giovedì 17 gennaio 2013

AL SIG. PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SEN. PROF. MARIO MONTI.




Se Lei, Sig. Presidente, nel ricevere così tanti elogi dal Partito Popolare Europeo che arriva ad auspicare una sua vittoria alle prossime elezioni politiche, non comprende il pensionato che per pagare l’ I. M. U. è stato costretto a prelevare parte di quanto prudentemente aveva messo da parte per le spese del suo funerale, mi creda  non ha capito niente della vita di tutti quanti noi gente comune per la quale il risparmio è una necessaria riserva per gli imprevisti e i sicuramente certi incidenti di percorso che la vita,  molto più frequentemente di quanto si possa pensare, ci riserva.
Non vorremmo considerare anche Lei un imprevisto incidente di percorso della nostra breve vita!


Sig. Presidente, se inebriato da  tutte le lodi ricevute dalla Merkel per la riforma delle pensioni, non è riuscito ancora a  comprendere la  drammatica  situazione nella quale ha cacciato decine di migliaia di persone (esodati) e relative famiglie, senza uno stipendio e senza una pensione da un giorno all’altro, mi creda non ha capito niente della vita di tutti quanti noi gente comune che non avendo frequentato la Bocconi come Fassina non siamo in grado di determinare nessuna decisione.


Sig. Presidente, nell’approvare il Redditometro con le sue 100 voci ( tra le quali fa rabbrividire la lettura della voce “Spese per medicine e visite mediche” ), non si è forse  reso conto che la salute di tutti noi è un diritto inalienabile e assoluto garantitoci direttamente dalla Costituzione. Un diritto che non può essere subordinato alla sua Economia Politica! Anche questa volta, mi creda, non ha capito niente dei quotidiani sacrifici  di tutti quanti noi gente comune.


Si Presidente, se Lei col suo Redditometro ha persino stabilito che spetta alla persona anziana   ( la quale nella constatata impossibilità di ricorrere al Servizio Sanitario Nazionale per togliersi gli ultimi denti e dotarsi di una dentiera,  si è rivolta a un dentista privato), dimostrare la compatibilità del suo reddito rispetto alla spesa sostenuta, mi creda, ancora una volta non ha capito proprio niente della vita quotidiana della gente comune.  


Sig. Presidente, anche se Lei conosce così bene il diritto, l’economia e la scienza delle finanze, a tal punto che all’estero tutti la elogiano, forse non ha ancora abbastanza dimestichezza con un’atra scienza: “ la capacità di tastare il polso a tutti noi gente comune nella nostra  quotidianità fatta di privazioni e sacrifici”.  La studi, contribuirà ala Sua crescita!

Sig. Presidente,  mi consenta infine un invito a riflettere sul fatto che insediandosi a Palazzo Chigi aveva promesso non solo rigore, ma anche equità. Poiché di quest’ultima finora non ne abbiamo vista, non è riuscito cioè a mantener fede alla sua promessa, Le chiedo che qualche sera, prima di addormentarsi, rientri in se stesso domandandosi: “bonum certamen certavi, cursum consummavi, fidem servavi?.

Nell’attesa di quella sera in cui possa rispondere affermativamente, La saluto cordialmente.

Giuseppe Castronovo

Nessun commento:

Posta un commento