lunedì 8 aprile 2019



          SIATE FELICI MA NON TROPPO: MEGLIO ANCORA NON DIMOSTARLO

Santo: amici…credo che anche voi siate rimasti perplessi nel leggere la folle dichiarazione rilasciata alle Forze dell’ordine di Torino da quel nostro concittadino di origine marocchina che avrebbe ucciso il cittadino italiano Leo Stefano di anni 33.
Enzo: ho seguito anch’io la vicenda e sono rimasto sconcertato dalle motivazioni addotte dal   presunto omicida quando dice di “averlo ucciso perché era felice”
Franco: prof. Vezio una sua riflessione su questa tragedia.
Vezio: credo che l’omicida non abbia mai letto il poeta latino Ovidio.
Franco: ha scritto  qualcosa che possa guidarci nella lettura di questa vicenda?
Vezio: cari amici il nostro poeta Ovidio ci dice di non chiamare felice nessuno prima che sia morto, anzi prima che sia seppellito”.  E si da il caso che il  cittadino italiano di origine marocchina Said Machaouat ha dichiarato di “aver ucciso perché la vittima aveva un’aria felice”. L ‘essere  felice, quindi, l’unica colpa della vittima.
Cecè: se le cose stanno così c’è da riflettere e da preoccuparsi seriamente. 
Ludovico: cosa possiamo fare?
Vezio: non sorridete in pubblico: rischiate di apparire felici. E qualcuno che felice non è potrebbe, per invidia, diventare il vostro killer. Sarà anche il caso che per strada se qualcuno da voi sconosciuto vi chiedesse se tu sia Felice, rispondiate con prontezza  che non siete Felice e vi chiamate  Vercingetorige, Patroclo o con  qualche altro nome del genere.
(Dai Dialoghi svolti al Circolo della Concordia)
gcastronovo.blogspot.it

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