SIATE FELICI MA NON TROPPO: MEGLIO
ANCORA NON DIMOSTARLO
Santo: amici…credo che anche
voi siate rimasti perplessi nel leggere la folle dichiarazione rilasciata alle
Forze dell’ordine di Torino da quel nostro concittadino di origine marocchina
che avrebbe ucciso il cittadino italiano Leo Stefano di anni 33.
Enzo: ho seguito anch’io la
vicenda e sono rimasto sconcertato dalle motivazioni addotte dal presunto omicida quando dice di “averlo
ucciso perché era felice”
Franco: prof. Vezio una sua
riflessione su questa tragedia.
Vezio: credo che l’omicida non
abbia mai letto il poeta latino Ovidio.
Franco: ha scritto qualcosa che possa guidarci nella lettura di
questa vicenda?
Vezio: cari amici il nostro
poeta Ovidio ci dice di “non chiamare felice nessuno prima che
sia morto, anzi prima che sia seppellito”. E si da il caso che il cittadino italiano di origine marocchina Said
Machaouat ha dichiarato di “aver ucciso perché la vittima aveva un’aria
felice”. L ‘essere felice,
quindi, l’unica colpa della vittima.
Cecè: se le cose stanno così
c’è da riflettere e da preoccuparsi seriamente.
Ludovico: cosa possiamo fare?
Vezio: non sorridete in
pubblico: rischiate di apparire felici. E qualcuno che felice non è potrebbe,
per invidia, diventare il vostro killer. Sarà anche il caso che per strada se
qualcuno da voi sconosciuto vi chiedesse se tu sia Felice, rispondiate con
prontezza che non siete Felice e vi chiamate Vercingetorige, Patroclo o con qualche altro nome del genere.
(Dai Dialoghi svolti al
Circolo della Concordia)
gcastronovo.blogspot.it
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