lunedì 7 ottobre 2013

All’attenzione del Sig. Beppe Grillo


 All’attenzione del Sig.

Beppe Grillo

Ogg: Patto di stabilità – sentenza Corte Cost.le n. 219/2013

Economisti e tecnici sono concordi nell’affermare che con le ultime riforme sulla stesura dei bilanci nazionali, approvate a livello europeo, l’Italia, più degli altri Stati, sarà di fatto e di diritto commissariata dall’Europa che detterà, in materia economico-finanziaria, l’agenda al nostro Paese.

Ciò comporterà anche l’imposizione di vincoli più restrittivi e penalizzanti per il nostro Paese, con un debito pubblico al di sopra del 120% del P. I. L., in tema di “Patto di stabilità”.

Il Patto di stabilità” ha come obiettivo primario il controllo dell’indebitamento netto dello Stato e degli Enti territoriali: Regioni - sia a Statuto speciale che a Statuto ordinario -, Province autonome di Trento e Bolzano, tutte le altre Province, i Comuni e le Comunità montane.

In forza del “Patto di stabilità” che ha rafforzato il coordinamento della governance economica di tutti i Paesi membri della Comunità Europea:

un deficit pubblico non superiore al     3%   del P.I.L.

un debito pubblico al di sotto del         60% del P.I.L.

Da evidenziare che per la prima volta da quest’anno i bilanci dei singoli Stati prima di essere sottoposti all’esame ed approvazione dei rispettivi Parlamenti sono controllati preventivamente dalla Commissione Europea. E’ tra i poteri della suddetta Commissione chiedere ai singoli Governi, con i conti pubblici non in linea con i vincoli in materia di deficit e debito, delle correzioni. Sono poi previste sanzioni per i Paesi che non rispettano tali vincoli e, addirittura, per i Paesi che non garantiscono piena correttezza nelle statistiche sui conti pubblici.

 b)  il nostro Parlamento, da parte sua, legittimamente impone agli Enti territoriali sopra elencati “vincoli alle loro politiche di bilancio”  al fine di coordinare la finanza pubblica per il raggiungimento degli obiettivi nazionali concordati a livello comunitario. Tutto ciò al fine di consentire un’evoluzione della spesa complessiva delle Amministrazioni Pubbliche coordinata dallo Stato (art. 119 Costituzione), così da garantire coerenza tra i loro bilanci e gli obiettivi fissati sia a livello comunitario che a livello nazionale .

La Corte dei Conti è chiamata, da parte sua,  ad applicare sanzioni economiche agli  Enti Territoriali che non rispettano il “Patto di stabilità, dichiarandone il dissesto in forza del Decreto Legge n. 174/2012 convertito nella Legge n. 213/2012.

Sig. Beppe ho usato il verbo all’indicativo presente, ma forse avrei dovuto usare l’imperfetto e dire “era chiamata ad applicare”.  Sa perché?  Il 19 luglio 2013 la Corte Costituzionale con la sentenza n. 219 ha stabilito che “è illegittima l’applicazione delle sanzioni economiche sul mancato rispetto del patto di stabilità per le Regioni a Statuto speciale”

 Immagini Lei che risate si son fatte gli Amministratori di questi Enti, per alcuni dei quali era stato certificato lo “stato di dissesto”.

Cosa Le chiedo Sig. Beppe? I Cittadini che siedono in Parlamento sotto il simbolo M. 5 S. si facciano promotori di una proposta di legge costituzionale a che venga attribuito allo Stato il potere – in quanto titolare del coordinamento della finanza pubblica – di poter sanzionare anche le cinque Regioni a Statuto speciale quando non rispettano il Patto di stabilità.

Nel ringraziarLa per l’attenzione
La saluto cordialmente.

Giuseppe Castronovo

 

 

 

 

 

 

Sig. Beppe con questa sentenza forse siamo finiti su scherzi a parte: l’Italia può essere sanzionata dall’Europa se non rispetta il Patto di stabilità, al contrario, l’Italia nulla può fare nei confronti delle cinque Regioni a Statuto speciale che non lo rispettano! E non solo delle cinque Regioni suddette, ma anche dei Comuni e delle Province in esse ricadenti!

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