RIFORMA DEL SENATO: NE
DISCUTONO AL CIRCOLO DELLA CONCORDIA.
Franco: amici… che ne dite del
nostro Presidente del Consiglio Renzi quando,
nel presentare la riforma del Senato
della Repubblica, afferma “io mi gioco tutto”?.
Renzo: a me non è piaciuto
l’atto di sfida lanciato, addirittura a quelli del suo Partito, quando ha
detto: “voglio vedere se votano contro”.
Marco: riconoscete almeno che
finalmente c’è uno che le riforme le vuole fare!
Valerio: nessuno, se
interpreto bene il pensiero dei nostri amici, mette in discussione la necessità
delle riforme, ma il modo in cui vengono presentate e il percorso che Renzi
vuole delineare per l’esame in Parlamento.
Sigfrido: devi riconoscere,
caro Marco, che il termine Parlamento, etimologicamente
parlando, deriva da “parlare”, cioè “discutere” e solo se si discute si può valutare con
cognizione di causa. E tutto ciò è in aperto contrasto con l’impostazione di
Renzi “prendere o lasciare”.
Venanzio: condivido la tesi
dell’amico Sigfrido: se io fossi parlamentare non voterei affatto la
disposizione che assegna al Presidente della Repubblica
il compito di nominare 21 Senatori. Voi capite che 21 sul totale di 148
è una percentuale troppo elevata, addirittura il 15%! Ecco perché io vorrei discutere.
Giacomo: io, da parte mia, non
condivido la disposizione che assegna ad ogni Regione lo stesso numero di
Senatori. Non comprendo come, ad esempio, la nostra Regione, con più di 5
milioni di abitanti debba avere lo stesso numero dei Senatori della Regione
Molise che di abitanti non ne ha nemmeno trecentomila. Per non parlare della
Valle d’Aosta che di abitanti ne ha poco più di centomila. Una norma, amici
miei, priva del requisito della ragionevolezza e in quanto tale
incostituzionale.
Marco: dovete riconoscere che
Renzi è figlio di una stagione anomala:
basta ricordare i 101 franchi tiratori del Partito Democratico che hanno
impedito a Prodi di essere eletto alla carica di Presidente della Repubblica.
Ed è questa situazione a indurlo a ritenere di essere
sempre dalla parte della ragione.
Giacomo: Prof. Vezio… Lei che
ne dice?
Vezio: non possiamo
dimenticare che stiamo parlando di
politici e di politica e quindi c’è da stare sempre con gli occhi ben aperti;
vedi… la politica, caro Marco, è quel campo dell’agire
umano nel quale molto spesso ragione ed errore sono così prossimi l’una all’altro
da sembrare simili a tal punto da essere molto spesso confusi.
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