FASCISTI E ANTIFASCISTI NELL’OPINIONE
DEL PREMIER INGLESE WINSTON CHURCHIL
Totò: amici… ha fatto discutere, e non poco, la
decisione dell’Arcivescovo di Catania
Mons. Luigi Renna di annullare la messa che
si sarebbe dovuta celebrare
nell’anniversario dell’uccisione di Benito Mussolini, il 28 aprile di 79 anni
fa, nel 1945
Santo: ho
sentito anch’io qualcosa, ma non so cosa sia effettivamente accaduto.
Totò: come
ogni pomeriggio alcuni fedeli si recano alla chiesa Santa Caterina, nella
centrale via Umberto a Catania per la quotidiana adorazione eucaristica. Ma
trovano le porte sbarrate per decisione del Vescovo.
Santo:
perché questa decisione?
Totò: qui
doveva celebrarsi dopo l’adorazione eucaristica, stando al necrologio con la scritta “anniversario” apparso sul giornale
“La Sicilia”, una messa in suffragio per Benito Mussolini.
Il Vescovo
della Città etnea oltre a impedire la celebrazione della messa di suffragio ha
disposto anche la chiusura della chiesa per il giorno successivo.
Nenè: ha
motivato la sua decisione?
Totò: una
nota ufficiale dell’Arcidiocesi la motiva così: per evitare “non opportune
esternazioni ideologiche che nel recente passato hanno avuto degli spiacevoli
precedenti”
Santo:
condivido i dubbi del Vescovo sull’opportunità di celebrare un rito, anche se
religioso, proprio nel periodo del 25 APRILE; immagino la presenza di alcuni
gruppi antifascisti rumoreggiare dinnanzi alla chiesa durante la
celebrazione religiosa con la conseguente presenza delle forze dell’ordine per
mantenere la calma.
Nenè: che ne
dice il prof. Vezio?
Vezio:
condivisibile il ragionamento dell’amico Santo dal momento che è ormai risaputo
come “agitatori” di professione non si lascino mai scappare queste occasioni
per accendere gli animi dei presenti alle varie manifestazioni.
Ma io, se mi
permettete, vorrei sottoporre alla vostra e alla mia riflessione
questa
domanda: perché gli antifascisti devono andare a protestare dinnanzi dinanzi
a un luogo di culto (rectius: chiesa) mentre dentro si celebra una messa di
suffragio? Vedete…
Santo: che
cosa?
Vezio: è
notorio tra gli storici e gli addetti ai lavori che Benito Mussolini e il primo
Ministro inglese Winston Churchil avrebbero avuto, almeno fino al 1935, dei
buoni rapporti personali cementati da una fitta corrispondenza epistolare che
Mussolini portava con se al momento del suo arresto.
Nenè:
quindi?
Vezio:
alcuni giornalisti, a conoscenza di questa pregressa comunanza di interessi,
dopo l’uccisione di Mussolini chiesero a Churchil: “ci saranno ancora i fascisti nel futuro””. E Churchil
prontamente rispose:
“si! Saranno
coloro che si definiranno antifascisti”.
Santo: lei, prof. Vezio, come commenta
l’opinione di Churchil?
Vezio: una
cosa è certa: dubito della sincera adesione ai valori democratici dei
manifestanti che in questi giorni, ignorando l’articolo 21 della Costituzione
il quale riconosce a tutti il “diritto di manifestare liberamente il proprio
pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”, hanno
impedito al Ministro Eugenia Roccella di parlare in una pubblica assemblea.
Ho
l’impressione, e concludo, ricordando ciò che accade nel campo elettromagnetico,
dove vige il principio secondo cui due corpi che hanno lo stesso tipo di carica
si respingono e viceversa si attraggono quelli che hanno cariche elettriche di
segno opposto. Ebbene, altrettanto possiamo dire che accada nel campo dei
rapporti che vengono a svilupparsi tra le forze politiche presenti nello
scenario politico italiano che si definiscono antifasciste e quelle che, pur
non definendosi fasciste, si rifiutano di aderire a quella che definiscono la
dittatura dell’antifascismo.
Un continuo
incontro/scontro in cui delegittimandosi a vicenda tengono ancora in vita un
passato che non tramonta mai. Il che
consente a entrambe di continuare a calcare la scena politica italiana.
(Dai
Dialoghi svolti al Circolo della Concordia)
gcastronovo.blogspot.it
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