QUANDO I PARLAMENTARI VOTANO UNA RIFORMA COSTITUZIONALE SENZA
AVERLA LETTA.
Giacomo: amici….ogni giorno mi
convinco sempre più che non ci si può assolutamente fidare di molti dei nostri
politici, siano essi di destra, di centro o di sinistra.
Rodolfo: come mai così tanto
pessimismo?
Giacomo: in questi giorni mi è capitato, seguendo i vari
programmi televisivi dove i rappresentanti
politici
dei vari partiti espongono le
loro opinioni sul prossimo referendum
costituzionale, di ascoltare il Sen. del Partito Democratico Federico
Fornaro e il Sen. a vita, nonché ex
Presidente del Consiglio Mario Monti.
Sono rimasto, ascoltandoli, letteralmente sconcertato.
Rodolfo: come mai? Cosa hanno
detto?
Giacomo: il Sen. Fornaro a TG
com. 24 alla domanda del conduttore televisivo, come avrebbe votato al
referendum, ha così risposto: “secondo
alcuni studiosi il combinato Riforma costituzionale/legge elettorale cambia di
fatto il sistema di governo”.
Rodolfo: ebbene!
Giacomo: come ebbene! Quella
formula “secondo alcuni studiosi…” sta a dimostrare come non pochi dei Parlamentari
del Partito Democratico hanno votato senza preventivamente discutere ed
esaminare ciò che erano effettivamente chiamati a votare.
Totò: non è una novità che i Parlamentari
del Partito Democratico abbiano votato sotto ricatto di Renzi
della non ricandidatura per coloro che non avessero
votato a favore del testo governativo.
Mirko: davvero strano che i Parlamentari non si siano
documentati presso gli uffici studi del Parlamento prima di votare una riforma
costituzionale e solo adesso vengono a sapere che con la loro riforma “cambia
di fatto il sistema di governo”.
Alessio: il messaggio renziano ai Parlamentari del
Partito Democratico per mesi e mesi è stato in effetti abbastanza chiaro: “o
votate il testo presentato dal Governo o non sarete ricandidati”.
Ludovico: Giacomo… puoi riferirci cosa ha detto il Sen. a vita
Mario Monti?
Giacomo: il 9 agosto
2016, ospite su LA 7 del programma serale IN
ONDA, quando gli viene chiesto
dalla giornalista Bianca Berlinguer come
voterà al referendum, così risponde: “non ho ancora deciso, lo farò quando
avrò tutti gli elementi a disposizione “. Il Sen. Monti precisa, altresì,
che nelle votazioni parlamentari era presente alla prima lettura nella quale ha
votato SI alla proposta come “apertura di
credito non ricambiata da Renzi”, mentre era assente giustificato alla
seconda nella quale il testo di riforma
era identico a quello della prima
lettura.
Come non rimanere sconcertati, caro Rodolfo, dinnanzi a simili risposte? Se il Sen Monti
oggi non dispone di tutti “gli elementi
“ per decidere , ovviamente non li aveva neanche quando ha votato in
Senato. Passi pure la risposta di un peones quale sarà il Sen. Fornaro, ma
quella dell’ex Presidente del Consiglio Monti non riesco proprio a
giustificarla. Ma quanti sono i Parlamentari che conoscono non solo cosa hanno
approvato, ma anche l’impatto che questi 45 articoli provocheranno sull’assetto
istituzionale del nostro Paese?
Ludovico: ma se non conoscono il testo votato sotto
ricatto e per pura disciplina di partito non dovrebbero essere legittimati a
dare indicazioni di voto!
Giacomo: Prof. Vezio…su una materia che richiede non
approssimazione ma profonda conoscenza, può esporci il suo pensiero su un punto
che ritiene qualificante – in positivo o in negativo che sia – sulla riforma
renziana?
Vezio: lo farò, anche se brevemente, confrontando la
riforma renziana con la Costituzione del 1948 che poi è la Costituzione ancora
oggi in vigore. Ebbene, la narrazione renziana, in ciò aiutata e facilitata
dalla stampa e dalle reti televisive a
lui favorevoli, ci dice che sono state abolite le Province. Io dico “non risponde affatto al vero, nulla di più
falso”! Le Province continuano ad
esserci sotto diverso nome: adesso si chiamano
“Enti di area vasta” o “Aree metropolitane”. E posso dirvi che i
nuovi Enti occupano le stesse sedi e gli stessi uffici che occupavano le
Province che Renzi dice essere state soppresse. C’è però un’ assoluta
novità di rilievo rappresentata dal fatto il Presidente e i Componenti
dell’Assemblea di questi nuovi Enti non
vengono più eletti dai cittadini ma dagli stessi politici locali. Lo stesso avverrà per il
Senato la cui componente elettiva non viene più eletta da noi cittadini ma dai
Consiglieri Regionali. Sono
convintamente critico verso questo
aspetto della riforma renziana perché, a differenza della Costituzione del
1948, elimina gli spazi di democrazia partecipativa diretta togliendoli a
noi cittadini elettori. Si
tratta di spazi, è bene ribadirlo, che ci rendevano protagonisti almeno quando
si trattava di scegliere i nostri protagonisti. Una delle poche prerogative di cui il
cittadino elettore era ancora titolare.
Concludo, potendo purtroppo affermare, che la riforma
costituzionale così tenacemente voluta dal Presidente del Consiglio Renzi:
-ci toglie la
scheda elettorale;
-non abolisce
il Senato ma il cittadino elettore.
(Dai dialoghi svolti al Circolo della Concordia)
gcastronovo.blogspot.it
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