ANCHE RENZI CONVINCE GLI ELETTORI A VOTARE “NO”
AL REFERENDUM.
Totò: amici devo confessarvi…
Romano: che cosa?
Totò: tutti voi sapete che da
tempo avevo deciso - e l’avevo confidato
anche a voi - che al Referendun
costituzionale avrei votato un bel “SI” .
Ludovico: certo che ce lo
ricordiamo….E adesso?
Totò: ho cambiato idea e
voterò un
bel “NO”.
Giacomo: come mai?
Totò: è
stato lo stesso Renzi a farmi cambiare idea.
Giacomo: spiegaci cosa ti è
capitato.
Totò: finora Renzi diceva che in caso di una sua
sconfitta - perché tale considerava e in segreto, ancor
oggi, continua a considerare tale la vittoria del “NO”
- si sarebbe dimesso. Ma in queste ultime settimane ha
cambiato idea affermando che “anche in caso di vittoria del “NO” non si dimetterà,
cosicché le prossime elezioni politiche si svolgeranno nel 2018,
cioè alla naturale scadenza della legislatura.
Giacomo: ebbene, spiegaci il
percorso fatto per arrivare alla decisione di votare “NO”.
Totò: avrei votato – così come
del resto tanti nostri amici – un bel “SI” al
solo scopo di evitare una crisi di governo
di difficile soluzione, a prescindere quindi dal contenuto della
riforma. Un voto, quindi, per tenere in
piedi il Governo Renzi. Ma visto che la
permanenza a Palazzo Chigi di Renzi non dipende più dall’esito referendario dobbiamo
sentirci più liberi nel voto e valutare meglio il contenuto della riforma. E
poiché non mi convince in non pochi punti che ritengo fondamentali per la
democraticità del nostro sistema costituzionale voterò un bel “NO”.
Giacomo: meglio tardi che mai.
Comunque grazie Totò per averci fatto partecipi del tuo travaglio.
Franco: Totò permettimi una
domanda.
Totò: dimmi pure.
Franco: esponici qualche punto
della riforma renziana che non convincendoti ti
spinge a votare “NO”.
Totò: vi espongo questi due
punti :
- la tanto decantata
soppressione del Senato alla fine non c’è stata! Il Senato continuerà ad
esserci ma noi non eleggeremo più i Senatori.
-La Provincia? Non è vero che è stata soppressa; ha cambiato
solamente nome (Ente di area vasta o
Area metropolitana). Ma noi non
eleggeremo né il Presidente, né i componenti dell’Assemblea. E non mi sembra
roba da poco.
Giacomo: Grazie ancora Totò.
Prof. Vezio che ne pensa?
Vezio: ha illustrato tutto
così bene l’amico Totò per cui non è necessario che aggiunga altre riflessioni
se non che con la riforma renziana si
restringe la democrazia partecipativa. Altrimenti detto quella di
Renzi è una riforma che alla fine:
- non ha abolito il Senato ma
ha sottratto la scheda elettorale a noi cittadini elettori;
-non ha abolito la Provincia
ma ha sottratto la scheda elettorale a
noi cittadini elettori.
Ecco cosa significa
restringere la democrazia partecipativa. Renzi e il suo Partito ci
sono riusciti, spetta a noi cittadini bloccarli in questa
loro folle avventura. E il referendum, votando come dice l’amico Totò, “un
bel NO”, serve proprio a questo: a bloccare Renzi e i suoi in questa loro
folle corsa tesa a restringere la democrazia partecipativa nel nostro Paese.
(Dai Dialoghi svolti al
Circolo della Concordia)
gcastronovo.blogspot.it
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