martedì 11 maggio 2021

EMERGENZA SEPOLTURE AL CIMITERO DI ROMA, IGNORATA LA COSTITUZIONE ITALIANA Santo: amici… che idea vi siete fatta della gestione cimiteriale della nostra Capitale? Totò: c’è poco da dire: situazione raccapricciante! Nenè: mi chiedo: com’è possibile arrivare a più di duemila salme “parcheggiate”, alcune addirittura all’aperto, in attesa di sepoltura? . Come mai non si è impedito in tempo che la situazione degenerasse a tal punto? Santo: prof. Vezio…. una sua riflessione. Vezio: rimango non poco perplesso nel constatare come agli Amministratori e ai Dirigenti capitolini siano sfuggite le stringenti usanze praticate nell’antica Roma in tema di sepoltura. Dovete infatti sapere che nella cultura di allora era radicata l’opinione secondo la quale i defunti privi di sepoltura fossero causa di sventure pe l’intera città. Santo: prof… ma lei pensa che i consiglieri del Sindaco Raggi non conoscano la storia romana come la conosce lei?. Prof. non ho affatto questa presunzione! Sono sicuro che la conoscano meglio di quanto possa conoscerla io e che abbiano volutamente ignorare le pratiche connesse alla sepoltura in uso presso gli antichi romani considerandole frutto di mere superstizioni. Nino: sarà anche così come dice lei, ma una soluzione bisogna pur trovarla. Vezio: purtroppo né al Comune di Roma, né al Governo centrale hanno tenuto conto della nostra Costituzione. Santo: la Costituzione? Vezio: si, proprio la Costituzione! Vedete…. Nino: che cosa? Vezio: la nostra Costituzione al 2° comma dell’articolo 120 prescrive che “il Governo può sostituirsi ad organi delle Regioni, dei Comuni , delle Province e delle Città metropolitane …. quando lo richiedono la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali… nel rispetto del principio di sussidiarietà e del principio di leale collaborazione”. Amici… più chiaro di così! Ora constatato che: -la sepoltura di una salma è senz’altro una prestazione concernente i livelli essenziali dei diritti di ogni persona umana; -il Comune di Roma non è al momento nelle condizioni di assolvere a questo compito, che riveste anche carattere sanitario che con l’aumento della temperatura estiva potrebbe diventare molto più complicato di quanto non lo sia attualmente. Tutto ciò constatato non possiamo non chiederci perché il Sindaco di Roma non abbia chiesto l’intervento sussidiario dello Stato in nome del principio costituzionale della leale collaborazione tra Stato e Comune. O, se vogliamo, perché non sia intervenuto direttamente il Governo “sostituendosi” al Sindaco per impedire che la situazione degenerasse così come di fatto è poi degenerata? Nino: prof. la sua, Costituzione alla mano, è una soluzione talmente semplice che mi fa gridare “a quando un po' di competenza al potere”? . (Dai Dialoghi svolti al Circolo della Concordia) gcastronovo.blogspot.it

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