mercoledì 5 novembre 2014

                 LEGGE SEVERINO E LA TEORIA DELL’OLIO  E  DELLA VERITA’

On. Straccio: collega Cencio…. che ne dici?
On. Cencio: a proposito di che?
On. Straccio: del provvedimento con il quale il Tribunale Amministrativo della Regione Campania ha riammesso l’ex P. M. De Magistris nella pienezza delle sue funzioni di Sindaco di Napoli. Perché vedi…
On. Cencio: che cosa?
On. Straccio: il T. A. R. Campania, e qui sta tutto il mio stupore, ha deciso di rinviare tutti gli atti al vaglio della Corte Costituzionale. Sono sempre i giudici campani a sostenere la  non manifesta infondatezza della questione di legittimità costituzionale della  Legge Severino.
On. Cencio: e ti stupisci per questo?
On. Straccio: ricorderai anche tu come il Senato a suo tempo non volle assolutamente sentir parlare di “vaglio da parte della Corte Costituzionale”, respingendo ogni richiesta di sottoporre al suo preventivo esame la legge Severino. E come fu così che Berlusconi fu cacciato dal Senato.  Ricordo oggi ancora…
On. Cencio: che cosa?
On. Straccio: la fretta che ci facevano anche alla Camera per approvare la legge Severino. Ricordo, in particolare, come non ci fosse intervento in Aula da parte di autorevoli esponenti del Governo Monti che non concludesse con la frase “..è una legge che ci chiede l’Europa”. A questo punto mi chiedo, dinnanzi alle
lacune così vistose della Legge Severino, quali fossero i veri motivi di tanta fretta. Gli errori di questa legge sono senz’altro dovuti anche alla fretta con la quale con la quale è stata approvata. Una legge, “la Severino”,  che  se un giudice ritiene costituzionale e un altro giudice “forse non costituzionale”, è uno schiaffo al Parlamento e al suo modo di legiferare. Non è più tollerabile che la stessa legge possa venir letta nel senso che  a qualcuno sia consentito di ritornare al suo posto e ad un altro di essere allontanato.   Sono sempre più perplesso e stupefatto….
 On. Cencio: ripeto caro collega; e ti stupisci?
On. Straccio: certo che si! E’ così, caro collega, “con la teoria dei due pesi e due misure”, che la classe politica e la magistratura perdono ogni giorno quel po’ di fiducia che la gente ancora ripone nelle Istituzioni.
Ma sta legge, questa è la mia domanda, alla fine a chi si applica?
On. Cencio: mi rendo conto sempre più che aveva proprio ragione mio nonno con la sua saggezza di un tempo che ormai non c’è più… Mio nonno, infatti, era solito ricordarci come fosse necessario indagare sui motivi, storicamente contingenti, che potevano aver indotto il legislatore ad approvare una determinata legge in un particolare e determinato momento storico.
On. Straccio: e che c’entra tuo nonno e  con questa vicenda?
On. Cencio: e invece c’entra! Eccome!  A mio nonno sentivo spesso dire che la valutazione delle decisioni degli uomini doveva fondarsi sulle reali motivazioni, anche se  talvolta inconfessabili,  che avevano indotto a prendere  determinate decisioni in un determinato momento storico.
On. Straccio: e perché?
On. Cencio: perché le motivazioni erano – a suo dire – come l’olio e la verità.
On. Straccio: cioè?
On. Cencio: non è che mio nonno non avesse poi proprio ragione! Ricordati, caro collega,  come l’esperienza ci insegni che   “l’olio e la verità alla fine  vengono sempre a galla”.


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