mercoledì 21 ottobre 2020

PONZIO PILATO CONTE GIUSEPPE E L’ULTIMA CENA Totò: amici…. in questi ultimi giorni sono assillato da una strana domanda alla quale non so come rispondere. Franco: cosa ti frulla in testa? Di che domanda si tratta? Totò: immaginando di trovarmi a Gerusalemme nei giorni del triduo pasquale mi son domandato: se la Giudea ai tempi di Gesù Cristo avesse avuto come Governatore non Ponzio Pilato ma l’attuale nostro Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, Gesù Cristo avrebbe potuto celebrare l’ultima Cena? Nenè: bella domanda! Ma come mai ti è venuta in mente? Totò: leggendo l’ultimo Decreto del nostro Presidente del Consiglio, e in particolare il comma contenente l’invito a non ricevere ospiti in casa propria quando il totale dei presenti supera il numero di sei, ho pensato che all’ultima cena dovevano essere presenti almeno 13 persone e cioè Gesù Cristo e i 12 apostoli. Nenè: e allora ? Totò: caro Nenè e anche voi amici miei capirete che Gesù Cristo, il quale poche settimane prima aveva insegnato, rispettoso com’era delle leggi civili, di “dare a Cesare quello che era di Cesare e a Dio quello che è di Dio”, avrebbe ubbidito anche questa volta eseguendo alla lettera il D. P. C. M. di Giuseppe Conte e di conseguenza, per non creare un assembramento, neanche avrebbe tenuto l’ultima cena . Franco: ma, di questo passo, il percorso della storia della salvezza dell’umanità, così come programmato dallo stesso Padre Eterno, non avrebbe potuto avere gli sviluppi che poi ha avuto e che ci sono stati descritti dai quattro Evangelisti: quella sera, come conseguenza della mancata ultima cena, non ci sarebbe stata l’istituzione dell’Eucarestia e forse neanche il tradimento di Giuda e il conseguente processo in cui Gesù venne condannato alla crocifissione cui seguì la risurrezione. Come voi capite con Giuseppe Conte al posto di Ponzio Pilato sarebbero saltati i piani divini per operare la salvezza dell’umanità. Santo: caro Franco e caro Totò devo dire che i vostri sono dei ragionamenti ben costruiti e logici a tal punto da non fare una grinza. Tuttavia mi trovo in grande difficoltà a comparare la logica umana, cioè la vostra, a quella del Padre Eterno. il prof. Vezio cosa ne pensa? Vezio: la riflessione dell’amico Santo offre a me che teologo comunque non sono, un valido spunto per rispondere. Ebbene, lo svolgimento della discussione, per come fin qui s’è svolta, presuppone un Dio non in grado di governare l’universo in piena ed esclusiva autonomia. Invece la realtà eterna delle cose divine presuppone che i progetti di Dio siano del tutto indipendenti dai progetti dell’uomo; e ciò perché essendo Dio il signore assoluto del mondo e dello spazio e, in definitiva della storia di tutto ciò che esiste, in quanto assoluto non risulta legato da nessun vincolo. Infatti lo stesso Dio per mezzo dei profeti (Isaia per tutti, 55: 8-11) dopo aver affermato :“i miei pensieri non sono i vostri pensieri e le vostre vie non sono le vie mie. Oracolo del Signore”, prosegue dicendoci: “quanto il cielo si eleva sopra la terra, così sono elevate le mie vie sopra le vostre vie”. E trattandosi, in entrambi i casi, del confronto tra due realtà incommensurabilmente differenti che non possono avere un adeguato termine di confronto, risulta impossibile operare tra loro un valido rapporto di eguaglianza. Amici miei…. Dio, ovviamente per chi ci crede, ha una natura e una logica che opera in una prospettiva diversa dalla nostra, e tutto ciò per una semplice ragione: l’uomo, il finito non può comprendere Dio, l’infinito. Ecco perché risulterà semplicemente impossibile cercare di comprendere i modi in cui Dio porta ad attuazione le sue decisioni. (Dai Dialoghi svolti al Circolo della Concordia) gcastronovo.blogspot.it

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