domenica 13 luglio 2014


              LA NUOVA DEMOCRAZIA VOLUTA DA RENZI: PIU’ NOMINATI E MENO ELETTI.

 

Leo: a quanta enfasi ricorre la politica!

Marco: a che proposito?

Leo: a proposito di riforme costituzionali.

Marco: perché sei così critico sul lavoro di Renzi?

Leo: è semplicemente fuori luogo parlare – come fa il Partito Democratico – di “stagione di grandi riforme”. Parliamo di riforme e basta. Senza alcun aggettivo.

Giacomo: dinnanzi a tanto pessimismo gradiremmo sentire l’opinione del prof. Vezio.

Vezio: pur non conoscendo le motivazioni che stanno alla base del pessimismo dell’amico Leo una cosa, comunque,  è certa:  è una riforma, questa voluta da Renzi, che restringe non poco i margini della democrazia.

L’art. 58 della Costituzione dispone che “i senatori sono eletti a suffragio universale e diretto dagli elettori che hanno superato il 25° anno di età”.

Ebbene: di norma le costituzioni vengono aggiornate per ampliare i diritti politici, civili e sociali dei cittadini; questa volta non è così. Questa volta viene aggiornata per togliere ai cittadini il diritto di “elettorato attivo” nei confronti dei senatori.

Giacomo: affermazione questa del prof. Vezio, che deve farci riflettere non poco.

Marco: prof. potrebbe proseguire nella sua analisi?

Vezio: si va, amici miei, verso una democrazia con sempre meno eletti e sempre più nominati:

-sistema elettorale con liste bloccate e senza preferenze.

-un Senato di nominati.

-organi istituzionali delle Città metropolitane non eletti a suffragio universale e diretto.

Capirete anche voi, amici miei, che si va verso un nuovo  modello di democrazia che vedrà sempre meno protagonista quello che una volta veniva chiamato “popolo sovrano”.

Marco: prof. cosa risponde a chi difende la modifica del Senato voluta da Renzi, motivandola con il fatto che il nuovo Senato si occuperà prevalentemente, se non esclusivamente, di autonomie locali?

Vezio: caro Marco….. un conto sono le competenze dell’organo, un altro il sistema per l’elezione dei suoi componenti. La competenza in materia di autonomie locali non esclude affatto che i senatori possano continuare ad essere eletti “a suffragio universale e diretto”. Si potrebbe prevedere il possesso di specifici requisiti per la candidatura a Senatore: ad. esempio essere stato Sindaco, Consigliere, Assessore, Dirigente di Ente locale..  Ricordo, caro Marco, che tuo padre, che fu mio intimo amico, era solito ricordare come “le strade che portano all’inferno sono lastricate di buone intenzioni”. E la metafora richiamata da tuo padre bene si adatta alle riforme volute da Renzi.

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