolo della Concordia)

gcastronovo.blogspot.it

 

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