LA TELA
DI PENELOPE METAFORA DELL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA.
Totò: “passino pure sui nostri corpi, l’autonomia
differenziata non passerà”.
Santo: Totò, come mai questa dichiarazione di guerra?
Totò: non è mia! E’ della Segretaria del partito Democratico
Elly Schlein che con queste parole va allo scontro con le forze politiche governative le quali, approvando l’autonomia differenziata, hanno
finalmente attuato una previsione costituzionale la cui introduzione risale a più di vent’anni fa.
Marco: Santo…. hai detto bene parlando di “dichiarazione
di guerra”. Non a caso, amici miei, non appena (13 LUGLIO 2024) è entrata in vigore la legge ordinaria n° 86/2024 che, attuando
l’articolo 116 della Costituzione, permette alle 15 Regioni a Statuto
ordinario di chiedere allo Stato una maggiore autonomia per alcune materie, il
Partito Democratico, altri Partiti della
Sinistra, il Sindacato C. G. I. L. si son messi subito all’opera avviando la procedura per lo svolgimento di
un referendum abrogativo della legge, così come previsto dall’articolo 75 della
Costituzione.
Ambrogio: ma è curioso il fatto che la Regione Emilia
Romagna, da sempre governata dalle
Sinistre , sia stata una di quelle, insieme alla Lombardia, Veneto,
Piemonte a sollecitare all’inizio l’attuazione della Costituzione con
l’approvazione parlamentare dell’autonomia differenziata.
Mario: però alla fine il Partito Democratico e gli altri
promotori del referendum abrogativo hanno raccolto più di 500.000 firme e
quindi il referendum si dovrà
necessariamente svolgere.
Romano: l’aspetto strano di tutta questa vicenda sta nel
fatto che l’autonomia differenziata in Costituzione l’ha voluta proprio il
Centrosinistra.
Saverio: ha ragione l’amico Romano: l’autonomia differenziata
non è una invenzione del Centrodestra che tra l’altro a suo tempo votò contro
la sua introduzione in Costituzione. L’autonomia differenziata in Costituzione
l’ha voluta proprio il Partito Democratico e gli altri Partiti della sinistra
italiana.
Giorgio: come si spiega un cambio così radicale da parte del
Partito Democratico?
Santo: bella domanda! Vuol rispondere lei prof. Vezio?
Vezio: grazie….rispondo volentieri cercando di essere, stante
l’estremo interesse che il tema riveste, il più obiettivo possibile. Cosi come
ci ha ricordato l’amico Romano
l’introduzione in Costituzione dell’autonomia differenziata è stata
voluta e approvata nel marzo 2001, durante il secondo governo di Centrosinistra
presieduto da Giuliano Amato. Essa faceva
parte di un ampio progetto finalizzato ad adeguare (rectius: ampliare)
l’autonomia degli Enti locali ad un
Paese che non era più quello del 1946.
Da ricordare ancora come anche in questa materia non poteva
mancare una Commissione bicamerale per le riforme costituzionali. La
Commissione, composta da 70 tra Deputati e Senatori, e la cui presidenza venne
affidata a Massimo D’Alema, proponeva, tra le altre cose, di riconoscere alle
regioni una maggiore autonomia.
Tutta la riforma costituzionale venne poi confermata con un
Referendum costituzionale che ottenne il
64% di voti ad essa favorevoli nell’ottobre dello stesso anno (2001).
Il referendum costituzionale del 2001 è stato il punto
d’arrivo di un lungo percorso iniziato addirittura nel 1997 durante il primo
Governo guidato da Romano Prodi che capeggiava una coalizione di sinistra che
vedeva come primo partito della coalizione il Partito Democratico della
Sinistra che con questa nuova denominazione
aveva sostituito il vecchio Partito
Comunista Italiano.
Santo: Prof. Vezio…. dalla sua relazione emergono i nomi di
Giuliano Amato, Romano Prodi e Massimo D’Alema come autentici protagonisti del
cammino di questa riforma costituzionale: tre pezzi da novanta diremmo.
Vezio: hai detto bene caro Santo.
Santo: ebbene, mi
risulta difficile comprendere come oggi invece il Partito Democratico assuma,
dopo vent’anni, l’iniziativa per vanificare il risultato di tanta fatica e lo
sforzo dei tre protagonisti sopra ricordati teso a smussare le divergenze che
serpeggiavano tra le varie forze politiche per addivenire all’approvazione di
questa legge. Una legge, è bene ricordarlo, confermata anche dal referendum costituzionale
con una percentuale così elevata (64%) di voti favorevoli che non dovrebbe
ammettere alcun ripensamento.
Vezio: caro Santo.… non possiamo non ricordare come l’iter
per l’approvazione della riforma in questione sia stato alquanto travagliato:
il Partito Comunista (allora denominato Democratico di Sinistra) che unitosi agli
altri Partiti di Sinistra costituì l’Ulivo, decise di approvare questa
riforma anche per frenare le aspre critiche della Lega di Bossi
all’eccessivo centralismo statale: chi non ricorda il grido di battaglia di
Umberto Bossi “Roma ladrona”? In
questo quadro non furono poche le perplessità manifestate, anche all’interno
dello stesso Ulivo, nei confronti di coloro che decisero di venire incontro
alle richieste leghiste e ammorbidirne l’ostruzionismo. Basterà ricordare le
polemiche dichiarazioni dell’On. Cuperlo secondo cui “nel 2001 si riformò il
Titolo V° della Costituzione pensando di togliere volti alla Lega. Fu un errore
e gli italiani lo hanno pagato caro”.
Amici…polemiche a parte, non posso non evidenziare come
questa riforma, a parer mio, rappresentò il tentativo di mediare con il
Bossi di “Roma ladrona” e bloccare
certe istanze leghiste troppo “avanzate
e spinte” a tal punto da non essere, forse, del tutto in linea con l’unità
e l’indivisibilità della nostra Repubblica, così come previste
dall’articolo 5 della nostra Costituzione. Da non dimenticare, del resto, le
capacità di sottile mediatore, unanimemente riconosciute all’On. Giuliano Amato
che veniva appunto definito il “Dottor Sottile”
Amici….vedo che qualcuno vorrebbe intervenire. Forse è il caso di fermarmi per lasciare la
parola a voi.
Mario: Prof. Vezio…. ho molto apprezzato la sua ricostruzione
storica di come si siano realmente intrecciati i rapporti fra i vari partiti
per arrivare all’introduzione in Costituzione dell’autonomia differenziata per
le quindici Regioni a Statuto ordinario.
E’ il caso forse di chiederci come
mai il Partito Democratico e gli altri Partiti di Sinistra dopo più di
vent’anni non abbiano voluto, ancora una volta, collaborare con il Senatore Calderoli nella
stesura del testo di legge con il quale si sono stabiliti i principi e le
procedure che dovranno essere seguiti da Regioni e Governo nel percorso per concedere maggiore autonomia alle
Regioni che la richiedessero.
Vezio: l’intervento dell’amico Mario mi induce a evidenziare
come in tema di Autonomia differenziata si sia di fatto venuta a
concretizzare una evidente inversione di ruoli tra le forze politiche che a
vario titolo (a favore la Sinistra, contrario il Centrodestra) erano a suo
tempo intervenute nella sua introduzione
in Costituzione. Infatti:
-il Centrosinistra che allora decise di riconoscere una
maggiore autonomia alle Regioni oggi cambia decisamente rotta e vuole abrogare la
legge ordinaria attuativa della previsione costituzionale;
-viceversa, il centrodestra che allora, nel 2001, non approvò
la riforma costituzionale, oggi, nonostante l’atteggiamento ostruzionistico del
Centrosinistra, prova ad attuarla.
Permettetemi: queste sono le non sempre comprensibili ambiguità
della politica italiana:
-si approva una legge se si sta al governo del Paese;
-la si disapprova quando non si sta più al governo del Paese.
Un comportamento, questo della Sinistra, che mi ricorda il comportamento di Penelope,
la moglie dell’eroe omerico Ulisse, e la sua proverbiale tela.
Santo: professor Vezio potrebbe illustrarci meglio
quest’ultimo suo accostamento dell’Autonomia differenziata alla tela di
Penelope?
Vezio: ci riferisce il poeta Omero che Ulisse, dopo aver
contribuito in modo determinante alla vittoria dei Greci e alla distruzione
della città di Troia, intraprese il viaggio per il ritorno a Itaca di cui era
re e dove l’attendeva la fedele moglie Penelope. Il viaggio, secondo il
racconto di Omero, durò dieci anni.
I Proci, trascorsi i primi anni dalla distruzione di Troia
senza che Ulisse ritornasse a Itaca, per costringere Penelope a nuove nozze e
così dare un nuovo re a Itaca, occupano la reggia dove gozzovigliano notte e
giorno dilapidando le ricchezze di Ulisse.
La regina Penelope, che continuava a risiedere nella reggia,
stremata dall’occupazione della reggia da parte dei Proci, promette che
sceglierà un nuovo marito tra i Proci dopo aver terminato la tessitura di un
lenzuolo funebre per Laerte, padre di Ulisse. Si trattava di un espediente per
ingannare i Proci nella speranza che il marito Ulisse ritornasse quanto prima.
Omero infatti ci dice che Penelope
“finché il giorno splendea, tessea la tela
Superba; e poi la distessea di notte
Al complice chiaror di mute faci.
Così un triennio la sua frode ascose
E deluse gli Achei”.
(Omero, Odissea libro, II°, versi 134-139.
Amici miei… chi di noi non può intravedere nella tessitura
alla luce del sole l’introduzione in Costituzione dell’Autonomia differenziata
e nella notturna distessitura il
disconoscimento del precedente lavoro che vent’anni fa vide protagonisti a vario titolo Prodi, Amato
e D’Alema? Un disconoscimento che trova la sua apoteosi nella raccolta di firme
per lo svolgimento del referendum abrogativo della stessa legge n. 86 del 26/6/2024.
Oggi, amici miei, si parla di “tela di Penelope” anche per
riferirsi ad un lavoro intrapreso a mò di alibi e nella consapevolezza che,
stante la sua complessità, non verrà mai
portato a termine.
Sarà stato questo l’intento del Prof. Giuliano Amato, il
quale da “Dottor Sottile” com’era
definito, avrebbe subordinato l’operatività dell’Autonomia differenziata a
tutta una serie infinita di preventivi adempimenti rimandandola di fatto alle calende
greche?. Adempimenti evidenziati proprio ieri dalla Corte costituzionale
chiamata a esaminare i ricorsi delle Regioni amministrate dalla Sinistra,
Puglia, Toscana, Sardegna Campania.
(Dai Dialoghi svolti al Circolo della Concordia)
gcastronovo.blogspot.it
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